Libia: l’umanità della spada. 226

martedì 26 aprile 2011 16:50

dai baci a Gheddafi, dal bunga bunga condiviso con l’inventore legittimo libico, alle bombe su Gheddafi.

nuova piroetta dell’inesauribile Pulcinella che ci governa, incarnando PERFETTAMENTE, smettiamola di usarlo come capro espiatorio, la nostra immagine nel mondo!

lasciate alla faccia di bronzo del povero ministro degli Esteri, che aveva appena finito di inventarle, le spiegazioni della strana situazione secondo la quale l’Italia partecipava all’azione NATO, ma senza metterci i bombardieri, ora finalmente questa farsa è finita.

(in questo caso tornava buono come giustificazione postuma dell’opportunismo il vergognoso passato coloniale e lo sterminio di metà della popolazione libica perpetrato sotto il fascismo dal maresciallo Graziani, un genocidio di cui l’Italia non ha mai fatto nessuna ammenda, limitandosi col cavaliere a monetizzarlo ottant’anni dopo, con un giro di miliardi che andavano in Libia, per poi tornare in Italia nelle tasche di Berlusconi e dei suoi amici sotto forma di commesse per opere faraoniche e autostrade inutili – peccato non fosse possibile alcun ponte di Messina…).

* * *

da interventista democratico, personalmente sogno un mondo dove esista una forza internazionale dell’Onu permanente che impedisca ai dittatori anche dei paesi privi di petrolio di massacrare i loro popoli; so perfettamente di essere un illuso, ma mi piacerebbe che questo intervento in Libia costituisse un precedente.

da interventista democratico e da pacifista non assoluto adoro anche io il sogno di un mondo umano senza violenza, e sono disposto a considerare tutti coloro che vivono in modo davvero coerente con questa fede religiosa degli eroi, se non addirittura dei santi.

anche se la loro religione non è quella cristiana classica, gli assomiglia del tutto, e tuttavia sono convinto che via sia una differenza di sostanza tra l’omicidio che compie un rapinatore per svaligiare una banca, e il colpo che parte dalla polizia e uccide il rapinatore durante un’azione, per impedirgli di ammazzare un ostaggio.

“restiamo umani” piace anche a me, ma sono realistico: umana è anche la violenza che ci portiamo dentro, non siamo esseri spirituali, ma animali non troppo evoluti; sono contrario ad una psicologia che demonizzi le pulsioni aggressive e cerchi di soffocarle, sono a favore, anche individualmente, di una espressione dei nostri aspetti istintivi, tra i quali la violenza è uno dei più naturali e diffusi: essere umani significa cercare di controllare la violenza, ma reprimerla del tutto è disumano, e oltretutto porta per paradosso ad esplosioni poi incontrollabili e atroci della violenza sotto forma di fanatismo endemico e diffuso.

* * *

non è vero quindi che qualunque missile sparato disegna per ciò stesso una guerra, dal punto di vista costituzionale e giuridico; la guerra rifiutata dalla Costituzione italiana all’art. 11 come mezzo per dirimere le controversie internazionali non è l’azione autorizzata dalle Nazioni Unite per impedire massacri di popolazione innocente, riconosciuta come valida proprio da quello stesso art. 11 nella sua seconda parte.

nel faticoso cammino che l’umanità deve compiere verso forme giuste di potere sovranazionale, che siano diverse dal dominio delle società multinazionali e del capitale internazionale, io sto dalla parte di chi crede che il pacifismo assoluto, religioso, sublime, se si trasforma in una posizione politica immediata valido in ogni circostanza (ricordiamo tutti Turigliatto, vero?), è deleterio e rappresenta un ostacolo da allontanare dai cuori degli uomini, battendosi contro il pacifismo ottuso degli egoisti, che si confondono volentieri con i pacifisti autentici solo perché non hanno voglia di sacrificare niente del loro benessere senza senso per un obiettivo così stupido per loro come la vita di qualche popolo tiranneggiato del Terzo Mondo, sotto il tallone di despoti sostenuti da loro, per sfruttarli meglio.

* * *

è così duro, così difficile, così impopolare dire queste cose, perché urtano tanto col conformismo di destra che con quello di sinistra e non hanno niente a che fare col conformismo di centro, che sono almeno trent’anni che ho sentito gente, per non dire amici carissimi ed amati, urlarmi il disprezzo, mettermi alla porta, gridarmi “fascista”, semplicemente perchè ritengo che esistano non solo delitti individuali, da reprimere, ma anche crimini statali contro l’umanità, e che anche questi vadano contrastati, anche usando la violenza quando ogni altro mezzo si è rivelato inutile.

non amerò mai i bombardamenti, gli assalti alla baionetta, la retorica militarista, gli eroi che ritengono di diventare tali con la vita degli altri: essendo cresciuto figlio di un ufficiale e allevato in caserma, il rifiuto di questi valori ottusi mi ha segnato fin dalla più tenera infanzia, come qualcosa che è inseparabile da me stesso.

e tuttavia questo non basta a spingermi dall’altra parte del torto, fra coloro che vedono un massacro e girano la testa dall’altra parte, magari mormorando una pia preghiera per le vittime innocenti, che però non vogliono difendere, in nome dei valori cristiani.

* * *

cristiani? non ne sono sicuro.

ho studiato abbastanza il cristianesimo delle origini per sapere che questa lettura pacifista dei vangeli ha poco a che fare con la predicazione complessiva di un rabbi che diceva: 

“Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada”  (Mt 10,34)

e lasciate pure che i commentatori si affrettino a spiegarci la metafora della spada: mica sapeva di metafora la spada con cui Simone Macigno (Petrus) staccò l’orecchio di uno dei soldati che voleva arrestare chi voleva instaurare la monarchia di Dio a Gerusalemme!

del resto esiste anche qualche altra religione che non condivide questo rifiuto assoluto della guerra e la considera come una forma diversa del rispetto dovuto a Dio come fonte assoluta di giustizia.

eh già, chi avrà imparato a separare la giustizia dalla spada che tiene in mano e saprà spiegarlo chiaramente agli uomini, questo aprirà davvero una nuova fase della storia dell’umanità!

Una risposta a “Libia: l’umanità della spada. 226

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