sto ricevendo di nuovo commenti preziosi come post.
dovrei pubblicarli più spesso.
questo è di Carlo.
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Ogni fenomeno va studiato.
Grillo (come ogni visionario) propone una visione: che gli eletti siano cittadini comuni (vecchi), confezionati con la stoffa dell’inaudito (nuovi di zecca).
Un ossimoro antropologico (dal greco ὀξύμωρον, composto da ὀξύς «acuto» e μωρός «ottuso»).
Insomma propone un’utopia, un “altrove” inesistente.
Non contento declina la democrazia in salsa populista.
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Dice di essere un megafono, di riportare “solo” le voci (dei grillini) con il volume al massimo.
In realtà il grillino vale uno, il megafono (Grillo, alias Casaleggio) vale milioni di milioni.
Il cittadino, poi, una volta al potere, non può decidere finché l’ultimo dei moicani (dei politici) non si sarà arreso (alla fine dei tempi), non può mantenere la schiena dritta, non può pensare con la sua testa ma con la testa del Megafono (che per definizione dovrebbe essere privo di cervello).
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Proclama che la vera democrazia (locale) si realizzerà solo sul Web in un futuro più o meno lontano, pur non avendo alcuna competenza sulla gestione di reti, che già ora sono globali (sovranazionali).
Nell’attesa (messianica), i grillini vengono scelti e si scelgono su basi numeriche irrilevanti, su competenze di governo raccogliticce e assai lacunose.
Certamente contraddittorie: Europa si, Europa no.
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Apprendisti stregoni, credo, in buona fede.
E’, dunque, una farsa all’italiana.
Non più originale (Mussolini docet), ma abominevole.
Una farsa (di un teatrante suonato che si è perso tra le sue battute) che si consuma sulla pelle e sulle palle di un popolo allo sbando.
Insomma siamo di fronte alla seconda circonvenzione di un incapace conclamato: il popolo italiano.
Nella precedente sceneggiata il copione era più o meno lo stesso ed i grillini (elettori) neppure se ne sono accorti.
Diceva il “papi”: sono uno di voi, le vostre idee sono le mie.
Era la politica “francescana” della “presa per il culo” travestita da amore per il prossimo.
In realtà le “prossime” erano “marie maddalene” in-convertibili.
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Al di là delle tante analisi che colgono aspetti anche importanti del fenomeno-Grillo, resta sottostimato un dato fondamentale: il corpo elettorale, mediamente privo di strumenti per discernere il vero dal falso, premia gli affabulatori/semplificatori che dipingono il “mondo che verrà” (grazie a loro) come il migliore dei mondi possibili.
L’evidente complessità dei problemi, oggi sul tappeto nazionale, rende precario e incerto ogni progetto di “redenzione” dai malanni contingenti. Anche se redatto dalle persone più competenti. Anzi, non si può escludere che dietro l’angolo si annidi il disfacimento, prossimo venturo, delle strutture socio-economiche, così come noi le conosciamo. Un capitalismo in crisi, come quello italiano, per evidenti incapacità imprenditoriali (condite, spesso, anche con furbizia, cinismo, cialtroneria) può portare il paese al collasso. E, quindi, ad un impoverimento generale difficilmente reversibile.
* * *
Le “idee” che Grillo propone, tra loro disarticolate, non sono un vero progetto “unitario” che si possa calare sul paese reale, “tout court”. Sono un azzardo “urlato”, che attizza i cuori, ma che depotenzia la “ragione”. Nel contempo quelle “idee”, portate in parlamento, bloccano il cambiamento possibile ed auspicabile, creando uno stallo esiziale.
Se si tornerà al voto, grazie alla lungimiranza degli “onorevoli” grillini, la politica rivoluzionaria, il “nuovo che avanza” procurerà un danno per l’erario e, quindi, per i cittadini di 389 milioni di euro. Tanto, infatti, sono costate le elezioni appena svolte.
Alla faccia della dichiarazione millantata dal movimento 5 stelle: azzeriamo i costi della politica!
Siamo nella merda e in più dobbiamo pagarcela!
Speriamo che si fermino al limite del baratro, altrimenti non ci resterà che dire: Grazie Grillo (G.G.), te possino!!!
