chi ha in sè la predatrice la troverà.
mcc43
chi ha in sè la predatrice la troverà.
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La rivoluzione è cominciata !!!
THOUGHTS FOR THE POST-2008 WORLD
perché vivere la vita se basta sognarla? - QUESTO BLOG PUO` NUOCERE GRAVEMENTE ALLA SALUTE DEI FANATICI DI QUALUNQUE TIPO. SE RITIENI DI POTER ESSERE OFFESO DALLA CRITICA APERTA AD OGNI TIPO DI POTERE, DI RELIGIONE O DI IDEOLOGIA DOGMATICA ASTIENITI DAL LEGGERLO, ma rispetta la liberta` di chi invece non ne ha paura, lasciando che se lo legga in pace, e se hai un Dio, vai sereno con lui, fratello.
Voglio vedere se qualcuno riesce ad ammettere di attrarre a sè la predatrice.
potrebbe, secondo te, capitare senza neppure accorgersene?
😉 😉 😉
Credo che sia proprio così. Prima non si sa e quindi si attrae. Si ignora di avere sulla schiena un target e che esistono i cecchini. Poi, dopo un po’ di volte o una grande batosta, c’è la possibilità di capirsi e si apre il ventaglio delle scelte: piace, non piace, tutte p……e le donne, a quella gliela faccio pagare, divento monaco, vado in analisi, non sono abbastanza maschio, faccio una vacanza in Thailandia, entro in Facebook e cerco la ragazza del liceo ecc.
ah ahha, stupenda casistica: fammi vedere dove mi ritrovo.
che ho un target sulla schiena e che esistono i cecchini diciamo che l’ho capito solo dai quarant’anni in poi; diciamo che dai cinquanta ho anche imparato a snidare i cecchini e a fare secchi loro, oppure a difendermi schivandoli.
sempre verso i quarant’anni, dopo una seprazione ben sofferta, ho capito che andavo a cercarmi giusto quel tipo di donna di cui stiamo parlando, ma che poi non mi piaceva: ai cinquanta, l’illuminazione: non era colpa sua né mia, era solo un gioco del caso, il che mi ha rilassato parecchio.
ho abbandonato quindi la teoria del gliela faccio pagare, perché poi alla fine è il metodo con quale pago io.
in analisi niente: solo fatta in casa.
non sono abbastanza maschio: a volte il dubbio mi viene, preferibilemnte sotto la forma: forse non ERO abbastanza maschio, ma considerando che cosa sono i maschi, la considero una fortuna.
in Thailandia ci sono stato (vedi cronache nell’altro blog), ma non mi è piaciuta troppo.
niente Fcebook e le ex-ragazze del liceo semmai le incontro dal vivo.
che ne dici?
Cosa ne dico? There is Androginous in the air!
Non scherzo, ma se preferisci altra terminologia saccheggiamo Jung che parla di Individuazione. Detto a modo mio, senza pretese, è un processo di scoperta di sé diventando consci di quello che ci motiva, componenti ombra, ma anche norme e dogmi talmente interiorizzati da renderci automatici. E’ una differenziazione dal contesto, prossimo epocale collettivo, che consente a una persona di far emergere la sua vera fisionomia. Non è che la vita diventi un letto di rose, ma non è più quello di Procuste. Con “ai cinquanta mi sono rilassato parecchio” indichi una bella tappa di questo processo che dura una vita, perché, con le parole di Jung, quando diventiamo consci di qualcosa, diventiamo inconsci in un modo diverso. Magnifico no? Molti dicono: non è il traguardo che conta ma il viaggio. Appropriandosi di una gamma più ampia di emozioni e reazioni, comporta talvolta, o dovrebbe … non so, sentire come proprie anche quelle che convenzionalmente vengono attribuite all’altro sesso. Fare esempi restringe il senso di quello che voglio dire, perché è più un sentire interno che una gamma di modalità esteriori, ma è sicuro che comporta una maggiore forza morale, con tutto quel che segue.
La vita stessa, il passare degli anni, la disposizione naturale lo rendono possibile, non è indispensabile lo studio dell’analista, ma certo non capita a tutti perché il primo passo, che è scoprire e accettare di essere andati in giro ricoperti di target, è il più difficile. Non è esagerato dire che una morte per l’Io. Più facile abbattere a colpi di Tavor il malessere interiore che vorrebbe diventare doglie di parto. L’abbandonare il “fargliela pagare” in fondo è applicazione della tua teoria
“inseparabilmente e parallelamente rapporto di forze e frame”. Anche io non incolpo coloro che hanno fatto andare storto qualcosa nella mia vita. Avevo dei target …. what else?
mi piace quando dici che “è una differenziazione dal contesto che consente a una persona di far emergere la sua vera fisionomia”.
