golpismo strisciante o sindacalismo militare all’ombra dei marò? – 147

due dati tecnici di premessa per chi sa poco o niente del mondo militare, come me – a parte quel tanto di conoscenza personale diretta delle sue regole che nasce dal fatto di essere stato fino a 13 anni il figlio di un ufficiale dell’artiglieria da montagna di stanza in “Alto Adige”, come si chiamava allora.

il Capo di Stato Maggiore della Difesa è, secondo il Decreto Legislativo n. 66 del 26 marzo 2010, “il responsabile della pianificazione, della predisposizione e dell’impiego delle forze armate”,  “assicura i rapporti con le corrispondenti autorità militari degli altri Stati”, può proporre al ministro della Difesa decreti per la riorganizzazione delle forze armate, coordina e controlla l’attività di polizia militare, servendosi del Comando generale dell’Arma dei carabinieri” e da lui dipendono gerarchicamente i capi di stato maggiore delle quattro armi delle forze militari italiane: esercito, marina, aviazione, carabinieri.

questi, assieme al segretario generale per la difesa costituiscono il comitato dei capi di stato maggiore delle forze armate, che è l’organo di consulenza del Capo di stato maggiore della difesa, che lo presiede.

il Capo di Stato Maggiore della Difesa agisce in base alle direttive imposte dal ministro della Difesa, almeno fino al momento in ci si muove all’interno della legge.

fine della premessa tecnica, credo sufficiente a far fuggire qualunque eventuale lettore.

* * * 

l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Difesa dal 31 gennaio 2013 è rivestito dall’Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.

un ammiraglio che ha certamente a cuore i suoi marò, in particolare quelli arrestati in India, e nei giorni scorsi ha resa pubblica una nota, a dir poco sediziosa in un paese normale, che è stata sottoscritta da tutto lo  Stato Maggiore della Difesa, cioè dai vertici delle nostre Forze Armate.

cerco qualche notizia su di lui, e trovo che è nato da queste parti in Valcamonica, come giusto e normale per un marinaio, da una famiglia piemontese che aveva seguito il nonno, nominato direttore della centrale elettrica di Cedegolo.

la Valcamonica in campo idroelettrico è famosa per il crollo della diga di Gleno nel 1923, che fu una sorta di anticipazione del disastro del Vaiont di quarant’anni dopo, e provocò centinaia di morti.

ma questo col nonno dell’ammiraglio non c’entra proprio niente, evidentemente, per via della cronologia dei fatti.

* * *

ed ecco il comunicato redatto da Mantelli:

“A nome ed insieme a tutto il personale delle forze armate si stringe affettuosamente ai nostri Fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ammirandone l’esempio, il coraggio, la disciplina e il senso dello Stato.

E’ consapevole e condivide la loro sofferenza e soprattutto quella delle loro famiglie che da noi non saranno mai abbandonate, oggi così come dopo la conclusione di questa vicenda”.

Si auspica che questa vicenda che sta sempre più assumendo i toni di una farsa si concluda quanto prima e che i nostri Fucilieri, funzionari dello Stato in servizio di stato, alla stessa stregua di tutti i militari che operano all’estero con onore per la pace e stabilità internazionali, siano al più presto riconsegnati alla giurisdizione italiana.

Il comunicato è stato partecipato anche al Presidente del Cocer interforze, il Generale Cotticelli”.

* * *

sentire il capo supremo delle nostre Forze Armate, nominato dal Governo, che definisce l’operato del governo stesso “una farsa”, assieme ai comandanti in capo di esercito, marina, aeronautca e carabinieri, come se fossero tutti dei blogger qualunque, a me fa venire i brividi.

non perché la farsa non ci sia, e su questo blog ce ne siamo occupati in tanti in questi giorni, autore e commentatori, ma perché un comportamento simile da parte dei capi supremi delle nostre forze militari è a sua volta farsesco.

farsesco, per non dire quasi eversivo, e dunque decisamente preoccupante.

la storia dei golpismi militari nel mondo inizia sempre con comunicati simili…

* * *

farsesco è però anche la scelta di far sottoscrivere il comunicato anche dal COCER.

il COCER è un organo di rappresentanza del personale delle Forze Armate: qualcosa che potrebbe assomigliare ad una organizzazione sindacale, se questa potesse essere ammessa all’interno dl settore.

quindi è tutto il mondo dell’esercito italiano che sta irridendo e minacciando il governo.

golpismo strisciante?

a parte i titoli ad effetto, abbasserei i toni: anche questo è un golpismo da burla e proprio perché gli Stati Maggiori, per fare la voce grossa, si appoggiano all’organismo parasindacale.

