per un’operazione idiota come arrotolare la lingua a forma di tubicino e farla sporgere dalla bocca attraverso le labbra occorre un gene apposito nel proprio DNA.
provaci: se ci riesci, allora ce l’hai; ma se non hai quel particolare gene, puoi passare la vita a cercare di farlo, non ci riuscirai mai.
temo che la vera intelligenza sia come saper arrotolare la lingua a tubicino.
parlo di quella forma particolare di intelligenza che è il sapere assumere il punto di vista dell’altro, l’unica intelligenza che serva davvero, se la nostra vita è fatta soprattutto di relazioni umane.
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sono convinto che non tutti abbiano pienamente sviluppata la capacità di provare ad entrare in una mente diversa dalla propria, anche se i neuroni specchio che sono la base biologica della compassione sono nel cervello di ciascuno, ma probabilmente in qualcuno rimangono non pienamente utilizzati, come i muscoli della lingua che pure consentono a tutti di arrotolarla.
se non fosse così, il cristianesimo l’islam o il buddismo non avrebbero dovuto inventarsi l’inferno per insegnare il rispetto dell’altro.
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in molti casi l’identificazione con l’altro rimane una semplice reazione emotiva: siamo tutti capaci di sentimenti verso l’immagine mentale che abbiamo degli altri; ma qui si richiede qualcosa di più: quanti capiscono davvero che dietro la nostra immagine mentale di qualcuno c’è una persona vera e reale, che è diversa da quella immagine che ne abbiamo noi?
quanti provano a capire e a mettersi in relazione con la persona vera e non con l’immagine mentale che ne abbiamo?
quanti, nel comportamento quotidiano verso gli altri, provano senza sforzo ad arrotolare la lingua, cioè a mettersi mentalmente nella posizione di chi ci sta di fronte, con una operazione rapida di astrazione mentale, che ci consente di provare a vedere le cose come può vederle il nostro interlocutore, prima di agire?
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anche l’amore a ben guardare, possiamo dire che esiste davvero solo se noi che amiamo o chi ci ama siamo capaci di amare al di là dello stesso desiderio e di come vediamo chi amiamo.
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solo se l’operazione di concretizzazione dell’altro ti riesce con scorrevolezza e facilità mentale e se sei psicologicamente abbastanza sereno, così da non farti travolgere da reazioni emotive immediate, puoi provare a compierla ogni tanto nella giornata, almeno nelle situazioni più impegnative.
naturalmente, poi, c’è anche chi è capace di farla, questa operazione mentale, con la stessa facilità di cui parliamo, ma la destina unicamente al proprio vantaggio.
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se non avete perso il sentimento immediato di positività verso gli altri simili a noi, che nasce istintivamente dal fatto che il nostro cervello è strutturalmente programmato per la solidarietà e la compassione (a meno che non vi insegnino a reprimerla), e se inoltre sapete mettervi mentalmente dal punto di vista dell’altro, credetemi, questo non migliorerà per niente la vostra esistenza individuale, ma è questa l’unica vera intelligenza che serve nella vita sociale e migliorerà la vita del gruppo del quale siete parte.
cosa che del resto potete capire solo se avete il gene del tubicino, per dirla in metafora, se cioè sapete astrarre mentalmente da voi stessi e assumere altri punti di vista emotivi diversi dal vostro immediato e naturale.
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senza un certo grado di diffusione dentro il gruppo umano della capacità di astrazione mentale sulle relazioni sociali, non possiamo neppure parlare propriamente di vera e propria vita sociale umana, ma il gruppo rimane semplicemente un branco.
Buongiorno…e ben svegliato in quel di Madrid…
Bah…io la lingua a tubicino la so fare… 🙂 per il resto ho grosse difficoltà, ma proprio tanta….
ahah ahahh
che metafora…
aahh, ahha, io credo che tutte le altre difficoltà si risolvano se la prima non esiste nemmeno…
un abbraccio.