il fatto è che questa differenziazione non la scegliamo noi e in qualche modo ci precede, ed è indipendente da ogni nostra presa di coscienza, che serve solo ad aiutarci a gestirla meglio, ma in nessun modo a intervenirvi su.
per molto tempo ne siamo inconsapevoli; a lungo pensiamo di doverci sforzare di assomigliare alla massa, e se non ci riusciamo, ci risulta facile ripiegare sull’illusione sorella che la massa assomigli a noi.
so con molta tranquillità oggi di avere una sensibilità che si discosta dai canoni maschili classici, detto in qualche altro modo non sono abbastanza egocentrato per sentirmi maschio perfettamente, però, arrivato oltre i sessanta non me ne potrebbe importare di meno e sono sicuro che questa particolarità mi ha dato nella vita decisamente di più di quanto non possa avermi tolto.
forza morale? non ne sono sicuro: preferisco chiamarla sicumera, arroganza, oppure semplice classico snobismo; forse sarà anche una forma di inconsapevolezza diversa, comunque semplifica la vita e purtroppo occorrono le rughe per conquistare questa sicurezza di sé.
non sono quanti Io sono morti nel frattempo, l’importante è che l’ultimo nato sia abbastanza vitale.
ho più di sessant’anni e non permetterò a nessuno di dire di avere potuto far andare qualcosa di storto nella mia vita.
credo che lo avrebbe detto anche Nizan, se ci fosse arrivato…
non ho fallito nessun obiettivo, so di averli superati tutti, perché ho imparato a non averne.
Molto bello, ma quando dici:
“il fatto è che questa differenziazione non la scegliamo noi e in qualche modo ci precede, ed è indipendente da ogni nostra presa di coscienza, che serve solo ad aiutarci a gestirla meglio, ma in nessun modo a intervenirvi su.” devo riquotare la tua legge: “parallelamente rapporto di forze e frame” + il mio commento “non antitetici ma interagenti”
Questa differenziazione che dici giustamente ci precede non emerge se non lo consentiamo. Se non paghiamo il tributo delle “morti”, per così dire, delle sovrastrutture che la soffocano.
a volte penso che se noi due avessimo saputo suonare (parlo per me che non ne sono nulla) saremmo stati un ottimo due jazz: questa nostra è una bella seduta di improvvisazione, dove ciascuno riprende e reinterpreta gli spunti che gli ha dato l’altro.
siamo tornati all’inizio: la differenziazione che ci precede non emerge se non lo consentiamo, dici giustamente.
ma il consentirlo oppure no, per un lato è atto cosciente di volontà, ma per un altro è parte della sceneggiatura stessa.
in altri termini noi lo consentiamo solo se la sceneggiatura lo prevede.
credo che questo abbia a che fare con la nostra percezione solo progressiva del tempo: riuscissimo a vedere il tempo nel suo insieme, come le altre dimensioni, forse questo conflitto si scioglierebbe da sè.
immaginiamo un mondo a due dimensioni dove la terza si sviluppa come tempo, unicamente perché il soggetto che la percepisce è cieco e dunque ne diventa consapevole solo strisciandoci su.
e immaginiamo che esista una forma in questo piano a due dimensioni piane e nella terza con le caratteristiche del tempo, per esempio un bicchiere.
e immaginiamo un bicchiere che esplora la sua forma nella terza dimensione inpostatta temporalmente: lui potrebbe essere anche convinto che la forma che assume nello spazio sia il risultato degli atti di volontà che compie durante l’esplorazione, ma chi lo guardasse da fuori non avrebbe dubbi sul fatto che quello è ed è sempre stato soltanto un bicchiere di una forma data.
noi chiameremmo la prima forma di percezione “interpretazione da rapporto di forze” e la seconda “frame fuori dal tempo”.
ma l’interpretazione più completa è la seconda.
da questo punto di vista muore soltanto ciò che è già morto.
Del jazz mi è sempre piaciuto il contest, cioè quello che descrivi. Non so suonare alcuno strumento.
Non so se sia leale surclassare l’altro suonatore in questo modo: “in altri termini noi lo consentiamo solo se la sceneggiatura lo prevede credo che questo abbia a che fare con la nostra percezione solo progressiva del tempo: riuscissimo a vedere il tempo nel suo insieme, come le altre dimensioni, forse questo conflitto si scioglierebbe da sè.”
++++++++E’ così. Mi inchino.
La specifica successiva ti porta a “ma chi lo guardasse da fuori non avrebbe dubbi sul fatto che quello è ed è sempre stato soltanto un bicchiere di una forma data.”
In pratica un osservatore fuori del Tempo, si può essere fuori del Tempo?
