1 E vidi nella mano destra di Colui che era assiso sul trono un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.
2 Vidi un angelo forte che proclamava a gran voce:
«Chi è degno di aprire il libro e scioglierne i sigilli?».
3 Ma nessuno né in cielo, né in terra, né sotto terra era in grado di aprire il libro e di leggerlo.
4 Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo.
5 Uno dei vegliardi mi disse:
«Non piangere più; ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli».
6 Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato.
Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.
7 E l’Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono.
8 E quando l’ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all’Agnello, avendo ciascuno un’arpa e coppe d’oro colme di profumi, che sono le preghiere dei santi.
9 Cantavano un canto nuovo:
«Tu sei degno di prendere il libro
e di aprirne i sigilli,
perché sei stato immolato
e hai riscattato per Dio con il tuo sangue
uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione
10 e li hai costituiti per il nostro Dio
un regno di sacerdoti
e regneranno sopra la terra».Rivelazione (Apocalisse), 5 1-10
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introduco il tema di oggi con la citazione dal più antico testo cristiano che possediamo, il Libro della rivelazione, o Apocalipsis in greco, l’unico che certamente precede la guerra giudaica, dato che le Lettere di Paolo sono un falso del secondo secolo: oggi è quasi estrapolato e mimetizzato come ultimo dei testi del Nuovo Testamento e letto come una oscura profezia della futura fine del mondo, per mascherarne il significato originario di manifesto politico rivoluzionario e di battaglia.
mi serve come apripista di una notizia già piuttosto datata, dal sito internet della BBC, segnalatami da mio figlio e che non mi pare che in Italia abbia avuto molta risonanza, e che difficilmente ne avrà anche prossimamente, per i motivi che vedremo tra poco.
ma prima di continuare da quello stesso testo devo citare un altro passaggio, in parziale contraddizione con quello che abbiamo appena letto:
6 Poi mi disse:
«Queste parole sono certe e veraci. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve. 7 Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro». (…)
10 Poi aggiunse:
«Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. 11 Il perverso continui pure a essere perverso, l’impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. 12 Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere.
Rivelazione (Apocalisse), 21, 6-7, 10-12
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La Giordania combatte per recuperare inestimabili reliquie cristiane scriveva dalla BBC Robert Pigott il 29 marzo 2011 e raccontava di “un gruppo di 70 “libri”, o giù di lì, ognuno formato da 5 a 15″ tessere di piombo grandi pressapoco come un bancomat, legate da anelli di piombo, che “è stato apparentemente scoperto in una remota valle arida nel nord della Giordania da qualche parte tra il 2005 e il 2007.
Un’alluvione aveva esposto due nicchie all’interno della grotta, una delle quali segnate con una menorah o candelabro, l’antico simbolo religioso ebraico.
Quello che un beduino giordano ha trovato lì dentro potrebbero essere rarissime reliquie del cristianesimo primitivo, anzi addirittura il più antico scritto cristiano in esistenza, sopravvissuto quasi 2000 anni in una grotta giordana.
Questa è sicuramente l’opinione del governo giordano, che afferma che sono stati contrabbandati in Israele da un altro beduino.
Il beduino israeliano che detiene attualmente i libri ha negato di contrabbando fuori della Giordania, e sostiene che sono stati nella sua famiglia per 100 anni”.
ed eccoci con questo in una situazione classica già vissuta in parte per i Rotoli del Mar Morto, capace di paralizzare da sola per decenni ogni ricerca su questi documenti.
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Il direttore del Dipartimento del Giordano di Antichità, Ziad al-Saad, dice che i libri potrebbero essere state fatti dai seguaci di Gesù nei decenni immediatamente successivi alla sua crocifissione.
“Saranno veramente altrettanto, e forse anzi più significativo di quanto non lo siano stati i Rotoli del Mar Morto”, afferma Saad.
“Forse saranno da fare ulteriori interpretazioni e controlli di autenticità del materiale, ma l’informazione iniziale è molto incoraggiante, e sembra che siamo di fronte a una scoperta molto importante e significativa, forse la più importante scoperta nella storia dell’archeologia”.
Sembrano affermazioni quasi incredibili – quali sono le prove?
I libri, o “codici”, erano apparentemente incisi in piombo, prima di essere vincolati da anelli di piombo.
I loro fogli – che sono per lo più delle dimensioni di una carta di credito – contengono testi in ebraico antico, la maggior parte dei quali è in codice.
Se le reliquie sono di origine paleocristiana, piuttosto che ebraica, allora sono di importanza enorme.
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Una delle poche persone a vedere la collezione è David Elkington, uno studioso di archeologia religiosa antica che è a capo di un team inglese che cerca di mettere i libri di piombo al sicuro in un museo giordano.
Dice che potrebbe essere “la grande scoperta della storia cristiana”, aggiungendo:
“E ‘un pensiero mozzafiato che abbiamo tenuto questi oggetti che potrebbero essere stati detenuti dai primi santi della Chiesa”.