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Progetto finale a breve, imposto dal profeta (di sventure) Grillo?
Assistere allegramente e cinicamente all’autodistruzione della politica, rimanendo appollaiati, come corvi, sui rami alti del Parlamento, in attesa del lauto pasto.
Alla resa dei conti, la fenice (la Polis) risorgerà dalle sue ceneri e vivremo nel migliore dei mondi possibili.
Che la sorte mi impedisca di assistere al futuro scempio!
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errando1 |
Un’analisi del Grillismo che solo i blog riescono a dare.
Siete in buona compagnia.
http://www.quitthedoner.com/?p=1452#_ftn2
Un analisi del Grillismo che solo i blog riescono a dare.
Sei in buona compagnia.
http://www.quitthedoner.com/?p=1452#_ftn2
Un abbraccio.
Francesco
grazie, francesco.
è un piacere ritrovarti qualche volta da queste parti.
l’indagine che segnali è veramente tosta e ben fatta, e tutto quel blog di lvello decisamente fuori del comune.
grazie anche di questa segnalazione; se ci saranno lettori del post, spero che vadano anche su quel blog.
@Bortocal
Aggiungo:
Al di là delle tante analisi che colgono aspetti anche importanti del fenomeno-Grillo, resta sottostimato un dato fondamentale: il corpo elettorale, mediamente privo di strumenti per discernere il vero dal falso, premia gli affabulatori/semplificatori che dipingono il “mondo che verrà” (grazie a loro) come il migliore dei mondi possibili.
L’evidente complessità dei problemi, oggi sul tappeto nazionale, rende precario e incerto ogni progetto di “redenzione” dai malanni contingenti. Anche se redatto dalle persone più competenti. Anzi, non si può escludere che dietro l’angolo si annidi il disfacimento, prossimo venturo, delle strutture socio-economiche, così come noi le conosciamo. Un capitalismo in crisi, come quello italiano, per evidenti incapacità imprenditoriali (condite, spesso, anche con furbizia, cinismo, cialtroneria) può portare il paese al collasso. E, quindi, ad un impoverimento generale difficilmente reversibile.
Le “idee” che Grillo propone, tra loro disarticolate, non sono un vero progetto “unitario” che si possa calare sul paese reale, “tout court”. Sono un azzardo “urlato”, che attizza i cuori, ma che depotenzia la “ragione”. Nel contempo quelle “idee”, portate in parlamento, bloccano il cambiamento possibile ed auspicabile, creando uno stallo esiziale.
Se si tornerà al voto, grazie alla lungimiranza degli “onorevoli” grillini, la politica rivoluzionaria, il “nuovo che avanza” procurerà un danno per l’erario e, quindi, per i cittadini di 389 milioni di euro. Tanto, infatti, sono costate le elezioni appena svolte.
Alla faccia della dichiarazione millantata dal movimento 5 stelle: azzeriamo i costi della politica!
Siamo nella merda e in più dobbiamo pagarcela!
Speriamo che si fermino al limite del baratro, altrimenti non ci resterà che dire: Grazie Grillo (G.G.), te possino!!!
bene, ho inserito anche questa integrazione della tua analisi nel post…
sarò presuntuoso (vabbè, ma la modestia non è mai stato il mio forte), ma ti anticipo che sto lavorando anche io ad un’altra analisi del movimento… stay tuned.
l’analisi mi pare giustissima, perciò vi aggiungo solo che il mancato rispetto del principio “uno vale uno” si vedeva sin dalla campagna elettorale: i cittadini non hanno mai sentito parlare i candidati, solo il “megafono”.
così, non hanno votato questi, ma quello.
bellissimo l’inciso sul popolo italiano.
come la constatazione successiva sulle tecniche retoriche della propaganda politica: si dice sempre che il PD non scalda i cuori, ma almeno scaldava i cervelli! Grillo, come il suo recente predecessore, aiuta solo a spegnerli….
condivido l’auspicio, anche se senza speranza… non credo resisterei a vedere un paese autodistruggersi in questo modo.
a parlare di presunzione su questo blog, caro red, mi sembri quello che parla di corda in casa dell’impiccato…; per fortuna è il web stesso che mi guarisce dalla presunzione che mi induce a scriverlo, continuando a leggere tante analisi migliori delle mie.
