Leopardi, Assange, l’ambasciatore e D’Alema. 26 dicembre 2010 – wp 479 [err. 459] – 1085

wordpress, domenica 26 dicembre 2010 10:09

sono sempre un poco perplesso su Wikileaks: mica ci dice cose nuove, soltanto ce le dice di prima mano; finora erano soltanto illazioni dettate dal buonsenso oppure frammentarie ricostruzioni da indizi ricomposti con cura; ora sono tanto di testimonianze con nome e cognome.

lo dico per lui: non so se vale la pena di finire in galera semplicemente per dimostrare quello che gli interessati sapevano già, con l’esercizio della ragione, e che per i non interessati resterà sempre ninete di più di un pettegolezzo che scorre via senza lasciare traccia.

* * *

comunque, per questi ultimi, da Wikileaks è venuta una conferma, per loro necessaria, che una parte significativa della sinistra – ma meglio dovrei dire di quella classe politica inamovibile che si è impadronita della rappresentanza della sinistra -, lavora per Berlusconi, perché è berlusconiana, perché ne condivide i valori e l’illegalismo e lo contrasta solo in facciata, perché nel suo egocentrismo il califfo non le lascia spazio, e – detto fra noi – per questa gente fa anche bene!

ora sappiamo infatti anche che cosa diceva D’Alema all’Ambasciatore americano il 3 luglio 2008, grazie al fatto che questo, quasi non credendo alle proprie orecchie, perché quella che ha sentito è una bella stranezza, si precipita a comunicarlo al suo capo, il Segretario di Stato, con un messaggio segreto fino a che Assange non ci ha messo su le mani.

Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l’ex premier ed ex ministro degli esteri Massimo D’Alema ha detto lo scorso anno che la magistratura è la più grande minaccia allo stato italiano.

naturalmente ci sarebbe da chiedersi che cosa intenda D’Alema per “stato italiano”, ma è presto detto: è quella classe politica inamovibile e autoreferenziale che lo ha occupato da sempre, che si mantiene grazie alla legge elettorale che Veltroni ha concordato con Berlusconi 5 anni fa e che consente ai 4 o 5 ducetti piccoli e grandi di questo sistema (Berlusconi, Bossi, D’Alema/Veltroni in alternanza,  Di Pietro, Casini) di scegliersi i parlamentari alla faccia del pubblico che deve andare fascisticamente a dire di sì alle cosiddette elezioni, e con la differenza che a sinistra OGNI VOLTA dal 1994 ne scelgono qualcuno che canbia subito casacca e che sostiene Berlusconi per un voto o due.

poi ci vengono a raccontare che con un voto non si governa: con quanti voti governò Berlusconi nel 1994? uno al senato, quello del senatore Grillo, eletto da Occhetto e passato sin dal primo giorno col Berlusca!

è la legge che alla casta in combutta piace così tanto che se la chiamano la legge porcellum sghignazzando fra loro e strizzandosi l’occhio e che ogni tanto qualcuno finge di volerla cambiare, perché è veramente una porcata degna di Lukashenko, il dittatore della Russia Bianca, appena rieletto con l’80% dei voti, ma che poi nessuno fa veramente niente per cambiare: mica sono fessi, tanto la loro base li vota lo stesso.

* * *

in ogni quotidiano che si rispetta, sarebbe una bella notizia che D’Alema è d’accordo con Berlusconi (in segreto), mentre in pubblico dice il contrario .

il Corriere almeno la dà come tale, anche se fra le varie della giornata, ma è veramente istruttivo come dà la notizia Repubblica: qui la vera notizia non è che l’ambasciatore americano ha detto che D’Alema è d’accordo con Berlusconi che i giudici rovinano l’Italia, ma che D’Alema ha smentito l’ambasciatore americano.

ovviamente questo modo di dare la notizia è degno del Minculpop.

* * *

però, effettivamente, penso, è una grande notizia anche se D’Alema dice che l’ambasciatore americano in Italia è un emerito imbecille (emerito nel senso originario della parola, non nel senso di recente assunto per volontà di Cossiga che impose alla stampa obbiediente di nominarlo “emerito presidente della Repubblica”…) , oppure un bugiardo.

pensate un po’: un emerito ministro degli Esteri d’Italia, il più filoamericano degli ultimi trent’anni, che attacca l’ambasciatore americano!

purtroppo non è neppure così:

Ma D’Alema smentisce categorico.

