375. XI, 3. il Kerala sempre piu’ immaginario di Rampini.

non riuscendo a postare e neppure a caricare foto per il momento, per due diversi disguidi tecnici, ho pensato di inserire comunque almeno i titoli dei post che vado componendo o immaginando di comporre, che poi riempiero’ con i testi e le foto.

cosi’ almeno si potra’ sapere, per quelli cui interessa, dove sono ogni giorno.

* * *

1 novembre, Ernakulam, Kerala

bortografia-735-il-crepuscolo-di-ernakula

quando esco dalla mia camera per il recupero del fuso orario, e’ gia’ tardi e la giornata sembra gia’ perduta.

non mi resta che scendere verso il parco in riva alla laguna, e’ il posto turistico piu’ vicino; nessuno dei miei due contatti a Cochin risponde al cellulare, e siccome li ho conosciuti entrambi li’, mi piace immaginare che il fiume scorra due volte eguale, nel senso di farmeceli ritrovare.

* * *

che non sia cosi’ me lo dicono all’uscita da questo hotel nuovo e quasi costosetto le impressioni nuovamente negative di drastico peggioramento della citta’ e di intristimento degli abitanti: sara’ forse perche’ l’anno scorso ho visto Cochin e il Kerala a pochi mesi da un viaggio nel resto dell’India, trovandoli cosi’ poco indiani, e ora li vedo dopo un viaggio in Cina, oppure la recente lettura di Rampini nel 2009 mi aveva lavato il cervello col suo ottimismo fuori misura comunque centrato proprio sul Kerala?

arrivo perfino ad ipotizzare che si tratti di un fatto stagionale, che gli ultimi strascichi del monsone durato mesi e che sta per finire piu’ tardi del solito intristiscano i volti, che l’impressione di una maggiore miseria dipenda dal fatto che la stagione turistica vera e propria non e’ ancora cominciata.

sta di fatto che la gente sorride davvero molto di meno, che i servizi pubblici sembrano drammaticamente peggiorati, che ovunque si sente una inedita tensione e preoccupazione, che i mendicanti stessi chiedono con meno convinzione ed hanno in molti l’aria di essere sul punto di lasciarsi andare.

insomma il Kerala sembra sul punto di trasformarsi in un’altra Etiopia o in uno Sri Lanka, cioe’ di ridiventare l’India classica dei viaggiatori, che io non avevo mai incontrato del tutto, sino a chiedermi nei miei resoconti ripetutamente come mai…

se c’e’ mai stata una competizione tra l’India e la Cina, e questa non e’ stata semplicemente una invenzione della propaganda occidentale, l’India l’ha gia’ perduta e sembra arrancare sotto i riflessi della nostra crisi, che sfiorano solamente la Cina.

ma nello stesso tempo in questa violenta regressione l’India sembra avere perso se stessa e questa poverta’ diffusa che le riprecipita addosso le sembra oramai diventata estranea.

per la prima volta incontro un’India che non accetta piu’ di essere povera…

* * *

mai due volte nello stesso fiume: il complesso dei templi di Ernakulam l’anno scorso mi era stato nascosto dalla preponderante presenza nell’area a parco d’ingresso di una rumorosissima festa cattolica, che mi aveva distolto; ora invece e’ il regno del silenzio, spezzato solo dagli scoppi violenti dei grossi petardi rituali.

dopo l’approccio ad un lindo edificio colonnato, con sapore europeo classico, che si rivela al sorriso dei custodi e della loro bambna un Kindergarten, molti sono gli scorci inediti in un piccolo frammento di citta’ che mi ricorda il forte olandese di Galle in Sri Lanka, e me ne ritorno a casa con un bel bottino di foto, alcune prese in barba ai divieti soprappensiero durante i riti, prima che due volte sia buttato fuori dai sacerdoti, che sembrano conoscere gia’, forse dal colore degli sguardi, la mia piu’ marcata evoluzione ateistica degli ultimi tempi.

anche nel parco contiguo, finalmente e quasi svogliatamente raggiunto, tanto mi ha preso l’ancora sconosciuto santuario,  molto sembra cambiato, perfino arrugginiti monumenti mai visti, tra i fidanzati mano nella mano sul bordo del grande bacino marino fronteggiato dalle altre isole, ma infestato quest’anno di erbe galleggianti, con tre studenti di ingegneria che mi hanno invitato a fare due chiacchiere guardiamo depressi una grossa pantegana che scivola tra le foglie lucide e umide nel tramonto.

non resta che uno spuntino vegetariano in un locale comune: stupisco a notare che il cibo non costa davvero nulla, anzi pare perfino diminuito di costo, ho mangiato con meno di un euro; riflettessi un attimo di piu’, capirei che e’ anche questo un segno della crisi.

e delle illusioni di Rampini sull’India.

10 risposte a “375. XI, 3. il Kerala sempre piu’ immaginario di Rampini.

    • grazie, carissima.

      nel Kerala ci sono gia’ stato l’anno scorso e ne ho gia’ scritto diversi post https://bortocal.wordpress.com/tag/kerala/

      ma, ancor meglio ne ho fatto piu’ di 20 montaggi video su You Tube, li puoi trovare facilmente con questo link:
      http://www.youtube.com/results?search_query=bortocal+kerala&aq=f

      te ne segnalo in particolare uno che ha avuto un certo successo (nei termini in cui si uo’ usare la parola relativamente ai miei video, perche’ e’ effettivamente piuttosto toccante:

      non so perche’, ha anche la certezza che tu mi avessi commentato, allora.

      quest’anno ci saranno solo tre o quattro post su luoghi nuovi, perche’ da ieri sono passato nel fascinoso Tamil Nadu (a Madurai, fino a domani, poi a Rameswaran).

      che romanzo della Arundhati Roy e’ ambientato in Kerala? Il dio delle piccole cose?

      non ci ho fatto caso, quando l’ho letto.

      in ogni caso, purtroppo, sai che da me non puoi attenderti romanzi…

    • dove avevo letto di questa notizia? ma e’ chiaro, sul tuo post!

      da qui non sono riuscito a leggerlo bene, e quindi neppure a commentarlo, solo una tecnica di lettura iperveloce, una parola per capoverso, ma quando sono arrivato al nome della scrittrice, li’ mi sono fermato e ho letto parola per parola.

      soliti problemi delle menti non conformiste, ma in un paese molto piu’ duro di quanto si potrebbe pensare.

      lessi Il dio delle piccole cose in epoca preindiana per me, forse oggi dovrei rileggerlo: l’ambientazione in Kerala e’ molto strana, posso dire oggi, dato che si tratta dello stato piu’ progressista dell”India e del piu’ occidentalizzato.

      deve esserci un significato in questa collocazione, ma dovrei saperne di piu’.

      in ogni caso ci si aspetterebbe una storia simile nel Tamil Nadu, piuttosto, dove sono adesso: stato molto religioso e conservatore.

  1. Pingback: 386. XI, 11. Rameswaram, alla fine dell”India. « Cor-pus·

    • direi proprio di si’, sto scrivendo da rameswaram, Tamil Nadu meridionale.

      e’ la sesta volta che ci torno, la seconda in Kerala e Tamil Nadu, due stati peraltro diversissimi tra loro.

  2. Pingback: 2. il tempio di Shiva ad Ernakulam, Kerala. « Cor-pus·

  3. Pingback: 17. calava la notte al Subhash Bose Park di Ernakulam. « Cor-pus·

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