mcc, Aggiornamento da un libico sulla Libia – 158

domenica 13 marzo 2011 21:26

mcc:

Libia? cos’è? Finita l’enfasi nel dare Gheddafi e in fuga sul cielo di Atene, passa in secondo piano il fatto concreto: oggi le sue truppe hanno ripreso Brega e sono quindi in dirittura di Bengasi.

Sul posto, Lorenzo Cremonesi del Corriere della sera ipotizza però che non si spingeranno oltre, preferendo prendere tempo; ovvero lasciare che gli insorti si scoraggino, si contrastino, si sentano abbandonati da quell’occidente che li aveva osannati.

Il Ministro degli esteri francese Juppè: La Francia “accelerera’ nelle prossime ore” gli sforzi multilaterali per dare il via a una no-fly zone sulla Libia.

Lo ha affermato in un comunicato alla vigilia della riunione del G8 dei ministri degli Esteri che si riunira’ domani e dopodomani a Parigi.

Ma a che serve se, avendo ripreso i controlli dei pozzi , ora Gheddafi non ha più bisogno di bombardare?

Quale paese darà aerei e basi?

L’Italia che è una dependance delle forze Usa o la Francia?

E prima che dalla votazione si passi all’esecuzione ha pure tempo di riprendersi Misurata.

La sua resistenza, l’aver fatto esattamente ciò che aveva promesso, le divisioni dell’occidente, il terremoto in Giappone e le terribili incognite delle centrali, stanno giocando contro gli insorti con una rapidità tale da sembrara una cosmica beffa.

bortocal:

fai bene a richiamare l’attenzione su quella che oramai si configura come una disfatta dell’occidente.

noi che abbiamo riso del modo in cui venivano date le notizie (o meglio veniva fatta la propaganda) possiamo lucidamente calcolare che cosa succederá adesso che Gheddafi ha praticamente vinto.

mi segno qualche punto:

1. in guerra la tempestività è l’80% delle vittorie; l’Occidente ha dinostrato di essere debole, diviso, incerto e in sostanza impossibilitato, nella crisi economica che lo attanaglia, ad affrontare una guerra.

qui Obama l’irresoluto ha dato il peggio di sè, e questa è probabilmente la tomba della sua presidenza come l’Iran lo fu per Carter; attendiamo una destra aggressiva, ma altrettanto impotente, alla guida dell’America alle prossime elezioni.

2. sono completamente d’accordo con te: una no fly zone a guerra praticamente persa è semplicemente ridicola, e non capisco a più a che cosa potrebbe servire, se non arriva in tempo a salvare almeno Bengasi, che però a questo punto non credo che si possa difendere solo dall’aria.

colgo l’occasione anche per una autocritica per la mia ingenua ipotesi di una no fly zone immediata e limitata alla Cirenaica in chiave almeno difensiva per salvare i ribelli e spartire il paese.

non avevo considerato che comunque Gheddafi ha anche un ricco arsenale di armi pesanti di terra, e la no fly zone non sarebbe neppure servita, da sola, se non trasformandosi in guerra aperta.

3. niente esclude a questo punto un contrattacco di Gheddafi all’Europa, il che significa Italia, ringalluzzito dal successo.

certamente l’attacco verrà dal punto di vista economico, e l’Italia si troverà priva del 25% dei suoi rifornimenti di petrolio, che sono già stati promessi alla Cina, come prevedevo, per ritorsione, ma se denuncerà l’accordo con la Libia, smettendo di pagare i 5 miliardi di euro promessi da Berlusconi col suo trattato di amicizia con Gheddafi, o continuerà nel “congelamento” (leggi pure appropriazione indebita) degli investimenti libici in Italia, sarà esposta anche a ritorsioni militari.

comincerei ad evacuare i civili da Lampedusa e Pantelleria, già sottoposte ad attacchi libici per molto meno in passato.

il tempo dirà se vaneggio oppure se dico quel che effettivamente la storia lo confermerà.

4. la sconfitta cambia il destino stesso della rivoluzione araba, che probabilmente, per come la abbiamo vissuta sinora, finisce qui; e avvia anche in Tunisia e in Egitto una svolta che potrebbe effettivamente vedere un predominio integralista, o quanto meno un tentativo rafforzato di stabilirlo; comunque l’ago della bilancia potrebbe facilmente spostarsi verso le forze antioccidentali.

elemento decisivo è stato l’atteggiamento della città di Tripoli: chi l’ha vista non faceva fatica ad immaginare che la popolazione si sarebbe mossa poco: l’opinione pubblica oscilla lì fra rassegnazione e una specie di ammirazione ed orgoglio per il capo, e una vera opposizione sociale non mi è parsa presente e neppure possibile.

strano che ci abbiano creduto i diplomatici stranieri che vivono stabilmente sul posto, ma mi domando con quali contatti con la popolazione.