—Adesso rischio di steccare, ma provo egualmente un fraseggio: Tempo, esiste perché lo constatiamo nel nascere, crescere, declinare di ogni cosa perfino dell’inerte plastica. Lo misuriamo in giorni, ore, minuti. Perché possiamo misurarlo? Per un unico e solo motivo: la rotazione della Terra che ci mostra l’avvicendarsi di luce e buio. Allora il nostro Tempo esiste perché esiste il moto. Siccome ogni pianeta ruota intorno al suo asse alla propria velocità, Marte in 24 ore e mezzo, Saturno in poche ore per esempio, se fossimo nati lassù sperimenteremmo un tempo diverso. Possiamo concludere, quindi che il Tempo come ente non esiste, è solo una misurazione. In un Universo nel quale le forze si esprimessero in modo diverso dal moto e la Terra fosse immobile, allora la concezione del tempo per i terrestri non esisterebbe, o potremmo dirlo un eterno presente. Ma se riusciamo a concepire che il Tempo non esiste se non come circostanza che ci riguarda, non possiamo escludere che vi sia un’esistenza che non gli è soggetta: chi può essere?
Fine del delirio,confuta, non smettere il contest.
nessun dubbio che Chi è fuori del tempo nel nostro immaginario è solo Dio.
di Dio non si può negare che esiste: come esperienza e come idea Dio esiste certamente.
Dio non è altro che una proiezione dell’Io, e dunque se Dio è al di fuori del tempo questo significa che l’Io immagina di potere essere al di fuori del tempo e per slanci ed intuizioni, come alzandosi per un momento sulle punte dei piedi, riesce a vedersi come tale.
possiamo dire che il tempo esiste solo fino a che pensiamo che il movimento esiste; il movimento quindi non può giustificare il tempo come oggettivo, dato che ne è soltanto la manifestazione.
ma qui il problema è che cosa significa esistere.
il tempo, come l’ho descritto sopra, non è altro che un limite del soggetto, come già sospettava Kant.
e Dio allora non è altro che uno dei tentativi di superare questo limite.
forse ci sono tentativi più efficaci, ad esempio il jazz… 😉
come vedi, non sento il bisogno tanto di una confutazione, quanto di un approfondimento.
Letto e riletto. Approfondire? Da parte mia non saprei come, certi pensieri diventano per me un cardine sui cui tutto ruota. Considerando che il Tempo è un semplice accidente per i terrestri, il frame –quello del bicchiere- corona soddisfacentemente il discorso. Scoprire quello che si è, unica scelta possibile. Ovvio chiedersi chi abbia inventato i frame (archetipi?) ed è un esercizio che distingue dalle pietre, dalle piante e dagli animali, forse.
Non so se c’entra molto con tutto il discorso, ma mi viene in mente quanto è difficile staccarsi dal dualismo “ o così o così”. Con il tempo questo per me si è sfrangiato in “così e così”. Quando scrivi “Dio non è altro che una proiezione dell’Io,” mi sta benissimo, ma con questo non escludo che il nostro Io, meglio dire Sé, sia emanazione di un Ente che, in quanto Tutto, è inconoscibile alle parti. Non essendo particolarmente ambiziosa, torno a dire che l’unica cosa importante è interrogarsi. Non ho mai capito le lotte fra le religioni, è così interessante confrontarsi.
Svagolamento: Spero solo che vi sia un momento fuori del Tempo in cui sia avrà una risposta, ma è appunto una esigenza dell’Io.
Se invece che in India tu fossi in Tibet ti rimanderei al Libro Tibetano dei morti, a quella luce (ultima attività cerebrale!) nella quale dicono sia così difficile immergersi che i più tornano a reincarnarsi.
Ps. Va bene se metto qui Lilith?
sai, credo che di questo avvincente divagare insieme, alla fine non ci restera’ che il piacere della divagazione, che del resto e’ lo scopo in assoluto migliore che possiamo dare al nostro parlare.
riflettendo sulle mie stesse idee, mi stupisco di quanto siano grossolane: ad esempio, se la terza dimensione esite solo nella nostra cecita’ che ci impedisce di vederla, come non accorgersi che allora l’esplorarla con un movimento tattile di attraverso non puo’ spiegare il tempo, dato che comunque lo presuppone sotto forma di movimento?
del resto anche la vista e’ pur sempre una forma di movimento, anche se avviene alla velocita’ della luce.
non resterebbe che pensare al movimento come a qualcosa che prescinde dal tempo, diciamo che i movimenti sono linee diagonali che attraversano la realta’.
questo ci riporterebbe ad un tempo immobile della realta’ e ad un tempo scorrevole della coscienza.
proseguendo, pare che qualche fisico cominci a supporre che la realta’ sia solo a due dimensioni e che tempo e spazio siano semplicemente sviluppi apparenti come negli ologrammi.
ma in questo caso perche’ non andare oltre? la realta’ tutta intera potrebbe essere a zero dimensioni e avere la consistenza di un solo punto privo di dimensioni.
in questo caso sia lo spazio che il tempo sarebbero soltanto dell’osservatore.
ma anche senza essere cosi’ estremisti potremmo tornare al punto che quante che siano le dimensionis paziali della realta’, essa e’ movimento per natura sua, ma la velocita’ del movimento (ossia del tempo) la introduce solamente l’osservatore.
