alla guerra di Assange per rifiuto della guerra. – 408

17 agosto venerdì   06:65

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su Assange e sulla sua incredibile persecuzione ho le carte in regola, per favore, verificate: non vi dico di leggere tutti i post in cui lo nomino, sono decisamente troppi.

ma un’occhiata a uno di questi che cito di seguito potreste almeno darla?

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nel post 428. la prima guerra mondiale virtuale. scrivevo abbastanza profeticamente (ma ho appena parlato male dei profeti da blog ieri, quindi non prendetemi troppo sul serio) che “l’arresto di Assange ha dato ufficialmente inizio alla prima guerra mondiale virtuale. combattuta dagli hacker degli opposti eserciti su internet”.

ora che l’Ecuador ha deciso di dare asilo politico a questo eroe della democrazia del nostro tempo, nella sua ambasciata di Londra, e il governo conservatore di Cameron rifiuta di riconoscere il diritto di asilo, in violazione di ogni accordo diplomatico, stiamo ritornando a una più tradizionale contrapposizione di stati: e dopo la guerra delle Falkland la grande e decadente Inghilterra della sterlina sovrana, che non la protegge affatto dalla crisi, anzi, torna a scontrasi col Sud America che è sempre rimasto fuori dal suo passato impero coloniale…

certo la ferocia dell’accanimento degli inglesi stupisce: così preziosi sono i segreti del potere da meritare la condanna a morte di chi li viola.

che segno funesto per la democrazia!

e che ripugnanza che capi di governo “democratici” sognino davvero di portare sulla forca un uomo che ha l’unica colpa di avere svelato quel che sono davvero.

si fa persino fatica a crederlo, non ad accettarlo.

* * *

il secondo post mio, 468. Trotskij ed Assange (e Wilson): il paradosso della democrazia. collega la figura di Assange ai suoi precedenti storici e direi che è abbastanza illuminante (spero di dirlo non solo perché l’ho scritto io) sul suo rapporto con l’imponente movimento pacifista mondiale sviluppatosi alla fine della prima guerra mondiale, fondato sul rifiuto della democrazia segreta propugnato allora sia in campo democratico che in campo comunista.

la connessione è evidente in questo: che Assange combatte allo stesso modo la guerra preparata segretamente dai governi in nome della democrazia dei popoli che certamente non la vogliono.

non è dunque un personaggio isolato nella storia: la lotta per la pace mondiale, sempre più a rischio, passa prima di tutto per il rifiuto dei segreti di stato, che contraddicono il concetto stesso di democrazia.

* * *

lo vediamo in questi giorni in cui cresce il rischio di una guerra mondiale non per la Siria (come sostiene qualcuno su questa piattaforma facendo un’azione oggettivamente di confusione), ma direttamente contro l’Iran, scatenata da quella mina vagante che è oramai lo stato di Israele, che non riesce a sopportare per la sua sopravvivenza che si stabilisca anche nella regione l’equilibrio del terrore di potenze nucleari contrapposte, che domina tutto il resto del mondo, e che qualcun altro possa possedere l’arsenale atomico che lui ha già: ossessione della distruzione che porta all’autodistruzione.

bene, sia merito ai piccoli Assange disseminati ovunque che, di fronte alla gravità del rischio, rivelano preparativi che dovevano restare occulti, operazioni di manipolazione dell’opinione pubblica che stanno per partire, accordi infami.

e che parlano, sfidando ogni rischio, per evitare il rischio di una guerra israeliana mirata anche ad impedire la rielezione di Obama.

* * *

il terzo post, invece, 459. Leopardi, Assange, l’ambasciatore e D’Alema., lo potete al momento accantonare: è dedicato ad una mediocre figura di politico che rischiamo di ritrovarci fra un anno di nuovo Ministro degli Esteri, pare, e alla sua penosa disonestà, alla scissione fra le sue dichiarazioni pubbliche e i suoi comportamenti concreti: parlo di D’Alema, il primo capo di governo che ha trascinato l’Italia in guerra dopo il 1945; ma ve la segnalo soltanto per tempi migliori, qui Assange fa solo da comparsa.

* * *

bene, io non credo che nessuno ma proprio nessuno andrà ad aprire i link che ho dato, neppure i primi due, neppure uno solo dei tre a scelta.

però spero di avere detto lo stesso, senza parere, tutto l’essenziale che penso sulla guerra come soluzione alla crisi economica che le cancellerie stanno febbrilmente studiando e che potrebbe scoppiare prima di quanto immaginiamo nel Pacifico, in Iran, non credo in Siria, in Europa come guerra civile, o fra la Russia e qualche suo vicino.

e che è resa più probabile dalla mancanza di un solido e diffuso movimento pacifista.

mobilitarsi intanto per Assange non serve a diffondere il culto sempre sgradevole di un eroe dei nostri tempi, che avrà sempre le sue magagne nascoste come tutti gli eroi, ma è uno dei modi per fare crescere un movimento di questo genere, che è l’unica vera assicurazione che abbiamo contro il rischio che una guerra possa scoppiare davvero.

4 risposte a “alla guerra di Assange per rifiuto della guerra. – 408

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