l’intelligenza inconsapevole. – borforismi [155]

16 novembre 2012 venerdì 19:22

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l’intelligenza è sempre inconsapevole.

faccio un esempio.

qualche tempo fa un blogger, non ricordo ora chi, pubblicò un rompicapo famoso: si tratta di 5 uomini di nazionalità diversa che abitano in 5 case di colore diverso, bevono ciascuno una bevanda diversa, ed hanno ciascuno un animale in casa.

vengono date 12 informazioni in tutto, molto frammentarie, sugli abbinamenti di queste caratteristiche oppure sulla posizione della loro casa rispetto alle altre, che entra come quinta variabile nel gioco.

alla fine la domanda è di chi è il pesciolino rosso.

* * *

il blogger che ha proposto il test ci aveva messo circa mezzora risolverlo.

io l’ho affrontato costruendomi una tabella excel in cui ho inserito via via i diversi punti fermi a cui si arrivava combinando i dati fra loro: si trattava di capire quale era il primo dato da cui partire e come si incastravano via via gli altri con questo, individuando ogni volta il passaggio giusto; verso la fine si arrivava ad una doppia scelta irrisolvibile in se stessa, e si trattava di percorrere le due alternative, verificando che una di loro era un vicolo cieco che portava a contraddire i dati già noti.

ci ho impiegato 20 minuti, ma sono arrivato ad una doppia contraddizione insolubile, per una distrazione; quindi ho dovuto riprendere in mano l’operazione, che la seconda volta mi ha richiesto meno tempo, ma ho sicuramente sforato il tetto dei 30 minuti lo stesso.

però quando sono arrivato alla risposta mi è scappato da ridere: perché era quella che io avrei dato ancor prima di fare tutti questi passaggi.

non chiedetemi perché, ma per me era assolutamente chiaro da subito che il proprietario del pesciolino rosso era il tedesco.

* * *

credo che questa sia l’intelligenza inconsapevole.

l’altra è solo ragionamento: qualunque macchina impostata con un programma adeguato sarebbe arrivata alla risposta giusta, probabilmente nello stesso tempo istantaneo con cui io avrei dato la mia prima incerta risposta, data la maggiore velocità di calcolo della  macchina rispetto a me.

si tratta soltanto di costruire un algoritmo adeguato, i passaggi poi seguono da soli, e non occorre intelligenza per arrivare al risultato, ma calcolo.

naturalmente occorre calcolo anche per costruire il meccanismo di calcolo che trasformerà un problema in un calcolo e consentirà anche alla macchina di risolverlo.

* * *

ma l’intelligenza è altra cosa: l’intelligenza non è ragionamento.

l’intelligenza è il programma mentale che risolve il problema, ma non conosce le proprie impostazioni interne che gli hanno permesso di risolverlo.

ecco perché l’intelligenza è inconsapevole ed oscura.

dove non lo è, è calcolo, trasparente, verificabile e chiaro.

dove lo è, è inspiegabile intuizione.

* * *

naturalmente se la mia vita fosse dipesa dal dare una risposta giusta alla domanda sul proprietario del pesciolino rosso, mi sarei ben guardato dal darla di getto, avendo 30 minuti a disposizione, e avrei scelto la via del calcolo, per motivi di sicurezza nella risposta.

ma se mi avessero chiesto di dare quella risposta all’istante senza rivelarmi che da essa dipendeva la mia vita, l’avrei data.

e se mi avessero dato 30 minuti per darla, al 29esimo minuto, ancora affondato nei calcoli, pur di non perdere la partita l’avrei data lo stesso.

e mi sarei salvato la vita.

* * *

nella mia vita concreta ricorro all’intelligenza oscura tutte le volte che posso usarla senza rischiare nulla di serio, e quindi nelle normali scelte di vita (in questa fase di solito considero la mia vita una delle variabili di scarso rilievo, perché non la ritengo in discussione, e non la prendo in considerazione), oppure quando la mia stessa vita è in gioco (e quindi da capo uso l’intelligenza oscura per le scelte decisive di vita, almeno in seconda battuta).

insomma uso il ragionamento e il calcolo per le scelte di media importanza, l’intuizione – che non può dimostrarsi certa di nulla perché a volte sbaglia e non saprebbe correggere i suoi errori – nelle scelte o poco importanti o assolutamente decisive e in mancanza di alternative.

fu così, ad esempio, che una volta, di fronte a due autobus in Turchia che facevano lo stesso percorso sotto la pioggia, uno per la via più lunga e lenta del mare, uno per la via breve di una strada interna, scelsi il primo, e l’altro cadde per la scarpata e morirono tutti.

tremo ancora a pensare che quel che mi salvò la vita fu quella volta non l’avere seguito la strada del calcolo.

