come (non) votare alle elezioni politiche. – 36

22 gennaio 2013 martedì 21:39

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via via che procede questa campagna elettorale, si fa sempre più evidente il suo carattere assolutamente degradato.

sembra impossibile ogni volta che ci possa essere una campagna elettorale peggiore della precedente, eppure, sorprendentemente ci si riesce.

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non parlo solo degli episodi grotteschi di queste ore e dell’esplodere disgustoso dell’arroganza impunita di una vera e propria casta alimentata dal berlusconismo.

tutti siamo capaci di ridere quando vediamo un candidato di Berlusconi, sul punto di essere arrestato perché organico alla camorra, e dunque ladro, che fugge con le liste del partito che rifiuta di candidarlo, confermando di essere un ladro almeno di liste.

ma parlo di una cosa ancora peggiore e che non fa ridere, sorridere e neppure protestare nessuno, cioè dell’assenza di ogni autentico tema programmatico, assenza alla quale non si sottrae nessuno, tranne forse Berlusconi che agita i soliti temi adatti ad un elettorato ottuso che guarda all’immediato e dimentica che quest’uomo, un anno fa, stava per far fallire lo stato; e adesso prova a rianimare il blocco sociale che l’ha votato in questi vent’anni quasi e ha rovinato il paese.

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dalla destra berlusconiana alla “sinistra” democratica l’unica parola d’ordine è “Vinceremo”.

è uno slogan mussoliniano della seconda guerra mondiale, molti dei miei lettori sono di mezza età e a scuola l’hanno imparato, ma il riferimento non è casuale, come non è casuale che chi diceva “Vinceremo!” poi la guerra l’abbia persa distruggendo il paese.

“Vinceremo!” è lo slogan di Berlusconi oggi: i suoi elettori sono del resto ampiamente tifosi, cioè in stato comatoso, nel senso letterale del termine.

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e “Vinceremo!” era lo slogan con cui il non rimpianto Veltroni condusse la campagna elettorale del 2008 per conto di un Partito Democratico che aveva provato a berlusconizzare completamente.

mentiva sapendo di mentire, ma gli serviva per cancellare dal parlamento la sinistra critica, e ci riuscì.

operazione miope, perché la sinistra critica in Parlamento ci tornerà, come è giusto che sia, perché non ha senso cancellare una componente reale della società italiana, ma ci tornerà a fare danno, come ne fece al tempo del primo e del secondo governo Prodi.

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già oggi sentiamo Ingroia, che si è posto come leader di una confusa accozzaglia, caratterizzata solo da un radicalismo antipolitico e suicida, teorizzare apertamente che Berlusconi è meglio di Monti.

Ingroia, che ha abbandonato un posto di battaglia vero alla Procura di Palermo, per mettersi a capo della variopinta alleanza di Verdi, Comunisti, Dipietristi, cioè dei berlusconisti di sinistra, che si preparano di nuovo a provare a sostenere Berlusconi in Parlamento senza dirlo, e in nome della rivoluzione.

come hanno fatto sin dal 1998, quando Bertinotti fece cadere Prodi e fece quindi entrare con D’Alema l’Italia nella guerra di Serbia.

complice (credo), oppure totalmente cretino e accecato dallo spirito vanesio e dagli spazi televisivi che l’astuto proprietario della Fininvest gli concedeva, sapendo bene che ogni apparizione in tv di Bertinotti col cashemire e l’erre moscia faceva perdere voti al partito della rivoluzione comunista.

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Bersani ripete oggi come Veltroni cinque anni fa che vincerà e dal punto di vista della logica di potere non resta che augurarsi che ce la faccia questa volta, dato che nel mondo politico reale l’alternativa è l’incredibile nuova vittoria di Berlusconi che avrebbe tutto il sapore di un suicidio collettivo annunciato; e questa volta almeno non mente sapendo di mentire.

ma quanto potrà reggere la tattica di provare a vincere le elezioni facendo il pesce in barile e cercando di non dire nulla?

ho sentito persino Bersani dire che la scuola italiana, ultima per competenze degli studenti nelle classifiche internazionali tra quelle dei paesi europei, non ha bisogno di interventi.

lo capisco, perché la lobby dei docenti è feroce e rabbiosa ed ha affossato negli ultimi vent’anni ogni tentativo di cambiamento, lasciando passare solo l’insignificante “riordino dei cicli” della Gelmini, ma a me è venuto da piangere, sentendo questa penosa furbata di buonsenso emiliano.

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il vero problema è l’intero vergognoso dileggio sotto forma di “campagna elettorale” di un popolo bue intero, che non aspetta altro che di essere preso per il culo.

si può reagire senza disgusto davanti a questo incredibile e vergognoso teatrino dei pupi che dovrebbe indurci a rifiutare di partecipare al gioco perfino se ci fosse una legge elettorale meno truffaldina?

e tuttavia – lo dico nel mio radicalismo critico e dal mio punto di vista dell’astensionismo attivo alle elezioni politiche:  a chi accetta di stare dentro questo gioco di bari, a chi decide di votare, non resta che votare Partito Democratico o meglio ancora Vendola, per evitare il peggio, considerando con che tipo di legge elettorale tocca votare.