(da questa sera in Italia….)
Sto provando ad attorcigliarmi il cervello ma non ci riesco, mi daresti una mano? 😛
“quanti provano a capire e a mettersi in relazione con la persona vera e non con l’immagine mentale che ne abbiamo?”
E pensare che qualcuno voleva conoscerla questa persona reale! Poi però sono questi altri a non voler uscire dal loro guscio, come se fuori ci fosse il grande pericolo di cadere, di sentire, di soffrire,….
le tue parole mi ricordano quelle di altri uomini bravi a consigliare “contatti” che poi continuano a vivere dentro il loro guscio di tartarughe con la paura di farsi contaminare dalla vita altrui. 😦
per l’aggrovigliamento del cervello basta leggere con regolarità i miei post per un mese e il risultato è garantito: ne esce un gomitolo di pensieri che non lo saprebbe districare neppure un gatto… 😉
parlando di mettersi in relazione con la persona vera, non intendevo necessariamente una conoscenza non virtuale: la conoscenza fisica non garantisce per nulla che si stabilisca una relazione non con la persona per come è davvero, ma per come si vorrebbe che fosse.
io non vivo affatto in un guscio di tartaruga, anche se mi piacerebbe…
non mi sembrava il caso di conoscersi in un momento in cui stavi per andare in Inghilterra per un periodo non precisato; adesso dove sei? l’occasione potrebbe crearsi.
adesso sono qui, a vittorio veneto, ma non voglio parlare più con nessuno, non voglio conoscere nessuno, non ho voglia di fare nulla, mi sono chiusa.
cara amleta, mi spiace che tu sia in una fase un po’ negativa.
ma abbiamo tempo, e magari in un altro momento sarai più disponibile.
del resto io adesso non ho molte possibilità di muovermi.,
Non ti preoccupare, rimani dove sei. Non ho bisogno di nessuno. Del resto, visti i problemi di salute che hai, non ti avrei mai chiesto un simile spostamento.
be’, sono molto migliorato ultimamente, forse perché non accetto l’idea di essere malato.
è una buona soluzione, dovresti adottarla anche tu.
buone giornate.
Io non sono malata e non ho mai detto di avere problemi di salute. Non mi reputo paziente di nessuno e ho mandato pure la Psicologia a quel paese 🙂
bene, siamo entrambi in buona scompagnia… 🙂
Ciao, posso con fierezza affermare di possedere il gene arrota lingua. Mia moglie credo ne abbia uno che a me manca, lei riesce a muovere le orecchie!!! La invidio tantissimo, odio questa mancanza di controllo sul mio corpo.
Mentre per quanto riguarda il secondo gene sicuramente ne sono sprovvisto, anzi sono sicuro di non avere una visione corretta neppure di me stesso, mi osservo e non mi capisco, spesso mi capita sopratutto allo specchio di non vedermi integrato con ciò che vedo, forse perché come mi costruisco un immagine delle persone con cui interloquisco, ne creo una anche di me stesso, del tipo” come mi vorrebbe vedere bortocal?” ok sono così! Ma dopo ho a che fare con franco e poi Matteo, forse inconsciamente muto ad ogni relazione.
Forse non è intelligenza, ma forza di essere sempre me stesso, e non essere più impegnato a creare una manifestazione di un me diverso, sarei più libero nell’ osservazione e interpretazione dell’soggetto che mi sta di fronte. Mentre scrivo forse ho capito, ma non riesco a esprimermi, ci penso riordino le idee poi torno.
