avrei dovuto intitolare questo post “i miei conti con Napolitano”, per preavvisare della sua lunghezza e fare scappare i lettori subito.
ora non resta che riassumere per i frettolosi i suoi contenuti:
1. la noma dei 10 saggi da parte del presidente della repubblica è una boiata costituzionale gravissima
2. Napolitano è un presidente semipresidenzialista e sta violando la Costituzione
3. c’è una breve storia del presidenzialismo in Italia e chi vuole può saltarla; chi vuole usarla per la tesina della maturità si accomodi, ma è solo una traccia… 🙂
4. c’è una cronaca di come Napolitano abbia progressivamente imposto un semipresidenzialismo incostituzionale.
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e adesso, le soluzioni che ho in testa e le conclusioni del post le metto qui, così almeno chi ci arriva e non resiste oltre le 10 righe le legge:
Napolitano andrebbe messo sotto processo dal Parlamento per attentato alla Costituzione, come dice Micromega, ma naturalmente non ne vale la pena e ce lo risparmiamo.
la prossima presidente della repubblica dovrà essere una donna, per rimediare alla figuraccia maschilista della saggezza tutta al maschile di Napolitano: Bonino o Cancellieri.
io preferisco di gran lunga la Bonino; la Cancellieri mi sembra troppo fragile come figura: è una sconosciuta.
ma chiunque sia, dovrà riportare la Presidenza della Repubblica nella Costituzione.
e adesso chi ha stomaco il giorno di Pasquetta, prosegua prendendosi 10 minuti di tempo.
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nel nuovo medioevo politico che la caratterizza, l’Italia non ha più solo un papa Francesco, ma oramai anche un imperatore riconosciuto, Giorgio, dal quale ci libererà solo la oramai prossima scadenza del settennato, ma sarà tutto da vedere se per regalarcene un altro o per permetterci di ritornare ad essere una repubblica parlamentare.
questo è stato uno dei regali della dittatura berlusconiana, più tremenda ancora di quella fascista, perché entrata col virus televisivo nelle coscienze – mentre gli italiani non sono mai stati fascisti, come diceva Pasolini, hanno sempre soltanto fatto finta di esserlo; votavano per burla ai referendum dove il voto era pubblico e andavano nelle piazze a fa caciara quando c’era Mussolini, ma prendendosi gioco di lui: erano un popolo cinico e aveavno di meglio da fare gli italiani del ventennio, salvo pochi esaltati.
negli anni berlusconiani – che neppure è detto che siano finiti se il grande Grullo continuerà a spaccare i due parti inconciliabili gli antiberlusconiani (o per meglio dire i berlusconiani) – Napolitano è stato l’unico argine per limitare il potere mafioso e corruttore del dominus di Arcore, e ci siamo dovuti stringere a lui, che alla fine ha decapitato il mostro a sette vite, e ci siamo dimenticati di guardare ai suoi difetti e a quel che faceva.
l’assenza momentanea del mostro ci consente tuttavia di renderci conto che l’avversario del mostro è quasi più insidioso del mostro stesso e ha fatto per parte sua un danno meno visibile, ma più sostanziale, conducendo l’Italia sulla strada della repubblica presidenziale senza presidenzialismo.
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rinfrancato dal fatto che vedo condivisa la mia analisi anche nelle più nobili stanze di Micromega, proseguo ricordando che sette anni fa, quando si trattò di eleggere il presidente della repubblica, il candidato più autorevole della sinistra era Massimo D’Alema, che propose – fatto alquanto inaudito – un esplicito programma politico della sua presidenza, che era il presidenzialismo.
inaudito e già sempresidenzialista era che D’Alema attribuisse al presidente un programma politico, dato che la Costituzione non gli assegna affatto questo ruolo, anzi dichiara il presidente della Repubblica irresponsabile politicamente dei suoi atti, salvo nel caso di alto tradimento e attentato alla Costituzione.
inaudito poi che questo programma fosse il presidenzialismo, perché anche questo è contrario alla Costituzione.
inaudito infine che D’Alema pretendesse di essere di sinistra e che facesse questa proposta a nome della sinistra o di una sua autorevole parte.
