slides. – borforismi [31]

3 febbraio 2013 domenica 10:21
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il viaggiare ci fa sentire limitati, perché ogni viaggio è una sliding door che ci proietta in un altro mondo possibile…
 
vivere tra dimensioni diverse le fa sentire tutte provvisorie.
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ogni viaggio è come una lunga seduta di meditazione.

16 risposte a “slides. – borforismi [31]

  1. Siccome poi ogni situazione è provvisoria, anche per coloro che non viaggiano, allora viaggiare corrisponde a prendere consapevolezza di questo fatto, assecondare la nostra natura di precari

    • hai fatto bene a dirlo, doriana: il borforisma vale anche per coloro che viaggiano tra una casa e l’altra; e poi in fondo anche ogni ristrutturazione è un viaggio da noto verso l’ignoto, no? 🙂

      l’unica cosa su cui non mi esprimo è questo “siamo tutti precari”: oramai mi sembra una parola politically uncorrect (si dice così?) 🙂

  2. Bisogna vedere come e perché ci mettiamo in viaggio. Da queste risposte dipende l’entità del limite. Alcune volte si attraversano mari e monti per conoscere altro, ma sotto ai nostri occhi passano cose che neanche vediamo. Si cerca qualcosa altrove e si sfugge da qualcos’altro. Allora accade che vedere luoghi diversi diventa cosa inutile.E si ritorna da ogni dove come se non si fosse mai partiti, ma delusi.

    • mi fai venire in mente Seneca, Lettere morali a Lucilio, 28: la più celebre tirata contro il viaggiare nella storia della civiltà occidentale (mi pare che dica qualcosa contro anche Lao Tzu, ma ora non ricordo bene).

      a guardare bene, però, questa lettera riguarda soltanto chi ritorna da un viaggio senza essersi “scrollato di dosso la tristezza e il peso che opprimono la mente”: uno stato d’animo simile a quello della delusione di cui parli tu.

      Seneca dice: “i tuoi difetti ti seguiranno ovunque andrai” e cita una frase di Socrate: “Perché ti stupisci, se i lunghi viaggi non ti servono, dal momento che porti in giro te stesso?”

      insomma, il riferimento di entrambi, e forse anche tuo, è al viaggiatore nevrotico, a quello che viaggia non per amore del viaggio o curiosità, ma per sfuggire a se stesso.

      una partenza col piede sbagliato: come viaggiare esige una buona forma fisica, così un viaggio, per riuscire, ha bisogno anche di una situazione di equilibrio psicologico: senza di questa può diventare un tormento.

      chi viaggia deve essere abbastanza in pace con se stesso da essere pronto a concentrare la sua attenzione fuori di sé.

      ecco il viaggiatore di cui parli tu: quello che cammina e non vede, perché la sua mente è occupata da altri problemi.

      sì, concordo con te e con Seneca e con Socrate: in questo caso è meglio affrontare se stessi piuttosto che luoghi ignoti.

      ma non negli altri casi, direi…

      del resto forse anche Seneca è d’accordo con me, perché più avanti, nella stessa epistola, scrive, e in parte si contraddice:

      “Quando ti sarai liberato da questo male, qualsiasi cambiamento di località diverrà un piacere. (…) Bisogna vivere con questa convinzione: “Non sono nato per un solo cantuccio di terra, la mia patria è l’universo intero”.

      • A proposito di viaggi ho ricordato un tema da me svolto ai tempi di scuola. Ho avuto un Prof. eccellente e mi valutò bene 🙂 Parlai del viaggio di Mattia Pascal per una nuova vita e di un dialogo immaginario con il suo canarino, ingabbiato come lui senza rimedio.
        “Subito, non tanto per ingannare gli altri, che avevano voluto ingannarsi da sé, con una leggerezza non deplorabile forse nel caso mio, ma certamente non degna d’encomio, quanto per obbedire alla Fortuna e soddisfare a un mio proprio bisogno, mi posi a far di me un altr’uomo”.

  3. Se poi si vuole allargare il significato della parola “Viaggio”, non limitandolo solo agli spostamenti fisici, questa considerazione diviene ancora più vera;
    viaggiare, vedere altro, vedere l’altro da noi e dal familiare, a volte basta un saluto in più per scoprire altri mondi.

    • sì, allarghiamolo il senso della parola “viaggio”.

      il più antico vangelo, ancora nella forma di raccolta di detti, che è quello di Giuda “Tommaso”, cioè fratello gemello in ebraico, di Jeshu, ne contiene uno strepitoso: “Siate viandanti”.

      il modello di vita proposto è quello chi spezza le radici, lascia il padre e la madre, non si preoccupa del futuro, e si pone in viaggio: cioè vive la vita in una situazione scelta di instabilità, accettandone e facendone propria la vera natura che al contrario le religioni cercano invece di occultare.

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