Madurai, Tamil Nadu, India: Blad runner e il tempio della dea Menashki, nel mio viaggio in India n. 6 – 139

non c’è video sull’impatto visivo che mi fa il più alto gopuram, l’alta torre di forma digradante e addensata di centinaia di figure colorate in rilievo, del tempio della dea Menashki, quando ci arriviamo, a Madurai, il 6 novembre 2010, col nostro taxi da Munnar, Mike ed io: la batteria era scarica.

mi viene in mente adesso che potrei barare e prendere la stessa immagine dalle foto del giorno dopo; anzi, in fondo non ho proprio nessun motivo per non farlo, se non quello dell’intero commento musicale da rielaborare: operazione piuttosto faticosa, considerando che il montaggio è già finito ed il video caricato su You Tube.

fatto: è bastato raddoppiare le note dei primi 6 o 7 secondi del primo video montato, non suona neppure male; cancellare dal sito la vecchia versione; e nello stesso tempo accorgersi di quante note ci stanno in così pochi secondi.

* * *

però ora rileggo le annotazioni della giornata, e mi rendo conto che in questo modo ho falsificato le immagini reali, dato che ci trovo scritto:

è una emozione arrivarci, col gopuram occidentale (…) che nelle ombre del pomeriggio sta in fondo alla via con tutta la maestosità dei suoi 47 metri di altezza, ed il frastagliamento delle centinaia di figure scolpite da questa distanza fa come un pulviscolo di vibrazioni vitali che lo percorrono, dato che i vivaci colori delle divinità controluce si perdono quasi del tutto.

qui invece le figure sono esposte alla luce.

ma non è il caso di farsi troppi problemi: ogni forma di memoria è già per sua natura una forma di rielaborazione e falsificazione del passato, quindi preferisco dare in qualche modo l’impressione dell’impatto visivo del tempio dal basso, dalla strada lercia e miserabile dalla quale arriviamo e vederlo.

più tardi aprirò l’obiettivo della videocamera finalmente di nuovo funzionante sulla sua emozionante vista notturna dall’alto della terrazza della Guest House, proprio davanti a lui, mentre attorno si accendono le luci casuali e accompagnate da un tripudio di esplosioni dei mille fuochi artificiali di una festa che sembra accoglierci per dare corpo al nostro entusiasmo.

La stanza più bella dell’hotel è al sesto piano, dove saliamo accompagnati da uno scorbutico vecchio inserviente, ed entriamo in una terrazza sulla sterminata città nella città rappresentata da questo tempio della dea Sri Menakshi, la sua protettrice.

La città che esisteva già al tempo di Alessandro e qui fu ambasciatore Megastene, che per primo ne scrisse le imprese e che fu oggetto dei miei studi universitari: ed ha una superficie di 6 ettari, cioè di 60.000 metri quadrati, come 1.000 trilocali, oppure 4 o 5 basiliche di san Pietro incollate assieme a formare un parallelepipedo che si avvicina senza raggiungerla alla forma di un quadrato di circa 250 metri di lato; e ha, oltre ad una cupoletta crestata di decorazioni, piccola e bassa, che quasi non si vede, nonostante sia tutta ricoperta d’oro, 12 gopuram, oltre che nei quattro punti cardinali, in altri diversi.

E costituiscono come una foresta di torri figurate entro le quali lo sguardo si perde lontano a guardarle quasi senza fiato da questa terrazza alta verso di loro e per il resto dominante una citta’ anonima e brulicante. (…)

Guarda, Mike, siamo nella citta’ di Blad Runner, una Blad Runner della preistoria che è anche una archeologia del futuro; vorrei dirgli questo, ma non credo che lui abbia visto il film.

* * *

nel video alle immagini notturne seguono quelle del risveglio, che mi godo dalla terrazza mentre dal recinto immenso del tempio salgono in sottofondo le voci già dei primi canti e delle prime preghiere che si mescolano ai voli degli uccelli nel cielo un poco grigio e velato.

forse anche qui dovrei invertire la successione per restituire l’ordine reale delle esperienze compiute; però questa volta non mi pare possibile, talmente legate al momento dell’alba sono le immagini del tempio nella fioca luce del risveglio.

