il Bigio feticismo antifascista della foglia di fico – 183

monta la protesta per la decisione della giunta comunale di Brescia, Popolo della Libertà e Lega, sindaco Paroli, anche deputato PdL, di ripristinare in Piazza della Vittoria, appena nobilitata con la fermata del metrò, la statua del Bigio.
era stata eliminata a furor di popolo, o meglio a furor di partigiani, dopo il 25 aprile 1945.
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il “Bigio”: perché il popolo la chiamava così, brutta e pretenziosa com’era, anche se il suo nome ufficiale era “l’Era fascista”, che credo si debba pronunciare “fassista”, come faceva Lui.
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questo per dire che a me pare abbastanza comico che qualcuno pensi di fare pubblicità al fascismo in questo modo: non dico che non si debba votare contro, ma più che altro la cosa susciterà oggi, come suscitò persino allora, battute di ogni tipo, le prime sulla grandezza degli attributi virili, che il popolo sarcastico del tempo che fu diceva ispirati direttamente al Duce.
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con tutto il rispetto dei sentimenti antifascisti altrui, andrò un poco controcorrente: abbiamo a Brescia questa grande piazza della Vittoria, costruita da Piacentini, l’architetto del regime, demolendo il cuore stesso del centro storico, popolare e vivo, e deportandone gli abitanti nei Villaggi della periferia: ci teniamo quella piazza, tutta intera ben altro simbolo del fascismo, e ci dà fastidio una statua senza foglia di fico?
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e che dire allora dei tombini che tuttora riempiono di piccoli fasci di metallo la città, ben più numerosi delle “pietre d’inciampo” che ricordano in  ottone i nomi dei deportati sui marciapiedi davanti alle cloro case?
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credo che chi si agita per la statua della bigia Era fascista, e non si agita per il fascismo tutto intero che riattraversa la nostra società, per  i marò per dirne una, dà un esempio non di vero antifascismo, ma di antifascismo feticista.
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è l’antifascismo del dettaglio, che si scuote quando il dettaglio diventa insopportabile, ma che si perde volentieri l’insieme.
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a Taranto è miseramente fallito senza appello il tentativo di svolgere una manifestazione di massa di appoggio ai marò, promosso da varie associazioni filomilitari, e perfino l’avere fatto aprire il corteo da due bambini, i figli di non so quale dei due marò, non è riuscito a fargli sfilare dietro più di una cinquantina di  persone isolate; intanto continuano i proclami semigolpisti del COCER, di cui nessuno neppure ci tiene informati, e poi siamo chiamati alla protesta per la foglia di fico del Bigio bresciano?
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mi pare il sintomo di un modo di fare politica veramente fuori del tempo e il preannuncio locale di una possibile sconfitta alle comunali che stanno per tenersi, anche se l’esperienza amministrativa della destra è stata pessima e alle politiche la maggioranza uscita è stata di PD e grillini.
spero di non avervi scandalizzato troppo, accetterò volentieri ogni tipo di critica. 
quindi mi tengo fuori da questa mobilitazione ipocrita, anzi non la condivido proprio; la protesta contro la statua alla fine è parte di un progetto: rifiutare la statua e tenersi la piazza tutta intera…
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… rifiutare le statue, ma riprendersi i marò.

20 risposte a “il Bigio feticismo antifascista della foglia di fico – 183

  1. Io questa storia del Bigio non l’ho nemmeno sentita ma in tutta sincerità non credo che una statua possa nuocere a nessuno, semmai strapperà un sorriso a chi cercherà “la foglia di fico”. E’ assurdo come alle volte le persone possano agitarsi per sciocchezze e rimanere assolutamente inerti di fronte alle atrocità.

    • è una storia prettamente bresciana, ma ho visto qualche segno di allargamento; è il modo che ha la sinistra in questa città di fare la campagna per le imminenti comunali; intanto alle primarie per la scelta del candidato sindaco democratico hanno partecipato 4.000, dicesi 4.000 persone….

    • eh, ma tu non sei bresciana: è dura, sai, passare quasi ogni giorno davanti alla sede di un candidato sindaco di sinistra, leggere i manifesti del Comitato contro il Bigio e sentirsi un qualunquista… 😉

  2. Ma infatti, come dice Marta qui il problema è che ci si preoccupa di queste immani stronzate quando ci sarebbe ben altro. Sentivo peraltro che su questa storia sono stati stanziati circa 400.000 euro. Forse magari quella cifra potrebbe essere usata meglio?