leggerò quindi con interesse la tua analisi.
dico solo una cosa, ma senza cattiveria, a proposito di Bersani: non scaldava neppure i cervelli, sempre che io ne abbia uno ancora ben funzionante.
tu lo sai che l’ho votato e sino a questo momento (se non si accorderà con Berlusconi) lo voterei ancora.
considero quindi la sua la migliore delle proposte politiche in circolazione (o meglio l’unica vera proposta politica), però è destino storico della sinistra in questo momento non riuscire a scaldare, da nessuna parte, né cuori né cervelli.
bhè, se parlassi di presunzione in casa mia potrei direttamente mettermi il nodo al collo 😉
effettivamente la sinistra non scalda. punto.
forse, ah cosa mi tocca dire, questo almeno era un merito di Renzi.
però almeno la proposta politica del PD esigeva un minimo di ragionamento.
io la smetterei una volta per tutte di parlare di quel bluff che era Renzi.
intanto scaldare i cuori per una proposta che era una variante di quella berlusconiana non dovrebbe interessarci.
se fosse uscito Renzi dalle primarie io non avrei votato Partito Democratico, ma Grillo, per esempio.
capisco di non essere molto rappresentativo, ma… sono sicuro che Renzi, pieno di scheletri nell’armadio com’è, a cominciare dai rilievi della Corte dei Conti sulla sua gestione allegra al Comune di Firenze, in campagna elettorale lo avrebbero fatto a pezzi peggio che Bersani col Monte dei Paschi.
tra l’originale e l’imitazione avrebbero votato l’originale ancora più: altrimenti non si capisce perché Berlusconi fosse tanto masochista da augurarsi di avere Renzi come avversario, se non perché era sicuro di batterlo meglio.
il problema che volevo porre nel mio commento è del resto un poco più sostanziale, e riguarda il declino dei movimenti democratici e socialdemocratici per il cambiamento strutturale delle società occidentali e in particolare degli stessi rapporti di lavoro.
se di precarizza una intera generazione, parlare poi di pensioni presenti e future significa rivolgersi ad uno strato sociale residuale di lavoratori a contratto e di pensionati – ma solo in parte perché è proprio tra loro che Berlusconi miete consensi, e non escludo che ci siano molti pensionati che si fanno assistere dai sindacati per le loro questioni, ma vanno a votare Berlusconi che gli sembra quello che li protegge dall’IMU.
ovviamente non è il caso di approfondire troppo qui, però mi piacerebbe una riflessione che cerchi di capire come mai i giovani precarizzati votino Grillo, e che lo trovi anche logico, nel senso che se ne faccia una ragione: cosa importante per il futuro del movimento democratico.
sai che sono d’accordo con te.
ma riconosco che il problema di “scaldare i cuori” a sinistra sta diventando essenziale. forse IL problema centrale della sinistra, visto che non riusciamo più a proporre una chiara idea di mondo… almeno dobbiamo dare l’impressione che ci sia.
come fa Grillo, fra l’altro. Grillo ha questo successo perchè offre “l’immagine” di un futuro, di un modello -per quanto vago ed illusorio-, offre una prospettiva.
in fondo è la stessa cosa che faceva Hitler nel promettere il Reich.
sono totalmente d’accordo quando dici che c’è una crisi dei movimenti socialdemocratici nel ripondere alla società attuale. che c’è un problema di capirla, alla base.
insomma, sostanza ed immagine si intersecano.
se non si capisce la “sostanza”, si deve comunque dare l’impressione di farlo.
Bersani -così credo- in larga parte la capiva, ma non è riuscito a comunicarlo.
qui l’analisi su Grillo che ti avevo anticipato:
https://redpoz.wordpress.com/2013/03/28/stato-di-psicanalisi/
@bortocal
“è destino storico della sinistra in questo momento non riuscire a scaldare, da nessuna parte, né cuori né cervelli.”
