22 gennaio 2012 domenica 00:36
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toh, i miei post sulla Concordia Costa non sono sfuggiti a Sorrento, e devono anche avere rotto le scatole a qualcuno, che mi ha mandato un commento molto risentito, dove si parla di “aria inquinata da tutto questo fiato che esce dalla bocca dei giornalisti , commentatori e altri…”
fra i quali devo mettermi anche io, evidentemente.
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Chiedo adesso dove stava il controllo dei radar della costa quando il Concordia, lasciando la propria rotta, si dirigeva direttamente contro l’isola del Giglio.
La massima vergogna è che il tracciato di quell’accostata a sinistra e il seguente tracciato fino all’affondamento della nave è comparso su internet perché inserito da una società olandese che seguiva i movimenti delle navi … dal Nord Europa. Vergogna.
Ritengo il posizionare il comandate De Falco su un piedistallo a guisa di un eroe ed il sentire blaterare decine di ufficiali delle capitanerie contro il comandante Schettino, sia uno schiaffo alla gente di mare che affronta (24 ore su 24) pericoli per cattivo tempo o per mille altri ragioni che giornalmente si presentano a chi va per mare.
Fermo restando lo sbaglio macroscopico del comandante del Costa Concordia, dovuto solo a massima sicurezza per una manovra ripetuta tante volte, purtuttavia assolutamente non deve essere taciuta l’assoluta inefficienza del servizio di controllo delle capitanerie, i cui responsabili a quell’ora non sapevano neanche il Costa dove stava, abbandonando completamente a se stesso un comandante ed una nave con 4.230 persone a bordo.
Non conosco nei particolari la manovra effettuata dallo Schettino dopo l’incidente, ma – dopo 33 anni di manovre effettuate come pilota nel porto di Napoli – mi permetto di dire che forse io stesso non sarei stato capace di effettuarla.
Né posso condannare un comandante che, sapendo che la sua nave ha pochi minuti di vita, inviti tutti a restare calmi per avere il tempo di portare la nave a sedersi a terra (con una spettacolare manovra al buio di una nave lunga 292 metri), per poi eseguire l’abbandono con la massima calma, evitando che, durante la messa a mare delle scialuppe, il Concordia si rovesciasse, ammazzando tutti.
Il mio rammarico è che la nave si è poggiata, invece che su un fondo piatto, su uno scoglio molto alto a sinistra, che ha provocato l’abbattimento della nave, contrariamente alla posizione della grande falla, dall’altro lato.
La sfortuna accompagna sempre le grandi disgrazie.
E’ capitato al comandante Schettino. Dopo lo sbaglio gli farei i complimenti per aver salvato più di 4.000 persone.
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Il codice della navigazione è oggi uguale per gli aerei e per le navi.
Quando diversi disastri ecologici dovuti all’immissione in acqua di migliaia di tonnellate di nafta fuoriuscite dalle navi coinvolte in collisioni o affondamenti convinsero la Comunità Europea a prendere provvedimenti per prevedere e possibilmente annullare gli incidenti, si decise di applicare a tutte le navi superiori a 300 tonnellate di stazza lorda lo stesso sistema di controllo per gli aerei in vigore da anni.
Furono obbligatoriamente installati i famosi “transponder“, copiando quindi dagli aerei, in modo da seguire istante per istante la posizione delle navi via satellite per poter intervenire immediatamente conoscendo l’esatta posizione della nave o di consigliare la stessa se in procinto di collisioni con altre nave o con la costa.
All’epoca era Direttore Generale del Ministero della Marina il dottor Baradà e a capo delle capitanerie di porto stava l’ammiraglio Francese.
I due, separatamente (non conoscendo il programma dell’altro), si rivolsero alla Federpiloti nella persona del direttore Carosino, chiedendo se fosse d’accordo ad eseguire quella forma di controllo, vista la capillarità delle stazioni di pilotaggio lungo tutta la costa italiana, e l’ingente somma messa a disposizione dalla Comunità Europea per realizzarle. Fu così che Carosino chiese ai piloti se volessero accettare quel nuovo impegno. Ma i piloti all’unanimità rifiutarono quel lavoro, ritenendo più che impegnativo il pilotaggio.
Ma dove stava il “controllo“ quando un aliscafo arrivando nel porto di Trapani alla velocità di 30 mg (…sulle ali) salì sulla scogliera ammazzando una passeggera? Dove stava il controllo quando nello stretto di Messina un aliscafo collise con una nave da carico provocando la morte del comandante. del direttore e di due marinai? Dove stava il controllo la notte maledetta in cui il Concordia Costa sbagliava la rotta?