    • penso certamente di sì; infatti secondo me sarebbe opportuno opporsi, ma senza alzare troppo i toni.

      del resto ne stiamo vedendo delle belle a Brescia: 250.000 euro spesi per demolire e trasferire in un parco semiperiferico una pensilina di ferro postmoderna di stile vagamente giapponese come il suo architetto, innalzata sconsideratamente dalla giunta di sinistra in piazza Rovetta (dove si tiene il mercato del sabato), e sostituirla con una specie di teatrino dei burattini con prato di plastica verde annesso.

      quanto all’oggetto demolito, non so quanto fosse costato, adesso sono andato a vedere: 360.000 euro.

      con i 250.000 per il trasferimento, 600.000 euri buttati in modo bipartisan, per avere lo stesso buco di prima a due passi da Piazza Loggia fanno apparire bricioline i 100.000 per ripristinareil Bigio…

  3. Sono d’accordo fino a un certo punto, più che altro perché la piazza nessuno l’ha mai demolita, mentre qui si tratta di ripristinare un simbolo già abbattuto, che ha tanto l’aria di voler essere una vuota provocazione.
    Poi purtroppo devo essere d’accordo sull’inutilità di questo tipo di antifascismo, soprattutto se, come giustamente dici, vengono trascurati argomenti come quello dei marò che dovrebbero avere un peso decisamente maggiore per le nostre coscienze.
    Però ho appena letto un articolo che credo possa interessarti, spero di non darti fastidio inserendo un link:

    Appello a Zingaretti: no al monumento a un criminale di guerra fascista

    Ecco, questo è il clima italiano, il ritorno al momumento, alla storia (con la “esse” minuscola), alla patria. Sarà un triste 25 aprile, ammesso che ce ne siano stati di felici.

    • Se Bigio è una provocazione, allora cos’è il mausoleo del criminale fascista gen. Graziani, pagato con 127mila euro di tasse nostre, realizzato ad Affìle (prov. di Roma) e inaugurato lo scorso agosto 2012 ?

      E’ un’istigazione alla ripresa della lotta partigiana, questo credo che sia.

      Vedere, ad es.:
      http://www.corriere.it/politica/12_settembre_30/mausoleo-crudelta-non-fa-indignare-italia-gian-antonio-stella_310bba88-0ac9-11e2-a8fc-5291cd90e2f2.shtml

      • Hai ragione Luca, e da un certo punto di vista sarei per la ripresa della Resistenza; il punto è che non credo che ci sia un sentire così alto: come scrive qui Borto, le persone si indignano, e giustamente, per una statua, però non riescono a leggere il fascismo che si cela dietro altri atteggiamenti, un fascismo molto più inquietante e sottile. Fino a quando non si comprenderà che il nemico non si combatte solo per simboli, non ci sarà nessuna Resistenza possibile, e non faremo che perderci in chiacchiere decisamente sterili.

      • questo fatto, che ha introdotto Ella, è veramente sconvolgente, e in qualche modo mi tocca anche da vicino, perché tra i soldati che occuparono l’Etiopia con Graziani c’era anche mio padre, arruolatosi per sfuggire alla disoccupazione, e non credo che le sue mani non si siano macchiate di sangue.

        da piccolo vidi delle foto delle impiccagioni in piazza ad Addis Abeba dei resistenti etiopi…

    • cara Ella, il link che hai messo è veramente sconvolgente: ecco, lì, per quel monumento a Graziani non avrei fatto soltanto un comitato, ma sarei sceso in piazza volentieri.

      l’articolo è da ricordare…, grazie della segnalazione.

    • cara Ella, grazie del post che mi hai linkato: parla di un fatto veramente sconvolgente.

      ecco, lì davvero non mi sarei limitato a un comitato, ma sarei volentieri sceso in piazza a manifestare la mia indignazione.

      hai allargato la rete dei blog ai quali mi sono abbonato: ogni link è un regalo in più.

      – ops, ho riscritto il commento perché non vedevo la prima versione e pensavo fosse andato disperso…

      repetita iuvant?

  4. @ellagadda
    Avevo letto troppo in fretta il tuo commento, fermandomi alle prime righe. Ora vedo invece che anche tu hai notato la sproporzione tra i due episodi di “riscoperta del fascismo”, quello di Brescia e quello di Affìle. Mi fa piacere.

    A Brescia almeno si tratta almeno di un’opera d’arte, anche se di regime. Ad Affìle invece è solo un insulto alla memoria dei civili libici e etiopi decimati e gasati con l’iprite.

  5. i fasci nei tombini li ho visti con sommo disgusto in altre città.
    basterebbe pochino… e sarebbe anche una questione di decoro: come ci presentiamo al mondo?

    della statua non so nulla, ma mi basta vedere le scritte sotto i vari cavalcavia in giro: questo è un problema solo di facciata.

    • mio figlio, che fra l’altro è candidato alle Comunali di Brescia, mi ha detto ieri sera che la spesa complessiva è molto più alta.

      intanto il sindaco ha rinviato ogni decisione a dopo le elezioni, tanto per togliere un argomento dalla campagna elettorale.

      sul resto concordiamo, mi pare: l’antifascismo non si fa a partire dalle statue.

  6. Pingback: la conclusione della discussione sul fascismo con Gianfranco Nuzzo – 390 – comma22corpus·

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