ma il presidenzialismo è tutt’altro che una novità nella storia dell’Italia repubblicana…
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il presidenzialismo fu tentato dal presidente in carica Gronchi nel 1961, un democristiano “di sinistra” che era già stato sottosegretario nel governo Mussolini fino a che non si era trasformato in regime: Gronchi aveva voluto un governo del presidente sostenuto in parlamento dal voto dei neofascisti del Movimento Sociale, quello di un altro democristiano di sinistra, Tambroni; questo era stato abbattuto all’istante da una vera e propria rivolta di piazza, preludio operaio del Sessantotto studentesco, che aveva visto la polizia sparare sui dimostranti: erano i famosi “morti di Reggio Emilia” di una canzone di protesta degli anni Sessanta.
ci aveva riprovato un altro presidente in carica, Segni, nell’estate del 1964, convocando platealmente a palazzo il comandante dei carabinieri, per minacciare il capo del governo in carica, Moro, colpevole di un programma di riforme troppo radicali il governo appena nato di centro-sinistra, ma un ictus provvidenziale pose termine al tentativo, peraltro forse più fi facciata a scopo di ricatto, e impose la nomina di un altro presidente, che fu Saragat, troppo amante della bottiglia per pensare a queste cose.
il presidenzialismo era nel programma politico di Gelli, il piduista, chissà quanti se lo ricordano ancora, ed era stato il programma esplicito di un altro attacco alla presidenza, quello di Fanfani del 1971: la guerra al fanfascismo era stata la prova del fuoco politica della mia giovinezza e una grande vittoria politica del Manifesto (che avrebbe preparato la catastrofe elettorale dei 700.000 voti presi alle elezioni dell’anno successivo, peraltro).
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questo per dire che la destra italiana ha sempre avuto nel suo DNA il presidenzialismo, che in Italia, per la nostra tradizione politica sarebbe fascistoide e non una variante democratica come negli USA o in Francia: e infatti il presidenzialismo sinora frustrato è l’anima non tanto segreta anche del berlusconismo.
e occorre fare attenzione alle minacce berlusconiane contro un prossimo presidente della repubblica di sinistra: Berlusconi sa di potere vincere facilmente le elezioni imminenti grazie al porcellum e sa di potere ricorrere all’art. 90, con un parlamento che fosse totalmente dominato da lui, per revocare qualunque presidente non gradito:
Art. 90.
Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione.
In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri.
la Costituzione non lo dice esplicitamente, ma l’accusa di attentato alla Costituzione può portare, naturalmente, anche alla destituzione del Presidente.
questo per accennare una piccola storia del presidenzialismo italiano passato e futuro.
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nel mio piccolo blog nel 2006, all’inizio di quella che sembrava potesse la seconda occasione storica del centrosinistra e di Prodi, se la sinistra non avesse fatto harakiri e non si fosse spaccata abbattendolo per la seconda volta, combattei con tutti i post che potevo scrivere l’idea scellerata di vedere presidente della repubblica Massimo D’Alema, l’intrallazzatore che aveva portato l’Italia in guerra anticostituzionale contro la Serbia, abbattendo Prodi, che non la voleva fare, dieci anni prima.
e con un certo anticipo, e quando l’idea sembrava peregrina, proposi come alternativa a D’Alema, che mi pareva impresentabile, proprio Napolitano, azzeccandoci ancora una volta per sbaglio.
credevo che Napolitano, storicamente un moderato dentro il Partito Comunista Italiano, sarebbe stato un presidente misurato e corretto.
a conclusione di questo settennato pessimo (salvo quanto detto sopra) devo riconoscere di essermi sbagliato: non perché Napolitano non sia stato quel che prometteva di essere, cioè misurato, ma perché in modo misurato e prudente, e dunque più insidioso, ha realizzato sostanzialmente il programma politico di D’Alema e fatto dell’Italia una curiosa repubblica semipresidenziale senza presidenzialismo vero, introducendo una forma di disequilibrio costituzionale i cui guasti si stanno rendendo evidenti.
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lo strumento usato da Napolitano per raggiungere questo risultato stanno nel progressivo appannamento del principio costituzionale della fiducia data o ritirata dal Parlamento, al quale ha sostituito quello della fiducia data o ritirata dal Presidente della Repubblica, tenendo conto degli orientamenti del Parlamento.