Chiederei comunque agli ufficiali delle capitanerie di effettuare il controllo di cui sbandierano i loro meriti e di farsi un’esame di coscienza per i morti di cui sono concausa.
io non sono mai stato molto a favore delle gogne mediatiche, anche quando si tratta di casi eclatanti come questo…aspetterò che la magistratura faccia il suo corso, e poi farò le mie valutazioni. Devo dire però che la solidarietà degli abitanti di Meta non mi sorprende, in fondo è anche giusta, tendono a proteggere un loro concittadino che reputano un brav’uomo, probabilmente sbagliando.
tutti siamo bravuomini, fino a prova contraria, ma – a cominciare da me – essere una persona per bene non esime dal compiere illegalità ed errori; per cui è sbagliato per chi ci sta vicino e ci vuole bene non prendere atto dell’errore e appellarsi al giudizio generale per assolvere a prescindere.
anche a me potrebbe capitare di andare troppo veloce in macchina e provacare un incidente; il fatto che io sia un bravuomo non mi esimerebbe da questa colpa e non mi assolverebbe di certo se fuggissi dal luogo del fatto senza prestare soccorso.
noi blogger siamo presi fra due fuochi: da un lato la tentazione di dare voce al bisogno umano di individuare un chiaro colpevole, anche nei fatti assurdi che sono figli del caso (ma non parlo di questo), dall’altro dalla volontà di essere una voce critica che si distacca dalle cacce alle streghe.
in questa circostanza io non so se ci sono riuscito: all’inizio mi sono ribellato contro le evidenti bugie di Schettino; ora mi ribello alle evidenti bugie della società.
ma le bugie della società mica esimono Schettino dalle sue responsabilità, anche se è certamente in atto adesso una battaglia mediatica pilotata per ridurre tutto alla sua persona, e questo non può essere accettato.
chi la manovra secondo me ha sempre lo stesso obiettivo: che all’inizio era quello di far credere che si era trattato di una fatalità (lo scoglio non segnalato in mare aperto, figurarsi!), e adesso che le responsabilità sono evidenti, cercare di circoscriverle tutte e soltanto al capitano della nave.
In alcune culture, che guarda caso non vanno lontano, rubare ad una altra tribù non è reato ma anzi un atto di valore. Rubare alla propria tribù è un reato.
Sullo stesso principio, che non porta lontano, c’è il coportamento di chi assolve, giustifica o minimizza la colpe degli appartenenti allo stesso gruppo, che siano consanguinei od appartenenti alla stessa comunità.
Guarda caso, dove questa mentalità fiorisce, langue la civiltà.
Si sta facendo una gran confusione e credo sia il caso di identificare qualche punto fisso, o postulato che dir si voglia.
In alcuni settori, come l’ aviazione commerciale, le rotte sono prestibilite e il comandante di un mezzo non può fare alcune modifica alla rotta stessa, se non richiesto o autorizzato dall’ autorità di controllo.
Il comandante di un jumbo non può fare nessun “saluto”, a meno di commettere un’infrazione.
La rotta di una nave durante la navigazione può essere decisa dal comandante che ne deve rendere conto solo alla compagnia di navigazione.
Esistono stumenti di controllo per tantissimi mezzi di trasporto, dal contaore dei T.I.R agli indicatori di velocità e posizione per aerei e navi, ma questi non spostano le responsabilità di chi commette l’infrazione. Se non rispetto un limite imposto da una legge, la responsabilità dell’infrazione non ricade sul sistema di controllo né sui controllori.
I controlli per le navi esistono solo in prossimità dei porti, vedi caso degli aliscafi, o in prossimità di zone particolarmete trafficate (canale di Sicilia, bocche di San Bonifacio): come la nave esce da queste zone controllate, la responsabilità di rotta è solo del capitano. Non mi risulta che il canale del Giglio sia una zona soggetta a controllo.
E’ assolutamete condivisibile che una compagnia di crociere, il cui fine è l’intrattenimento dei crocieristi, preveda nelle sue rotte il passaggio ravvicinato a locazioni turistiche nel rispetto dei limiti di sicurezza e delle normative vigenti .
In un safari fotografico, la guida professionale non è quella che ti tiene troppo distante dagli animali che vorresti vedere e fotografare. La guida professionale è quella che in base alle differenti situazioni di potenziale pericolo, mantiene le distanze minime di assoluta sicurezza: ti tiene a distanza da bufali od elefanti maschi che potrebbero caricare l’automezzo, mentre ti porta praticamente a contatto con i grossi felini che non attaccano l’ auto.
Però anche se non vede grossi felini, ti impedisce di scendere dall’ auto perchè come scendi un grosso felino mimetizzato potrebbe attaccarti all’istante.
Oggi leggo “notizie” che gli inchini si sono sempre fatti, ebbene: quale è il problema? era vietato? chi li ha fatti in passato ha infranto qualche legge o messo a rischio la vita di qualcuno?