(chiedo scusa di infliggerti queste torture, ma purtroppo – per qualche motivo tecnico incomprensibile non riesco a postare il testo gia’ preparato sul mio viaggio in India, e devo sfogarmi cosi’.
Mi hai fatto ridere con “devo sfogarmi così”. Brontolii di un vulcano con il cono tappato?
Divaghiamo perché siamo nei limiti delle forze umane, che sono “finite” ma cercano d i misurarsi con l’infinito. E’ vero, abbiamo cercato di abbattere il Tempo sottraendogli il moto, ma senza di lui l’immaginazione si blocca o fa degli scarti laterali: “in questo caso sia lo spazio che il tempo sarebbero soltanto dell’osservatore.” Anche la Fisica ammette l’influenza dell’osservatore, non c’è possibilità di prescindere, o sfuggire, a noi stessi.
Ancora sto barcollando sotto la raffica di concetti sulle religioni e come Battiato cerco un baricentro per comprendere bene e rispondere quanto più adeguatamente possibile, ma anche con la brevità richiesta dalla tua situazione di viaggiatore. Mica facile.
quanto a Lilith, perche’ non mandarmela via mail e poi ci penso io a farne un post a tuo nome?
quanto a quel grande bagno di luce che conclude l’esistenza ne ho gia’ fatto esperienza una volta, non mi pareva fosse cosi’ difficile entrarci, semmai il contrario, e infatti mi ci hanno tirato fuori a forza altri.
attendo intanto almeno il tuo pezzo su Lilith.
Nel Libro Tibetano dei morti descrivono quella luce come terrificante per l’intensità di percezioni visiva, auditiva, cognitiva forse. Se sei arrivato a quel confine fra vita e morte, suppongo sia stata un’esperienza che ha molto inciso psicologicamente.
Questa povera Lilith non trova il suo posto: mi dici di mandarti una mail, ma non so come. Non trovo nel blog qualcosa del tipo “send a message”, come c’è in You Tube, vuoi che te la mandi lì? Buona giornata e… ordinata sistemazione dei foglietti.
hai ragione, non ci siamo scambiati le mail: se riesci a mandarmene una su You Tube va benissimo, anche solo per darmi il tuo indirizzo al quale mandero’ il mio.
buona prosecuzione
figurati che nel frattempo ho perfino diomenticato di aggiungere che questo universo senza dimensioni, puntiforme, che contiene tutti gli universi possibili (che sono creati unicamente dagli osservatori, i quali ovviamente si autocreano), non e’ neppure esistente, ovviamente, ma solo allo stato potenziale.
e questo infinito senza dimensioni e senza esistenza non e’ Dio che crea il mondo, ma e’ la poissibilita’ stessa del mondo di ventare reale in modi infinitamente diversi a osservatori infinitamente diversi.
e, maledizione per il tempo, ho la stessa difficolta’ anche io, quindi approfondiremo sul serio dopo il mio rientro, considerato che l”amico americano incontrato sul bus oggi mi sta aspettando per la cena e fino a che le piaghe dei piedi non diventeranno totalmente insostenibili immobilizzandomi, vado troppo di f retta
“e questo infinito senza dimensioni e senza esistenza non e’ Dio che crea il mondo, ma e’ la possibilita’ stessa del mondo di diventare reale in modi infinitamente diversi a osservatori infinitamente diversi.” Questo discorso, sotto la legge di Murphy, si incrocia tremendamente con quello sotto Donna Angelo, Ti rimando là. Non ce la si fa a sfuggire a questa ingombrante presenza che c’è o che non cè!
***** Ti ho inviato Lilith in Youtube
***** acqua e sale per i piedi: disinfetta e indurisce l’epidermide impedendo le piaghe, quelle nuove almeno.
ciao.
ma no, e’ il dilemma posto da Parmenide che e’ sbagliato: tutto e’ in uno stadio intermedio tra c’e’ e non c’e’, invece, anzi in molti stadi intermedi diversi fra loro.
questo dilemma risponde ad una logica binaria, cioe’ a una impostazione molto primitiva della mente: come nel caso dei computer e’ tempo di passare ad una logica polmorfa piu’ complessa e piu’ efficiente.
(oggi nel frattempo mi sono perso l’amico americano in alta montagna, e le chiavi della camera ce l’ha soltanto lui: questo da un lato mi permette dall’altro mi costringe a passare piu’ tempo qui, pensa che fortuna).