“Accanto ad osservazioni ovvie su fughe di notizie e intercettazioni, viene riportato un giudizio abnorme sulla magistratura che non ho mai pronunciato, che non corrisponde al mio pensiero e che evidentemente all’epoca è stato frutto di un fraintendimento tra l’ambasciatore Spogli e me”, così dice in una nota il presidente del Copasir.

è tutto soltanto abnorme, e sullo sfondo vediamo il ghignetto sprezzante abituale.

c’è qualcosa di strano se Repubblica dà alla smentita di D’Alema neppure un taglio basso, ma la riduce proprio ad una noticina e per il resto tace?

* * *

ovviamente, se D’Alema avesse un minimo di rispetto per i propri elettori, che certamente non condividono quello che lui dichiarò all’ambasciatore almeno in una parte (immagino, ma se no, perché lo voterebbero?), dovrebbe fare un minimo di sforzo per rendere plausibile la smentita, spiegare che cosa aveva detto forse di vagamente simile che l’ambasciatore abbia potuto fraintendere, dirci, che so?, che parla male l’inglese e che si è impasticciato su con le parole come un qualunque Bortocal in India.

niente di tutto questo: lui smentisce a basta, la sua parola contro la sua, e il popolo beota deve bersi l’idea che ol Segretario di Stato americano riceva dal suo ambasciatore messaggi tarocchi.

perfettamente berlusconiano anche in questo, D’Alema, e fa bene; anche Berlusconi per le notizie di Wilileaks che lo riguardano si limita a dire che sono tutte balle, calunnie, falsità; e quanto a D’Alema, il SUO popolo è rimasto indifferente al bombardamento di Belgrado, figuratevi che effetto gli fanno queste cosette, la sua quota di opposizione tarocca D’Alema la gestisce bene lo stesso.

tanto in parlamento ci va solo per tenere buoni gli scontenti contro il suo capo e per guadagnarsi la pagnotta: risultati che svolge egregiamente da decenni.

* * *

il resto di questo post fa parte della serie “repetita iuvant”, cioè tradotto: fatemi almeno sfogare, cazzo! ma mica pretendo che lo leggiate, visto che mi pare di essere ridotto al ruolo del vecchietto dei vecchi film del West che brontola ripetendosi continuamente.

un nome e un cognome che conoscevamo già, quello di D’Alema, idolo mai infranto di chi guarda alle cose in un’ottica da tifo sportivo: D’Alema ha gestito uno dei governi più filoamericani degli ultimi trent’anni, ha portato l’Italia in una guerra anticostituzionale contro la Serbia, ha lasciato bombardare i Balcani dalle nostre basi; ha governato in un modo tale, dopo avere silurato Prodi, da riportare Berlusconi al Governo in trionfo nel 2001 perché gli elettori non ne potevano più di lui e dei suoi metodi.

e il bello è che D’Alema tutto quello che è se lo porta scritto chiaramente sulla faccia e nel comportamento, per cui suscita una antipatia quasi universale (credo che riesca a battere persino me, se non altro perchè lui è famoso e io no) e un vero e proprio rigetto; Berlusconi, che non è un cretino, costruì la sua rimonta contro la sinistra dopo il 1996 esibendo in televisione, sera sì, sera no, Bertinotti e lui, due delle persone più antipatiche ed inconsistenti sulla faccia della terra politica italiana: mica era fesso, sapeva (anche con i sondaggi) che ad ogni apparizione erano migliaia di voti che passavano alla Lega, nel nord, o direttamente a lui.

D’Alema, pagato direttamente da Berlusconi nella sua veste poco plausibile di autore di Mondadori per libri che credo leggano molto pochi, e che giustamente dichiarò a suo tempo che Mediaset era una risorsa per il paese (intendendo con questa espressione, come sempre, se stesso) è stato di recente collocato in un posto delicatissimo: è il presidente del Copasir, il comitato parlamentare che controlla i servizi segreti, o meglio la gestione che il governo fa dei servizi, su cui ce ne sarebbero di cose da dire (a cominciare dal caso Abu Omar, ma continuando per Marrazzo e via dicendo…), da dove potrebbe gestire con onestà intelligenza e senso morale l’opposizione alla corruzione berlusconiana: ma come può farlo se condivide questi metodi?

come può un bugiardo fare la lotta ad un altro bugiardo?

* * *

Dico che il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene, e di vili contro i generosi.

Quando due o più birbanti si trovano insieme la prima volta, facilmente e come per segni si conoscono tra loro per quello che sono; e subito si accordano; o se i loro interessi non patiscono questo, certamente provano inclinazione l’uno per l’altro, e si hanno gran rispetto.