Egli ritiene che la prova più eloquente di una origine paleocristiana è nelle immagini che decorano le copertine dei libri e alcune delle pagine che sono state finora aperte.
Mr Elkington dice le reliquie presentano segni che i primi cristiani avrebbero interpretato come indicazione di Gesù.
“Nella parte superiore [di una delle copertine del libro] abbiamo il menorah, o candelabro a sette bracci, che agli ebrei era assolutamente vietato di rappresentare in quanto risiedeva nel luogo più sacro del tempio alla presenza di Dio.
“Così abbiamo la venuta del Messia e il suo avvicinarsi al Santo dei Santi, in altre parole per ottenere legittimità da Dio”.
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Philip Davies, professore emerito di Studi Vecchio Testamento alla Sheffield University, dice che la prova più potente di una origine cristiana sta nella piastra incisa con una immagine mappa della città santa di Gerusalemme.
“Non appena ho visto sono rimasto senza parole. C’è una croce in primo piano, e dietro di esso è ciò che deve essere la tomba [di Gesù], un piccolo edificio con un’apertura, e dietro le mura della città. Ci sono raffigurati mura in altre pagine di questi libri troppo e quasi certamente si riferiscono a Gerusalemme “.
E ‘la croce che è la caratteristica più significativa, nella forma di una T maiuscola, come le croci utilizzate dai romani per la crocifissione.
“Si tratta di una crocifissione cristiana che si svolge al di fuori delle mura della città”, dice Davies.
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Margaret Barker, un’autorità in storia del Nuovo Testamento, indica il luogo della scoperta segnalato come prova dell’origine cristiana, piuttosto che puramente ebraica.
“Sappiamo che in due occasioni gruppi di profughi sono fuggiti a est di Gerusalemme, attraversarono il Giordano a Gerico e poi si sono rifugiati molto approssimativamente dove questi libri sono stati trovati”, dice.
“Un’altra delle cose che rende più probabile una provenienza cristiana, è che questi non sono rotoli, ma libri. I cristiani sono stati associati in modo particolare con la scrittura in forma di libro, piuttosto che sotto forma di rotoli, e libri sigillati in particolare sono parte della tradizione segreta del cristianesimo primitivo “.
L’Apocalisse fa riferimento a questi testi sigillati.
sì, però come abbiamo visto qui sopra, parla di rotoli sigillati.
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Un altro legame potenziale con la Bibbia è contenuta in uno dei pochi frammenti di testo provenienti dalla collezione ad essere stato tradotto.
Appare con l’immagine della menorah e si legge “Io camminerò rettamente”, una frase che compare anche nel Libro della Rivelazione.
7 Ecco, io verrò presto.
Rivelazione (Apocalisse), 21, 7
Mentre potrebbe essere semplicemente un sentimento comune nel giudaismo, potrebbe qui essere progettato per fare riferimento alla risurrezione.
E’ certo che tutti i reperti della collezione sono della stessa epoca.
I test di metallurgia sul piombo malamente corroso suggeriscono che i libri non sono stati fatti di recente.
L’archeologia del primo cristianesimo è particolarmente scarsa.
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fino a qui si tratta di notizie dettate da un comprensibile entusiasmo, ma da prendere con molta prudenza, dato il loro carattere vago e poco documentato.
il simbolo del candelabro è certamente ebraico, anche se poteva essere condiviso nel primo cristianesimo.
ma la notizia subisce degli arricchimenti davvero sorprendenti nel successivo articolo di Michael Ruse sul Guardian del 4 aprile 2011: Jesus come gay dichiarato.
indipendentemente dalla tesi fondamentale che considero non documentata per i motivi che dirò, se i riferimenti ai testi sono seri allora i dubbi sulla natura cristiana di questo insieme di testi vengono meno; siamo di fronte ad una scoperta assolutamente centrale per chiarire meglio i primissimi tempi del cristianesimo.
e sarà questo che probabilmente impedirà la ricerca per decenni.
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Non c’è mai stato un ritrovamento di reperti di questa portata dal movimento cristiano delle origini, nella sua terra d’origine e così presto nella sua storia.
La scoperta più sorprendente dai codici di piombo di recente scoperta è che Gesù Cristo era senza ambiguità e apertamente gay. Lui e i suoi discepoli formavano una consorteria dello stesso sesso, legati da sentimenti di amore e di sostegno reciproco. Ci sono casi registrati di attività dello stesso sesso – il “discepolo amato” gioca un ruolo significativo – e vi è l’affermazione delle gioie dell’amicizia e di quella di vivere e di amare insieme.
Una nuova interpretazione è data a quel passaggio piuttosto sconcertante in cui Gesù esorta i suoi discepoli a rompere i legami familiari:
“Se uno viene a me e non odia suo padre, e la madre, e la moglie, e figli, e fratelli e sorelle, sì, e la sua propria vita, non può essere mio discepolo. “(Lc 14, 26).
Sembra chiaro ora che questo è meno un ripudio negativo della famiglia e più di una esortazione positivo a partecipare all’affermazione di uno stile di vita e di amore gay.
C’è almeno una nuova parabola, quella dei due giovani.
