8 gennaio 2013 martedì 19:48
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dal blog di Lucadic67 un post che descrive come muore Taranto.
c’è più verità sull’Italia in questo post impressionante. che descrive la distruzione di una città, che in tutti gli articoli della stampa online di oggi…
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L’attesa e’ snervante e l’amico mio operaio all’improvviso mi fa:
Sai che ti dico? Forse se chiude l’Ilva è meglio, almeno sappiamo che fine facciamo.
Io rimango incredulo pensando ai giorni della resistenza in fabbrica di tutti gli operai che, alle minacce di Riva di andar via da Taranto, occuparono simbolicamente in toto la fabbrica tarantina.
Oggi quando ho sentito tutto ciò ho pensato che forse gli stessi operai sono logori dal braccio di ferro tra magistratura e azienda stessa.
I bilanci del gruppo Riva hanno diverse pecche negative e i creditori sono tanti.
L’amico poi concludendo mi dice:
Sai, non posso programmare acquisti, poiché forse ci spostano la data dello stipendio, sempre se arriverà.
Insomma siamo all’epilogo di una vicenda triste che da una parte vede la “vittoria dei Riva” fino a questo momento sul piano del diritto di proseguire a produrre, e dall’altra vede una città e gli stessi operai consumati dal futuro incerto.
Oggi intanto il Quotidiano di Taranto scrive:
Una nuova eccezione di incostituzionalità di alcune norme della legge detta “salva Ilva” è stata presentata dalla Procura di Taranto al Tribunale del riesame che oggi discute dell’appello presentato dal siderurgico contro la decisione del gip di respingere l’istanza di dissequestro dei prodotti finiti e semilavorati.
La questione è già stata posta dinanzi al gip dalla Procura che ha anche depositato presso la Corte Costituzionale un ricorso per conflitto di attribuzione contro il decreto legge approvato dal governo ai primi di dicembre e successivamente convertito in legge dal Parlamento.
La eccezione di costituzionalità riguarda in particolare le parti della legge che consentono all’Ilva di fatto di superare il sequestro penale dei prodotti che, secondo la Procura, sono frutto di reato perché realizzati con gli impianti a caldo dell’Ilva sottoposti a sequestro perché inquinanti.
E tutto questo è stato detto con lo sfondo di carcasse di auto bruciate, quasi a voler significare lo sbando di una città intera e la fine di un equilibrio delle parti tra il diritto al lavoro e quello alla salute.
Incredibile…pare una città in stato d’assedio…. 😦
L’ha ripubblicato su cor-pus-zero.