Se un birbante ha contrattazioni e negozi con altri birbanti, spessissimo accade che si porta con lealtà e che non gl’inganna, se con genti onorate, è impossibile che non manchi loro di fede, e dovunque gli torna comodo, non cerchi di rovinarle; ancorché sieno persone animose, e capaci di vendicarsi, perché ha speranza, come quasi sempre gli riesce, di vincere colle sue frodi la loro bravura.

Io ho veduto più volte uomini paurosissimi, trovandosi fra un birbante più pauroso di loro, e una persona da bene piena di coraggio, abbracciare per paura le parti del birbante: anzi questa cosa accade sempre che le genti ordinarie si trovano in occasioni simili: perché le vie dell’uomo coraggioso e da bene sono conosciute e semplici, quelle del ribaldo sono occulte e infinitamente varie.

Ora, come ognuno sa, le cose ignote fanno più paura che le conosciute; e facilmente uno si guarda dalle vendette del generosi, dalle quali la stessa viltà e la paura ti salvano; ma nessuna paura e nessuna viltà è bastante a scamparti dalle persecuzioni segrete, dalle insidie, né dai colpi anche palesi che ti vengono dai nemici vili.

Generalmente nella vita quotidiana il vero coraggio è temuto pochissimo; anche perché, essendo scompagnato da ogni impostura, è privo di quell’apparato che rende le cose spaventevoli; e spesso non gli è creduto; e i birbanti sono temuti anche come coraggiosi perché, per virtù d’impostura, molte volte sono tenuti tali.

chi ha descritto così bene l’Italia di oggi, che era la stessa dell’Italia di ieri?

Giacomo Leopardi, questo è il primo dei suoi Pensieri.

leggetevi Leopardi, io lo feci per la prima volta nell’estate del 1963, e mi fecero paura!

15 risposte a “Leopardi, Assange, l’ambasciatore e D’Alema. 26 dicembre 2010 – wp 479 [err. 459] – 1085

  1. Potrei ripetere il commento nel post sul diritto alla dimenticanza? Sì? Grazie: Sono fermamente convinta che la società dovrebbe fidarsi degli artisti, naturalmente con lo sforzo di comprendere chi sono quelli veri ecc ecc.

    Probabilmente, poichè di Leopardi mi fido, questo diluvio Wikileaks, questo ossessivo tubo che sgocciola giudizi o documenti decontestualizzati, mi ha irritato fin dall’inizio. Che al mondo esistano giornalisti che sanno fare il loro mestiere è ovvio, che bisogno c’era di un attore fallito se non per usarlo come megafono che, a furia di ripeterci quello che già avevamo capito e che chi non vuole non capirà mai, crea soltanto un generale disgusto di tutto e di tutti?
    Se ci fosse un briciolo di autenticità nel suo lavoro, che pericoloso non è altrimenti Assange avrebbe fatto una brutta fine un momento prima di diventare famoso, avremmo avuto, per esempio, da un documento con i crismi di ufficialità del governo israeliano la conferma dell’esistenza delle bombe nucleari, dove sono stoccate, su chi intendono usarle. Sottolineo: documenti ufficiali che confermino le certezze acquisite per altra via in questi anni. O magari no: il crisma di ufficialità sul fatto che non è vero niente e perchè lasciano circolare nel mondo questa convinzione.

    Vado a leggermi il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, impiegando il tempo meglio che con l’ultimo leak del patetico biondino.

      • no, nessuna anticipazione di risposta da parte tua, ma un utile catalogo di truffe on line.

        al tuo catalogo aggiungo questo commento, arrivatomi l’altroieri:

        Janessa Mcquain auto.traffic-avalanche.org Hilderbrand63@inbox.com 173.234.49.137 Inviato il 24/12/2010 alle 08:42

        Hello I knew i had seen this site before…
        This guy made a exact copy of your site.
        Or maybe this is also your site?
        http://www.auto.traffic-avalanche.org

        l’idea di una commentatrice che si accorge (per quanto inglese) che un tuo blog è stato copiato da un altro blogger e ti invita a darci un’occhiata per controllare, potrebbe essere quasi geniale, se non fosse che lei che scrive ha proprio lo stesso indirizzo di quel blog che ti invita a visitare.

        cliccando sul link certamente ci si fa installare addosso qualche file spione, questa volta sì…

        (come sempre in questi casi, ho neutralizzato il link con apposite misure, metti mai che uno sventato ci clicca sopra e finisce lui nel campo minato…)

