le dimissioni di Terzi e il Partito Golpista Italiano – 149

da un mio commento:

questa storia dei marò è un canovaccio inesauribile della moderna commedia dell’arte italiana, ma mentre ridiamo si profila sempre più netto il partito golpista italiano, e c’è forse poco da ridere; risentiremo parlare di Terzi.

anzi, di Giulio Terzi di Sant’Agata.

un nome che è da solo un programma politico.

Giulio, come Cesare; Terzi, come terzo incomodo; di Sant’Agatam con tanto di minuscole e di apostrofo, perché una spennellata di cattolicesimo sui reazionari nostrani non manca mai.

* * *

Terzi, discendente di una nobile famiglia bergamasca, ha i titoli nobiliari di marchese di Palazzolo, conte di Restenau, conte, barone, cavaliere del Sacro Romano Impero (titoli comuni a tutti i maschi della famiglia), signore di Sant’Agata (titolo feudale riservato al primogenito) e nobile di Bergamo.

mica male per un paese dove i titoli nobiliari sono stati aboliti da una disposizione transitoria della Costituzione repubblicana.

ma Terzi vive ancora nel mondo che precedeva la Costituzione…

* * *

quanto al programma politico di Terzi, che si candida come leader per il dopo Monti, è sintetizzato nelle sue dichiarazioni alla Camera:

La mia voce è rimasta inascoltata.

Mi dimetto perché per 40 anni ho ritenuto e ritengo oggi in maniera ancora più forte che vada salvaguardata l’onorabilità del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana.

Mi dimetto perché solidale con i nostri due marò e con le loro famiglie.

Saluto con un sentimento di profonda partecipazione e ammirazione i marò Latorre e Girone.

Ancora ieri le loro parole hanno dato uno straordinario esempio di attaccamento alla patria”.

troppo poco per considerare queste banalità piuttosto ottuse oltretutto un programma politico?

ma chi l’ha detto che un programma politico debba essere complicato?

e poi, attenti a chi si dimette in Italia: a cominciare da Cossiga che si dimise da ministro dell’Interno dopo l’omicidio di Moro, per la sua disastrosa gestione del caso, e si trovò qualche anno dopo eletto Presidente della Repubblica con la più larga maggioranza che si ricordi e il voto perfino del Partito Comunista, le dimissioni in Italia sono così rare, che chi si dimette, in realtà sta soltanto rendendo pubblico che il posto che ha non gli basta e che mira più in alto.

questo è tanto più chiaro se si pensa che dimettersi da un governo già dimissionario di suo sarebbe, se non fosse così, un atto semplicemente ridicolo.

* * *

il marchese, il conte, il duca, il barone Terzi, quattro nobiluomini in una sola persona, a che cosa mirano?

per ora difficile dirlo chiaramente; però se qualcuno seguisse i miei post sul tema potrebbe notare una assoluta convergenza tra le posizioni di Terzi e quelle dei massimi vertici militari di cui mi sono occupato nel post 147, dai preoccupanti toni quasi eversivi.

insomma, parlare di golpismo è forse eccessivo, i personaggi stessi sono troppo macchiettistici, ma sono abbastanza vecchio per ricordarmi del clima malsano dell’estate 1964 e del tintinnar di spade nell’ombra in una situazione di crisi politica altrettanto grave, che sfociò nell’imposizione a Moro di un centro-sinistra moderato dopo alcuni mesi di incisiva politica riformatrice.

* * *

insomma, abbiamo davanti, in tutta evidenza (se si vuole vederla) la costituzione di un nuovo “partito politico” in Italia, o semplicemente di una nuova forza di pressione che è il partito militare.

per ora l’obiettivo non è un colpo di stato militare (anche se un domani, in una situazione più critica, si potrebbe riparlarne), ma piazzare un pesante interlocutore di pietra, l’esercito, al tavolo delle trattativi per il governo.

e la funzione è appunto ancora quella di impedire l’avvio di una fase radicalmente riformatrice come quella che sarebbe possibile con una convergenza di programma fra Partito Democratico e 5 Stelle, una volta tolta di mezzo la candidatura Bersani.