Napolitano è stato ostile al governo Prodi nel 2006-08: voleva, già allora la grande alleanza fra la sinistra e Berlusconi: Prodi era appeso al filo della risicata maggioranza al Senato e Napolitano gli ha ripetutamente imposto di andare a verificarla ad ogni occasione per liberarsi di lui al più presto e sperando di imporre la grande coalizione; quando finalmente, dopo meno di due anni lo spregiudicato filibustering di Berlusconi – contro il quale Napolitano non ha mai fiatato – e il fanatismo trotzkista di un Turigliatto eletto nelle file del centro-sinistra videro Prodi soccombere di poco in un voto sulla politica estera, Napolitano, solo per questo, pretese le dimissioni di Prodi, asserendo che il voto aveva un carattere determinante.
e si scontrò con lui, perché Prodi gli impose il rispetto della Costituzione, e volle andare in Parlamento a farsi correttamente sfiduciare.
Napolitano ha imposto la stessa operazione nel 2011, prendendo atto di persona che Berlusconi non aveva una chiara maggioranza alla Camera, ma evitando di farlo verificare alla Camera stessa.
sembrava la mossa estrema di una situazione di emergenza senza via d’uscita, ma era la premessa di un pasticcio costituzionale inaudito, perché Berlusconi non è mai stato sfiduciato dal Parlamento e questo gli ha permesso di farsi passare come vittima di un colpo di stato, il colpo di stato di Napolitano, naturalmente mai chiamato per nome.
perché Napolitano non volle quel passaggio così semplice e cristallino, cui sarebbero bastati due giorni, e invece fece senatore a vita Monti e lo mandò di carriera a prendersi la fiducia di una Parlamento semiesautorato che non aveva sfiduciato Berlusconi?
perché nella sua visione del ruolo della presidenza della repubblica (che non è quella della Costituzione) il presidente del Consiglio risponde al presidente della repubblica che lo nomina e non al Parlamento che gli dà o gli toglie la fiducia.
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nel corso del 2012 Napolitano, con l’appoggio della Corte Costituzionale, che aveva appena respinto le stesse pretese per quanto riguarda Berlusconi col lodo Alfano, ha fatto un altro passo verso la repubblica presidenziale e ha fatto sancire la non intercettabilità del Presidente.
a mio parere indubbiamente naif, per non dire ignorante, un pasticcio giuridico senza pari e una lesione assurda dei diritti della difesa del comune cittadino: abbiamo infatti in corso un conflitto gravissimo tra Corte di Cassazione, che ha vietato la distruzione delle intercettazioni, e Corte Costituzionale che ha sancito il diritto del Presidente della Repubblica di pretenderla.
e intanto, naturalmente, i giudici che indagano sulla trattativa stato mafia degli anni Novanta hanno giustamente convocato Napolitano presidente come testimone, facendo capire che era meno imbarazzante che si lasciasse ascoltare registrato, piuttosto che andare a dire sotto giuramento nelle aule del tribunale quel che aveva sussurrato al telefono all’indagato Mancino (peraltro a mio parere, innocente, se andiamo a guardare nei dettagli la scombinata indagine di Ingroia).
per fortuna la testimonianza arriverà soltanto a settennato concluso, senza creare altri problemi di lesa maestà a Napolitano, che vi si presenterò come privato cittadino, e se dal processo risulterà che lui è stato parte attiva negli anni Novanta della trattativa stato-mafia (che è l’unica cosa che mi immagino che le intercettazioni potessero contenere per giustificare un Presidente che si rifiuta di rendere noto al popolo il suo operato e si appella al segreto dovuto alla sua funzione), potrà finire sotto processo come un Sarkozy qualsiasi.
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ed eccoci al terribile pasticcio finale 2012-13, che chiude nel ridicolo una presidenza della repubblica tragica: Napolitano, di fronte alle sparate di Berlusconi e Alfano contro Monti di fine 2012, considera, lui personalmente, sfiduciato Monti: non lo rimanda in Parlamento per verificare: sa che alla prova del fuoco avrebbe messo troppo in pericolo Berlusconi.
lo costringe a dimettersi, senza sfiducia.
aveva altre scelte: poteva prima di tutto rimandare alle Camere Berlusconi, che dopotutto era il vincitore delle elezioni del 2008 e non era mai stato sfiduciato: questo però avrebbe impedito al pifferaio magico di poter fare la campagna elettorale truffaldina che ha fatto, perché lo avrebbe costretto a governare per sei mesi e lo avrebbe riportato davanti agli italiani nell’evidenza del fallimento del suo programma.