    • ho perplessità su Assange, ma non condivido la durezza del tuo discorso accusatorio, forse più appropriato al modo in cui i media stanno usando la sua battaglia che alla sua battaglia in se stessa – pur se comunque si fonda su pesanti violazioni di legge.

      e tuttavia, come Assange, anche io penso che TUTTO ciò che è politico in democrazia dovrebbe essere anche pubblico, perché nessuna democrazia può fondarsi sulla limitazione della informazione se non in quanto esplicitamente accetta di definirsi come democrazia limitata o sotto controllo.

      chi controlla l’informazione controlla anche il potere, dato che il potere è prima di tutto informazione nel senso più proprio del termine.

      posso dirtelo senza farti arrabbiare? trovo di cattivo gusto il rimprovero ad Assange di non essersi fatto ammazzare per dare al mondo la prova di essere un vero martire.

      non amo i martiri e per me i pensatori più grandi sono quelli che non hanno ammazzato e non si sono fatti ammazzare.

      dal che qualcuno potrebbe dedurre che considero Galileo più grande di Giordano Bruno e Lao Tzu, Buddha o Francesco d’Assisi più grandi di Jeshu – ed è proprio così; quanto a lui, lo lascio in sospeso perché dubito più della prima condizione (non avere ammazzato) che della seconda (essersi fatto ammazzare, dato che sono convinto che Jeshu sopravvisse alla croce, da cui fu salvato con un intrigo dell’ala dei farisei che lo appoggiava, ma morì 40 giorni dopo – l’Ascensione al cielo – per le ferite riportate; del resto in Galilea un erudito ebreo vide la sua tomba verso il 1500, se non ricordo male la data).

      e per lo stesso motivo escludo con decisione Mohammed, ovviamente.

      ho divagato parecchio e toccato con un po’ di pesantezza qualche tema che certamente non condividi: forse per il gusto di ben argomentate risposte?

      o forse nel prossimo commento mi avrai già anticipato? passo a quello…

  2. ((((((((Fumetto: “trovo di cattivo gusto il rimprovero ad Assange di non essersi fatto ammazzare per dare al mondo la prova di essere un vero martire.” A chi parla Bortocal? Chi ha rimproverato chi? Chi vuole la prova che Ass.. ange è un martire? Perchè brutta fine è solo morire? Non ci sono il discredito totale, le situazioni false spacciate per vere….non esistono i Gerhard Hamer o i Mordekai Vanunu vivi e distrutti per aver REALMENTE disturbato i manovratori? No, non credo che si rivolgesse a me, perciò continuo a scrivere – fino a che non mi blocca – quello che penso del biondino dalla pittoresca biografia. )))))))))

    Ogni tanto si diffonde una peste dell’immaginazione e solo a cose fatte si contano i disastri.
    Ora ci tocca questo Robin Hood uccel di bosco, unico bagaglio un computer ( ma il suo IP non è mai localizzabile?! ), braccato dai potenti e esaltato dai media. Forse nemmeno lui sa dove mira il suo “smashing” ma tutti lo constateremo e sconteremo fra qualche mese?

    Sono certa che hai preso visione del suo blog, (ti prego non mettere il link…) dove programma lo smashing – il distruggere – chi/cosa mente –
    Questo cuore puro che odia la menzogna dichiara di realizzare il suo programma rubando le info….
    Mah, forse gli faccio più onore io che lo suppongo solo un ambizioso facile da manovrare.
    😆
    ps. che ne pensi del fatto che non ha mai stilettato il governo di Israele e tanto l’Iran?

    • bortocal stava rispondendo a un tuo commento, dove hai scritto: che il “lavoro” di Assange “pericoloso non è, altrimenti Assange avrebbe fatto una brutta fine un momento prima di diventare famoso”.

      trovo questo teorema instabile: la storia è piena di personaggi scomodi che sono diventati famosi e sono riusciti a passare alla storia anche prima di morire (come Giovanni Battista, per dire a caso un altro che rivelò alcuni segreti del potere di allora) o anche senza necessariamente morire da martiri, come Galilei che si fece scappare di bocca qualche segreto astronomico su cui la Chiesa del tempo voleva che si mantenesse il segreto.

      trovo questa visione della storia, se dovessimo pensarla come una teoria coerente, e non come un gesto di malumore verso una figura che non ti piace, abbastanza cupa; una storia compatta e impenetrabile, senza smagliature o casualità, che ammette solo il successo di chi si è integrato o venduto.

      chiaramente non è così, e rimproverare a qualcuno un successo necessariamente fasullo perché non contrassegnato dalle stigmate del martirio mi pare una cosa… oddio, lascia che mi morda la lingua per non risultare molesto.

