12 gennaio 2013 sabato 07:28
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tutti gli esseri umani e sempre vivono nell’ingiustizia, dato che giustizia e ingiustizia sono semplicemente un sentimento soggettivo.
quindi, come per gli altri sentimenti, è sempre molto soggettivo che peso dargli nella vita e nella scrittura.
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se vogliamo dare peso al sentimento dell’ingiustizia nella nostra vita, allora subentra l’indignazione.
il nome sembra accennare al fatto che, indignandoci, rendiamo la nostra vita meno degna.
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ma, se la sofferenza per l’ingiustizia, cioè l’amore per la giustizia, è il fondamento dell’indignazione, di che cosa sarebbe meno degna la vita dell’indignato, che si abbrutisce la vita?
meno degna di essere vissuta, indubbiamente: il nostro lessico sembra poco favorevole alle virtù civili.
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la prima parte di questo borforisma stava mimetizzata in un commento del 9 gennaio 2013, e ha generato il resto della riflessione odierna.
L’ha ripubblicato su cor-pus-zero.