un partito di Pirati. 42

25 gennaio 2012 mercoledì 18:17

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questa bella ragazza si chiama Marina Weisband.

24 anni, studentessa di Psicologia all’università di Münster.

è, anzi era fino ad oggi, perchè ha appena dato le dimissioni, il Segretario nazionale del Piratenpartei, il partito dei Pirati, la stella nascente del panorama politico tedesco, recentemente entrato nel Parlamento della città di Berlin, che costituisce uno dei Länder della Repubblica Federale Tedesca.

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ora, passi che non si riesce ad immaginare come in Italia potrebbe costituirsi un partito di giovani che si elegge un Segretario, anzi una Segretaria donna (e che segretaria!) di 24 anni, più intelligente che bella – avrebbe detto chi ci ricordiamo noi, ma in questo caso si può immaginare che cosa voglia dire.

ma è purtroppo per noi ancora più inimmaginabile che questo Segretario di Partito di 24 anni decida di dimettersi almeno per un anno, perché considera più importante per la sua vita futura laurearsi, per il momento.

* * *

deglutisco commosso, mi sembra di leggere un romanzo di fantapolitica: penso ai nostri ruderi, che appena agguantano una poltrona, si sentono tutti come dei pontefici designati a vita dallo Spirito Santo, e ci tocca sorbirceli per decenni, cavolata dopo cavolata, scandalo dopo scandalo, sconfitta dopo sconfitta (e se dico così, capite tutti che sto guardando soprattutto a sinistra), fino a che non svengono in diretta, come Di Pietro – a cui peraltro auguro di rimettersi presto e di dire meno scempiaggini in futuro, smettendola con l’infelice gara in corso con Beppe Grillo a chi dice le sciocchezze populiste peggiori.

per non dire di Bossi, l’emiplegico, e via via dicendo: non voglio scavare troppo.

* * *

il problema è che la Germania ha un Partito dei Pirati, che ha come programma la libera circolazione culturale in internet, la liberalizzazione delle droghe leggere, l’introduzione del matrimonio fra i gay (anche se in Germania le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono già riconosciute), una completa laicizzazione dello stato, e rispecchia senza tante complicazioni le esigenze e la cultura del mondo giovanile di oggi, almeno di quello tedesco, non di quello soffocato e ammorbante del parafascismo italiano.

l’Italia invece ha tanti partiti fornati da pirati, pirati nascosti dentro ogni partito a cercare il successo, l’affermazione e spesso anche il guadagno sporco personale, oppure la sistemazione dei figli e dei parenti scemi.

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Il nostro scopo –  ha detto Marina a commento, con la massima semplicità possibile – è di rendere noi stessi superflui.

noi italiani, per cominciare, dovremmo cominciare a rendere superflui i nostri politici, i partiti pirateschi italiani; mica sarebbe male un Partito dei Pirati contro i pirati non dichiarati.

svegliati, Italia! i tuoi mali dipendono solo da te!

13 risposte a “un partito di Pirati. 42

  1. più leggo questa notizia, più mi affascina.
    a parte le considerazioni su queste giovani leve di politici-donna in Cile, in Germania (e mettiamoci pure la Danimarca, via) che coniugano magnificamente la loro vita privata (già difficile di suo) e l’impegno pubblico, resta lo shock per vedere una ragazza così giovane assurgere a posizioni dirigenti di un partito e lasciarle in tutta tranquillità.
    Chapeau.

    complimenti anche per la dichiarazione in facebook sulle proprie dimissioni: 1. Der Tag an dem nichts wirklich passiert ist; 2. Durch meinen Beitritt zur Basis baue ich meine Machtposition viel weiter aus.
    Modestia e saggezza politica a 24…. ora mi sento veramente inutile!!

    • non ti starai mica innamorando? 🙂

      non facciamo i germanofili snob! 🙂 traduciamo:

      1. Il giorno nel quale non è successo niente.

      2. Col mio rientro alla base io allargo di molto la mia posizione di potere.

      splendida ragazza!

  2. no, lo spagnolo ancora non lo so…. ma dopo 4 giorni a Buenos Aires, pretendevo (o, in inglese “pretend”, che va bene uguale) di saperlo…
    eppoi cosa vuoi, la lingua del cuore supera facilmente gli idiomi mondani!

    • so così poco l’inglese che non sono in grado di capire se I pretend esiste davvero; comunque mi pare il verbo ideale per un pretendente all’amore di una bella ragazza…

    • ehi, qui ci sarebbe da farci una tesi di laurea.

      il “pre-tendere” dei conquistatori romani della Britannia, che al sentire degli autoctoni diventa un “fingere”.

      esilarante e drammatico esempio di psicologia dei colonizzatori e dei colonizzati.

      e forse anche testimonianza precoce del culto dell’apparire tipico della cultura italiana.

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