      ora dire che con “fare una brutta fine” si intendeva qualcosa di diverso da quel che il povero bortocal ha capito in buona fede e non necessariamente il morire, potrebbe assomigliare ad un rovesciamento di frittata, che non mi permetto di criticare perché apprezzo notoriamente quest’arte così sfaccettata, ma mi pare un cattivo esempio di acrobazia gastronomica.

      brutta fine sarebbe “il discredito totale” (difficile però che potesse venire prima che le notizie fossero diffuse), “le situazioni false spacciate per vere” (idem), oppure gli esempi dei “Gerhard Hamer o i Mordekai Vanunu”, vivi e distrutti “per avere REALMENTE disturbato i manovratori”.

      bene, siccome da te ho sempre occasione di imparare e questi due tizi non li conosco, vado ad informarmi e torno fra un momento…

      il primo non ha grande spazio in internet, ma per fortuna so il tedesco, e quindi sono in grado di tradurre che il dottor Ryke Gerhard Hamer è il fondatore della “Nuova Medicina Germanica”, processato con l’accusa di avere interrotto la chemioterapia ad una sua paziente e di averne causato la morte; il sito di questa sua associazione non è più consultabile in internet; quindi sospendo ogni giudizio; il che però in altre parole significa che per il momento non lo accetto come esempio di un corretto operare che abbia portato alla distruzione morale.

      Mordekai Vanunu, invece, appena lo ritrovo su wikipedia lo riconosco subito, è quel “tecnico nucleare israeliano che nel 1986 rivelò al Sunday Times, l’esistenza di un piano segreto di armamento nucleare da parte dello stato di Israele, che all’epoca avrebbe posseduto 200 testate nucleari”.

      venne sequestrato A ROMA da agenti segreti israeliani, portato in Israele e condannato a 18 anni di carcere, e lì è costretto a vivere tuttora (dopo una nuova condanna a sei mesi con un pretesto) con gravissime limitazioni della sua libertà personale.

      è considerato da Amnesty International come un prigioniero e un perseguitato politico.

      anche quel che Vanunu rivelò, e cioè che Israele, che rimprovera all’Iran di cercare di costruirsi l’arma atomica, ha un proprio arsenale nucleare, è un segreto di Pulcinella, come molti di quelli rivelati da Assange; anche lui scelse un martirio scontato, ed è degno del massimo rispetto.

      ma in che senso è contrapponibile ad Assange, visto che ha fatto, su un punto limitato, esattamente quel che Assange ha fatto più in grande, e cioè rivelato segreti di stato che non era autorizzato a rivelare?

      e a che pro? forse che all’opinione pubblica occidentale media importa qualcosa tuttora di questa palese ingiustizia e dell’arroganza di Israele che intende mantenere il monopolio nucleare in Medio Oriente perché questo è l’unico sistema che ha per mantenere la propria antistorica sopravvivenza in quella regione?

      ma Assange proprio su questa specifica questione non ha fatto trapelare nulla, tu dici; quindi se ne deve dedurre che è persona inaffidabile e uno specchietto per le allodole? – non vorrei intepretare male ed essere accusato di nuovo di manomettere il tuo pensiero…

      intanto i documenti di Assange escono gradualmente, poi sono i media in fondo che decidono a che cosa dare rilievo e che cosa no, in terzo luogo potrebbe perfino essere che la sua fonte non sia riuscita ad accedere a questo tipo di documentazione: non abbiamo nessuna prova per affermare che Assange sta deliberatamente manipolando le informazioni in suo possesso.

      che rimane delle tue considerazioni? una pittoresca antipatia, per mimare la tua espressione; e su questa non si discute.

      piccola nota molto sgradevole: “fino a che non mi blocca”, e il bloccatore dovrei essere io…

      ma pensa, la propaganda nemica ha centrato il bersaglio e io sono diventato uno che blocca i commenti sgraditi.

      complimenti!

      in ogni caso le regole più volte esposte in questo blog (e nei precedenti) sono le seguenti:

      non sono ammessi commenti direttamente offensivi verso terzi o verso l’autore, che si riserva il diritto di lasciargli spazio se rivolti a lui stesso solo se li trova divertenti o controproducenti per chi li ha mandati.

      non sono ammessi commenti che contengano apologie di reati o istigazioni alla violenza, in particolare razzista.

      insomma sono fra coloro che ritengono che un blog sia nel suo piccolo una pubblicazione e che chi ci scrive abbia tutte le stesse responsabilità di chi pubblica qualcosa a mezzo stampa.

      so benissimo che è una idea definita largamente “di destra”, ma non me me può fregar di meno: è la regola a cui mi attengo nei sei anni che ho dedicato ai miei blog.

      vedi tu se ritieni di riuscire a starci dentro, io direi di sì, ma non si sa mai.

