296. lapidare il Corano.

morire lapidati per adulterio nel nome della religione di Mohammed, quando il Corano per gli adulteri non prevede affatto la lapidazione!

Al Kuran 4, La sura delle donne, 15:

Considerate colpevoli di adulterio le vostre donne solo se quattro di voi saranno in grado di attestarlo.

Se così avviene, allora chiudentele in casa e lasciatecele sino a che non le coglierà la morte o Dio non verrà in loro aiuto.

e ancora:

Al Kuran 24, La sura dell luce, 2-3

2. L’adultera e l’adultero siano puniti con cento colpi di frusta ciascuno.

La compassione verso di loro non vi impedisca di eseguire questa sentenza se credete in Lui (…)

3. L’adultero potrà sposarsi solo con una donna adultera o idolatra.

Quanto all’adultera, essa potrà sposarsi solo con un adultero o con un’idolatra.

Ogni matrimonio con loro è proibito ai credenti.

non mi pare affatto una pessima idea quella di lasciare le adultere ai non credenti…

inoltre il primo comando, ovviamente, non è coerente col secondo, ma pazienza.

* * *

la lapidazione è invece prevista dalla Bibbia, per i credenti ispirata da Dio:

Deuteronomio 13:2-6 per profezie in nome di un altro dio

Deuteronomio 13:7-11 per incitamento all’idolatria

Deuteronomio 17:2-7 per culto di altre divinità,

Levitico 20:2-5 per sacrificio di bambini a Moloc

Levitico 20:27 per divinazione con gli spiriti

Levitico 24:15,16 per bestemmia

Numeri 15:32-36 per infrazione del sabato

Deuteronomio 21:18-21 per insubordinazione ai genitori

Deuteronomio 22:22,23 per adulterio

Giosuè 7:25 per furto di oggetti sacri.

secondo Esodo 21:28-32 anche un bue va lapidato se uccide un essere umano…

* * *

né l’ebraismo, che ce l’ha ancora nel libro sacro, nè il cristianesimo nel quale la lapidazione risulta abolita di fatto anche se del suo fondatore si dice che è venuto per non cambiare neppure una virgola della legge, praticano più la lapidazione.

oggi secondo ebrei e cristiani che considerano la Bibbia un testo sacro, Dio parlava a vanvera quando dettava ai suoi profeti queste norme.

invece praticano la lapidazione biblica i musulmani: anche se il loro libro sacro prevede tutt’altro e nonostante il loro profeta abbia cercato di sradicarla dai loro costumi!

* * *

essere lapidati in una religione per la regola di un’altra considerata una aberrazione da punire con la morte…

essere lapidati da una religione che non prevede la lapidazione e chiede invece la condanna a morte se si segue la religione che appunto prevede la lapidazione!

l’unica vittima delle lapidazioni degli integralisti islamici è il Corano.

religione?

oppure un’altra prova scontata della irrimediabile stupidità umana?

12 risposte a “296. lapidare il Corano.

  1. Io punto sulla stupidità umana. Si chiama tradizione… un modo moderno per definire il passaggio della stupidità di generazione in generazione.

    Ma forse non è stupidità, ma solo un modo da parte di pochi di controllare i deboli. Purtroppo nel mondo arabo la donna è un soggetto debole. Forse una maggiore libertà sessuale potrà ridurre il loro fanatismo… mah…

    • credo che ti ruberò un borforisma perfetto che hai scirtto in questo commento… (se non ti spiace e non ti pare una forma di concorrenza sleale…).

      sulla libertà sessuale come antidoto al fanatismo nutro dei seri dubbi sociologici, ma il discorso si farebbe lungo e stasera vorrei essere conciso…

    • Tranquillo… se c’è una cosa libera… quello è il sapere 😉 . Forse in qualche modo anch’io sto tentando di trasmettere la mia stupidità ai posteri… ma molto probabilmente il mondo ormai ne è diventato autosufficiente.

      E poi… io posso suggerirti qualche borforisma… mentre in cambio ricevo una montagna di idee dai tuoi articoli.

      • ti ringrazio.

        ecco, appunto: se c’è qualcosa di libero, questo è il sapere; il sesso mica è libero di suo…, o meglio solo quando diventa “volontà di sapere”, a cui lo collegò Foucault.

        (come avrai notato sono un presuntuoso: ho scritto “questo” è il sapere, mentre tu, più corretto, avevi scritto “quello”.

        questo perché lo ritengo vicino (a me), mi sono tradito…:)

  2. La regola di Esodo 21:28-32 “anche un bue va lapidato se uccide un essere umano”
    mi ha fatto venire in mente le Tre Leggi della Robotica. Ahaha! 🙂

    Scherzi a parte, la lapiazione e’ una abominevole tortura mortale. Nessuna religione dovrebbe mai prevederla, ne’ tantomeno una laica Legge.