* * *

così disse il baba bortocal, e il succo del suo insegnamento è questo:

se ogni volta vedrete in gioco la vostra vita dove non lo è, vi precluderete la strada dell’intelligenza e sceglierete quella del calcolo anche dove non è affatto necessario.

20 risposte a “l’intelligenza inconsapevole. – borforismi [155]

  1. Interessante punto di vista
    Ma se volessi essere provocatorio potrei chiederti perché (seguendo la tua logica) non indovini anche i numeri del lotto. Insomma l intuizione e’ una fenomenologia curiosa ma terreno sdrucciolevole e anche la storia Dell autobus in Turchia potrebbe essere inquadrato come volere di Dio. O karma buddista. Oppure, come tendo a pensare io, tanto culo.

    • bravo, masticone: finalmente una voce di buon senso, e non poteva che venire da te.

      se questo post non l’avessi scritto io, avrei reagito nella stessa maniera, ma forse sarei stato anche più duro… 🙂

      devo però purtroppo darti una cattiva notizia: una volta, una volta sola, grazie ad un sogno, i numeri del lotto li ho anche indovinati…

      a questo punto, però, indubbiamente, una volta che abbiamo definito l’intelligenza come inconsapevole, la questione se continuare a chiamarla così, oppure kharma, oppure “culo” è una semplice scelta stilistica…

      l’unico stile che non mi sento di adottare è quello che intende il tutto come volere di Dio, ma più che altro per una forma di rispetto per Qualcuno che dovrebbe avere di meglio da fare…

      grazie del commento, e benvenuto.

  2. non posso competere con l’elaborazione filosofica che hai fatto, ma ricordo il film comico (vagamente demenziale) “e alla fine arriva Polly” in cui un assicuratore usa il suo programma professionale di valutazione rischi per decidere quale fosse la compagna ideale (trovandosi anche a non saper decidere quali fossero rischio o vantaggi, come il non avere una carriera).
    insomma, razionalizzava al massimo una scelta prettamente non razionale.
    emotiva, diremmo, ma anche intelligente.

    il fatto, secondo me, è che viviamo in una società che ha fatto del metodo-razionalità un suo marchio essenziale. di un certo tipo di razionalità, per dire la verità, prettamente logico-matematico.
    in ogni caso, è un approccio troppo riduttivo.

    • la tua sintesi finale del significato del post mi sembra perfetta, anche se l’espressione “elaborazione filosofica” riferita ad esso mi imbarazza un poco.

      la microrecensione del film andrebbe inserita in una qualche rubrica fissa di recensioni in tre righe: mi ricorda quelle che anni fa scriveva Veltroni sulla pagina dei programmi tv di Repubblica.

      (… se mi giuri che questo paragone non ti darà alla testa… :))

      • al tuo paragone mi sono immaginato una scena bruttissima, provo a descrivertela:
        studio di SkyTG24, dibattito fra i candidati alle primarie del centrosinistra 2035.
        Presentatore chiede ai candidati: “due nomi nel vostro pantheon?”
        Red: “Walter Veltroni e Massimo D’Alema”
        … 😉

        ad ogni modo, trovi sia una recensione?

        • a giudicare dalle due righe finale non avrei dubbi al riguardo del carattere di recensione della prima parte del tuo commento… 🙂

          nel 2035 dovrei avere, se in vita, 91 anni e celebrare più o meno il cinquantesimo anniversario da quando ho spento la tv…

          anche se nel ricovero dovessero tenermi la tv accesa in camera, penso che sarei così rinconglionito da non capire nulla; in ogni caso faccio conto che la mia leggera propensione agli arresti cardiaci immotivati risolva il problema con notevole anticipo. 🙂

          • e sul serio vorresti perderti il magico momento in cui un futuro leader del centrosinstra riconosce quei due come “padri nobili”??
            sarebbe anche meglio della riabilitazione di Craxi!!

            • oh scusa, non avevo percepito le tue aspirazioni renziane… 😉

              ma io per allora più che da rottamare sarò da seppellire 🙂 🙂 🙂

              ma tu pensi davvero che potrà ancora esistere un centrosinistra nel 2035?

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