Si dice che i pappagalli possano apprendere solo 500 parole, per far posto ad una nuova devono cancellarne una vecchia. La mia testa funziona uguale, è entrato qualcosa che ha cancellato Parmenide, mi ricordo solo… Fuoco e magari non è nemmeno esatto. Ma se vuoi sparare sulla logica binaria, corro a cercare i proiettili. Mi sembra perfino di averlo già scritto da qualche parte che questo o/o non mi convince, mai in nessun caso.
Non sono tanto sicura di trovarla una logica primitiva, forse è il contrario, la logica binaria si è affermata con il tempo, è diventata logica stringente e taccia di ambiguità o confusione quella precedente.
Vado alla Donna Angelo….
no, no, quello era Empedocle.
Parmenide e’ il padre spirituale di Platone, quindi la sua influenza sulla cultura occidentale e’ stata immensa, e deleteria.
pensa che perfino Severino oggi propone di ritornare a Parmenide, cioe’ lla logica assolutista dell’aut aut, con la quale si chiede agli umani di scegliere l”Essere o il NOn Essere (sai che liberta’ di scelta!), metti o Berlusconi o il nulla che lo circonda…
questa logica binaria la ritengo deleteria rispetto alla possibilita’ oggi di costruire una logica che potrei definire anche sinfonica, in ogni caso fondata su un numero ben piu’ alto di variabili.
chiedo di nuovo scusa di fretta ed approssimazioni, ma e’ bello scrivere anche per essere corretti, no?
ma questo blog bara: è sparito il mio commento. Si vede che non era granchè, ma insisto. Mi duole per la svolta binaria di Severino, che molto stimo. Mi lascia dubbiosa la possibilità scelta fra essere e non essere, tiro in ballo quello che rammento di Heidegger: come facciamo a concepire il non essere, se perfino l’essere lo concepiamo solo partendo dagli enti? In primis da noi stessi? Mah, detesto la divisione fra lavoro intellettuale e lavoro manuale, ha brutte conseguenze. Infatti Jung (… a rieccolo) ha ottenuto il meglio dal suo pensiero quando si è ritirato a Bollingen nella sua torretta senza luce nè riscaldamento nè acqua corrente trascorreva le giornate alternandosi come pensatore, scrittore e spaccalegna.
ps, quanto mi paice la logica sinfonica!
mi spiace molto per la perdita del primo commneto, so per esperiemza che la seconda versione, inevitabilmente stizzita, e’ sempre peggiore dell’originale perduto…
noto vhre finalmente abbiamo trovato un punto di dissenso radicale netto e chiaro, ed e’ Severino, che giudico un trombone, uno che ritrita lo stesso paio di concetti da sempre, uno che non ha capito Leopardi e che dell”universo intero una raccolta di anticipatori del suo pensiero.
lo trovo un esempio deteriore di filosofia “umanistica” (come Lukacs): da tempo i veri filosofi contemporanei sono gli astrofisici o i logici formali (a mio parere) e sarebbe tempo di accorgersene.
ma ovviamente tutto questo dipende da come intendiamo la filosofia.
Sverino peraltro si colloca o vorrebbe collocarsi nel campo della lettura razionale della realta’, mi pare, ma non ci riesce.
-se vuoi ridere ho passato del tempo al risveglio a rompermi la testa su che cosa succede se consideriamo che la quarta (ma in realta’ la prima) dimensione non sia il tempo, come ha detto Einstein, ma la velocita’.
se la velocita’ ha il potere di contrarre il tempo, infatti, mi pare evidente che il tempo e’ solo una conseguenza della velocita’ e non viceversa.
il nodo piu’ oscuro era se e in che senso occorrono le altre dimensioni de diciamo che la velocita’ e’ la prima dimensione, e se dicendo questo le altre dimensioni non diventano a loro volta apparenti.
una velocita’ potenziale infatti ha piu’ bisogno di multi-possibilita’ che di multi-dimensioni.
– so che guardi con una specie di preoccupazione a questi miei deliri indiani, dei quali non ti senti responsabile piu’ che l’apprendista stregone della inondazione finale, pero’ e’ stato il ,io modo di pensare alla nostra discussione, che non si interrompe nella mia mente quando esco dall’internet cafe’.