* * *

il resto del post è andato cancellato, lo riscrivo stasera, avevo scritto stamattina nell’andare al lavoro; ma ecco il post ricostituito, anzi, perfino potenziato…

17 risposte a “le dimissioni di Terzi e il Partito Golpista Italiano – 149

  1. Il nostro ex ministro della Difesa Ignazio La Russa in un’intervista a Radio Radicale di ieri , in occasione delle dimissioni di Terzi.

    (http://download.radioradicale.it/store-4/2013/20130327_08.56.12.mp3)

    “L’Italia doveva far tornare i due Marò costi quel che costi.”

    “Se c’era da farsi scrupoli sulla parola data, ci si ricordi che i primi a prenderci in giro sono stati gli indiani; facendo andare la nave nelle loro acque con l’inganno.”

    Questo è il senso del rispetto delle regole che ha questa gente; che, vista la partita ormai persa, sceglie di buttare per aria il tavolo da gioco…

    Non riescono a distinguere la sproporzione enorme tra i due piani: quello dell’astuzia usata dagli indiani (che avevano subito il torto) da quello, gravissimo, del mendacio e dello spergiuro in ambito diplomatico. Che soprattutto non valutano le conseguenze dei loro atti. Immediate e future.

    Ecco a chi siamo in mano, ed ancora purtroppo per qualche tempo.

    • costi quel che costi? magari dichiariamo guerra all’India…

      il ritorno a Cochin della nave italiana è stato deciso dal capitano, ovviamente su indicazione anche dell’armatore, dopo che l’episodio era stato segnalato e gli indiani avevano chiesto alle navi della zona di rientrare per verifiche su un caso di pirateria.

      una decisione del tutto consapevole, presa in contrasto con le indicazioni della Marina Militare.

      dove sia l’inganno altro che nella propaganda, è difficile da capire.

      c’è un resoconto esemplare di tutta la vicenda qui:

      riporto il passaggio che ci interessa:

      Ci sono oggi alcuni fatti accettati anche dalla difesa dei due marò in India.
      L’Enrica Lexie, intorno alle 16:30, si trovava a 20.5 miglia dalla costa indiana: non in acque internazionali né territoriali, bensì entro le 24 miglia della zona contigua, il tratto di mare adiacente al mare territoriale in cui lo stato può estendere la propria giurisdizione nelle materie di immigrazione, fiscali e doganali ed altre finalità legali a diritti fondamentali.
      In India il Maritime Zone Act del 1976 estende la giurisdizione alla zona contigua al fine di mantenere la “sicurezza della Nazione”. In aggiunta, secondo la section 188a del codice di procedura criminale indiano – introdotta tramite notificazione dal governo – la giurisdizione è estesa addirittura fino alle 200 miglia nautiche, come negli Usa durante il proibizionismo e attualmente al largo delle coste della Cina.
      Gli spari dei due marò, dicono i test balistici condotti in India alla presenza di due tecnici italiani, hanno ucciso due pescatori indiani a bordo del peschereccio St. Antony. Il peschereccio indiano lancia l’allarme e, dopo due ore e mezza dal fatto, vengono contattate via radio le imbarcazioni sospettate di essere coinvolte nel presunto “attacco pirata”: l’Enrica Lexie, la Kamome Victoria, la Giovanni e la Ocean Breeze.
      Delle quattro l’unica a rispondere affermativamente è l’Enrica Lexie. “Abbiamo respinto dei pirati” dicono alle autorità indiane. Ma ora è tutto sotto controllo, il peggio è passato”, e infatti l’Enrica Lexie sta continuando lungo la rotta prestabilita. In due ore e mezza, contravvenendo ai protocolli standard, la petroliera si era allontanata di ben 70 km dalla “scena del delitto” senza avvertire nessuno.
      Le autorità indiane intimano al capitano Vitielli di invertire la rotta e tornare al porto di Kochi per chiarire tutta la faccenda, adducendo la scusa di un “riconoscimento dell’imbarcazione”. Oltre al monito verbale, dalla costa indiana salpano i due pattugliatori Shamar e Lakshmi Bhai e decolla l’aereo di sorveglianza marittima Dornier Do 228, per assicurarsi che l’Enrica Lexie torni ad attraccare in territorio indiano.
      Se di tranello si è trattato, sarebbe interessante capire come mai dall’Enrica Lexie non sia arrivato nessun segnale di allarme o di attacco pirata sventato, comportamento che ha fatto sospettare la guardia costiera indiana di una fuga verso acque lontane, con due cadaveri alle spalle.
      I due sottufficiali vengono arrestati solo quattro giorni dopo, il 19 febbraio, dopo una serie di interrogatori effettuati a bordo dell’Enrica Lexie da parte degli inquirenti indiani.
      Inizia così l’odissea legale, con un primo procedimento penale aperto nella Corte distrettuale di Kollam al quale seguono ricorsi dell’Italia che, nel frattempo, cambia tre versioni: “non siamo stati noi, ha sparato qualcun’altro”; “siamo stati noi ma ci siamo confusi e comunque eravamo in acque internazionali”; “siamo stati noi, li abbiamo scambiati per pirati, ma siamo militari in servizio, abbiamo l’immunità e inoltre eravamo in acque internazionali”.