5. ovviamente un ragionamento spregiudicato su queste dimensioni della propria disfatta è antipatriottico e antinazionale, e ben venga il Giappone a distrarre gli ottusi.

d’altra parte anche il Giappone conferma la tragica insuperabile fragilità della civiltà globalizzata post-moderna: da un punto di vista più generale col 2001 è iniziata la disfatta della civiltà industriale, peccato che pochissimi lo abbiano sinora capito.

PS. l’ipotesi di Cremonesi mi sembra dello stesso genere di quelle sentite continuamente in questi giorni, pure proezioni del desiderio; vero che anche Ammibale si fermò alle porte di Roma, ma perché Gheddafi dovrebbe aspettare per attaccare Bengasi che l’occidente finisca di organizzarsi?

a meno che la sua posizione sul campo sia di superiorità talmente schiacciante da permettergli di aspettare una resa spontanea e senza inutili distruzioni.

in ogni caso, riconquistati i campi petroliferi, Bengasi è una pura appendice, e neppure essenziale, salvo che per togliere all’Occidente una possibile base di resistenza.

* * *

spudoratamente inserisco a questo punto un link al mio video libico di oggi che non c’entra niente con questo post, ma ha bisogno di pubblicità lo stesso.

* * *

Sono impazientissima di vedere il video, ma da diligente reporter porto prima notizie di primissima mano.

Poco fa un amico libico che non sentivo da tempo mi ha trovato in Skype.

Ecco le mie domande con sintesi delle sue risposte.

Ora si trova in Inghilterra; lo chiamo Kamal perchè col primo nome di confonderebbe con il ns caro N. algerino…

D- E’ un movimento autonomista della Cirenaica e ti aspettavi quello che è accaduto?

K- No, i primi moti sono nati a 80 km. a sud di Gharian, e a… (vari luoghi della costa).

Siamo un paese in guerra contro una ”famiglia”, che ci ha tolto perfino la cittadinanza, perchè ogni cosa di valore è sua.

Lo desideravo, tutti desideravamo liberarci di Gheddafi, ma lo stesso sono rimasto stupito quando dall’inizio di febbraio ho cominciato a ricevere strani sms che parlavano del 17 come di un giorno di rivoluzione…

D- Quali sono le componenti del Consiglio Transitorio?

K- Le figure più importanti sono il Ministro degli Esteri e quello dell’Interno che hanno lasciato Gheddafi per passare con i mujaiddin, così si chiamano e la parola significa combattenti per la libertà, l’orgoglio, la patria.

Non ci sono componenti islamiste, e i due sono personalità quanto mai lontane da ciò.

D- Che tipo di governo volete, vuoi tu (borghese, tripolino di antica famiglia, contatti con l’estero, dei figli e dei nipoti) e una Libia unita o divisa?

K – Vogliamo dei partiti, ma non 32 di colpo come in Tunisia, delle elezioni e un presidente.

Una Libia unita, la vogliono (.. ora) anche quelli di Bengasi.

D- Cosa sai della situazione laggiù, quali sono i rapporti di forze?

K- A Tripoli non ci si può muovere di casa, ma non manca niente, se hai soldi non manca niente.

Per i combattimenti, l’esercito dei mujaddin si sta comportando strategicamente molto bene; sono stati attaccati anche da terra con navi militari oltre che dal cielo, e le truppe di Gheddafi gli sono alle spalle, ma loro possono disporsi a tenaglia e chiuderli; sta andando bene.

D- Cosa ne pensi della no fly zone?

K- La voglio, ma a queste condizioni: solo in volo, nessun intervento a terra, nessuno deve mettere piede sul nostro suolo.

Gheddafi vi minaccia di mandarvi ondate di immigrati, e ha fatto partire nei giorni scorsi 200 persone, ma se c’è da fare contenimento lo potrà fare anche il nuovo governo, non è lui che vi protegge.

D- I mercenari sono davvero così importanti per Gheddafi, ed è vero che ci sono anche Tuareg?

K- Lo sono; nei primi giorni passavano la frontiera tunisina migliaia di persone, in questi giorni poche decine.

Li fanno tornare indietro e li arruolano, gente del Ciad, Mali, Sudan, Algerini.

Ed è molto importante la disinformazione: lui fa credere con le tramissioni televisive da casa sua che sta vincendo, che sta riprendendo Zawya, ma in realtà non è vero.

Quello che ha fatto è stato bombardare i pozzi petroliferi e ora gli impianti non funzionano più, ma tutta la zona costiera che dice di aver conquistato verso Sirt avrà si e no quattro case e un albergo.