      🙂

      quanto al fatto che per fare quel che fa Assange rubi informazioni, esattamente come Vanunu, ti rimando all’ultima integrazione del mio post di ieri: https://bortocal.wordpress.com/2010/12/29/437-trotskij-ed-assange-il-paradosso-della-democrazia/

      • Ci ho fatto il callo: il tuo estremismo nel dialogare, che senza volerlo diventa offensivo, non mi scuote più, mi stupisce solamente.

        Rapimento di Vanunu: tramite una bionda spia — non scelse quindi nessun martirio – così convincente che l’ingenuo ancora si preoccupava per lei durante la propria detenzione! Correva l’anno 1986, Pulcinella ancora non c’entrava. Non mescolare i tempi!

        Fare un esempio non è contrapporre, ma se ci concentriamo sul metodo sì: Vanunu rivela roba sua, cose che sa, non chiacchiere di diplomatici rubate. Hamer, l’antindustria del farmaco, ha tratto le sue cognizioni dalla propria professione e dalla sua malattia.

        Che A. su Israele non riveli …lo rilevo. Mi piaceva sapere la tua opinione nel merito, ma più che altro hai tuonato.
        Che sia in combutta con quel paese, e pure con i Rotshchild dell’impero dei giornali e delle banche, lo si trova nei lanci in rete ed io presto a queste notizie la stessa attenzione che ai suoi leaks: molto poca-
        Però, però, però è inedita la faccenda degli attacchi degli hacker suoi tifosi ai siti di Mastercard e Paypal. Perché non a quelli dei governi, così vulnerabili da A. stesso?

        Già screditati i governi, ora si passa a creare il panico per il portafoglio? Sappiamo bene, o dovremmo immaginare, cosa significherebbe screditare una grossa banca, magari nazionale… Conviene seguirla questa traccia, senza abbatterla e senza sposarla. Riflettendo.

        Una cosa che non finisce di stupirmi è la diffusa tendenza tifosa secondo la quale si è pro o contro.
        Anche se fosse un genio e un santo, invece che un vanerello ambizioso e manovrabile come lo credo io, perché dare per certo che dalla sua azione nasceranno “semi”, come dice lui, e non vermi o cavallette?
        Da dove viene questa “fede” in Gianburrasca mi chiedo.
        Ma si vada piano a farsi le opinioni, se le si vogliono granitiche. Una notizia e paff l’opinione, eh che sarà mai aspettare un pò, documentarsi, dubitare. Ma che lo dico a fare a te che SEI L’ALFIERE DEL DUBBIO?

        ps. perchè ti sei infuocato così sulla faccenda del bloccare i miei commenti nel blog? Che era uno scherzo lo sai bene…

    • qual è lo scopo di queste discussioni?

      trionfare dialetticamente l’uno sull’altra o viceversa (come avrebbe preferito Lilith)?

      non direi proprio: meschino chi ha bisogno di un blog per cavarsi di queste soddisfazioni.

      lo scopo è di costringersi, tra persone capaci, ad andare a fondo al proprio modo di vedere, ad approfondire un problema indicandone mille nuove angolature, alla fine a capire di più.

      per raggiungere questo scopo io non bado a prezzi; non intendo essere offensivo verso la persona, e non saprei esattamente dove rischio di esserlo, se si ha ben chiaro che la singola idea non è la persona, che è un complesso di idee; però non intendo neppure sottoporni al rito sociale dei salamelecchi reciproci, nefasto per la conoscenza.

      un secondo punto che mi si sta facendo chiaro mentre procedo: in questa discussione noi solo apparentemnte parliamo della stessa cosa: tu parli di Assange, mettendo l’accento sulla sua persona; io parlo della situazione creata da Assange (non voglio dire con questo di essere un situazionista… ;), ma parto dal presupposto che Assange come persona mi sfugge, non lo conosco e probabilmente mi sfuggirebbe anche se lo conoscessi, nelle valutazioni delle persone che non conosciamo siamo schiavi delle suggestioni dei media; la situazione è più facile conoscerla per quello che è, e io limito le mie considerazioni a questo.

      non dirmi hegeliano, è anzi una posizione nettamente antihegeliana, perché ispirata all’idea montaliana dell’assoluta casualità della storia, ma la storia si serve spesso anche di pazzi o imbecilli per realizzare grandi scopi.