Se un comandante ha provocato un disastro per una sua grave negligenza e se anche dopo il disastro ha avuto comportamenti condannabili, le sue responsabilità non cambiano se stava facendo un “inchino” di sua iniziativa per salutare l’ amico o su richiesa della compagnia.
Chi minimizza queste le sue colpe per motivi di campanilismo o consanguineità dovrebbe meditare sul fatto che la qualità della vita nei posti dove attecchisce questa abitudine è sicuramente più bassa del resto del mondo civile.
possibile che nessun giornalista che stazionano sul posto da giorni sia ancora riuscito a dirci con ragionevole certezza se c’erano delle distanze dalla costa da rispettare in quel punto dal punto di vista legale, oltre che, ovviamente, dal punto di vista anche sostanziale del non far affondare la nave…
mi pare molto chiaro alla data di oggi:
1) che la manovra dell’inchino – legale o meno che fosse, ma io propendo a pensare che sia illegale – era concordata con la compagnia
2) che la decisione di non dare via subito alla calata delle scialuppe di salvataggio, che erano in numero sufficiente, in un momento nel quale sarebbe stata agevole, perché la nave era ancora in posizione di equilibrio, è stata presa – pure d’accordo con la compagnia – per salvare la nave A SCAPITO DELLA VITA DEI PASSEGGERI: tabto più se, come ci ha detto afo in un suo commento, la nave era assicurata per un ventesimo del suo valore.
la frase ripetuta più volte dai media sulla bravura di Schettino che ha portato la nave ad arenarsi sugli scogli secondo me serve invece a nascondere che proprio per questo ci sono stati i trenta morti, perché la nave, una volta inclinatasi, ha reso difficoltoso mettere in mare le scialuppe di salvataggio e che un’ora prima sarebbero state calate in condizioni di sicurezza (se ci fosse stato ordine ed organizzazione a bordo) a distanza comunque non grande dalla costa.
questo almeno, a mio parere, sarebbe stato il comportamento doveroso del comandante; il fatto che abbia agito su ordine della compagnia mica diminuisce le sue responsabilità, a cominciare dalla prima di avere portato la nave a sbattere.
e concordo con tutte le altre considerazioni che fai.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Allo scrivano di Sorrento (o zone limitrofe) dico che non sono solito fare i complimenti a nessuno, prima che sia stata accertata la verità.
Neanche a Schettino.
Credo che sia dello stesso mio avviso anche Bortocal e soprattutto il magistrato.
Ovviamente dal punto di vista legale definire i responsabili ha un suo motivo, la legge deve punire chi ha causato quel disastro e quelle vittime e al contempo deve condannare ai risarcimenti.
Dal punto di vista sociale e tecnico (quindi un’ottica più vicina ai blogger), le responsabilità di una persona e/o di una compagnia di navigazione vanno accertate non per distruggere o massacrare qualcuno, ma per capire per quale serie di eventi si è giunti a questo. Certamente gli errori finali del comandante (tutti gli errori: l’impatto, il letale ritardo nell’allertare i soccorsi, la confusione del piano di evacuazione, l’abbandono), che ricordiamolo, qualsiasi ordine fosse stato impartito dalla compagnia aveva comunque il potere di fermare subito i motori e far evacuare, anche disobbedendo ad un eventuale ordine della Costa. E qui se lo scrivano di Sorrento ha un po’ di dimestichezza con il codice della navigazione sa bene a cosa mi riferisco: il comandante sulla sua nave, per legge, non è tenuto a prendere ordini da chicchessia, qui sta il suo potere e qui sta la sua responsabilità.
Poi, nella catena degli eventi, si devono chiarire le responsabilità della compagnia, sotto vari aspetti.
Primo. La cosiddetta navigazione turistica viola il codice? A mio parere sì. La Costa sapeva? A mio parere sì.
Secondo. La Costa ha intimato al suo comandante di non allertare i soccorsi per ‘risolvere’ alla chetichella il guaio? E’ un sospetto, a mio parere forte, ma va verificato e il magistrato ci sta lavorando e vanno verificate anche le motivazioni.
Terzo. La Costa come seleziona e forma le persone da mettere ai posti di responsabilità? Questo aspetto, che sembrerebbe secondario, è fondamentale per la sicurezza.
Poi ci sono le potenziali responsabilità delle Capitanerie, relative all’inchino. Ma vanno precisate alcune cose. Una nave da crociera non è che ha l’obbligo di navigare in un ‘corridio’ come gli aerei, può variare la rotta, basta comunicarlo, poi l’operazione dell’inchino si svolge in tempi abbastanza ristretti, e, supponendo che in Capitaneria abbiano rilevato una distanza anomala dalla costa, si arriverebbe sul luogo del misfatto in ritardo, inoltre la tolleranza della misura satellitare permetterebbe all’armatore di far ricorso e vincerlo.