    • prima di dire che “nessuna religione dovrebbe prevederla” occorrerrebbe saper rispondere bene alla domanda che cos’è davvero una religione…

      (il bue come un robot impazzito – e i tori allora??? :-))

  3. Ciao.
    Senza entrare nella valutazione morale della lapidazione, volevo solo aggiungere che la lapidazione non è presente nel Corano, ma in un hadith (gli hadith per il fiqh, cioè per la giurisprudenza islamica, hanno lo stesso valore del Corano come fonte del Diritto), in cui il profeta Muhammad, chiamato a fare da arbitro tra due clan ebraici, stabilì che la donna su cui arbitrava doveva essere lapidata, e si richiamò a quanto sancito dal Deuteronomio. (Questa spiegazione la dà Alessandro Bausani nelle note alla sua traduzione del Corano). Il problema è appunto che questo hadith è particolare, perché racconta dell’applicazione di una legge ebraica in un contesto ebraico, e quindi -a logica- non dovrebbe essere applicabile ai musulmani. Purtroppo però una certa cecità e allergia allo storicismo hanno fatto sì che una parola del Profeta si trasformasse in Legge assoluta. E pensare che nel Corano è più volte ribadita la fallibilità del Profeta (cfr. la sura “S’accigliò”)…
    Saluti.

    • ti ringrazio molto di questo commento così competente, che completa e perfeziona il commento abbozzato da me, confermando che la lapidazione è una istituzione di origine ebraica.

      qualcuno si pone il problema nel mondo islamico della contraddizione fra questo hadith e il Corano?

      • Le contraddizioni nel Corano e negli hadith sono moltissime, e per “aggirarle” sono nati già in ‎tempi antichissimi degli espedienti “filologici”: la cosiddetta scienza “dell’abrogante e ‎dell’abrogato” per quanto riguarda il Corano, e la valutazione delle catene di trasmissione degli ‎hadith. La prima è una sorta di disciplina che si occupa di stabilire l’ordine cronologico delle ‎rivelazioni coraniche; stabilire la successione delle rivelazioni permette di capire quali prescrizioni ‎sono state annullate da “contrordini” successivi, e in questo modo le contraddizioni vengono ‎eliminate. Gli hadith, invece, vengono divisi in “forti” e “deboli”: i primi sono incontrovertibili, ‎perché sono stati trasmessi da testimoni che vengono ritenuti assolutamente attendibili (su base ‎storica, almeno in teoria), mentre i secondi non hanno una affidabilità totalmente acclarata.‎
        Date queste premesse, è facile vedere come i testi siano soggetti a essere “distorti” e variamente ‎interpretati. La Sunna e il Corano hanno lo stesso valore nella definizione del fiqh, e dunque le loro ‎contraddizioni reciproche si risolvono nel modo suddetto.‎
        Tuttavia, l’Islam ha alcuni grandi pregi: non ha gerarchie ecclesiastiche, non ha ortodossie nel senso ‎‎”nostro” della parola, esalta (nel Corano stesso) la varietà delle opinioni (a qualcuno sembrerà ‎paradossale, ma tant’è, se li trovo citerò anche i versetti). Di qui, sono sorte alcune scuole giuridiche ‎‎(oggi ne sono rimaste 4, ancora molto influenti e salde) che interpretano la Legge sottolineandone ‎chi l’uno e chi l’altro aspetto: alcune sono più letteraliste, altre più ermeneutiche. E il confronto è ‎aperto su più campi: basti pensare alla questione dell’abbigliamento femminile, che dipende ‎sostanzialmente dall’interpretazione che si dà a singoli termini (quando si parla di khimar, per ‎esempio, alcuni interpreti sostengono che si tratta di un velo che copre anche il volto, mentre altri ‎ritengono che sia un capo di vestiario che lascia il volto scoperto), o anche al trattamento da ‎riservare alle mogli disubbidienti (il Corano raccomanda di ammonirle, poi, qualora siano ‎‎“recidive”, di lasciarle “sole nei loro letti”, e infine di “batterle”: ma questo DaRaBa, “battere”, ha ‎in arabo anche il significato di “avere rapporti sessuali”, e dunque qualcuno l’ha interpretato così!).‎
        Mi scuso per la lunghezza del commento, ma ci tenevo molto a sottolineare come, anche nell’Islam, ‎ci siano posizioni di una varietà sorprendente, e come dunque non sia l’Islam in sé ad essere ‎‎“malato”, ma l’uso che se ne fa in alcuni contesti. Il dibattito è vivissimo, solo che noi occidentali ‎non lo sappiamo (o non vogliamo saperlo)!‎
        ‎(La maggior parte delle informazioni qui riportate sono tratte da Massimo Campanini, ‘Il Corano e ‎la sua interpretazione’).‎
        Saluti.‎

    • sempre più interessante; è bello apprendere.

      sì, la storia ci dimostra che l’islamismo è stata ed è una cultura ben più ricca e articolata della caricatura che ne fanno gli integralisti; giudicare l?islamismo da loro sarebbe come giudicare il cristianesimo dall’Opus Dei, e certamente vi è un ruolo indiretto, in negativo, nell’Occidente nell’avere prima appoggiato e poi rafforzato involontariamente con i prorpi errori queste tendenze.

      non ho facile accesso a internet in questo periodo, altrimenti mi piacerebbe incorporare i tuoi commenti nel testo del mio post, certamente rozzo rispetto ai chiarimenti che hai portato tu.

      e non mi pare proprio il caso che tu ti scusi per questi interessanti chiarimenti che dai…, grazie.

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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