Analisi ulteriore della recente votazione: Grillo ha puntato a “vincere di brutto” (cosa che, del resto, ha fatto il famigerato B.), utilizzando tutte le tecniche che la “scienza della comunicazione/spettacolo” metteva a disposizione. Traduco banalmente: se per strada mi metto ad urlare “al lupo, al lupo”, molti (incazzati allo stremo, cassaintegrati, disoccupati con famiglia, giovani che da anni non trovano un lavoro decente, frequentatori dei punti di ascolto della Caritas) si fermano abbagliati come falene impazzite. La disperazione acceca la mente e la pancia entra in fibrillazione. Memorizzano per via subliminale (riporto: dal latino sub, sotto, e limen, soglia, in riferimento al confine del pensiero conscio; è un termine mutuato dal linguaggio della pubblicità …/Ma guarda caso!!) che “quella luce” lampeggiante con sirena innescata può essere l’unica salvezza possibile (spes ultima dea). La “notte della ragione e della cultura”, figlia dell’insipienza politica conclamata da tanti anni (della sinistra seduta sulle proprie certezze), ha generato mostri (comici demenziali), che ora si aggirano famelici per le strade … La maionese, appunto, è impazzita.
Così il Megafono ha centrato il bersaglio (il megafono due, pure !). Ma ciò non era forse prevedibile? Sicuramente, bastava far funzionare il cervello (che i nostri giovani talenti, costretti ad emigrare, hanno). Siamo così arrivati al nuovo ossimoro: la sinistra “ragionevole”, non usa la ragione.
Il corpo elettorale (tutte le categorie alla canna del gas) voleva ascolto, ma tanto, tanto, tanto ascolto! Riceveva, al contrario, promesse moderate che “qualcosa” sarebbe cambiato (un po’ di lavoro, un po’ di tasse in meno, un po’ di …. un po’ di … nei limiti del possibile, insieme al buon Monti e a Casini, perché noi (la sinistra) “non raccontiamo balle”(Sic!).
Ma scherziamo? E’ così che si conduce la più epocale delle campagne elettorali, la madre di tutte le battaglie dopo il ventennio berlusconiano?
A nessuno, ma proprio a nessuno (della sinistra) è venuto il dubbio che il messaggio fosse irricevibile da parte dei “poveri cristi” (giovani, lavoratori, imprenditori) ormai ai limiti dell’umano?
Occorreva scaldare i cuori (anche urlando se necessario), annunciando, con passione e in sintonia con il paese reale, una “radicalità” nei progetti, a breve, senza precedenti? Assolutamente sì. Sì!
Mi chiedo e azzardo una risposta: occorreva forse un populismo di sinistra? Certamente sì (per vincere “di brutto” ), accompagnato dalla consapevolezza (buona coscienza) che il giorno dopo le elezioni nulla sarebbe rimasto davvero più come prima.
Compreso un ricambio inaudito della stessa classe dirigente che si accingeva a governare il paese.
Ora il latte è versato e si sta deteriorando drammaticamente.
E se fosse l’inizio della fine? Lascio la risposta ai coraggiosi di cuore.
caro Carlo, però così tu ometti un punto -secondo me non secondario- della campagna del PD, ovvero le primarie: non solo per il leader, ma anche per i parlamentari.
…Se non è ascolto questo!!
Forse che vi fosse maggiore “ascolto” nelle parlamentarie telematiche di Grillo? o nei suoi comizi urlati in piazza?
No, questo non è ascolto! Questo è urlare. Due cose incompatibili.
Perchè se le “parlamentarie” le fa Grillo sono una rivoluzione e se le fa il PD sono una baggianata? Da dove deriva questo doppio criterio?
caro Carlo, se ti va leggi il mio commento qui sopra a redpoz, perché dopo averlo scritto mi accorgo che almeno in parte si adatta perfettamente anche alle tue osservazioni, in particolare su Renzi e siul voto giovanile a Grillo.
eviterei di concentrare TROPPO l’attenzione sulle tecniche di comunicazione, anche se quelle adottate da Bersani erano comunque pessime.
tuttavia il problema era che, forse, con una simile linea politica, in ogni caso, anche ad essere più brillanti di Bersani nella comunicazione (cosa perfino facile, direi), non si poteva fare di più: né trascinarsi dietro i precari né la squallida borghesia italiana berlusco-leghista, che comunque non si schioda certo da dove sta chiunque vada a titillarla.
