Feltri è un diffamatore professionale dimostrato, punito e sospeso dalla professione di giornalista per questo.
mi sono letto con attenzione l’articolo del Giornale di oggi sui mobili acquistati dalla donna di Fini.
è costruito ad arte, per infamare Fini salvandosi il didietro.
è una bufala, l’odore è inconfondibile.
* * *
Casa a Montecarlo, c’è la prova che Fini mente
Lui querela: calunnie.
Noi pubblichiamo le carte
anche con Boffo Feltri ha pubblicato le carte: solo che erano carte false.
e questa volta?
non sono neppure carte, ma chiacchiere, almeno per ora.
* * *
questa volta Feltri si occupa di “un grande centro arredamenti, uno storico negozio alle porte di Roma”, dove “in tanti, anonimi, giuravano di aver visto la terza carica dello Stato insieme alla compagna”.
telefonata di controllo del Giornale:
«Sono Davide Russo, sì, lavoro qui, dica.
Guardi, la nostra azienda non ha fatto consegne o spedizioni per conto di Fini a Montecarlo».
sembrerebbe finita qui, e invece…
Qualcuno ci contatta.
Si presenta con nome e cognome, dice che è un ex impiegato, proprio di quel negozio, ha una storia da raccontare, chiede di mantenere l’anonimato.
il direttore ha controllato chi sia questo personaggio?
nel caso Boffo non lo fece; non lo ha fatto neppure qui.
potrebbe essere un qualunque prezzolato, no? prima di dargli credito occorre essere sicuri, se si è dei professionisti seri, no?
però perfino la Bibbia per condannare qualcuno chiede che ci siano almeno due testimoni.
e infatti…
Anche un altro ex dipendente dello stesso negozio si fa avanti per dire la sua.
Due versioni, manco a dirlo, che raccontano la stessa storia.
manco a dirlo…
un altro ex-dipendente?
il Gatto e la Volpe concedono una intervista congiunta a Feltri o chi per lui: sinceramente mi interessa poco, mi interessava di più sapere come mai ci sono tanti ex-dipendenti in quel negozio, e che si fanno intervistare in coppia…
* * *
ovviamente le visite al negozio della compagna di Fini non sono affatto compatibili con i tempi della ristrutturazione della casa di Montecarlo.
da quando in qua si comperano i mobili di una casa prima di ancora di averla ristrutturata?
ma questo è un dettaglio che poco importa.
e in quale romanzetto incoerente “l’azienda cominciò a mettersi in moto per trovare uno spedizioniere disposto a curare un trasporto, delicato e RISERVATO, a Montecarlo”, ovviamente facendo sapere a tutti nel 2009 che il trasporto era “riservato”?
subito dopo i testimoni dicono il contrario:
«Si parlava APERTAMENTE di una casa di Tulliani a Montecarlo, NON ERA UN SEGRETO DI STATO, lì in azienda».
* * *
qui viene il meglio della barzelletta: perché la casa era di Tulliani, dice il Giornale, però l’unico che non si è fatto mai vedere in negozio era proprio lui.
E Giancarlo Tulliani?
«Mai visto», rispondono in coro.
Sorpresa.
eh eh.
ora, a voi pare credibile che uno che si compera una casa anche facendo un buon affare, poi se la fa arredare dalla sorella e dal semi-cognato senza mai metterci il naso?
nell’articolo a fianco Il Giornale trova un altro testimone a Montecarlo, e gli fa dire il contrario:
Giancarlo Tulliani seguiva in cantiere i lavori, proponeva migliorie, si comportava da padrone di casa.
già, e poi si faceva progettare la cucina dalla sorella!
ma dai!
ma come si fa a non accorgersi che questa storia non sta in piedi?
* * *
poi fin-almente arriva Fini a occuparsi ovviamente dell’arredamento della casa del semicognato, non avendo di meglio da fare al mondo.
qui le testimonianze diventano spassose addirittura:
Di certo si è parlato abbastanza apertamente del fatto che quella cucina doveva andare fuori, doveva andare nella residenza all’estero, quella dei preventivi di cui abbiamo detto.
come vedete questo è certamente non un teorema, ma un sillogismo: siccome i mobili servivano per la casa di Montecarlo, di certo si è parlato ABBASTANZA apertamente…
peccato che queste sono pure illazioni, presentate come tali!
Per tutti – proseguono – la PERCEZIONE era che questi mobili, questi lavori erano per casa loro.
cioè di Fini e della sua compagna.
ma se è così, che cosa c’entra la casa di Montecarlo? nessuno ha mai neppure supposto che sia di Fini.
del resto i due parlano come dei sensitivi…
* * *
conclusione:
Va detto che Fini non ha mai comprato nulla direttamente, cioè, fatture e conferme d’ordine erano tutte a nome Tulliani.
ah già, che dettaglio. però, già che c’era, mentre faceva questa cosa tanto truffaldina e riservata mollava anche gli autografi a chi glieli chiedeva.
* * *
Sul periodo della seconda visita i due testimoni oculari non sono del tutto concordi.