poteva, tanto per chiarire, rifiutarsi di sciogliere il parlamento senza una riforma elettorale; è la Corte Costituzionale, non altri, che ha definito non conforme alla Costituzione il porcellum e un presidente garante della Costituzione non dovrebbe farci votare con quella legge.
invece no, pasticcia e ci fa votare, ancora col porcellum… (salvo che all’estero…)
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le elezioni sono un plebiscito contro Monti, che prende a stento il 10% dei voti, cioè contro Napolitano politico che lo aveva voluto, e consegnano un paese ingovernabile, non per la legge elettorale, ma perché, di fronte al veto del Grullo, non resta che una tregua fra sinistra e destra classica.
che però può esistere solo togliendo di mezzo Berlusconi.
e siccome questo non è possibile, perché la destra italiana non vuole farlo, allora di necessità la democrazia in Italia è finita, perché deve governare una minoranza: e lo può fare o tramite il porcellum o tramite un golpe dell’esercito, che oscuramente a me pare vi si prepari se sarà necessario, a partire dal caso dei marò o di Aldrovandi, tanto per chiarire che razza di minoranza sarà quella che ci governerà.
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ed eccoci al capolavoro finale dell’altroieri del presidente semipresidenzialista, di fronte alla situazione impallata: rifiutarsi ancora una volta di mandare Bersani in Parlamento a verificare come la pensa il Parlamento, e scoprire che Monti non è stato sfiduciato e che può continuare a governare anche se si è dimesso…
e anche se ha voluto presentarsi alle elezioni, quando Napolitano non voleva, e ha dovuto litigare con lui per farlo…
se è per questo, neppure Berlusconi è stato sfiduciato, e perfino Prodi è stato sfiduciato solo perché lo ha preteso con tutte le sue forze, togliendo a Napolitano il primato di essere il primo presidente della repubblica democratico in cui per sette anni non c’è stato un solo voto di sfiducia ad un governo, a solo la sfiducia data e tolta da un presidente che non è neppure eletto dal popolo, ma – se vogliamo vedere – dalla casta politica.
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non basta ancora.
il programma del futuro governo, che sarà, naturalmente, un governo del presidente, Napolitano non lo fa preparare al governo che tiene artificialmente in vita con accanimento troppo terapeutico, visto che il paziente è il popolo italiano, ma un comitato di dieci saggi, tutti rigorosamente forniti di pisello.
che cosa sia questo comitato la costituzione non lo sa; se lo ricorda semmai la rivoluzione francese quando ricorse al direttorio, preparando Napoleone.
restando più raso terra, questi dieci, come i comandamenti, purtroppo sembrano essere solo dieci ministri in pectore di Napolitano, che ancora una volta non ha fatto l’unica cosa sensata che gli sarebbe rimasta da fare, costituzionalmente: dare l’incarico di formare il nuovo governo a se stesso.
qualcuno ha osservato (ma dev’essere una barzelletta, se Napolitano non l’ha presa sul serio) che la nostra Costituzione non dichiara esplicitamente incompatibile la carica di capo del governo e di presidente della repubblica.
avanti allora: neppure Napolitano è mai stato sfiduciato, si dia l’incarico di formare il nuovo governo e chissà che questa non sia la volta buona che il Parlamento lo sfiducia…
Direi: magistrale ancorchè, come si suole, misurato! Gradirei, se le garba, avere un approfondimento del suo pensiero sul prof. Prodi, solamente per curiosità mia. Mi piace molto leggerla anche se personalmente sono un poco più estremista e scioccamente molto più arrabbiata: per me è terapeutico. Grazie e a presto
P.S.: quasi certamente, dato che io l’ho “scoperta” da pochissimo, avrà già avuto modo di parlare del prof.. In questo caso mi suggerisca solo dove devo andare a cercare…
grazie dell’apprezzamento, ma ancora di più di avere resistito al dilagare degli argomenti… 🙂
sul “misurato” non mi pronuncio: non è uno degli aggettivi che mi rivolgono di solito…, comunque.
di Prodi ho scritto tantissimo, in modo non sempre critico; del resto ho un giudizio sostanzialmente positivo sul personaggio, che vedrei benissimo anche come presidente della repubblica, ma mi pare difficile perché è troppo fuori dalla casta.
il modo per trovare un argomento nel blog è quello che ho indicato anche nella pagina “Istruzioni per l’uso di questo blog”, che ho appena aggiornato: inserire la parola chiave nel motore di ricerca in alto usando la casella search.
uscirà questo link: https://bortocal.wordpress.com/?s=Prodi
ma il meglio su Prodi si trova nella versione preedente di questo blog, ed è naturalmente una specie di enciclopedia sul tema: http://bertolauro.blogs.it/search/Prodi/AND/
questa piattaforma però segnala indistintamente tutti i post dove compare il nome.
buone sbirciate qua e là; il giudizio di fondo non cambia però dalle poche cose dette qui.