questa volta, però, non condivido la tua analisi: ho criticato il grigiore di Bersani per tutta la campagna segnalando che preparava disastri, però si poteva essere meno grigi e sulla stessa linea politica di fondo anche senza adottare i toni urlati degli altri: ritengo anzi che in questo la scelta di Bersani sia stata veramente condivisibile, e perfino pagante.
non doveva urlare di più, doveva parlare pacatamente e ragionatamente di più, come aveva fatto durante le primarie, dimostrando l’inconsistenza del programma politico di Renzi.
credo che dobbiamo dirci che Renzi è una bolla di sapone gonfiata da qualche grande burattinaio mediatico.
a suo tempo avevo cominciato ad analizzare i 100 punti di Renzi per cambiare l’Italia, e mi ero fermato dopo ila prima decina per la disperazione…
@caro redpoz
Le primarie, così come furono impostate, rappresentano uno dei tanti errori di Bersani. Perché era evidente che lo zoccolo duro del Pd avrebbe partecipato in gran numero, ma era altrettanto evidente che quelle teste (come numeri) non potevano fare “massa critica”, cioè portare alla vittoria.
Bisognava farle aperte, accogliendo i delusi del centro-destra e i potenziali grillini, cioè presentarsi al paese con un progetto che coinvolgesse “tutti”, ma proprio “tutti”.
Non era difficile se solo si fosse abbandonata l’autoreferenzialità dei gruppi dirigenti (D’Alema in primis e tanti altri, più o meno rispettabili, a volte stantii, e troppo legati a politiche tradizionali (inciuci)) e si fosse navigato in mare aperto, sfruttando i talenti di tanti giovani (Renzi in primis, ma anche altri), tenuti per troppo tempo ai margini. La via sarebbe stata “larga” se si fosse provveduto ad Installane gazebo ovunque, presieduti da giovani pimpanti, con comizi estemporanei (all’inglese) e proposte radicali calibrate sulle varie categorie in drammatica difficoltà.
Insomma fare la voce grossa, creare emozioni forti e gridare che la vecchia politica (berlusconiana, leghista, montiana e inciucista) aveva rotto il ca…o!
E che, quindi, si cambiava paradigma: i giovani al potere, libertà d’impresa senza burocrazia, scuola pubblica d’ eccellenza, con borse di studio garantite ai meritevoli, salario di cittadinanza e centri di riqualificazione professionale collegati con imprese e università. Via i corrotti e i corruttori e mangiasoldi a tradimento.
Se tutto questo fosse stato detto, urlato ai quattro venti, ora al senato sarebbe una passeggiata.
Non si può borbottare e affidarsi al buon senso, alla ragionevolezza (Bersani) mentre nel paese è tutto un grido di dolore! Con bestemmie e disperazione senza fine.
Berlusconi e Grillo si sono mossi nella direzione da me indicata e l’esito li ha premiati.
Quando il pensiero è “vecchio” allora lo “tsnunami” ti travolge.
E’ così difficile da capire? Per un sopravvissuto sì, per un giovane rampante (in senso buono) no.
Pazienza “non abbiamo fatto, ma avremmo potuto fare” come ha detto Bersani ai grillini.
Questo è l’epitaffio per tutta una classe dirigente depotenziata dalla propria inadeguatezza!
Ciao
intervengo ancora per dire che credo invece che le primarie siano state una grande trovata di Bersani: è stato lanciato un metodo capace di rinnovare davvero la politica.
e lo vediamo a maggior ragione se oggi le confrontiamo con l’inconsistenza della democrazia digitale di Grillo.
credo che sono cose che possono pagare sul medio-lungo periodo.
luci ed ombre sulle primarie, che non ho troppa voglia di recuperare qui.
insomma, hanno avuto il loro difetti, ma sono anche state uno strumento straordinario.
per il resto: sì e no.
sì perchè c’è bisogno di rinnovamento, no perchè tutte queste cose -pur correttissime- non sminuiscono quanto già fatto, né avrebbero smontato la retorica grillina o berlusconiana.
sono piani diversi del ragionamento
@Bortocal Redpoz
Sono in disaccordo.
