che cosa è il male? non lo so, ma questo non mi impedisce di parlarne.
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sarebbe più facile capire il male se esso fosse sempre provocato dagli uomini; invece a volte esso nasce direttamente per forza propria (se non vogliamo dire che è voluto da Dio).
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per quanto riguarda il male fatto dagli uomini, niente è capace di provocare il male così bene come le buone intenzioni.
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la peggiore forma di cattiveria o di sordidezza morale è quella che non riesce neppure a riconoscersi, tanto è connaturata alla volontà di fare del bene.
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è doloroso che il male, quando è provocato dagli uomini, non viene quasi mai dal male di una cattiva intenzione, ma quasi sempre dall’aspirazione al bene di una buona intenzione calibrata male.
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il male fatto dagli uomini è quasi sempre il frutto di un errore di valutazione.
(forse è questo che intendeva Socrate quando diceva che il male non nasce dalla volontà ma dal non sapere?)
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la mente umana tende irresistibilmente a rifiutare che si possa fare il male per semplice sbaglio, è troppo sconcertante.
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la mente umana identifica negli altri gli errori di giudizio con le cattive intenzioni (mentre non sa riconoscere il male nelle proprie azioni).
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un errore di giudizio radicato in una mente e continuamente ripetuto lo chiamiamo carattere.
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l’identificazione dell’errore con la volontà si chiama etica.
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non riusciremmo più a rifiutare il male se dovessimo accettare che si fa qualcosa di vile e di sporco solo per sfuggire a qualcosa che ci appare ancora più vile e più sporco, anche quando non è così.
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non ci sono cattive intenzioni, ci sono solo buone intenzioni gestite male.
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ahimè, se riuscissimo davvero a capire che nessuno vuole il male riconoscendolo come tale, non ci sarebbero più colpevoli.
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ma perché ho scritto “ahimè” qui sopra? non avrei dovuto esprimere piuttosto il desiderio che noi vivessimo in un mondo senza colpevoli?
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no, ecco appunto un esempio di quanto dicevo! questa aspirazione ad un mondo senza colpevoli è il tipico esempio di una buona intenzione capace da sola di produrre del male, eliminando in noi l’impulso a rifiutarlo.
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allora l’intenzione gestita male è quella che nasce dalla volontà di essere troppo buoni? il male nasce da qui?
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ecco che l’ho detto, il male può essere anche il figlio naturale di una eccessiva e incontrollata aspirazione al bene.
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chi non ha capito che il male è solo l’altra faccia del bene, ecco chi è più pronto a compiere il male credendo di fare il bene.
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chi sa che male e bene sono inseparabili ricerca il punto di equilibrio migliore fra loro: non aspira a fare il bene in assoluto, certo che questa aspirazione diabolica alla perfezione è già di per se stessa male.
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è più vicino a fare concretamente il bene chi non teme in assoluto di fare del male, ma ricerca nelle circostanze quale è la concreta possibilità di farne il meno possibile.
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che cosa è il male? non lo so, ma questo non mi impedisce di cercare come evitare di compierlo – e di lasciarlo compiere.
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