* * * 

Madurai era stata l’ultima tappa mentale, rimasta irraggiungibile per limiti di tempo, del mio primo viaggio in India nel 2005: la rutilante descrizione del suo tempio, della stessa guida Lonely Planet tutta consunta che sto usando per questo viaggio, era rimasta nella mente come qualcosa di mitico.

il mito ora è davanti a me, e dicendo “ora” intendo quel corridoio del tempo-spazio che me lo riporta davanti in un momento diverso, mentre mi avvolgo nella stessa emozione che mi fa sentire insignificante e fa apparire  il tempo – spazio una mera illusione che frammenta un’unità fondamentale più profonda che non è toccata da questa frantumazione dell’emozione in pezzetti di specchio differenti.

* * *

è una delle emozioni che ti regala la religione, questa dell’annientamento individuale entro qualcosa che è più grande di noi, singolarmente presi; e qui in India me la posso regalare, da non credente, senza nessuna riserva mentale, dato che mi viene donata da una religione che non è e non potrà mai essere la mia, per quanto io possa  ammirarla e farmene coinvolgere.

ecco forse l’occasione regalata da una bella coincidenza nata da un commento di ieri di Pino, per dire di questa religione il concetto essenziale, che è proprio quello che stavo sforzandomi di dire qui sopra, ma che ci ritorna attraverso la forza meravigliosa di immagini libere dalla balbettante incertezza delle mie parole, come le ritrovo già soltanto nella volgarizzazione di wikipedia:

La condizione di sofferenza dell’uomo (… è) dunque causate da una errata percezione della realtà: entrando nel mondo fenomenico (Saṃsāra), lo sperimentatore dimentica la propria identità universale e si identifica invece con i suoi veicoli.

Per far comprendere meglio questo concetto, Shankara riporta più volte un esempio molto semplice: quello della brocca e dell’aria in essa contenuta.

L’aria contenuta nella brocca è identica a quella al di fuori di essa; non c’è alcuna distinzione, così come non c’è differenza tra l’anima individuale e quella universale.

È solo l’illusione o ignoranza metafisica, ciò che produce il senso dell’io (detto ahamkara) e della separatività; è solo la brocca d’argilla ciò che separa l’aria interna da quella esterna.

Quando la brocca si infrange, l’aria che si trovava dentro si ricongiunge in modo indissolubile a quella fuori, realizzando il proprio stato primordiale di unità inscindibile, di completezza senza parti, di integrale coscienza di sé; l’aria nella brocca non diventa “parte” dell’aria esterna, ma diventa “uno” con la sua totalità, diventa la stessa aria presente al tempo stesso in ogni luogo.

Così, quando la liberazione è ottenuta, l’idea di essere anime “individuate” lascia spazio alla coscienza allargata di non essere in nulla e per nulla differenti dal Brahman, ossia, di essere il Brahman stesso, di essere uno con Lui e con tutte le Sue manifestazioni, di essere uno con tutto e con tutti.

13 risposte a “Madurai, Tamil Nadu, India: Blad runner e il tempio della dea Menashki, nel mio viaggio in India n. 6 – 139

  1. saranno anche parole balbettanti, come tu scrivi e come io non credo, ma utili per portarmi alla mente la bellezza dell’esame di induismo che ho sostenuto anni fa e la difficoltà per i figli della filosofia greca nel mettersi sui passi della filosofia indiana per afferrare il senso della presenza dell’universale dentro di sé e di sé nell’univerale. Felice domenica

    • ciao, simone, grazie del commento incoraggiante.

      ti invidio il tuo esame di induismo, forse oggi mi riuscirebbe più naturale muovermi nel quadro di concetti ai quali credo di essermi accostato con voglia di capire e disponibilità ad accogliere, ma senza una formazione teorica adeguata.