* * *

aggiungo che di suo tuttavia il COCER ci aggiunge la proposta di buon senso (ma il buon senso si ferma qui) che tutto il personale della Marina Militare attualmente mandato in missione sulle petroliere in funzione antipirateria, venga immediatamente rimpatriato, considerati i rischi e il quadro di insicurezza giuridica di questa posizione.

è quello che sostenevo già un anno fa, e finalmente qualcuno se ne è accorto anche dentro la Marina Militare Italiana.

insomma una situazione incerta, ai confini tra buon senso ed esaltazione militarista e nazionalista, in una protesta che per ora insulta il governo (dove peraltro il ministro della difesa è un ammiraglio, Di Paola), ma rimane limitata ad aspetti rivendicativi di corpo.

un mix comunque pericoloso e da guardare con attenzione.

* * *

una ricostruzione esemplare della vicenda dei marò nei due articoli di Matteo Miavaldi, usciti su China Files, scritti per Il Manifesto e pubblicati il 26 e 27 marzo: li potete leggere qui.

da quel blog copio anche un commento, molto acuto, e la mia risposta.

Enrico Marsili scrive: 28 marzo 2013 alle 04:16

La ricostruzione e` molto interessante, per la precisione con cui descrive alcuni dei problemi legali di questa vicenda.
Non una parola, pero` sulla parte tecnica, cioe` le analisi balistiche, le analisi sul peschereccio, etc. Sono stati i fucili degli italiani a sparare quei colpi? Come? Quali erano le regole di ingaggio? Dove e` stato colpito il peschereccio? Aspettiamo il lavoro della corte o si sa qualcosa?

Interessante, e probabilmente dirimente, e` l`errore iniziale (tutto Italiano) di mandare dei militari (funzionari statali) invece che dei contractor privati. Da li` in poi, e` tutta discesa per l`India, visto che si e` elevato al rango di controversia internazionale quello che poteva essere un semplice incidente con dei morti (alle cui famiglie va, ovviamente, il risarcimento e la solidarieta` dell`Italia).

Aggiungo che questa crisi diplomatica ha creato strascichi piuttosto fastidiosi, in termini di visti negati e di problemi alla frontiera, da tutte e due le parti. Sarebbe ora di accettare la sconfitta diplomatica e pensare a come evitare in futuro simili problemi. Magari le compagnie potrebbero pagarsi una squadra di mercenari, con piu` liberta` di movimento, invece che richiedere l`aiuto dell`Esercito, che si dovrebbe muovere solo per emergenze interne o internazionali, non per fare la scorta a un barile di petrolio.

il commento di Marsili mi pare altrettanto interessante, mi permetto di riutilizzarlo sul mio blog.

vorrei dire che sì, le perizie balistiche hanno dimostrato che i colpi sono stati sparati dalla petroliera e le testimonianze non lasciano dubbi sul fatto che siano stati i marò.

un particolare inquietante è che non sono stati sparati con le armi di ordinanza ma con armi il cui uso era interdetto, motivo per il quale i marò sono indagati dalla Procura Militare.

14 risposte a “golpismo strisciante o sindacalismo militare all’ombra dei marò? – 147

  1. Il mio professore di Filosofia al liceo (anni ’80) ci diceva:
    L’Italia è quel Paese dove la classe dirigente (politici, e militari inclusi, sarebbe desumibile) si comporta come quei commedianti che, quando cominciano a ricevere troppi fischi dal pubblico, scendono dal palco e si mettono a fischiare insieme al pubblico. Salvo poi risalirvi quando il pubblico, vedendo il palco semivuoto, comincia a scemare…
    A quei tempi non avevo mai capito bene questa metafora. Oggi invece mi è più chiara oni giorno che passa…

  2. Napolitano non è estraneo a tutto questo.

    Chi ha ricevuto i Marò come “eroi della Patria” ?

    E’ così che dei cittadini italiani, indagati per duplice omicidio, e finora assai probabili colpevoli (i proiettili nei corpi dei pescatori sono risultati essere stati sparati dalle armi sequeastrate agli stessi Marò), devono essere ricevuti al loro arrivo in Italia ?