@Bortocal
Voglio essere ottimista.
Anzi, ti voglio dimostrare che la realtà è poliedrica, ha più facce. Basta cambiare punto di osservazione. E’ un principio che seguo da diverso tempo per decifrare questo mondo tumultuoso…
La nomina delle commissioni di saggi è stata un’abile mossa di Napolitano per mettere a tacere la destra e impegnarla su un lavoro senza scopo pratico alcuno, cioè quello di presentare delle semplici proposte senza inquadramento alcuno nell’iter legislativo previsto in Costituzione.
Caro Bortocal, vedrai, i saggi non faranno altro che “saggiare”, perché poi è il Parlamento che deve decidere, e lì l’inciucione non potrà avere luogo. Pena portare Grillo a stravincere le prossime elezioni.
“Se volete accantonare un problema, crate una commissione”, suggeriva Andreotti ai colleghi di partito, ai suoi tempi.
E infatti il PDL ha annusato la trappola e sta iniziando a protestare.
Anche perché vede profilarsi all’orizzonte il prof. Prodi Romano a sostituire Napolitano, col supporto dei voti grillini. E anche qui i PDL vedono giusto.
Pertanto questa è una mossa diversiva di nonno Giorgio. Che fingendo di soccorrere il Berlusca, nella sostanza ne prepara il funerale…
Non sottovalutare i vecchietti, caro Bortocal.
A volte la sanno lunga, sicuramente molto più lunga del duo boccoluto “Grillo & Casaleggio S.p.A.”.
Prodi nuovo Presidente della Repubblica 3 a 1. Accetto scommesse.
Rettoifico il terzo periodo, per errore di inserimento del testo:
La nomina delle commissioni di saggi è stata un’abile mossa di Napolitano per mettere a tacere la destra e impegnarla su un lavoro senza scopo pratico alcuno, cioè quello di presentare delle semplici proposte senza inquadramento alcuno nell’iter legislativo previsto in Costituzione.
hai probabilmente ragione.
forse sono troppo ingenuo per commentare la politica italiana.
forse Napolitano è semplicemente un furbone che sta rosolando Berlusconi a fuoco lento.
fa bene a farlo, ma questo significa forse che va bene tutto quello che fa?
significa forse che si deve accettare la visione della politica che propinano i commentatori di grido e che la rappresentano come una pura tattica per il potere?
dietro questa tattica non stanno in fondo delle categorie valoriali e strutturali dell’agire politico che sono anche più importanti del risultato occasionale raggiunto?
non ci sono altri modi, lineari e diretti, non tortuosi e machiavellici per liberarsi di Berlusconi un parlamento che gli è contrario al 60%?
abbiamo bisogno della stranezza dei saggi di Napolitano e non basta verificare che è ineleggibile per via delle concessioni statali che ha?
fine delle domande retoriche… 😉
Berlusconi E’ machiavellico. Pertanto ogni machiavellismo è lecito nei suoi confronti.
Bersani deve agire esattamente come avrebbe fatto Berlusconi.
Se la destra avesse avuto la possibilità di eleggere il PdR senza i voti del PD, l’avrebbe senz’altro fatto, spedendo al Quirinale il maggiordomo di casa Arcore, signor Letta (lo zio), oppure avremmo visto sul colle più alto Mr. B. in persona.
Ora la sinistra ha la possibilità di eleggere il PdR senza i voti della destra (bastano quelli di Monti o di Grillo). Che lo faccia, non badando alle sirene degli inciucisti (Renzi, D’Alema, Veltroni, Violante ecc.).
Niente prigionieri ! Vale a dire: nessun accordo con QUESTA destra.
risposta: Berlusconi è machiavellico, ma noi non dobbiamo essere come lui: possiamo procedere alla luce del sole.
più che altro temo gli inciucisti, a cominciare da quelli buoni come Napolitano che lo fanno a fin di bene.