Le primarie sarebbero state una “grande trovata” in un paese normale, ma in Italia ormai, come voi ben sapete, la maionese è impazzita. Il 65% delle famiglie è già alla “frutta”. Ecco la ragione per cui bisognava “urlare”, Esattamente come ha fatto Grillo. Con un volto nuovo, che potesse incarnare la svolta “radicale”.
Prima occorreva vincere (con tutte le armi possibili) e poi, una volta al governo agire con tutta la ragionevolezza.possibile.
Ci si scorda sempre che il 50% degli italiani è semi-analfabeta. A questi interessa solo la “politica da bar” e le soluzioni “mirabolanti”. La ragionevolezza, che anch’io apprezzo, sapete dove ce la metterebbero?
Ultima cosa: siamo di fronte ad una crisi di sistema (riporto una frase del filosofo Cacciari), siamo ai limiti della convivenza civile, i nostri imprenditori sono pigmei (dimensione aziendale) e in maggioranza “fuori mercato”, perché producono beni obsoleti e non competitivi, esiste un’evasione fiscale macroscopica e conclamata. ecc.
Quando la situazione diviene eccezionale, non si può ragionare con i soliti schemi ordinari. Non ci si può specchiare nello stesso specchio, che rimanda immagini rassicuranti, con l’effetto placebo.
Lo spettacolo è tragico. L’Italia è implosa e sarà difficile ri-animarla.
Spero tanto di sbagliarmi.
forse dipende dal fatto che non sono un politico, ma non sono disposto a vendermi per il successo e non riesco ad approvare chi lo fa.
condivido le tue brutte impressioni sul destino dell’Italia, ma quando diventassero certezze, me ne andrei definitivamente, chiudendo anche il blog (cosa che penso di fare almeno tre volte al giorno).
credo che sia saggio arrendersi in certi momenti per salvare la cosa comunque più preziosa che abbiamo: noi stessi.
piuttosto che continuare a giocare a colpi bssi una partita che sappiamo persa lo stesso.
@Bortocal
Ragiona: il successo, per uno di sinistra, non vuol dire “vendersi”, ma ottenere (con tutti i mezzi possibili) il potere per salvaguardare una visione di società in cui i meno fortunati abbiamo ascolto e protezione.
Il successo per il successo è un paradigma tipico della destra che tende a tutelare solo gli “uomini di successo”, lasciando le briciole (elemosine) ai poveri e ai diseredati.
Quindi non c ‘è, nell’avere successo, un problema di buona coscienza per la sinistra. Insomma un pò di furbizia mediatica e di “paraculismo” serve egregiamente alla causa dei progressisti, quando questa (causa) è nobile: nessuno deve restare indietro, nei fatti.
Il “fine, dunque, può giustificare i mezzi!.
In un paese normale (elettorato con alte capacità cognitive) questa strategia non avrebbe senso, nel nostro
(Oh mia patria, sì bella e perduta!) sì, tanto.
Anch’io mi chiedo spesso, se fossi in Germania non mi sentirei, forse, meglio?
Ma poi, riflettendo, concludo: mi sento nell’intimo cittadino europeo (civis europaeus sum!). Quello che so non lo devo a questo o a quel paese ma all’Europa “tutta” che mi ha plasmato, sotto ogni punto di vista.
L’unica cosa che non potrei rinnegare mai è la mia identità culturale (Socrate, Cartesio, Leonardo da Vinci, Kant, Nietzsche, il circolo di Vienna, ecc., per citare solo alcuni), di cui sono orgoglioso fin nelle viscere.
Buona Pasqua, nel senso laico di Buona rinascita!
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Grüß Gott
credo che tu abbia razionalmente ragione, caro Carlo.
ma come sai, noi esseri umani non siamo razionali, e molto spesso preferiamo restare attaccati a nostri torti.
io in particolare a quello di credere che i fine non giustifica i mezzi: con questo argomento Machiavelli del resto ha posto le basi lontane del fascismo; anche se poi in realtà lui no ha mai detto questo, è la visione del mondo dei gesuiti che preferirono attribuirla a lui.
abbiamo giusto un papa che viene da questo background, e mi pare che basti.
buona Pasqua a te, nel senso del mio post di poco fa…
L’ha ripubblicato su cor-pus-zero.