giovedì 17 marzo 2011 10:20
abitanti di Tokio in fila a un semaforo
la seconda buona notizia parziale relativa nella tragedia giapponese, meno parziale di quella sulla direzione del vento di ieri, è che da oggi a Fukushima ritorna la corrente elettrica e dunque qualche strumento in più nella lotta contro l’esplosione globale dei sei reattori nucleari del complesso.
aggiungete come buona notizia, se vi va, che decine di volontari si stanno offrendo a morte certa per entrare nella centrale a lavorare: moderni kamikaze per salavre il Giappone.
non è molto, e forse sono condizionato dalla brusca ed evidente svolta (chiaramente richiesta dall’alto) dello Spiegel, che è stata in questi giorni la mia puntuale e documentata principale fonte di informazione.
al contrario si sta convertendo all’allarmismo indistinto la stampa italiana, guascona ed approssimativa sia quando minimizza sia quando drammatizza: scappa da ridere a leggere un titolone sparato “radiazioni mortali” quando poi nel testo dell’articolo si legge “dentro il reattore nucleare”, che pensava il titolista, che fosse un posto da farci i picnic?
ma se leggo il conservatore Die Welt, ogni ottimismo (che io provo per non farmi dare dell’allarmista gratuito, come mi è capitato) viene meno: l’erogazione di corrente è incerto quando riprenderà e che cosa possa fare; intanto è già stato chiarito da un paio di giorni in Germania che il pericolo viene non soltanto dai 4 reattori nucleari in funzione al momento di terremoto e tsunami (2 erano spenti per manutenzione), ma anche dai depositi di scorie nucleari che hanno pure cominciato a surriscaldarsi.
secondo Die Welt siamo ad un passo dalla supercatrastrofe, ma che cosa sia questa supercatastrofe non viene detto.
il suo simbolo potrebbe essere visto in una foto atroce del cadavere di una bimba mutilata nel fango, ma è così tremenda e cruda che la censuro.
* * *
però in questa situazione di stallo poco entusiasmante il fatto nuovo a me paiono le rivelazione di Wikileaks e di Assange, questo terribile terrorista dell’informazione che dimostra a tutti quale incredibile congiura di potere soffochi la libera circolazione delle informazioni nel mondo.
in Giappone già nel luglio 2007 un sisma di magnitudo 6,8 danneggiò l’impianto di Kashiwazaki-Karuwa, il più grande del mondo con i suoi sette reattori: il primo giorno la Tepco, la stessa azienda che ha costruito l’impianto di Fukushima, minimizzò i danni per poi ammettere 24 ore dopo che i progettisti non avevano preso in considerazione l’eventualità di un terremoto così potente.
l’allora premier Shinzo Abe criticò il fatto che i rapporti fossero arrivati tardi, ma poi non fece altro.
dunque, la situazione pericolosa delle centrali giapponesi era nota da tempo agli addetti ai lavori!
che tuttavia hanno continuato a tenere riservate le loro informazioni.
la segretezza delle informazioni è infatti la principala arma dei poteri autoritari, cioè di tutti i poteri, e la lotta per l’abolizione della diplomazia segreta, che fu della rivoluzione comunista e di Trotskij, oltre che del presdiente americano Wilson, un secolo fa e oggi è di Assange, è un passaggio essenziale dell costruzione di un mondo più consapevole (ammesso che questo sia un obiettivo praticabile).
* * *
dunque l’Agenzia internazionale per l’energia atomica nel 2008 mise in guardia il governo giapponese circa il pericolo che le centrali nucleari del Paese asiatico non fossero in grado di resistere a sismi di particolare potenza:
Le misure di sicurezza negli impianti erano obsolete e un terremoto davvero forte avrebbe «posto seri problemi».
La replica delle autorità nipponiche consistette nel formale impegno a migliorare gli standard in tutte le centrali, e in particolare a istituire un centro di reazione rapida proprio in quella di Fukushima 1.