Buona notte ivan
le tue osservazioni sull’immagine di te stesso e sulle sue trasformazioni in relazione con gli altri sono davvero molto interessanti ed allargano la riflessione in una nuova direzione alla quale non avevo pensato.
però adesso sono soprattutto molto incuriosito dal movimento dell orecchie di tua moglie (sempre che tu non diventi geloso…). 😉
se si tratta di muovere i muscoli della pelle del cranio lì’ attorno in modo che indirettamente si muovano un poco anche le orecchie, ci riesco anche io, ma credo sia una cosa comune.
se invece si tratta di movimento auricolare vero e proprio, tipo fox terrier, per intenderci, la cosa è davvero interessante, e credo che tua moglie dovrebbe diventare rapidamente oggetto di studio clinico. 🙂
Sei un Genio. Meriteresti il Nobel solo per questo post. Il tuo gene funziona talmente bene che sei riuscito ad entrare nella nostra mente, riuscendo ad esprimere esattamente il nostro pensiero del quale siamo convinti da anni (quindi i complimenti che ti abbiamo rivolto sarebbero una forma di narcisismo). Fino ad oggi, però, ci era mancato il borforismo per esprime questo concetto in maniera semplice ed efficace.
Sotto questo punto di vista le religioni orientali sono più sviluppate delle “altre”. La compassione buddhista non è sicuramente quella cristiana, o forse sarebbe meglio dire quella cattolica moderna.
Un esercizio interessante è quello di riuscire ad individuare cinque lati positivi nel prossimo e cercare di apprenderli facendoli propri.
Maestro, Un saluto
l’unica cosa geniale che vedo qui attorno è con quanta finezza abbiate fatto un complimento a me per riservarlo in realtà a voi 🙂
bravi, continuate così: a lodarmi come interposta persona, intendo, che tanto piove sul bagnato… 🙂
molto interessante (se vogliamo per un momento rinunciare al “geniale”) anche il riferimento alla compassione buddista.
per non dire della regola dei cinque lati positivi negli altri (hai detto “prossimo”!!!): comincio subito con Berlusconi, grillo e Bersani, e poi ti so dire… 🙂
Non è ancora a livello di un Fox terrier, la pigra non si allena 🙂 , io Cmq non riesco smascello a dx e sx e l’orecchio se ne sbatte.
ahh ahh, grande…
quanto a te, prova a muovere ritmicamente le sopracciglia alzandole al massimo: tutta la pelle del cranio si stira, ed è impossibile che anche le orecchie più refrattarie non dondolino almeno un po’! 🙂 🙂 🙂
certo, è sempre un movimento di riflesso: persone che possano proprio muovere le orecchie in se stesse non ne conosco, e non saprei neppure immaginare dove possano essere i muscoli per farlo (a proposito di tua moglie, che accusi di pigrizia credo a torto… 🙂
credo di averti già citato quella ricerca americana secondo la quale se si focalizza l’altro diventa più difficile -se non impossibile- fargli del male (la ricerca descriveva due situazioni, una generica ed una dettagliata nella quale sacrificare una vita per salvarne altre).
stessi risultati che riportano gli storici del nazismo.
dunque, un problema fondamentale è quello di avere una società che “di default” favorisca questa immedesimazione, questo incontro. altrimenti, se l’altro rimane estraneo, compiere l’operazione che descrivi divene impresa arduna.
molto molto interessante.
il discorso su quella ricerca l’ho appena letta nel libro di Cazzaniga, Chi comanda? che sta un poco sullo sfondo di questo post, e magari me ne occuperò a breve in un post apposito.
non ricordo se me ne hai parlato anche tu…
aspetto di scrivere quel post per darti una risposta sulle altre questioni davvero centrali che poni…
L’ha ripubblicato su cor-pus-zero.
Buondì Mauro ci sei ? Fai già quelle tipiche colazioni brioche calda con granita …uhmmm anzi ahhhhm !
Mi si è arrotolato il cervello leggendo i tuoi post regoralmente . Ma questo già lo sai.
Fortuna si riallunga un po’ con i tuoi video ✌️.
Sono super curiosa … Mi sa che ti rompo un po’ via telefonica 😉
ma figurati, chiama pure quando vuoi.