      Vanunu NON scelse il martirio esattamente come NON lo ha scelto Assange, ma entrambi hanno fatto una scelta che comportava un gravissimo rischio di martirio (a quel che mi dici tu oggi, Vanunu addirittura con meno consapevolezza); ma il fatto che Assange sfugga per il momento alla cattura di per sè non significa nulla, se non che è stato astuto nel comprendere che consegnarsi era il modo migliore di difendere intanto la propria vita, poi si vedrà.

      ed è anche chiaro che l’opinione pubblica conta qualcosa, che quel che scriviamo noi due conta come il battito d’ali della farfalla di Borges nella foresta amazzonica (quindi potenzialmente moltissimo) e che quanta più gente si schiera per lui, tanto più difficile diventa liquidarlo fisicamente.

      da ultimo conterà pur qualcosa che alla Casa Bianca ci sia un autentico democratico come Obama e non un qualunque altro presidente fascistoide!

      delle atomiche di Israele si sa (o io almeno sapevo) fin dalla guerra dei sei giorni del 1967 almeno (chi vuole saperlo, ovviamente); il gesto di Vanunu è stato grande lo stesso, anche se commesso per ingenuità più che altro, come tu dici, e pur se consiste in una violazione di legge IDENTICA a quella di Assange, rivelazione di segreti di stato; il modo in cui ne sono entrati in possesso è aspetto decisamente minore; Assange del resto li ha semplicemente ricevuti da un “delatore” simile a Vanunu e che sta, lui sì dimenticato, già in galera; e Assange fa di professione il giornalista sia pure in rete, per lui divulgarli era un dovere professionale, prima di tutto, sarà molto difficile incastrarlo su questo piano, a mio modesto parere.

      il resto sono interessanti riflessioni fondate su labili indizi, aspettiamo che il tempo riveli chi è davvero Assange (se l’argomento è interessante), ma intanto chiediamoci che cosa significa che i segreti delle diplomazie vengano svelati a quei popoli in nomi dei quali sono costruite queste trame.

      questo è l’argomento che io sto cercando di porre col mio blog, e non serve a molto osservare che Assange è un vanerello; e allora? anche se fosse? anche se fosse vera questa tua granitica e intuitiva certezza che io non ho gli elementi per condividere, cambia forse qualcosa del problema se i popoli in democrazia debbano conoscere i dispacci dei diplomatici (come diceva Trotzkij e anche Wilson)?

      nessuna “fede” in lui, non mi scompongo, ma la convinzione che il problema di Trotzkij e di Wilson lui lo ha riproposto, e non è fatto da niente, lo avesse pur fatto in stato di ebbrezza o di incontrollata eccitazione sessuale.

      (aggiungi che vederlo incriminato per violenza sessuale per le contingenze che sappiamo è un tale sopruso…)

      su perchè mi sono così infuocato così sulla faccenda del bloccare i commenti nel blog ti rispondo privatamente.

      lietissimo naturalmente di sapere che era uno scherzo senza la faccina 😉 …

      • Come ti passa per la mente che io possa definirti hegeliano? A mala pena ricordo che questo filosofo ha una sfilza di nomi e che è di Stoccarda ! 🙂
        Invece hai fatto un canestro magistrale (come si fa a mettere un emoticon di applausi?) quando hai rilevato che io parlo dell’uomo tu della situazione.
        Fermo lì! Ti freno subito: io non so tutto dell’uomo e vado a collegamenti, ma anche tu non puoi sapere cosa c’è davvero sotto la situazione, tu pure vai a collegamenti. Non c’è un modo giusto e uno sbagliato, sono due modi di orientarsi. L’importante è non cadere nella simpatia o nell’antipatia, cosa che è possibile con entrambi i metodi. Osservazione di metodo, non accusa o confessione di reato.

        Vanunu non scelse il martirio esattamente come non lo sceglie (ma che ne so cosa gli passa nella testa…) A. Però a Vanunu è arrivato, non è questa la conferma che era disturbante davvero? Mica tutti sapevano come te già nel 67 di quella storia, era il secolo scorso, mica l’era di internet

        In una cosa dissento: credo che più cresce la fama di A. più rischia, specialmente se conscio di essere in combutta con qualche potentato. Si è mai visto che uno possa spassarsela per tutta la vita possedendo un simile segreto? O mamma… comincio a preoccuparmi per quel ragazzaccio disturbato.