Queste cose le dico perché spostare l’attenzione sui controlli piuttosto che sui responsabili è come dire: tutti sbagliano, ovvero nessuno sbaglia, chiudiamo un occhio. Anche questa mentalità è tutta italiana.
E’ comunque chiaro che ripeto, appurate tutte le responsabilità resta comunque gigantesca quella del comandante che:
1. ha provocato l’incidente
2. non ha allertato i soccorsi
3. non ha coordinato l’evacuazione
E queste tre cose aveva il potere e il dovere di farle in prima persona.
Poi su fantomatiche manovre da lupo di mare, fatte senza l’ausilio dei motori, come se quella nave fosse un piccolo peschereccio, beh, a me sembrano inverosimili, ma su questo ci sta lavorando la magistratura, comunque le tre responsabilità sovracitate sono già acclarate.
Una precisazione finale sul massacro mediatico. Distruggere una persona (anche per fare un favore al potentello di turno) è un modo di fare proprio dei mass media, i quali, per fare audience, cavalcano le paure delle persone e il desiderio di essere rassicurate dalle stesse, cercando il ‘mostro’ sbattuto in prima pagina o in prima serata.
Se una cosa si può dire dei blog, questa è certamente che non applichiamo gogne mediatiche, ma neanche “scurdammoc’ o’ passat'” come si dice a Napoli. A me sembra che la difesa degli abitanti di Meta (o forse solo degli amici del comandante) sia abbastanza interessata (in tv ho assistito ad un’intervista ad uno di questi difensori d’ufficio che proclamavano la ‘bontà’ del comandante: si era prodigato per lui o per qualche familiare, non ricordo, per farlo lavorare in Costa Crociere!), ed è proprio questo il punto. Si difende l’indifendibile perché quell’indifendibile ha fatto i miei interessi.
Certo, qui nessuno si sogna di difendere quel comandante, ma nessuno lo vuole alla gogna: ha sbagliato e deve rispondere delle proprie responsabilità. Punto.
Il massacro mediatico lo fa la RAI, e visto che la RAI è un servizio pubblico certe proteste andrebbero indirizzate a viale Mazzini, non a noi. Perché non vanno, i signori di Meta, a protestare fuori la sede RAI? Non sarebbe neanche sbagliato.
Non siamo noi sui blog a cercare particolari pruriginosi su moldave o russe o altro, ne’ di andare a vedere se il comandante picchia i figli o è un buon padre.
Noi cerchiamo di capire i fatti innanzitutto perché non ci fidiamo degli stessi mass media.
Ma soprattutto vogliamo vogliamo capire il mondo che ci circonda. Scusateci per questo desiderio: nonostante tutto abbiamo ancora la presunzione di credere che la conoscenza degli eventi permette alla società di migliorare i propri standard e la propria sicurezza.
PS: ho navigato anche io con mare mosso, e non per fare il turista, come molti miei amici di Torre del Greco (altro polo marittimo della provincia di Napoli). L’aver navigato però non è uno status per chiedere ad altre persone di tacere la propria opinione.
Sarebbe bene che l’amico di Sorrento se ne facesse una ragione.
bellissimo commento, che è anche un bellissimo post: ma non posso mettermi a fare concorrenza sleale al tuo blog pubblicandolo io! ;), pubblicalo da te, Antonio.
oggi, dopo tante analisi, per quanto mi riguarda condotte lontano dai media, ma non dai blog e dalla carta stampata, mi sono convinto che il criminale ritardo dei soccorsi è stato dovutro al desiderio di salvare la nave, mal assicurata, come ha cominciato a ipotizzare afo in un suo commento qui; è qesto che i media stanno cercando di nascondere, perché non é bello per il pubblico capere di essere solo carne da macello.
di fronte alla scelta se salvare i passeggeri o la propria nave la compagnia ha imposto a Schettino di salvare la nave ritardando i soccorsi; e oggi poi invia le proposte di sconto per futuri viaggi ai sopravvissuti,.
sulla stampa tedesca, che dà rilievo alla vicenda, si ipotizza che questo naufragio possa segnare la crisi delle crociere turistiche; questo non so valutare, certamente sarà una grave crisi per la crocieristica italiana che paga la sua approssimazione.
Sorry, non posso pubblicare una risposta ad una persona che manda una mail a te, posso inserirmi solo come commento sul tuo blog. Comunque non preoccuparti, nessuna concorrenza sleale, il mio blog è per pochi intimi
😉
a presto.
caro antonio, ok, allora ci ho pensato io: un paio di sforbiciatine e due o tre piccoli ritocchi interni e il tuo commento a me sembra diventato un post perfetto, del quale ti ringrazio ancora.
anche il mio blog è per pochi intimi, non mi pare il caso di dare classifiche, però, per quel poco che vale, ho invitato qualche mio lettore a passare anche da te.
un abbraccio.
L’ha ripubblicato su cor-pus-zero.