Berlusconi si rassegni è minoranza nel paese e nel Parlamento e questa volta il porcellum non è riuscito a salvarlo; non si è mai visto in nessun paese del mondo che il presidente lo elegga la minoranza.
anzi, fugga fino a che è in tempo: il percorso è dichiarazione di ineleggibile, condanna definitiva, arresto.
Berlusconi, avesse potuto avrebbe preso presidenti della Camera e del Senato, come ha sempre fatto, perfino nel 94 quando non aveva i voti e ha comperato i senatori; e si sarebbe fatto eleggere presidente della repubblica, perché dell’impunità ha bisogno lui, mica Letta il maggiordomo.
l’unico problema della sinistra è di eleggere un candidato perbene e inattaccabile: va bene Prodi, va bene la Bonino, va bene Zagrebelsky; un piccolo niet personalissimo per Rodotà: mi è capitato di vederlo di persona una volta a Roma alle prese con uno che aveva parcheggiato in seconda fila davanti alla sua macchina: psst, te lo dico sottovoce: è un isterico, non credo sia l’uomo giusto.
qualunque futuro presidente della repubblica, se dev’essere un uomo perbene, sarà di necessità un antiberlusconiano, e punto e a capo.
poveretto…cerca solamente di supplire la totale irresponsabilita’ dei partiti…!!
credo che tu abbia ragione, e non meravigliarti se mi contraddico.
non sono del tutto sicuro che questo post sia sensato.
in fatti nel suo presidenzialismo Napolitano ha sempre agito in stato di necessità.
la colpa del presidenzialismo quindi non è sua?
non lo so: però per me il punto di svolta per me è stato il conflitto di attribuzioni sollevato alla Corte Costituzionale (che poi gli ha anche dato ragione)….
quindi, pur dubitando, alla fine il post lo scriverei ancora, se non altro per presentare un punto diverso da quello ampiamente dominante e perché la realtà non è mai tutta di un colore.
– ma anche tu ti contraddici, mi pare.
no eri ferocemente anti-Napolitano, un tempo, ai limiti del turpiloquio e ampiamente dentro la soglia del vilipendio? o ricordo male?
beh… dopotutto basta aspettare dopo il 18 aprile, e quando Napolitano non sarà più Presidente della Repubblica, il nuovo Presidente della Repubblica potrà dare l’incarico di formare il nuovo Governo a… Giorgio napolitano! 🙂 🙂 🙂
be’, ci vuole ancora un mesetto per avere Napolitano capo del governo: il nuovo presidente entrerà in carica il 15 maggio e Napolitano ha già detto che resta fino all’ultimo giorno, come presidente della repubblica.
come presidente del consiglio lo vedrei bene: non potrebbe più essere presidenzialista, e sarebbe un bellissimo contrappasso per i suoi peccati di presidente.
inoltre gli manterrebbe un certo scudo per le indagini sulla trattativa stato mafia… 🙂
temo soltanto i piddini inciucisti, Renzi e i D’Alema nel segreto dell’urna…
Guardate come si sta agitando il Belusca, dopo la trovata di nonno Giorgio !
Ha una fifa blu che venga tenuto fuori dai giochi per il Quirinale. E la cosa stavolta è possibile. Basta che Bersani tenga duro e non si lasci infinocchiare da Renzi, che è la quinta colonna del PDL all’interno del PD.
Anche con l’uscita di oggi Renzi ha voluto ancora bastonare Bersani: incredibile come un partito riesca a farsi del male da solo !
L’inversione dell’ordine del giorno (prima il Quirinale, poi il Governo) operata da nonno Giorgio è secondo me una trovata geniale. Capace di mettere veramente in difficoltà Mr. B. e lasciarlo solo di fronte ai giudici dei vari tribunali d’Italia.
Non so se lo sapete ma il Presidente della Repubblica, dopo il 4° scrutinio, sarà possibile eleggerlo anche coi soli voti di PD + Monti o PD + Grillo, perché si vota a camere unite, più i Presidenti di Regione.
Spero la sinistra stavolta non si mostri tanto imbecille come ha saputo fare più e più volte.
Basterà non ascoltare D’Alema, Veltroni, Violante & C. e evitare l’inciucio in questi giorni da qui alla elezione del PdR.