Dagli stessi cablo risulta però che lo scenario più grave preso in considerazione contemplava un movimento tellurico d’intensità non superiore ai 7 gradi sulla scala aperta Richter, dunque due in meno rispetto all’effettiva forza del terremoto di cinque giorni fa.
nel 2009 il governo di Tokyo riuscì a bloccare una decisione della magistratura che avrebbe comportato la chiusura di un impianto nella parte occidentale del Paese, in quanto inidoneo a resistere a una magnitudo maggiore di 6,5 gradi: i tecnici dell’esecutivo riuscirono invece a convincere i giudici che il reattore era sicuro.
alla stessa maniera in Giappone negli anni passati sono stati «occultati» diversi incidenti nucleari avvenuti nel passato.
e ovviamente tanto meno si è pensato alla possibilità di un concomitante tsunami!
nel 2009 il governo di Tokyo riuscì a bloccare una decisione della magistratura che avrebbe comportato la chiusura di un impianto nella parte occidentale del Paese, in quanto inidoneo a resistere a una magnitudo maggiore di 6,5 gradi: i tecnici dell’esecutivo riuscirono invece a convincere i giudici che il reattore era sicuro.
alla stessa maniera in Giappone negli anni passati sono stati «occultati» diversi incidenti nucleari avvenuti nel passato.
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è sconcertante venire a sapere che ne parlò persino al G8 a Tokio nel 2008 e che un esperto segnalò all’Ambasciata americana in quel paese tutta la sua preoccupazione.
all’Ambasciata, però: non alla popolazione, o almeno non risulta che ci abbia provato.
forse sarebbe stato bloccato lo stesso, però nessuno pensi che esagero se dico che questi meccanismi mentali di sottomissione al potere sono ESATTAMENTE gli stessi che sotto il nazismo portavano chi sapeva a tacere.
ma come? mi domando, una persona che capisce il pericolo si rende conto che decine di milioni di persone sono messe a rischio della vita da scelte politiche dissennate e pericolose ed evidenzia questo pericolo esattamente a quella stessa cricca di detentori del potere che sta determinando queste situazioni di pericolo inaccettabili?
gli stessi politici che approvano leggi minuziose per costringere ogni datore di lavoro a valutare con accuratezza i rischi di un processo lavorativo e a prendere tutte le precauzioni necessarie, poi compiono scelte che riguardqano l’insieme della popolazione di uno stato senza minimamente inserire nelle loro valutazioni preliminari una valutazione dei rischi?
oggi è chiaro per tutti quelli che vogliono saperlo che siamo governati da una massa di piccoli farabutti arroganti e incompetenti e che la scienza moderna ha messo nelle mani dei politicanti gli strumenti per decidere senza neppure saperlo del destino di milioni di persone, che neppure se ne rendono conto.
se qualcuno che non sia una sparuta minoranza cominciasse a pensarci e un numero consistente di persone decidesse di prendere in mano il proprio destino anziché restare davanti alla televisione, questo sarebbe un secondo terremoto nel mondo, dalla portata ben maggiore del primo, e questa volta, almeno, positiva.
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chiudo con una piccola nota di colore: quei moderni sciacalli che sono i diffusori di spam si sono adeguati al momento ed ecco che fioccano finti commenti con la parola “Giappone” al loro interno: uno magnifica l’importanza di conoscere il giapponese per visitare il paese, ad esempio.
la cosa spassosa è che finiscono regolarmente attaccati ai post di mcc sulla Libia!
Pingback: 166. il secondo terremoto giapponese di Assange. « Cor-pus : Valutazione dei rischi da Stress Lavoro-correlato·
http://www.ambienteesalute.com/2008/06/giappone-altre-fughe-radioattive-chiusa.html
questo è uno dei siti che avevano anni fa diffusamente trattato, con allarme e competenza, ciò di cui parla il leak che hai riportato qui sopra.
Troverai nella home molti commenti alla situazione attuale; anche in merito alla questione grave attualmente, non potenzialmente, che è la fascia da evacuare intorno alla centrale, i famosi 80 km americani a fronte dei 30 del governo; ma non sa la persona che scrive quello di cui ti avevo informato io: allargare la fascia significa non poter più usare l’autostrada per i soccorsi. Un tragico groviglio, che nasce non solo dalle centrali in sè come luoghi in ogni caso pericolosi, ma dal non aver creato intorno sufficienti vie di comunicazione , sia per evacuare che per soccorrere.