Mi piace enormemente la tua ironia priva di aggressività e quindi disarmante. Severino ( già sentito definire trombone dalla compagna di un famoso brigatista rosso) sta come etichetta del nostro dissenso, bene, te lo posso confermare con un riferimento personale. Anni fa in occasione di una mia comunicazione pubblica che grosso modo aveva per argomento il ripetersi delle tendenze sociali, lui pure era fra i partecipanti e ha tenuto ad esprimermi apprezzamento. Scherzi a parte, non ammiro integralmente nessuno. Trovo lucida e di drammatica attualità la sua analisi della tecnica — che divorerà ogni fede religiosa, tutti gli “ismi”, nonché il capitalismo stesso per divergenza di motivazione: l’uno l’indefinito aumento del profitto basato sulla scarsità dei beni di consumo, l’altra l’indefinito aumento della capacità di realizzare degli scopi, il che cancella la scarsità dei beni. Detto da me, tecnica come serpe in seno del sistema economico vigente, pur nelle varie forme.
Mi sembra che il tuo intenso interrogarti sulla velocità non sia per niente casuale e meno che mai ozioso, è in qualche modo indotto dai cambiamenti che la tecnica ha introdotto nella vita.
Si sa che dai campi avversi ci sono sempre quelli che dialogano, perciò pur essendo io totalmente supporter di Dio e, limitatamente all’argomento e alle mie capacità, consenziente a Severino, possiamo passare ad un altro punto di interessante dissenso.
Tu scrivi “- so che guardi con una specie di preoccupazione a questi miei deliri indiani” Per la verità, sono puzzled dà da un paio di giorni. Ricordi il mio riferimento al ritrovare o riordinare i foglietti durante questo viaggio in India? Qualcosa di vero c’è, visto il tuo diverso modo di argomentare, ma non so e qui ti provoco se è l’effetto-India o, al contrario, resistenza all’effetto estraneo, esotico, dell’India.
Ognuno ragiona partendo da ciò che è, allora mi stupisce che tu -viaggiando – intrattenga un così stretto rapporto con ciò che è parte della tua vita quotidiana: il computer, il blog, le questioni filosofiche. Ciò è bellissimo per chi ti legge, me per prima, ma su di te non ha l’effetto di tenerti un po’ distante dalle esperienze in cui, credo, ogni viaggio dovrebbe immergere? Per carità, non intendo una fuga da se stessi, al contrario un lasciarsi andare a “provare” interamente ciò che l’ambiente ha la possibilità di suscitare e influire come arricchimento… psichico, sempre lì vado a parare.
Provo a spiegarmi con un esempio: ho guardato alcuni dei tuoi video, sono semplicemente perfetti, professionali direi, confrontandoli con i miei sono l’eleganza della calligrafia araba davanti agli scarabocchi. Certo non so usare la camera e appena ieri ho capito qualcosa di Movie maker, ma la questione è ovunque, perfino in Svizzera!, la mente mi si sfrangia e assorbo molto più di quanto riesco a capire e produrre.
Chiusa questa digressione personale, la domanda è: sei “altrove” o “a casa” sebbene fisicamente in India? 🙂 ciao
anche a me la discussione non si interrompe dopo aver postato, e mi accorgo di aver dato l’impressione di sfuggire alle tue argomentazioni, allora in breve:
— “se la velocita’ ha il potere di contrarre il tempo… è solo una conseguenza della velocita’ e non viceversa.” Ma è quello che ho espresso io parlando delle diverse velocità di pianeti, ognuno dei quali ha giorni, quindi un Tempo, diversi. O no?
— “ i veri filosofi contemporanei sono gli astrofisici o i logici formali” : per i logici formali devo iscrivermi a qualche corso per essere certa di sapere chi sono, per gli astrofisici mi viene in mente la Hack… quella divertente signora un po’ carente d’immaginazione. (la tua India, tira fuori la mia cattiveria? Di sicuro le mie carenze culturali, ma come già acclarato, ho per magister la cameriera di Maria Antonietta
😆
riparto in cima, scusandomi della sintesi.
no, la Hack e’ un’astronoma, non un’astrofisica, e’ un’onesta divulgatrice e una mente aperta: ci siamo conosciuti personalmente qualche anno fa, e abbiamo passato un paio d’ore in belle discussioni, sarebbe esagerato dire che nacque un’amicizia, perche’ tutto fini’ li’, pero’ ci segnalammo delle belle consonanze.
molto migliori di quelle che avrei potuto con Severino, almeno io. 🙂
io poi ho fatto anche di peggio nei suoi riguardi: http://bortoprima.blogs.it/2007/02/25/47_14_15_febbraio_2006_lettera_d_amore_a~1804912/
tremo alla consonanza trombonistica del giudizio su Severino e ancora di piu’ al fato che e’ del tuto spontanea: comunque preciso che non vorrei mai impedire ai tromboni di suonare.
che Severino ti abia fatto dei complimenti, peraltro, potrebbe essere, a quanto capisco, piu’ merito tuo che suo, ah ah
e adesso scusami se saro’ semplicemente brutale, come a volte mi viene bene: questa idea di Severino “l’indefinito aumento della capacità di realizzare degli scopi, il che cancella la scarsità dei beni” e’ una idiozia sconcertante.
