sabato 7 maggio 2011 19:35
troppe insistenze hanno vinto…
prefazione
l’intensissima costruzione del blog degli ultimi anni sembra che abbia lasciato sempre meno spazio nella mia vita alla scrittura in versi, che un tempo invece era la mia principale forma di espressione letteraria, se vogliamo chiamarla così, ma non mi piace.
ho nostalgia di questo tipo di riflessione su me stesso che mi sembra diventata così difficile in questi anni sempre più oscuri, e quindi ritorno ad una occupazione solo apparentemente secondaria che la riguarda: quella della raccolta, della sistemazione, cioè di una qualche forma di divulgazione, se non di vera e propria pubblicazione.
se le prefazioni si scrivessero prima, come dice il loro nome, allora esse verrebbero composte quando ancora non si sa bene che forma avrà il testo che preparano.
di solito avviene il contrario, l’autore le scrive dopo, quando tutto è, almeno momentaneamente, concluso, e giusto per mettersi, all’inizio dell’opera, in una posizione di apparente superiorità sul lettore, cioè per fargli sapere che se lui, il lettore, ancora non sa come si svilupperà il testo, l’autore invece lo sa.
in questa prefazione anomala, effettivamente scritta alla cieca, invece né io ne tu, lettore, sappiamo bene che cosa succederà, come si svilupperà quel che oggi comincio a comporre, neppure se arriverà a concludersi, oppure se, come avvenuto quasi sempre in passato, per qualche motivo l’opera verrà abbandonata lungo la strada per mancanza di fiducia sul suo significato oppure di motivazione in chi la scrive con tanto dispendio di tempo.
in questo momento so solamente che inizio un viaggio a ritroso in me stesso, uno scavo nei miei pensieri, a partire dai più recenti; sento anche che questo mi è reso possibile da questo breve ritorno nella mia vera patria, la Germania, dalla sua quiete che facilita la concentrazione, dal cinguettio degli uccelli che riempie in questo preciso momento il silenzio del West, quartiere centrale di una città che è un frammento di natura solo bene organizzata, e dubito perfino che da domani, col rientro nell’Italia arruffata, puerile ed incivile di oggi, mi sarà possibile continuare.
per questo stendo intanto almeno queste parole di augurio a me stesso e a te, lettore.
ad entrambi la speranza che questo percorso che inizia ci porti ad un approdo che sia diverso da un cimitero imbalsamato delle buone intenzioni; e mi appare un modo solo possibile di assicurarlo, carissimo o carissima, che mi vuoi così bene e mi stimi talmente da dedicarmi la tua realtà più preziosa: una parte del tuo tempo: che quanto io oggi inizio, senza sapere se mai lo finirò, sia tu a concluderlo al mio posto, se dovesse essere necessario.
non chiederti come sarà possibile: quel che leggi altro non è che la testimonianza di un viaggio esistenziale, e bada bene che con questa espressione non intendo riferirmi alla mia personale esistenza, che ritengo solo una manifestazione locale di qualcosa di ben più grande, la vita universale; quindi a te posso chiedere di continuare anche tu a dare testimonianza di questo Tutto di cui ciascuno di noi è la parte, cosa che rende così poco importante che sia una voce particolare, piuttosto che un’altra, a dirla.
dare testimonianza: il che diventa possibile se ad occhi ben lucidi e aperti guardiamo quel che accade a noi e intorno noi.
questo anche tu puoi fare, fratello lettore o sorella lettrice, anche al mio posto e con la tua voce al posto della mia; io altro qui non desidero fare che darti un piccolo effimero esempio.
possa la mia voce esserti semplicemente partecipe compagna per qualche momento nel viaggio della tua vita.
Stuttgart, 7 maggio 2011
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indice:
0. prefazione
– I. anni senza poesia (2011-2010)
-1. a Merano, 11 febbraio 2011
-2. l’ultimo sguardo di Samir, 23 gennaio 2011
bortografia-790-lultimo-sguardo-di-samir
-3. Stuttgart 21 23 novembre 2010
-4. anonimo per due amanti afgani, 17 agosto 2010
280-anonimo-per-due-amanti-afgani
-5. epitafios per Stefano Cucchi, 1 maggio 2010
163-epitafios-per-stefano-cucchi
-8. il silenzio delle parole, 24 febbraio 2010
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note
-7. il silenzio delle parole, 24 febbraio 2010, è già stato pubblicato in anteprima su scribd da maricant, che ringrazio per l’incoraggiamento dato Il-silenzio-delle-parole
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to be continued
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La prefazione promette bene, la poesia! Inneggio alla poesia sempre. Meno alla cronaca, meno alle tematiche che riguardano la politica insana che ci circuisce! Dovere civico, certo… Accidenti e aumenta il senso dell’impotenza. Aumenta il pessimismo. Torno a trovare Leopardi in ogni senso.
Grazie Mauro ciao 🤞🥀
ma, come vedi, cara Francesca, poi non è che i versi abbiano completamente dimenticato quella che tu chiami la politica insana (quasi sempre).
neppure a me piace la cosiddetta poesia impegnata, che si pone al servizio di qualche potere e anche di qualche contro-potere che aspira a farsi potere; però anche la dimensione della vita collettiva ha uno spazio nelle nostre emozioni, o almeno nelle mie, ed evitare di esprimerle sarebbe semplicemente auto-censurarsi.
del resto, lo stesso Leopardi non fu un autore anche politico? e non solo nella Palinodia o nella Canzone all’Italia o in altre, ma proprio quando lo sembrava di meno?
grazie a te, carissima Francesca.