226. 100.080 contatti su You Tube e il quinto video indonesiano: Kalianda.

avere superato i 100.000 contatti col proprio canale You Tube potrebbe sembrare un risultato notevole, ma non lo è, considerando che è stato raggiunto in sei anni e che lì dentro la piattaforma calcola come contatti anche i miei accessi per caricare i video o correggerli.

però il valore magico che siamo istintivamente portati a dare ai numeri esige che io ritualizzi e sottolineo questo passaggio oltre il centomila… 🙂

del resto su You Tube il segreto del successo di un video è strettamente legato al titolo che gli dai e io l’ho verificato anche deliberatamente.

quindi facciamo conto che io abbia fatto il mio atto rituale dovuto e procediamo oltre.

* * *

per questo motivo è anche totalmente da escludere che il videoclip su Kalianda che ho appena postato su You Tube possa avere il ben che minimo successo di pubblico.

Kalianda è il paesino dell’isola di Sumatra, a circa 30 km ad ovest dell’approdo del traghetto da Giava, in cui ho fatto tappa il 22 aprile scorso, per organizzare il viaggio in barca al terribile Krakatoa e al suo figlioletto vulcanico minore, il Krakatau.

nel video c’è qualche immagine della realtà del borgo, in parte ricavata nella sera e nella notte del 22 aprile, in parte la mattina dopo, dove la comparsa di un sole spettacolare mi ha invogliato ad uscire per fotografare un paio d’ore prima dell’orario fissato per la partenza, e infine le ultime immagini sono invece del giorno 24, di ritorno dal Krakatoa, dove avevo passato la notte.

se qualcuno per caso aveva già visto il video precedente e dà  un’occhiata anche a questo, mi scuso se ritroverà qui le immagini dei ragazzi che giocano a pallone che concludevano quasi il videoclip precedente: le ho tolte da lì, ristrutturando e sostituendo il video che avevo già pubblicato, e le ho portate qui, rendendomi conto che lì erano piuttosto fuori tema e disturbavano.

* * *

qui invece hanno secondo me la loro sede giusta: Kalianda, un paesino quasi da niente, che sta iniziando ad avere un piccolo successo come località turistica, appare diviso fra modernizzazione globalizzatrice e tradizione, anche se il mio sguardo di osservatore fotografico ha cercato naturalmente di cogliere i tratti più originali e meno scontati di questa realtà, ridimensionandone quindi gli aspetti più moderni e meno originali.

ad esempio gli spiedini di carne alla brace che si vendono in un baracchino lungo la strada di notte, come in Myanmar (è qui che mi accorgo con terrore di avere perso la camera fotografica, e che la ritrovo caduta nel buio pesto sotto la panchetta dove succhio questa carne succulenta, con l’aiuto degli altri clienti che consumano quel sintetico pasto assieme a me).

oppure i ragazzini strafottenti come tutti i preadolescenti, in giro di notte con un Corano in mano, che tuttavia assumono i gesti tipici oramai degli adolescenti di tutto il mondo, che arrivano loro attraverso il flusso costante dei condizionamenti mediatici.

e  la moschea, o masjid, il primo nome in assoluto che ho imparato in Indonesia, che assomiglia in maniera perfino imbarazzante ad una chiesa cristiana.

ma poi è seguita da una seconda moschea in costruzione, che si affianca a quella tradizionale e originaria del paesino, che spicca col suo azzurro in cima ad una scalinata; e un’altra moschea la stanno innalzando già quasi fuori dal paese: tutta l’Indonesia gronda islamismo ricco e banale che penetra con centinaia di nuove costruzioni religiose che ho visto dappertutto

le arachidi che seccano al sole, e le case più vecchie, che sono grossi villoni olandesi, come l’hotel in cui pernotto.

e da ultimo le ragazze del posto, che girano in bicicletta col velo o in motorino col casco: sintesi suprema di morale islamica e modernità.

* * *

Kalianda è anche il luogo in cui devo cominciare a misurarmi con questo popolo irriverente, che ti cerca e ti sbeffeggia, senza cattiveria, ma con assoluta spontaneità, e sarà proprio dalla risata che mi accoglie, all’inizio di questo video, quando fermo il motorino per filmare un breve passaggio di partita di calcio giocata nel più banale e internazionale dei campetti erbosi, che inizia la mia riflessione sul carattere di questa cultura.

il commento musicale stesso del brano, che ho trovato in internet proprio riferito a Kalianda, esprime la stessa sintesi di originalità locale e globalizzazione: sta in mezzo a queste due polarità, che sono i due aspetti qui appena accennati di questo borgo modestissimo, dal quale inizia davvero la mia esplorazione dell’Indonesia vera.

che non è certo un paese primitivo e soffocato, come il Myanmar che costituisce il mio ultimo punto di riferimento mentale.

* * *

le immagini finali di questo video, la cui costruzione è stata molto faticosa (questo è il quinto rifacimento), ne sono l’ultima conferma: trenta secondi di cinema nel cinema.

sono io che riprendo infatti le riprese di una qualche telenovela televisiva locale girata vicino a Canti, dal tono direi molto islamico anch’essa, in cui l’Indonesia, o meglio Sumatra, mitizza se stessa, allo stesso modo in cui un poco l’ho mitizzata io con le riprese mie.

ecco, questo esprime l’idea che il piccolo borgo di pescatori, che si affaccia su un tratto di mare dove quelli che sembrano scogli normali, sono ancora i massi lavici scagliati dappertutto dall’esplosione mitica del Krakatoa, è oramai un piccolo oggetto di cult, non solo per me, turista o viaggiatore, ma per gli indonesiani stessi, che ne colgono e mitizzano la diversità rispetto alla vita standard che per il resto perseguono completamente, sotto la sua leggera coloritura islamica.

* * *

ma a questo punto mi viene in mente che la sede più giusta per queste immagini sarebbe  allora, ancora il video precedente, alla conclusione, e dovrei procedere alla sesta revisione, che coinvolgerebbe di nuovo anche il quarto video…

lasciamo perdere: questa é Kalianda, come mi è apparsa, divisa fra la modernità e il suo tragico passato.

2 risposte a “226. 100.080 contatti su You Tube e il quinto video indonesiano: Kalianda.

  1. Pingback: il mio Krakatau, esploso ieri – 477 – cor-pus 15·

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