Per il primo era «estate-autunno», per il secondo «ottobre-novembre», sempre nel 2009.
dieci mesi fa, così dettagliati in tutto il resto, e neppure si ricordano bene il periodo.
Di certo ricordiamo bene che le telefonate agli spedizionieri erano di questo tenore:
“C’è da fare una spedizione molto delicata a Montecarlo per la terza carica dello Stato”».
mi immagino lo spedizioniere di fronte a questa “terza carica”…
* * *
«Spesso anche agli autisti di Tir di grandi aziende, con cui c’era rapporto di fiducia, venivano fatte interviste per sapere se erano disponibili a fare quel trasporto».
eh sì, mandavano Marzullo sulle autostrade con una cinepresa ed un microfono a fermare i camionisti nel cuore della notte: Lei sarebbe disponibile a fare un trasporto per la terza carica dello stato?
e il camionista: ma che è sta carica? dinamite? tritolo? perché se è troppo pericolosa mica mi va… e dove si deve portarla?
“A Montecarlo?”
“Sicuramente all’estero.
Senza dubbi.
Ma in azienda tutti parlavano di Montecarlo.
Onestamente non era un segreto, e se lo era lo sapevamo in tanti, comunque”.
demenzialità pura; gli italiani leggono poco, ma credevo che qualche anno di Camilleri avesse migliorato la sensibilità fine per le bufale…
* * *
qualcuno ha chiesto di riunire il Comitato Parlamentare di controllo dei Servizi segreti per accertare se in questa vicenda i servizi non vengono usati come arma impropria di lotta politica.
chi?
il suo presidente D’Alema?
ma no, D’Alema ha fatto sapere di non essere tenuto a farlo.
e quindi non lo fa, il più grande cervello della sinistra italiana al soldo di Berlusconi…
* * *
Feltri è Feltri e dovrebbe essere radiato dall’albo dei giornalisti.
ma Travaglio?
sentite come commenta:
nel pomeriggio di ieri, il presidente del Consiglio ora scopre di poter mettere all’angolo il suo avversario.
e poi intervista la Santanché:
“Umanamente è una merda”.
la notizia vera sarebbe che la Santanché dà della merda a qualcun altro.
ma Il Fatto non batte ciglio e ce la propina per un mezzo paginone intero.
* * *
che un calunniatore professionale come Feltri ammanisca questa sbobba all’intera opinione pubblica italiana per interposti Travaglio ed altri, questo sì che mi indigna.
che in Italia si sia sempre impuniti e che Feltri possa scrivere ancora su un giornale, questo sì mi indigna.
capisco che Travaglio sia stato tradito dal desiderio di imparzialità, ma mi domando quando toccherà a Travaglio essere interdetto, a vuoto anche lui, dalla professione giornalistica…
Quindi, in soldoni così la facciamo breve, il fatto che un bene immobile di un partito ubicato a Montecarlo (Principato di Monaco, non Lucca), in un palazzo in stile con tanto di colonne e capitelli sul balcone, venga venduto ad un prezzo pari al valore di un mio immobile della stessa metratura ubicato a Firenze (edilizia popolare di fine ‘800) sembra “normale”… “Normale” pure il fatto che la ridicola vendita avvenga ad una società fantasma basata nelle isole Cayman… “Normale” pure il fatto che detta società fantasma rivenda l’immobile ad un’altra società fantasma ubicata allo stesso indirizzo… “Normale” pure il fatto che di detta compravendita la Terza Carica conosca sia la data che il notaio presso il quale è stata stipulata (che c’entrava più la Terza Carica, una volta venduto alla prima società?)… “Normale”, infine, il fatto che, alla fine di questo tourbillon di rigiri, la casa finisca nelle mani del “cognato virtuale” della Terza Carica, che ne cura la ristrutturazione come se ne fosse proprietario… Ma perché, invece di passare al microscopio l’attendibilità dei testimoni o le attitudini di Feltri, non stiamo ai fatti? Perché non chiediamo, invece, al signor Tulliani di volerci gentilmente mostrare la sua cucina? Sembra un prezzo troppo oneroso per troncare ogni sospetto sul suo “cognato virtuale”? E’ così semplice, anche senza bisogno di conferenza stampa formale. Si chiamano giornalisti e fotografi, disposti pure a pagare profumatamente tale scoop (diciamo la benzina per qualche anno alla Ferrari 458): “Buongiorno, ecco qua la cucina, non è una Salvarani Scenery. Soddisfatti? Arrivederci!” e la Terza Carica è scagionata e vittoriosa contro i calunniatori! Ci vorranno 40 secondi, mica di più, perché non accade? Forse la cucina è sporca? Ci sono avanzi di pizza sulla tavola? Ah, già, dimenticavo… C’E’ LA PRIVACY SULLE CUCINE!
commento brillante, apprezzo, anche se nel post mi sono occupato d’altro: del modo in cui Feltri ha gestito la notizia e non della notizia in sè, dato che non posso valutarla per mancanza di informazioni.
comunque non mi sottraggo ai problemi che sollevi tu:
1) mi sembra normale che in un partito si venda un immobile ereditato a un prezzo congruo con una perizia sul suo valore.