        Esausta per l’assangismo (si può dire…?) mi astengo dal commentare la patente di sincero democratico riferita ad Obama. Devo rimettermi in forze, poi leggere il tuo recente post sulle pensioni, prender visione delle mail circolari che ricevo da Michel Moore, mettermi in pari con le news di Aljazeera e poi alla prima occasione toccherà pure a Misteeer Obaaaaama, come lo apostrofava il cabarettista in presenza della regina. 😆

    • sai, per l’hegeliano: appunto, anche Hegel era di Stuttgart…, per questo temevo che potessi confonderti 🙂

      del tutto d’accordo con te che neppure sulla situazione si possono raggiungere granitiche certezze, e non mi pare di averne ancora espresse (a differenza di molti altri casi!), però tu ammetterai che è meno difficile chiarire una situazione che un intero essere umano!

      considerami pure un feticista della situazione, cioè colui che ti vede come chi, potendo avere a disposizione la situazione di Assange soltanto, si accontenta di avere a disposizione un Assange intero!

      posso sbagliare, ma credo che la storia di Assange verrà fatta cadere gradualmente nell’ombra, perché a nessuno serve davvero dare rilievo al problema che il suo gesto ha aperto: la segretezza della diplomazia, incompatibile con la democrazia.

      del resto gli ambasciatori una volta rispondevano al re, mica al popolo; ma come possono rispondere al popolo, se il popolo non sa quello che fanno?

      su Obama ho sbagliato? considerate le tue letture, non dovrebbe essere difficile darmi addosso.

      ma questo è oramai un altro discorso.

      quanto a Moore, mamma mia!

      • Ancora un pò e grondiamo compassione per A. ormai ridotto a pallida ombra dimenticata dai suoi fan? Macchè, ancora per un pò potremo internettianamente accapigliarci.
        Per Obama non è che sono in disaccordo, ma sto più lieve e, manco a dirlo, parto dall’uomo. Ma non stasera. Abbiamo già dato! Pensa che su A. abbiamo dato voce a migliaia di persone che la pensano più come te e altre più come me. Se tieni conto di come ti coccola Google e di q uanto è famoso il biondino questo ns dialogo resterà nella memoria della rete per chissà quanto. E abbiamo pure fatto conoscere a chi li ignorava Hamer e Vanunu.
        🙂 🙂 🙂

        • vedi i vantaggi dell’accapigliarsi in pubblico? (ma,nonostante tutto, con un certo stile).

          anche io sto lieve su Obama, nonostante gli entusiasmi iniziali, ma non potrai mai negarmi che sia un democratico – vorresti dire che è repubblicano, forse? sarebbe una gran notizia 🙂

          nessuna compassione per Assange, che certamente non vuole, e non sono un suo fan, non sono neppure però un suo nnemico preconcetto; non gli dono neppure ammirazione, di cui può fare a meno (della mia, intendo).

          rivendico tuttavia l’importanza del suo gesto nella storia della rete e anche della democrazia, per i motivi che non ripeto.

          chiudiamo qui? è un peccato, perché questa discussione secondo me (e non è la sola con te) è molto interessante.

          • ah… Obama democratico nel senso di “partito democratico” … avevo interpretato democratico tout court. E su questo ho le perplessità che suggeriscono le conseguenze della sua riforma sanitaria, come raccontate dai contribuenti americani, diversamente dagli osannanti articoli dei ns media. Avremo modo, vedrai.
            Su Assange mi sembra di non aver tirato i remi in barca, ne avremo, ho scritto, motivi di accapigliarci ancora e sarà secondo ciò che verrà fuori via via.
            🙂

    • no, no, devo essere sincero: “democratico” è soltanto u doppio senso di cui mi sono reso conto a posteriori, e ne ho approfittato.

      in ogni caso ritengo che Obama da questo punto di vista sia meglio di Johnson, di Clinton e perfino dei Kennedy, per i quali l’omicidio di qualche persona scomoda non era affatto un tabù (Robert fu il mandante della morte di Marilyn).

      simile in questo piuttosto a Carter, grande presidente disprezzato.

      spero di non sbagliarmi, vedendo in questo comunque un segno di una precaria evoluzione positiva dei tempi.

      resto curioso di aprire un’altra discussione sulla sua riforma sanitaria, che certamente avrà moltissimi punti deboli (essendo nata da un compromesso forzoso coi repubblicani), anche se questo non ha niente a che fare col tema dell’uso dell’omicidio come strumento di lotta politica da parte di Obama.

  3. Pingback: 407. alla guerra di Assange per rifiuto della guerra. « Cor-pus·

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