Feltri pubblica un paio di giorni fa l’intervista con un italiano che vive a Montecarlo e racconta di avere visto il presidente della Camera nel principato a dicembre (ma non era novembre?), assieme alla compagna Elisabetta Tulliani (al secondo mese post partum, pare) e con “un notevole spiegamento” della polizia monegasca a “sirene accese”.
il portavoce di Fini replica che non è vero e che per scoprirlo sarebbe bastato “un semplice accertamento presso le autorità monegasche e italiane che registrano i movimenti delle scorte”.
e oggi Feltri replica:
“Quanto alle scorte (con le quali abbiamo una certa dimestichezza), tutti sanno che non è obbligatorio per nessuno usarle”.
bene, ma allora se Fini era a Montecarlo senza la scorta monegasca, certamente il testimone mente almeno su questo punto!
(per non dire di altri, che risultano spassosi già alla lettura).
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rieccomi a compulsare affannosamente l’indice della Dialettica eristica. Dell’arte di mantenere la ragione in una disputa di Schopenhauer.
che trucco avrà usato Feltri questa volta?
ecco, ci siamo, è il 18!
18 Mutatio controversiae
Se c’è il rischio che l’avversario possa avere ragione, spostare l’argomento della disputa su altre questioni.
se Fini è in grado di dimostrare che non usò alcuna scorta a Montecarlo nei giorni indicati dal testimone, provare a cambiare l’argomento e dire che tutti sanno che un politico può girare anche senza scorta.
(a parte Chiappe d’Oro che invece va a trans in via Gradoli con la scorta).
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Fini ha promesso di portare Feltri in tribunale, ma poi Feltri lì se la caverà alla fine dimostrando che è semplicemente scivolata una “e”, e quindi un banale errore di battitura ha stravolto il senso delle sue parole, che vanno invece intese correttamente così:
“Quanto alle escort (con le quali abbiamo una certa dimestichezza), tutti sanno che non è obbligatorio per nessuno usarle”.