  2. Il tuo resoconto mi ha colpita in positivo , è una religione che non conosco però mi piace . Il mio pensiero è assai semplice ,sono una particella parte dell’universo il ricongiungimento avverrà ,magari la composizione non appartiene a questa Galassia , rafforza l’idea dell’Universo ,che l’uomo conosce in parte . Non ho fede ,la scienza non riesce a dare risposte complete però come ci ha spiegato Margherita Hack alcune sostanze che compongono il nostro corpo provengono dalle reazioni nucleari delle Supernove . Ecco questa risposta che mi interessa perché mi aiuta a che pensare la mia filosofia spicciola dipende dalla corrispondenza con questa appartenenza che mi pare di sentire .
    Tu ci vedi un nesso con questa religione ?
    Adesso guardo il video .

    • io ci vedo un nesso con ogni religione autentica; e con questo intendo che la vera religio, cioè il legame che ogni uomo stabilisce con gli altri e col mondo in cui vive, è fondata su questo senso di appartenenza.

      anche io ho riletto il post, che dopo tanti anni mi pare scritto da un altro, e mi pare che quella della brocca e dell’aria che contiene sia una parabola splendida.

      sempre più vedo i limiti del cristianesimo, evoluzione di una attesa politica così calata nel mondo.

      a parte mi rendo conto che in questo resoconto del 2013 non solo non ci sono state le riprese, per la batteria dimenticata scarica, ma anche è saltato ogni riferimento all’incredibile viaggio di cinque ore in taxi attraverso i monti Ghati, che è considerata una delle strade più pericolose, ma anche più spettacolari del mondo.

      ma per fortuna c’è quello del 201o, almeno il racconto: https://bortocal.wordpress.com/2010/11/07/381-xi-9-il-sapore-dolciastro-di-madurai/
      e probabilmente non l’ho citato dieci anni fa, perché stavo soltanto commentando i video, e appunto mancando il video non c’era niente da commentare.

      e, per le immagini della strada potrebbe bastare questa?
      https://timesofindia.indiatimes.com/travel/web-stories/the-finest-destinations-in-indias-eastern-ghats/photostory/82521041.cms

        • non capisco di che Australia parli :-). l’Australia è soltanto citata alla fine, per un altro stock di foto, diverso da queste.

          il link da me funziona benissimo, mostra soltanto foto indiane, e la prima è quella che interessa, con la strada incredibile di cui si parla in questo post.

  3. Sono completamente d’accordo con te . Sono a passeggio nel borgo dove vivo …In particolare sono nei giardini di fronte alla biblioteca della Fornace . Per me è la zona più bella di Moie ,a due passi c’è un laghetto artificiale immerso nel verde … Guarderò con piacere i video che mi hai postato .

  4. Allora ho guardato diverse foto. Una con la strada che hai percorso in taxi , effettivamente è tortuosa . Anche se vederla è diverso che percorrerla, ho cliccato ancora ed è uscita una foto dell’ Australia , credo che ne esista solo una . Prova anche tu ,dovrebbe comparirti . Ciao

    • non capisco proprio né il tuo commento precedente né questo.
      in fondo alla galleria di foto dei Ghati dell’India, che ti ho mandato, ed è del TimesofIndia, il principale quotidiano indiano, c’è un link che rimanda ad un’ALTRA galleria di foto dell’Australia dello stesso giornale.
      e allora dov’è il problema?
      dov’è che ti avrei mandato io?

      la foto che mi interessava che tu vedessi è la prima, e mi pare francamente incredibile.
      ma vedo che non ti ha fatto molto effetto; okay, ci può stare.

      ma sei tu che sei andata avanti, oltre questa foto, di tua iniziativa e poi mi chiedi dove ti ho mandato?
      io manco mi ero accorto che ci fossero altre foto dell’India, figurati.

      questi tuoi commenti sono veramente privi di senso comune.

      ciao.

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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