Ci sono chiari echi della relazione fra Davide e Gionata, per Gesù che parla di un giovane uomo con la sua anima “maglia con l’anima” dell’altro, e di amarlo “come l’anima sua”.
Intrigante è la prova che i Cattolici potrebbero essere più vicini alla verità circa lo stato di Maria, la madre di Gesù, di quel che sono i protestanti: ha un ruolo molto più importante nella vita di Gesù rispetto a quanto finora previsto, con Gesù che spesso tornare a casa e fa molto per lei.
Al contrario, vi è almeno un episodio in cui Gesù litiga violentemente con Giuseppe, il quale mostra grande ostilità e fa affermazioni infondate sulla sua “virilità”.
Prima, si sarebbe potuto pensare che, data la verginità di Maria, l’atteggiamento di Giuseppe stava riflettendo le ambiguità del suo status all’interno della famiglia, ma ora sembra più probabile che noi abbiamo qui un classico esempio del triangolo freudiano: madre troppo possessiva, padre ostile , figlio gay.
Perché abbiamo conosciuto così poco di tutto questo prima? Una lettera paolina recentemente scoperta, agli Ateniesi, suggerisce una grande influenza platonica, in particolare della Repubblica. (…)
a questo punto ho interrotto la traduzione: di questa presunta scoperta non ho trovato altra traccia; definire altamente omofobica la civiltà classica, come si dice subito dopo, è semplicemente ridicolo, considerando che la bisessualità vi era universalmente riconosciuta e approvata; dare per scontata la omosessualità di Paolo di Tarso senza altre prove mi pare un atteggiamento superficiale da militante gay strumentalizzatore della storia passata.
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l’ipotesi di un Jeshu gay non compare per la prima volta in questo articolo del Guardian del 2011, ed ha ben altra sostanza nel frammento scoperto il secolo scorso nella biblioteca di un monastero di Gerusalemme, fotografato e tradotto e poi scomparso, di una versione più antica del vangelo secondo Marco, poi eliminata dal testo, dove si narrava come, dopo la liberazione di Lazzaro dal sepolcro (si trattava di una condanna a morte per sepoltura da vivo), attraverso un’azione di guerriglia, successivamente fatta passare per resurrezione, Jeshu e il discepolo da lui amato trascorsero la notte assieme “nudo con nudo”.
è facile immaginare quanto questo passo possa lasciare sconcertati e tuttavia, con buona pace del riferimento al forte legame omoerotico fra Gionata e Davide (dove però era Gionata ad amare Davide e non viceversa, come nel caso di Jeshu, di cui si dice che è lui che ama Lazzaro), l’omosessualità moderna non può essere trasferita nel mondo ebraico di 2.000 anni fa e quella notte così strana si riferisce probabilmente ad un rito di iniziazione (non certo sessuale, ma religiosa).
quindi nessuno ebbe motivo di dubitare della vera natura del legame tra Jeshu e Lazzaro, perché altrimenti le fonti ebraiche avverse al cristianesimo non tacerebbero completamente su questo punto; quel legame era imbarazzante per altri motivi, dato che Lazzaro fu poi il leader militare della rivolta antiromana, e concluse la sua vita con un suicidio di massa assieme agli ultimi resistenti assediati, e, per questo, dovette essere cancellato quasi completamente dalla tradizione evangelica (era Lazzaro, e non Giovanni, il discepolo prediletto dell’ultima cena che posa la testa sul petto di Jeshu).
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omoerotismo, cioè forte culto dell’amicizia virile, come componente essenziale del primo cristianesimo?
certamente sì (perfino l'”ama chi ti è più vicino come te stesso” può essere ripensato in questa chiave), ma passaggio dall’omoerotismo all’omosessualità pagana o moderna certamente no, non era compatibile con la mentalità ebraica del tempo.
del resto il giornalista che avanza queste tesi tanto spericolate e ignora persino il passaggio fondamentale del vangelo originario di Marco, non sembra particolarmente informato sul tema sul quale scrive.
ma l’omoerotismo oggi è facilmente accettato come comportamento fuori dalla civiltà europea e dai suoi condizionamenti, ad esempio in India o Indonesia, dove è facile incontrare ragazzi e anche uomini adulti che camminano tenendosi per mano o abbracciati; non vi è quel collegamento così stringente fra affettività e sessualità che ha portato nella nostra cultura a reprimere le manifestazioni di affetto fra persone dello stesso sesso come ambigue sessualmente.
be’, per rendere l’idea, il giornalista del Guardian mi fa lo stesso effetto di uno che ritornasse anziché da un viaggio in India o Indonesia, da un viaggio nella Palestina del I secolo, dicendo che lì gli uomini sono tutti gay solo perché ne ha visti molti con atteggiamenti apertamente affettuosi fra loro.
scrivo solo che la malvagità dell’uomo nell’ accaparrarsi la “verità” negandola agl’ altri qualunque essa sia e’ cosa penosa e d’inutile descrizione
la frase mi piace, ma non capisco esattamente a che cosa si riferisce…