  2. Uno dei pochi Stati ad utilizzare nella storia contemporanea la violazione sistematica della parola data, del principio del “pacta sunt servanda”, è stata la Germania nazista.
    # con la violazione del divieto di riarmo dopo la 1a guerra mondiale;
    # con l’occupazione militare della Boemia
    # con l’invasione della Polonia senza la dichiarazione di guerra (ma anche il Giappone avrebbe fatto lo stesso con Pearl Harbor
    # con l’invasione di Paesi neutrali come Olanda, Belgio e Danimarca
    # con la violazione del patto Ribbentrop Molotov, con invasione della Russia
    D’altronde, Mussolini, nel suo “piccolo” non si comportò molto diversamente con Albania, Grecia e Francia. Per non parlare dell’Etiopia, nel ’35.
    Però chi ha fatto veramente scuola in questo settore è stata la Germania di Hitler. Senza dubbio.

  3. @Bortocal
    Se ci parli di “partito golpista italiano”, forse occorre qualche ulteriore informazione al riguardo, senno’ , permettimi, sembra più una boutade…
    Oppore mi sono perso qualcuno dei tuoi post sull’argomento ?
    Ho letto il post 147, ma per parlare di golpismo con certezza ancora ne corre…
    Riterrei però, a tua “discolpa”, che il golpismo è uno di quegli strani argomenti per cui, nel momento in cui se ne parla con certezza, vuol dire che già è avvenuto.
    Quindi, ho capito, questo tuo è un post “precauzionale”, lanciato “a scopo preventivo”, “terapeutico”, direi…

    • il titolo di un post è sempre un pochino caricato, per attirare l’attenzione.

      ora che il post è finito ho argomentato un po’ meglio…

      o almeno, credo 🙂

  4. @Bortocal

    Scusate se intervengo ancora, ma la questione mi brucia.

    27.3.13: il presidente dimissionario Monti si presenta alla Camera per la crisi dei due Marò.

    Il gruppo PD se la prende con Terzi, e non anche con Monti, per le improvvide dimissioni.

    Il gruppo Scelta Civica di Monti è sulla stessa linea dello “scaricabarile”: E’ stata tutta opera del Ministro degli Esteri. Noi del Governo non c’entriamo nulla.

    Il PDL invece attacca Monti e difende a spada tratta a scelta dimissionaria di Terzi.

    I 5S sparano su tutto e tutti ma solo genericamente sul merito della crisi diplomatica. Si concentrano invece sull’operato socio-economuco del Governo Monti.