come si puo’ filosofare per decenni sulla tecnica ignorando la principale svolta nel pensiero della seconda meta’ del Novecento che e’ “I limiti dello sviluppo”?
come si puo’ di conseguenza filosofare per decenni sulla tecnica ignorando la sua principale contraddizione interna?
ecco un esempio di come fondo il mio giudizio liquidatorio su un filosofo che fa solo una tremenda confusione nascondendo la crisi mortale che attanaglia la tecnica, di qualunque colore sia, peraltro.
no, non dipende dalla velocita’ della tecnica il mio interrogarmi sul fatto se la realta’ non sia prima di tutto velocita’ e solo conseguentemente anche spazio e tempo: la visione del mondo cambia completamente se e’ la velocita’ a creare lo spazio e il tempo come sue articolazioni.
resistenza all’effetto esotico dell’India?
beh, direi che questa idea filosofica di porre l’energia vitale (sotto forma di velocita’) al centro del cosmo sia il modo migliore in cui io posso aprirmi a questa cultura, senza smettere di essere me stesso.
ho di fronte a me due grandi esempi, anzi: uno grandissimo, Gozzano, che si identifico’ davvero con l’India; e uno minore rispetto a lui, quello di Pasolini che credette di sapere gia’ tutto dell’India e non si pose neppure il problema di capirla.
io almeno sono tra quelli che sanno di non sapere.
pero’ confesso che oggi nel tempio di Tiruparandakundram, una delle esperienze piu’ hard della poverta’ e dell’abbandono indiani, passando fra le centinaia di corpi semplicemente buttati senza un lamento tra le tenebre odorose e rumorose, in questo duomo di Milano il cui pavimento era un tappeto umano di esseri in cui ogni differenza tra la vita e la morte era semplicemente annullata, il cuore mi si e’ chiuso ad ogni domanda, e ho fatto semplicmente il mio mestiere cinico che Mike mi ha rimproverato con gentile asprezza l’altro giorno: ho fotografato, sapendo di non sapere fare altro che dire: la vita e’ anche qui, la vita e’ anche questo.
certo, penso che tutti dovremo tornare all’India, quando la societa’ della tecnica sara’ finita in un modo molto diverso da quello che Severino immagina e vuole far credere: quindi a maggior ragione occorre interrogarsi su questa mancanza di senso per noi, o su questa pienezza di senso che non sappiamo capire.
sorrido a leggere di professionalita’ dei miei video autodidatti: avrai visto la rozzezza elementare dei primi, il resto e’ solo sperimentazione a tentoni.
qui mi fermo anche se due simpaticissimi ragazzini mi hanno detto che sono typing very fast :), mi manca il tempo per il resto.
in India mi porto dietro me stesso, direi: spero solo che non sia un ingombro…
e comunque ti ringrazio di cuore per questo dialogo, sia ben chiaro, mi dispiace che vada sprecata parte degli spunti che getti.
Comincio da antipatica puntigliosa:
—la H. è laureata in Fisica con tesi in astrofisica, che poi vada dove ci sono posti liberi significa che è ben integrata nella nostra società.
Mi è simpatica oggi anche per le sue innocenti evasioni dalla logica e dalla coerenza delle convinzioni, dal tuo blog copio “ La verità è che non me n’è mai fregato nulla della religione, a esser sincera” + “L’idea che esista Dio mi sembra talmente assurda!” + “In chiesa poi! Mi vergognavo come un cane. Ma i genitori di Aldo erano religiosi, erano credenti, ci tenevano…” e infine fantastico: “ i miei genitori aderirono alla teosofia, laicamente però.” Che tenerezza: TEOsofia laica. Cosa non si fa per riscattare i genitori… invece di capirli-
—Severino era presente in un luogo per lui alieno, come alieno era il mio punto di vista, però è entrato e da lì ha valutato. Un trombone non fa così..
MI VOGLIO ACCERTARE che tu non dimentichi mai i miei limiti mentali e culturali che rendono impossibile competere intellettualmente con te, ma quando scrivi -” come si puo’ filosofare per decenni sulla tecnica ignorando la principale svolta nel pensiero della seconda meta’ del Novecento che e’ “I limiti dello sviluppo”?” —
mi vien da pensare: forse perché quella formulazione sui limiti precedeva gli straordinari sviluppi ed applicazioni della tecnica!
E poi S. ne individua l’illimitatezza degli scopi, non preconizza la sua vittoria, almeno fino a quando la sua visione ha convinto me: il 2003, anticipandone l’effetto distruttivo che essa ha, lasciami dire alla buona, sulle certezze monolitiche e le fedi, siano religiose siano politiche. Io lo constato.
Filosofeggiare sul presente è work in progress, no?