2) non mi sembra “normale”, nel senso di comune, che la vendita avvenga ad una società offshore, tuttavia in ciò non c’è nulla di illegale.
3) che ci sia una rapida rivendita ad un’altra società offshore potrebbe non avere significati particolari, dovremmo saperne di più sulle due società e sui loro reali proprietari per dirlo.
4) se AN era un partito normale il segretario Fini non si sarebbe dovuto occupare della fase esecutiva di tecnicalità come la vendita di immobili: ci sono degli amministratori in un partito e qualunque cosa sia successa la responsabilità è loro, non del segretario politico del partito.
5) suppongo che Fini abbia appreso le date degli atti e le altre circostanze almeno dalla stampa o da informazioni che avrà fatto raccogliere: non ci trovo niente di strano neppure qui.
6) che in quella casa viva il “cognato” di Fini sembra dura che possa essere l’effetto di una mera coincidenza, anche se abbiamo dovuto digerire come coincidenza che ad Arcore Berlusconi avesse assunto come stalliere un mafioso pluriomicida, che poi definì “un eroe”, quindi temo che dovremo rassegnarci a qualche coincidenza ufficiale di troppo anche a Montecarlo, non solo ad Arcore.
il fatto è che, rispetto ad altri scandali veri, questo, anche se finisse pienamente documentato, riguarda pur sempre comportamenti privati e i rapporti fra Fini e il suo partito: se vi sono state illegalità, queste non hanno coinvolto fondi statali, e in questo senso si tratterebbe – se vere – di irregolarità minori.
del resto nessuno chiede conto politicamente a Berlusconi di come ha acquistato la villa di Arcore ad un prezzo non troppo lontano da quello del bilocale di Montecarlo, carpendola ad una giovana rimasta tragicamente orfana, con l’aiuto di Previti che ne era diventato l’amministratore: sono particolari che delineano l’uomo, e basta; nel caso di Berlusconi col tempo sono stati pienamente documentati, nel caso di Fini no, almeno per ora.
anche io starei volentieri ai fatti, se si sapessero bene; per ora mi devo accontentare del modo in cui vengono esposti i fatti, e quello di Feltri, ripetutamente condannato per diffamazione e giornalista indegno, che dovrebbe essere radiato, non mi piace, ecco tutto.
l’idea di una conferenza stampa dei sospettati di gravi episodi di corruzione pubblica mi sembra ottima, ma non ne ricordo molte.
l’idea che la terza carica dello stato debba rispondere in una conferenza stampa alle illazioni mal documentate di Feltri mi sembra ridicola, invece.
non si è riusciti in decenni di ricerche giudiziarie a venire a capo delle società offshore di Berlusconi e dei loro giri di miliardi di euro, credo piuttosto improbabile che si venga a sapere di più di società che hanno conmmerciato quello che alla fine resta un bilocale, che forse qualcuno ha acquistato a prezzo ribassato approfittando di qualche informazione carpita dal proprio ambiente.
comunque qualche buon affare immobiliare a volte nella vita ti capita anche senza essere Presidente della Camera e senza commettere nulla di illegale.
non dico che non vi sia nulla di oscuro in questa vicenda; dico che prima di fare campagne di stampa di un certo tipo occorre avere non sospetti, ma prove.
ma stranezza per stranezza e coincidenza per coincidenza, Feltri potrebbe rivelare all’opinione pjubblica come è venuto a conoscenza della faccenda?
aveva per caso mandato un cronista a farsi un giro a Montecarlo e questo ha letto Tulliani sulla campanelliera?
ed uno che ha qualcosa da nascondere, va a mettere il suo nome sul campanello?
PREVISIONE ERRATA
ahahahahahah
TEOREMA SMONTATO
IL CASTELLO DI MINCHIATE E’ CROLLATO
la cosa grottesca è che anche la stampa cosiddetta democratica ha accomopagnato con l’acquolina in bocca il castello di minchiate mentre veniva costruito e poi ha dato rilievo scarsissimo al documento dell’Ufficio delle Imposte di Montecarlo che ha messo la pietra tombale sulla vicenda stabilendo che il prezzo determinato per l’acquisto era congruo e regolarmente denunciato al fisco.
eppure ho letto quasi la volontà persino dei giornali non propriamente berlusconiani di provare a tenere aperta la faccenda.
così che l’opinione pubblica media, tormentata di false rivelazioni per mesi, credo neppure si sia accorta che il caso si è miseramente sgonfiato.
e Il Fatto? come la mettiamo con Travaglio che ha cavalcato la vicenda anche lui?
Questo succede quando ci si fa un’ opinione per partito preso…
questo succede quando si fanno campagne di stampe prezzolate, direi io, sapendo benissimo che si sta calunniando chi non c’entra niente…
L’ha ripubblicato su cor-pus-zeroe ha commentato:
wordpress venerdì 13 agosto 2010 – 17:42
commenti nel post originale