perché se troppi voti vanno a destra del Partito Democratico, a Monti, oppure alla sua sinistra, vera o falsa, a Ingroia, oppure a Beppe Grillo, e quindi il baricentro vacuo della sinistra diventa troppo sottile, la legge elettorale fatta da Berlusconi fa in modo che vinca ancora lui, da minoranza come è sempre stato.

a conferma appunto che queste elezioni non sono libere, come mai lo sono state dal Porcellum in poi, e che l’elettore è messo nelle condizioni di non potere davvero esprimere se stesso nel voto.

e non è possibile e non è giusto che la destra minoritaria possa vincere perché sa compattarsi attorno al tema del potere e la sinistra perda perché si divide in nome dell’ideologia.

le elezioni non sono una scelta di vita: sono uno strumento pratico per ottenere degli obiettivi ed avere un certo tipo di governo, magari che eviti il collasso del paese, sempre incombente.

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io comunque non voterò.

non lo consiglio ad altri, ma occorre pure, come nei plebisciti fascisti, dove si doveva votare per il “Vinceremo!”, che ci sia una trascurabile percentuale della popolazione che si rifiuta di dare il suo consenso a questa turpe operazione e che lascia una testimonianza nella speranza di tempi futuri migliori, rinunciando a dare il suo consenso ai giochi già fatti alle spalle degli elettori…

10 risposte a “come (non) votare alle elezioni politiche. – 36

  1. Hai scritto:
    “a chi decide di votare, non resta che votare Partito Democratico o meglio ancora Vendola, per evitare il peggio”,
    … e allora, coraggio, dai una mano a coloro che decidono di votare!
    Io andrò a votare.

    • be’, non ti sembra che lo abbia fatto proprio anche qui sopra? 🙂

      mi sembro Montanelli, al quale comincio ad assomigliare anche per l’età, quando diceva “tappatevi il naso e votate per… il Partito Democratico”; lui veramente diceva “per la Democrazia Cristiana”, forse non c’è troppa differenza, ma c’è perfino un po’ di correttezza in più e di corruzione in meno, quantomeno dove hanno governato meno.

      non chiedermi però di dichiararmi entusiasta della scelta: mi si leggerebbe la menzogna in faccia… 😦

  2. Ora ho letto (effettivamente potevo mettere tutto insieme, ma la fretta…)
    Mi rammarico di non saper rispondere e forse anche di essere d’accordo: purtroppo il voto a Vendola o al Pd è l’unico che non andrebbe a Monti o a Berlusconi.
    Ma è deprimente, è tremendamente deprimente.

    • a me, se sei d’accordo non dispiace affatto, cara ella ;).

      anche io penso che il voto a Vendola e Bersani sia il male minore, ma concordo con t sul senso di frustrazione per questa costrizione, che in me è comunque così forte da impedirmi di votare…

  3. la tua disamina del panorama politico italiano non fa una piega..!
    hai solo omesso l’estrema sinistra che ha nostalgia del sistema sovietico duro e puro
    e la solita intramontabile e grande meretrice (esclamazione del grande Poeta) ovvero SANTA ROMANA CHIESA che in fatto di intrallazzi plitico.economico non e’ seconda a nessuno.
    tanto per dirne una nel bubbone PASCHI SIENA esploso improvvisamente c’era anche lo zampino della curia senese e dell’opus dei.( by the way quel delinquente di mario monti a devoluto l’imu a quella banca).

    • ma come? il paragrafo tranchant su Ingroia e i diversi partiti comunisti dentro la sua lista non ti basta ancora?

      sulla chiesa sai anche come la penso, e non posso fare una enciclopedia ogni volta: ora sta con Monti, suonino le campane, o meglio: squillino le trombe, ha abbandonato il Berlusca, e – sorpresa – la cosa conta molto poco, le campane suonino ancora di più.

      su Monti, non è affatto un delinquente, a differenza di chi lo ha preceduto, e questa è comunque una cosa che conta.

      seconda differenza, è anche uno competente, e non un piazzista di se stesso; e anche questo conta.

      la politica dei salvataggi bancari non è di Monti, ma di tutto l’occidente: tempo fa ho spiegato in un post dedicato che cosa successe negli USA quando nel 2008 provarono a far fallire una banca.

      resto contrario al salvataggio delle banche, vorrei fossero salvati i depositi fino a 20.000 euro come in Germania (in Italia il tetto è a 100.000!) e poi si lasciassero affondare banchieri e azionisti.

      ma le banche sono un sistema di scatole cinesi e se ne affossi una rischi di affossarle tutte.

      io direi: poco male: ne nascano di nuove.

      o quantomeno, dove lo stato salva diventi almeno proprietario: questo è normale ovunque salvo che in Italia, dove l’opinione pubblica dorme e si scuote con una vuota indignazione come la tua, scusami edoardo, solo qualcuno le agita sotto il naso il drappo rosso per distoglierla da qualcos’altro…

  4. nemmeno Obama riesce a vincere la sua battaglia contro l’alta finanza figurati cosa possono quei quattro burattini che spesso,con grande spregio nei nostri conftonti,amano definirsi servitori del popolo.

    • dai tempo al tempo, alla fine il problema finirà con l’imporsi a livello internazionale, per oggettiva impossibilità di fare altrimenti: è lì che si dovrà risolvere.

      visti i primi passi dell’Unione Europea sulla Tobin Tax?

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