    La Lega: nessuno va lasciato mai indietro. Siamo al nuovo 8 Settembre.

    —-

    Punto in comune di tutti gli interventi: Nessuno stigmatizza lo scandalo principale della questione “2 Marò”. Vale a dire il tentativo del Governo di ignorare l’affidavit sottoscritto con le autorità indiane.

    Mi viene dato di pensare che fossero tutti solidali sulla mossa “furba” della nostra geniale diplomazia, cioè quella di trattenere i Marò a dispetto della parola data (l’affidavit è una sorta di “giuramento” tra Stati). Per tutti poi i due Marò sono degli eroi nazionali.
    Non c’è stata censura da nessuna parte sul punto del comportamento truffaldino del Governo italiano verso quello Indiano. L’obiettività era la grande assente in aula.

    O io non sono più cittadino italiano, oppure, se lo sono ancora, questa gentaglia, tutti compresi, non mi rappresenta affatto.

    • hai totalmente ragione, secondo me.

      ed io ho la stessa sensazione mia di essere fuori posto, oramai, in questo paese.

      con la differenza che quest’estate prendo anche la cittadinanza tedesca, e se mi gira, rinuncio anche a quella italiana, tanto per chiarire una volta per tutte…

  5. @Bortocal

    A proposito di Terzi di nome Giulio…
    .
    All’Università avevo un professore che si chiamava Adolfo Cesare Augusto, ed era nipote di un potentissimo cardinale operante all’interno della Curia di Roma.
    All’esame ho preso 27, ma una persona così altezzosa, da allora, non l’ho più conoscita.

  6. Al Senato, dibattito su dimissioni di Terzi, ore 18.00 del 27.3.13:
    Unico senatore che ha trattato la questione del “venir meno alla parola data” da parte del Governo italiano: il sen. Cristofaro, del gruppo SEL. Onore al merito.
    Per il resto, come alla Camera, silenzio sull’argomento.
    Pensare che ho dato il voto a Grillo e non a SEL….

  7. moveatur, ut promoveatur….

    analisi interessante.
    prospettive sempre più argentine. questo spiegherebbe anche la scelta nell’elezione del papa.

  8. Beninteso, non sono affatto convinto di Grillo…anche per questo mi piace il tuo blog…
    Mi sarei aspettato un po’ più di senso di responsabilità da parte dei rappresentanti grillini in Parlamento.
    Sai, penso l’avrai capito, un conto è la base dei grillini, un conto è chi è stato eletto, che in genere sono gente succube di Grillo.
    La base è alquento eterogenea: a mio parere gran parte vengono da sinistra, sia sinistra “radicale”, sia PD – scontenti, sia “laico-democratica”, come me (area Verdi – Radicali – Liberali di sx), ex dipietrini, ex-retini di Orlando & C.
    Poi c’è una bella quota di gente costituita da piccoli artigiani, piccoli imprenditori, gente “incazzata”, che prima votava o Berlusconi o Lega o Casini. Molti non votavano mai. Anche questi da Grillo si aspettavano di più, e, se i 5S mantengono la stessa linea “assolutista”, probabilmente non voteranno più il Movimento.
    Infine c’è una piccola quota di fascisti (ex- e post-), che sono finiti quasi tutti nei gradi “di comando” del M5S. Sono quelli che in genere gestiscono i Meet-Up, censurano, espellono, etc..
    Poi ci sono molti ragazzini ventenni o poco più, allevati nella pubblica istruzione di Berlusconi & Gelmini, quelli che io chiamo “fascisti a loro insaputa”. Questi sono gente generalmente fanatica del verbo grillino – casaleggino che, se non matureranno in fretta, potranno veramente dare problemi all’Italia nel futuro… Non per il verbo che professano, ma per l’assoluta mancanza di senso critico.
    Cose già viste nel nostro recente passato (anni ’20-30), sia in Germania, sia in Italia.

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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