Saluti a tutti.
ahha ahha, ha convocato con timpani e tamburi di guerra il Gran Consiglio a casa sua, ma perfino il Gran Consiglio non ha potuto fargli capire che non può fare proprio niente: non ha più il pallino in mano, lui.
ed ecco un comunicato tremebondo che segnala la completa impotenza: anche le scorte di viagra devono essere finite!
totalmente d’accordo con te: se il Partito Democratico fa un solo passo falso, questa volta passo armi e bagagli a Grillo tappandomi il naso.
mi sono sempre fatto una opinione su personaggi,movimenti,partiti,istituzioni ecc. osservando la loro storia passata senza lasciarmi abbagliare dagli ultimi 5 minuti.
napolitano non ha un passato fulgido,obbediva da buon scudiero, immerso in una grigia nomenklatura,
a certi dogmi totalmente avulsi da quei basilari principi di liberta’ e giustizia di cui oggi si fa portatore (vedi Ungheria).
in questo suo ultimo tratto e’ abbastanza apprezzabile.
vedi, tu cominci ad apprezzare Napolitano quando io comincio a criticarlo…, un motivo ci sarà. 😉
sul presunto grigiore di Napolitano, che fu quasi sempre una specie di dissidente nel Partito Comunista, non concordo affatto.
se permetti cito un mio vecchio post del 2006, quando fu eletto, che dimostra incontrovertibilmente 🙂 il contrario…, spero che tu abbia la pazienza di leggerlo per ricrederti.
http://bertolauro.blogs.it/2006/05/14/220_lo_stile_non_poetico_del_nostro_pres~797924/
TU sei l’enciclopedia britannica e l’archivio del corriere della sera.
da ora in poi prima di risponderti faro’ ricerche accuratissime.
da un punto di vista medico mi complimento..!!
p.s. faccio umilmente notare che napolitano si e’ sempre distinto per la sua incondizionata fedelta’ a mosca
ho una destroposizione dell’aorta con arco aortico piuttosto alto che pompa molto sangue al cervello; questo credo che mi garantisca anche un rimbambimento precoce… 🙂
in ogni caso la rete e wikipedia sono un grosso aiuto.
quel che tu dici di Napolitano non è del tutto vero,
vale certamente per tutto il periodo fino al 1970 e alla radiazione del PCI del gruppo del Manifesto (in cui io allora militavo), di cui fu attivo protagonista; occorre però dire che l’errore filorusso, riconosciuto da Napolitano, fu allora di tutta la sinistra italiana, compresi per lungo tempo i socialisti.
però, anche se prendiamo la frase che viene rinfacciata a Napolitano sull’invasione russa dell’Ungheria del 1956, «L’intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo», per la seconda parte mi pare semplicemente obiettiva, pur se cinica: in quei mesi, come ricordo bene da bambino precoce che si interessava di politica già da allora, si fu per qualche giorno sull’orlo della guerra nucleare con Kruscev che minacciava di lanciare le atomiche su Londra e Parigi, per ritorsione all’invasione dell’Egitto.
però, dagli anni Settanta, dopo avere contribuito a cacciare dal partito i critici “di sinistra” dell’Unione Sovietica, Napolitano ne divenne il principale critico “da destra”, anche come portatore di una linea di “compromesso” tra la sinistra e le altre forze politiche che fu sempre ed è (a torto) tuttora la sua prospettiva politica.
nella mia azione politica giovanile Napolitano fu sempre visto come il capofila dell’ala migliorista e trattativista del Partito Comunista; sentirlo accusare adesso di cieca fedeltà all’URSS mi sembra semplicemente falso.
Bravo, Bortocal.
Dovevi aggiungere @Edoarrdo: studiate la storia prima di commentare a vanvera.
Questo glielo lo dico io, perché ho capito che tu sei troppo “polite”. Chissà perché, non mi viene l’equivalente italiano di “polite”…Dovrebbe essere: “educato”, ma non è proprio lo stesso…Vorrà dire che in Italia questa caratteristica è così rara ?
sono una persona perbene, è vero; qualcuno nella vita reale dice anche che sono un “signore”, qualunque cosa questo voglia dire.
ma non credermi così educato come pensi: edoardo conosce bene certe mie arrabbiature, ma credo che sappia anche oramai che cosa può scatenarle: razzismo, diffamazione, ingiurie (ad altri); sul resto sa che può contare su una buona tolleranza delle critiche, a me e ad altri….
insomma, basta che ci sia correttezza. 🙂
qui tu sei stato piuttosto pungente nei suoi riguardi, però direi che non ci sono offese vere e proprie.
poi edoardo, se troverà la voglia, risponderà.
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