    Me lo sarei aspettato, che sò, in un’autocrazia orientale, tipo Russia, Cina o Bielorussia. Ma non in Europa.

    Io credo che anche in questo l’Italia resti un’anomalia. In Europa e in tutto l’Occidente.

    • Napolitano ha ricevuto i marò il 22 dicembre al loro primo rientro dall’India: erano accompagnati dal Ministro della Difesa, Di Paola, dal Ministro degli Esteri, Terzi di Sant’Agata, e dal Sottosegretario agli Esteri de Mistura.

      questo gesto è indubbiamente una vergogna nazionale.

      penso se il presidente USA abbia mai ricevuto i piloti americani che nel 1998 provocarono la caduta della funivia del Cermis col loro comportamento imprudente.

      Napolitano pare però che, dopo avere gettato oggettivamente benzina sul fuoco, abbia poi in questi ultimi giorni cercato di limitarne le manifestazioni più demenziali.

      questo post cerca per la prima volta di capire che cosa bolle in pentola, se vi sono manovre sotterranee di cui veniamo tenuti all’oscuro e quale possa essere la pressione dei vertici militari sulla faccenda.

      dobbiamo abituarci a confrontare l’Italia non con le democrazie occidentali, alle quali non appartiene, ma con la Russia, la Libia di Gheddafi, la Turchia oppure l’Ungheria.

      solo allora ci scapperà un sorriso di soddisfazione e potremo pensare di non essere poi messi così male…

  3. Gent.mo Bortocal,
    Oggi, 26 Marzo, alla Camera, in occasione della presentazione delle dimissioni dell’ineffabile ministro Terzi, il capogruppo Cicchitto, incidentalmente, ha detto che l’errore di base da parte italiana “è stato quello di avere acccettato di attraccare la nostra nave mercantile a Kochi e di consegnare i nostri Marò” e che tale errore “è in capo sia all’armatore sia alla catena di comando del Ministero della Difesa”.
    Certo, anch’io penso che evitando di sbarcare i fucilieri a Kochi si sarebbe evitato il sequestro delle armi e dunque la dimostrazione della loro diretta responsabilità nell’accaduto. In tal modo avremmo potuto “nascondere lo sporco sotto al tappeto”, indubbiamente.
    Mi interessava una Sua opinione al riguardo, vale a dire: una volta nota sulla nave la colpevolezza (volontaria o involontaria che sia) dei due Marò nel duplice omicidio, il capitano della nave (sentita la sua Compagnia e le autorità italiane), quale esclusivo “dominus” della situazione cosa avrebbe dovuto fare se non far rotta verso Kochi ?
    A me personalmente la posizione di Cicchitto, che poi è molto comune tra i politici italiani, anche a sinistra, appare un po’ ipocrita e opportunista.
    Sono io a essere troppo “puritano” ?
    La giustizia, quella dei giuristi, è tutta un’altra cosa ?
    Cosa avrebbe fatto Lei se fosse stato al comando della nave ? Dirigersi in Kochi o ripiegare verso “acque più sicure” ?
    Mi dia una risposta da “uomo di mondo” (in senso decurtisiano) quale mi pare Lei sia…

    • questa storia dei marò è un canovaccio inesauribile della moderna commedia dell’arte italiana, ma mentre ridiamo si profila sempre più netto il partito golpista italiano, e c’è forse poco da ridere; risentiremo parlare di Terzi.

      sulla questione che poni ho già esposto altrove quel che penso: il cuore del problema sta nel fatto che, se noi mandiamo dei marò a scortare una petroliera privata, li mettiamo in ostaggio dell’armatore della petroliera, prima ancora che degli indiani.

      a me risulta che la Marina Militare abbia cercato di opporsi al ritorno della nave a Cochin, ma che l’armatore se ne sia sbattuto: chi dice per non guastarsi i rapporti con gli indiani, chi più prosaico dice per beccarsi i soldi dell’assicurazione per il fermo a cui sarebbe stata sottoposta la nave…

      quanto al capitano di una nave privata, mi sembra ovvio che prende gli ordini dall’armatore della nave e che non nessuna autonomia decisionale….

      (spero che tu apprezzi una discreta eleganza nello sfuggire al tuo simpatico tranello… ;))
      ,

  4. probabilmente Kapuscinski ne farebbe un reportage, come il guatemala.
    hanno detto veramente “farsa”???
    e per fortuna che poco sopra parlavano di senso dello Stato.

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