D- Cosa vogliono gli insorti oltre alla no fly zone.

K- Vogliamo armi, abbiamo bisogno di armi.

Invece la Siria da Tarkus ha mandato una nave di armi a Gheddafi, e dei siriani combattono con le sue truppe.

Hai ben compreso che vi è dell’ingenuità in questo mio coetaneo e le sue info fanno il paio con quelle dei giornalisti.

Questi ultimi non comprendono, i libici stanno sfogando frustrazioni epocali….

Comunque sia è utile questo contatto ristabilito, se ci sono novità in controtendenza a quello che ci dicono i media me le farà sapere.

E se tu hai una domanda precisa, chiedi, anzi lui ha un ottimo italiano non avrebbe problemi a capire il post.

(contento della tua reporter, Boss? – senza la i ;) )

* * *

semplicemente eccezionale!

e lo sai benissimo.

corro subito ad inserirlo, e mi spiace solo che finisca in coda…

meglio se smentisce alcune mie tesi troppo pessimiste, forse ogni tanto cado vittima della propaganda anche io (è la famosa fatica di Sisifo della verità, meglio essere in due a contrastare le scivolate dell’altro/a).

sarebbe eccezionale se questo tuo corrispondente, dato che vive all’estero, potesse liberarmente mandarci i suoi commenti, importantissimi, anche se non credo tutti di prima mano.

ah, il video non avere fretta di guardarlo, è solo di routine.

ovviamente, sono anche molto felice di pensarla sulla no fly zone esattamente come il tuo amico.
* * *
il patrimonio personale accumulato dalla famiglia Gheddafi alle spalle della Libia è calcolato in 70 miliardi di dollari.

9 risposte a “mcc, Aggiornamento da un libico sulla Libia – 158

  1. e sono impazientissima di vedere il video, ma da diligente reporter porto prima notizie di primissima mano. Poco fa un amico libico che non sentivo da tempo mi ha trovato in Skype. Ecco le mie domande con sintesi delle sue risposte. Ora si trova in Inghilterra; lo chiamo Kamal perchè col primo nome di confonderebbe con il ns caro N. algerino…

    D- E’ un movimento autonomista della Cirenaica e ti aspettavi quello che è accaduto?
    K- No, i primi moti sono nati a 80 km. a sud di Gharian, e a… (vari luoghi della costa) . Siamo un paese in guerra contro un a”famiglia”, che ci ha tolto perfino la cittadinanza, perchè ogni cosa di valore è sua.
    Lo desideravo, tutti desideravamo liberarci di Gheddafi, ma lo stesso sono rimasto stupito quando dall’inizio di febbraio ho cominciato a ricevere strani sms che parlavano del 17 come di un giorno di rivoluzione…

    D- Quali sono le componenti del Consiglio Transitorio ?
    K- Le figure più importanti sono il Ministro degli Esteri e quello dell’Interno che hanno lasciato Gheddafi per passare con i mujaiddin, così si chiamano e la parola significa combattenti per la libertà, l’orgoglio, la patria. Non ci sono componenti islamiste, e i due sono personalità quanto mai lontane da ciò.

    D- Che tipo di governo volete, vuoi tu (borghese, tripolino di antica famiglia, contatti con l’estero, dei figli e dei nipoti) e una Libia unita o divisa?
    K – Vogliamo dei partiti, ma non 32 di colpo come in Tunisia, delle elezioni e un presidente. Una Libia unita, la vogliono (.. ora) anche quelli di Bengasi

    D- Cosa sai della situazione laggiù, quali sono i rapporti di forze?
    K- A Tripoli non ci si può muovere di casa, ma non manca niente, se hai soldi non manca niente. Per i combattimenti, l’esercito dei mujaddin si sta comportando strategicamente molto bene; sono stati attaccati anche da terra con navi militari oltre che dal cielo, e le truppe di Gheddafi gli sono alle spalle, ma loro possono disporsi a tenaglia e chiuderli; sta andando bene.

    D- Cosa ne pensi della no fly zone?
    K- La voglio, ma a queste condizioni: solo in volo, nessun intervento a terra, nessuno deve mettere piede sul nostro suolo. Gheddafi vi minaccia di mandarvi ondate di immigrati, e ha fatto partire nei giorni scorsi 200 persone, ma se c’è da fare contenimento lo potrà fare anche il nuovo governo, non è lui che vi protegge.