–India “il cuore mi si e’ chiuso ad ogni domanda,” Non essendo banale, non sei scivolato nella consueta chiamata alla sbarra delle credenze in Dio. A livello personale, però, è davvero possibile che non provochi qualche sommovimento interiore constatare con i sensi quella condizione che certo supponevi esistere da informazioni lette o sentite? Considero la tua fotocamera in quel momento come la corazza dei combattenti antichi….
Cosa intendi con “dovremo tornare all’India”? Intendi “occorre interrogarsi su questa mancanza di senso per noi, o su questa pienezza di senso che non sappiamo capire”? Se così ti chiedo: perché rimandare, perché non adesso?
–Video, ho visto i tuoi ultimi infatti, ma rido perché ieri ho cancellato i miei vecchi, insopportabili ora che ho almeno imparato a tagliare voci e sfocature esagerate. Magari verrà la volta di cancellare questi nuovi.. evviva il progresso.
Mi alleno come video maker in vista di im?probabile viaggio in Libano, Beirut e campi dei profughi palestinesi. Terza volta che ci provo andando a sbattere contro l’assassinio di Hariri, le paturnie di Israele, gli iscritti che cambiano idea all’ultimo minuto…
Quelli che tu hai visto coricati e dimenticati, io li vedrò in piedi e ricordati solo da chi li vuole strumentalizzare…
Anche io ti ringrazio di cuore per questo vigoroso scambio e ti saluto, Fast typer and even faster thinker. 🙂
non dirmi sciocchezze, carissima: io da te sto imparando come non mi capitava da decenni, e quindi non parlarmi, per favore, di impossibilita’ di “competere” con me. e poi perche’ mai “competere”: e’ la seconda volta che usi questa espressione: abbiamo cultura diverse e ognuno forse scopre nell’altro-a qualche cosa che non sa, ma poi abbiamo anche strane consonanze, e questo rende il dialogo piu’ interessante.
– non sapevo in che cosa si fosse laureata la Margherita, ma certamente tutti i suoi studi noti appartengono alla branca da me indicata (se non mi sbaglio proprio alla grande): per astrofisica intendo, che ne so la “teoria delle stringhe”, o l’idea recentissima che il mondo abbia solo due dimensioni o le uipotesi sul “pluriverso”: tutte cose da cui la Hack sta direi anche onestamente lontana.
la tecnica ha un effetto distruttivo e marxianamente potrei dire perfino positivo sulle fedi: ma poi lascera’ gli uomini in balia di loro stessi quando emergera’ improvvisamente (per i miopi) la catastrofe pratica e non solo teorica a cui essa ha condotto l’umanita’: non credo che il momento sia tanto lontano da non riuscire a vederlo purtroppo.
che cosa intendo dicendo che dovremo tornare all”India molto presto e’ discorso troppo complesso per riassumerlo qui, anche se discende direttamente da quanto appena detto: lasciami il tempo di elaborare meglio con i post che sto scrivendo.
tieni conto che questa e’ la mia sesta volta in India: non mi trovo di fronte a spettacoli del tutto nuovi, anche se spettacoli come quelli di ieri o non li avevo mai visti oppure li ho cancellati dalle memorie precise del mio primo viaggio.
mi space che hai cancellato i tuoi video prima ancora che potessi vederli: che effetot negativo ti ho fatto!
ti invidio molto per il tuo viaggio in Libano e mi piace molto la morale che hai collocato come epigrafe al tuo viaggio.
spero che si realizzi e spero di leggerne qualche resoconto, anche solo filmato.
Ti informo che se cominci un commento usando la la parola sciocchezze mi fai venire la tremarella, p.f. gira il periodo e mettila in fondo!
-Ti ringrazio di avermi fatto notare che per due volte già ho usato l’espressione competere, così mi sono interrogata 1) è un aspetto di me che ho quasi debellato, dal momento che non mi serve, ma talvolta emerge 2) Come tutti quelli che non hanno fatto studi superiori regolari ho la coda di paglia 3) non ho percepito dai tuoi scritti — in generale, non dico rispondendo a me— un atteggiamento “indulgente”, forse ho sbagliato, diciamo che ho messo le mani avanti.
–India. E’ un paese che non ho mai desiderato di vedere, prima perché era di moda andare là a cercare santoni, poi perché veramente lo ritengo frastornante, metterebbe a rischio il mio equilibrio. Sono per i deserti, credo di averlo già detto, che danno una bella botta ma del genere che sono capace di sopportare e volgere in positivo.
un altro ciao…
hai proprio ragione per l’India, mi sta destabilizzando non poco.
ma non era di questo proprio che avevo bisogno?
la decisione d oggi e’ di sospendere con oggi i reportage parlati, mi vergogno di sovrapporre le mie insulse parole a questa realta’.
L’ha ripubblicato su cor-pus-zero.