14 febbraio 2012 martedì 12:57
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e assieme al video i soliti stralci del diario di viaggio:
ma anche il precedente
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“un motoriscio’ aspetta anche da questa parte e il prezzo che mi chiede per portarmi a Kodungallur, detta anche Cranganore, e’ talmente modesto che opto per questa variante: ad Ernakulam tornero’ direttamente in bus da li’.
Kodungallur e’ proprio la citta’ dove volevo recarmi dall’aeroporto, quando sono arrivato, ma mi sono trattenuto all’ultimo momento per il dubbio di non trovarci alberghi; invece, vicino al suo tempio, famoso nel Kerala per alcuni riti erotici che vi si celebrano durante una festa, che pero’ non cade in questo periodo dell’anno, vi sono ovviamente molte locande per pellegrini che avrei potuto usare benissimo.
vi avrei dormito meglio che nella rumorosa Ernakulam, senza dubbio, sempre che i pellegrini avessero smesso per tempo il rito dell’esplosione di grossi petardi, che rimbombano per la gioia delle divinita’.
quella celebrata in questo tempio e’ la dea Parvati, anche qui una grande bilancia sospesa davanti all’entrata protetta da un protiro colonnato serve a pesare le offerte dei fedeli e, a quanto mi si dice, anche l’autenticita’ della loro fede.
mi tolgo le scarpe ed entro, fotografando qua e la’, fino a che non mi si dice che e’ proibito; trovo questo divieto molto giusto, esso serve a mantenere una autentica aura sacrale attorno ai riti, e ne impedisce la banalizzazione mediatica, e poi chissa’ di quali reazioni di scherno sarebbero capaci i fanatici di altre religioni di fronte a manifestazioni cosi’ intime e familiari di devozione come quelle hindu; mi dico tutto questo, dopo essere stato richiamato, ma continuo a dimenticarmelo.
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immemore dei divieti della mia guida della mattina (o meglio, deciso a non rispettarli) fotografo anche dentro il tempio.
ovvio: la fotografia e’ il mio modo di venerare la forza dell’esistenza, e dunque e’ un rito in conflitto con gli altri: per quanto sia capace di accettare i divieti altrui quando mi vengono espressi, del resto sono a casa loro, non riesco ad averli presenti quando entrano in conflitto con i riti della mia personale religiosita’, e pur obbedendo piegandomi all’ordine ricevuto, non capiro’ mai che i fedeli di altri riti non capiscano che il mio fotografarli e’ il mio modo originale di venerare se non il loro Dio, la loro fede in Lui.
comunque in questo caso neppure l’obbedienza basta, perche’ dopo poco arriva un sacerdote e mi butta decisamente fuori dal tempio.
poco male, assettato sul muretto che circonda un grande albero sacro, prima rispondo ad una chiamata dalla Germania, e poi mi massaggio i piedi disfatti (…)
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il cielo si annera in fretta mentre sto nell’autobus che mi riporta a casa.”
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
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