    D- I mercenari sono davvero così importanti per Gheddafi, ed è vero che ci sono anche Tuareg?
    K- Lo sono; nei primi giorni passavano la frontiera tunisina migliaia di persone, in questi giorni poche decine. Li fanno tornare indietro e li arruolano, gente del Ciad, Mali, Sudan, Algerini. Ed è molto importante la disinformazione: lui fa credere con le tramissioni televisive da casa sua che sta vincendo, che sta riprendendo Zawya, ma in realtà non è vero. Quello che ha fatto è stato bombardare i pozzi petroliferi e ora gli impianti non funzionano più, ma tutta la zona costiera che dice di aver conquistato verso Sirt avrà si e no quattro case e un albergo.

    D- Cosa vogliono gli insorti oltre alla no fly zone.
    K- Vogliamo armi, abbiamo bisogno di armi. Invece la Siria da Tarkus ha mandato una nave di armi Gheddafi, e dei siriani combattono con le sue truppe.

    Hai ben compreso che vi è dell’ingenuità in questo mio coetaneo e le sue info fanno il paio con quelle dei giornalisti. Questi ultimi non comprendono, i libici stanno sfogando frustrazioni epocali….

    Comunque sia è utile questo contatto ristabilito, se ci sono novità in controtendenza a quello che ci dicono i media me le farà sapere. E se tu hai una domanda precisa, chiedi, anzi lui ha un ottimo italiano non avrebbe problemi a capire il post.

    (contento della tua reporter, Boss? – senza la i 😉 )

    • semplicemente eccezionale!

      e lo sai benissimo.

      corro subito ad inserirlo, e mi spiace solo che finisca in coda…

      meglio se smentisce alcune mie tesi troppo pessimiste, forse ogni tanto cado vittima della propaganda anche io (è la famosa fatica di Sisifo della verità, meglio essere in due a contrastare le scivolate dell’altro/a).

      sarebbe eccezionale se questo tuo corrispondente, dato che vive all#estero, potesse liberarmente mandarci i suoi commenti, importantissimi, anche se non credo tutti di prima mano.

      • invece ora me lo guardo il video, eccome, prova impedirlo se ci riesci …
        finora sono stata impegnata a dire ad Adamo “Fai un passo indietro, dopo averne fatti tanti avanti, solo per finta, un mometo” ma è un ostinato.. 🙂

        Kamal potrebbe, sì… non sai cosa stai provocando. Non è N. lui, vedrai… Ma perchè no, siamo o non siamo di mentalità cosmopolita? 😉

        Ci provo.

  2. In attesa dei pronunciamenti del G8 in corso:
    *L’altra settimana, dalla Libia erano uscite oscure minacce a Sarkozy: sappiamo sui tuoi finanziamenti elettorali cose che potrebbero farti perdere la presidenza.
    *Oggi, mentre al G8 Francia e GB sono inclini alle maniere forti contro il governo libico, al contrario del resto dell’Europa, il capo del Consiglio Nazionale dell’opposizione libica, Mustafa Abdel Jalil, ha dichiarato al Financial TIme che, allorchè il Consiglio accederà al potere, non concederà più il petrolio libico ai paesi che non avranno sostenuto i ribelli.

    A parte che è sempre imprudente vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato, il ricatto esplicito non è fra le migliori armi diplomatiche ma si direbbe moneta corrente in questa situazione libica.

    Ciò che sta accadendo laggiù, a mio avviso, non ha niente a che spartire con il movimento in Tunisia, nemmeno con quelli dell’Egitto la cui autentica spontaneità lascia qualche perplessità. In Libia è in atto lo sfogo di una rabbia contenuta per anni di fronte allo sfruttamento perpetrato da Gheddafi a favore della sua famiglia, ma è dubbio che la ribellione sarebbe scattata se solo questa politica rapinatrice fosse stata meno sfacciata. L’euforia del “marzo a Tripoli” non aveva basi di organizzazione militare e guida politica, ha accolto i transfughi dell’entourage gheddafiano che vi hanno immesso la sua stessa burbanzosa sicurezza e inclinazione alle minacce ricattatorie.

    Ore 16, — le notizie della BBC danno un quadro in continuo cambiamento: domenica sera i ribelli cacciati da Brega vi sono rientrati.
    Il commentatore afferma che, se è facile per l’esercito rioccupare risulta difficile conservare e cita il comandante dei ribelli Gen Abdul Fattah Younis, ex ministro degli interni, il quale sottolinea la particolarità della guerra in zone desertiche, dove forze relativamente piccole devono controllare un vasto territorio. Sembra di capire che i ribelli ricorrono a una vera tattica, ed è ciò che sosteneva K. ieri sera considerandole una riedizione, se ho ben compreso, delle astuzie di Rommel.

    • scusami se trasformo al volo questo tuo commento in un nuovo post e ti rispondo, probabilmente in maniera inframmezzata, nel corpo stesso del nuovo articolo.

  3. Pingback: 161. la Libia chiama, il G8 risponde? « Cor-pus·

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