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Direi che è un promemoria di Wiki e possiamo anche ringraziare – ma non è un terremoto nell’informazione.
Direi anche che “bizzarrie umorali” e “antipatie a pelle” come qualifichi il mio atteggiamento scettico verso Assange andrebbero cortesemente – civilmente 😉 – ritirate
intanto ti ringrazio per questa segnalazione del sito, documentatissimo, che non conoscevo e che è entrato subito nei miei segnalibri; nonostante anche io mi sia sempre sforzato di fornire informazioni sugli incidenti nucleari (ad esempio di alcuni recenti in Germania di cui non si è parlato in Italia) questa notizia non mi era mai arrivata.
l’azione, quasi eroica, di controinformazione lì condotta ha avuto poco ascolto, come dimostra anche la mancanza di commenti.
in ogni caso correggo il testo del post come doveroso.
tuttavia la notizia di Assange, ora ripresa anche dai grandi media, contiene informazioni in più, che allora non erano disponibili, come la discussione al G8, che sono quelle che danno forza alle mie crude considerazioni finali sulla insipienza dei nostri governanti, che non va limitata ai giapponesi, come sarebbe stato se avessimo saputo come fino ad oggi solo quello che riguardava lui, ma coinvolge i governi mondiali.
siccome riconosci il merito di Assange almeno come promemoria, non mi pare che nella valutazione del suo ruolo siamo inguaribilmente distanti.
la tua antipatia per assange non è un mio malevolo processo alle intenzioni, ma tu l’hai più volte argomentata, quindi definirla “antipatie a pelle” è una interpretazione che potrebbe essere interpretata come malevola e la correggo.
“bizzarrie umorali” è decisamente una espressione offensiva e troppo colorita, quindi me ne scuso.
la cancellerei volentieri se solo il tuo commento fosse al posto giusto e mi indicasse il punto esatto dove ho usato questa espressione infelice…
comunque la cercherò.
non ho mai detto che il secondo terremoto di Assange del titolo sia quello che lui ha fatto nell’informazione: ho solo voluto ricordare il secondo terremoto reale che lui ha richiamato alla nostra attenzione, e alla fine del post ho fatto un gioco di parole per dire che se la gente comune si occupasse di più dei propri destini, questo sarebbe un terremoto benefico negli assetti del potere.
cosa che credo tu possa condividere completamente.
la discussione dei commenti precedenti diventa meglio comprensibile riportando qui un breve scambio che si riferisce a questo post, ma è stato collocato altrove.
mcc43:
Ps Non c’era bisogno di un leak per sapere che il governo giapponese ha sempre mentito, le informazioni vere sono sempre state disponibili.
Il comico oggi è che se una notizia non è rubata da un Robin Hood non sembra importante.
Un motivo di ridere, in tanta reale preoccupazione.
bortocal:
Assange non è nelle tue corde, Robin Hood neppure 😉 , pazienza: la considero una bizzarria umorale e vado oltre, ognuno ha diritto alle sue antipatie di pelle, figuriamoci.
– meglio sarebbe stato scrivere, senza farsi prendere la mano dalla vis polemica: Assange non è nelle tue corde, Robin Hood neppure 😉 , pazienza: vado oltre, ognuno ha diritto alle sue antipatie, figuriamoci. –
vi è una differenza evidente e molto importante fra il sapere genericamente per convinzione ideologica “che il governo giapponese ha sempre mentito” e averne le prove su “situazioni specifiche”; l’importanza di Assange sta tutta in questo scarto tra l’ideologia e i fatti – sempre che naturalmente interessino i fatti e non ci accontenti delle proprie convinzioni.
ma “le informazioni vere sono sempre state disponibili”.
davvero queste informazioni erano già disponibili? dove? su Internazionale, forse? o altrove?
non tutti sono analisti attenti come te, io le ho apprese oggi tramite notizie uscite da lui; fossero anche semplici richiami a fatti diversamente convalidati non mancherebbero motivi per essergli riconoscente da parte mia.
– bene, ora il lettore che legge i commenti a questo post è in grado di capirci qualcosa.
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