9 novembre 2011 mercoledì 18:26
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qualcuno ha notato che Berlusconi si è dimesso l’8 novembre, cioè 94 anni esatti e un giorno dopo la rivoluzione d’Ottobre di Lenin (calendario ortodosso)?
questo inscrive la sua caduta in un pericoloso rigurgito di comunismo, devono avere pensato la massa dei suoi sostenitori che oggi si sono precipitati in Borsa a vendere le loro azioni e a svendere i BTP, non tanto per solidarietà con lui (tanto è vero che la cosa che hanno venduto di più sono le azioni Mediaset), ma per condivisione delle paure da lui disseminate nei cervelli deboli.
gli altri vendono perché invece non si fidano che Berlusconi mantenga quello che ha detto, anzi pensano che sarebbe davvero strano il contrario.
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ecco la sua dichiarazione di oggi:
Ho garantito al capo dello Stato che dopo l’approvazione del maxi emendamento sono disponibile a dare le dimissioni.
Napolitano aveva capito qualcosa di diverso e lo ha anche scritto:
Il Presidente del Consiglio ha manifestato al Capo dello Stato la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto odierno alla Camera; egli ha nello stesso tempo espresso viva preoccupazione per l’urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei con l’approvazione della Legge di Stabilità, opportunamente emendata alla luce del più recente contributo di osservazioni e proposte della Commissione Europea.
Una volta compiuto tale adempimento, il Presidente del Consiglio rimetterà il suo mandato al Capo dello Stato, che procederà alle consultazioni di rito dando la massima attenzione alle posizioni e proposte di ogni forza politica, di quelle della maggioranza risultata dalle elezioni del 2008 come di quelle di opposizione.
non stiamo parlando di “disponibilità a dare le dimissioni”, stiamo parlando di impegno pubblicamente preso a darle, cioè di dimissioni che è come se fossero già state date, di dimissioni con la data di scadenza prefissata.
tanto che, dopo le dichiarazioni di Berlusconi di stamattina, quelle che hanno fatto precipitare le sorti di una giornata che era partita bene, il Presidente della Repubblica – fatto irreale! – è stato costretto a precisare di nuovo, per smentire Berlusconi:
1) non esiste alcuna incertezza sulla scelta del Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi di rassegnare le dimissioni del governo da lui presieduto.
Tale decisione diverrà operativa con l’approvazione in Parlamento della legge di stabilità per il 2012.
insomma, le dimissioni sono già state date a voce, se non sottoscritte anche con la firma di un documento: si tratta solo di un rinvio di pochissimi giorni sulla date per renderle operative.
appena approvata la legge di stabilità, il Presidente potrebbe perfino emettere un comunicato col quale dichiarerà di accettare le dimissioni di Berlusconi, senza neppure bisogno di sentirlo di nuovo.
di qui a pensare che Berlusconi non trami ancora qualcosa per restare a galla, ce ne passa, però.
per esempio, potrebbe far bocciare la legge di stabilità e le indicazioni dell’Unione Europea dai suoi stessi deputati…
se non ci fossero i mercati a vigilare che se ne vada in fretta, però.
e il fatto che stia crollando in borsa il valore delle azioni della sua azienda potrebbe commuovere Berlusconi ben più delle sorti del “paese che ama”.
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ma qualcuno deve spiegare a Berlusconi che la seconda rivoluzione, quella dell’8 novembre, è già successa.
e poi qualcuno dice che il pessimista sono io!
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