278. notizie vere e non-notizie.

forse sto perdendo il contatto con la realtà, ma le notizie che campeggiano sui giornali mi sembrano ogni giorno di più non notizie e mi danno la nausea.

in compenso nascondono le notizie vere, così che quella che sembra in atto è solo una colossale disinformazione.

* * *

prendo la prima delle non-notizie:  il datagate che mette in difficoltà Obama e vi do la mia interpretazione.

Obama non doveva vincere le elezioni (come non doveva farlo – quasi – Grillo in Italia): era previsto diversamente dalla élite dei super-ricchi del mondo; e da quel momento il poveraccio è sotto una tremenda pressione psicologica con preannunci di attentati e ogni altra forma di attacco per impedirgli di agire.

avevo analizzato la situazione americana dopo la rielezione di Obama e in qualche modo preannunciato una offensiva simile in questo post di nove mesi fa: https://bortocal.wordpress.com/2012/11/11/548-verso-un-attentato-ad-obama/

alla fine del titolo c’era un punto interrogativo.

è interessante rileggersi il post: chi fa scoppiare questo scandalo di carta non ha in mente l’impeachment, irrealistico, ma vuole indebolire e intimidire un presidente che NON DOVEVA essere rieletto.

* * *

seconda non-notizia, anzi secondo sciame intero di non-notizie: tutte quelle che riguardano la politica italiana e la farsesca disputa su Renzi segretario del Partito Democratico e futuro premier.

chi pensa che quel buffo giovane anni Ottanta, sfiorato da diversi scandali, possa diventare premier di alcunché ha capito ben poco, a mio parere, delle astute manovre politiche della élite italiana: Renzi andava bene per portare via voti a Bersani, al grdo “ah, se c’era Renzi, lui sì…”: serviva a spaccare e indebolire il Partito Democratico e a provare ad imporgli una politica che la sua base non voleva.

ora che lo scopo è raggiunto, Renzi non serve più, e ora anche i suoi vecchi sostenitori cominciano a storcere il naso: ma come? vuol diventare segretario del Partito Democratico? che cattivo gusto…

non credo che Renzi abbia capito di essere stato usato e che ora allo scopo serve meglio Letta, non fosse che è un pesce lesso incapace perfino di muoversi.

* * *

altri codicilli nei codicilli sulla politica romana.

Monti chiede la famosa verifica di governo da prima repubblica: il paese crolla e questi proseguono imperterriti.

il Partito Democratico annuncia per bocca di Repubblica il no alla Santanché vicepresidente della Camera: un no così netto che, se vai a guardar bene, è una temibilissima astensione.

che potrebbe far cadere il governo…

questi provocano, secondo me: oppure sono totalmente imbecilli.

* * *

oggi la Croazia è entrata nell’Unione Europea, e questa è una notizia vera, altro che datagate.

intanto una manifestazione spaventosa ha riempito le piazze dell’Egitto contro il governo islamico di Morsi, e questa è una  notizia vera, ma non è neppure la notizia che sembra.

è la primavera araba che riprende, violando il compromesso voluto dagli americani?

può essere, ma quella è soprattutto la voce di una grande disperazione, la voce della fame: il paese è all’orlo del collasso finanziario completo, una spaventosa carestia da bibbia ebraica incombe sul paese, che potrebbe a breve trovarsi impossibilitato ad acquistare il cibo per il quale dipende dall’estero; decine di milioni di persone sono disperate.

* * *

date questa notizia al mondo: nel mondo cresce la sofferenza, scoppiano le proteste (l’Italia è un altro pianeta….).

la situazione è spaventosa e va peggiorando ovunque; al sesto anno consecutivo la crisi ha abbandonato l’Occidente dove si è tradotta finora in una pesante riduzione dei redditi degli strati sociali più poveri, durissima, ma in fondo quasi sopportabile, a parte alcune fasce, e si estendersi oramai anche ai BRICS, che appaiono paesi che affondano, più che paesi emergenti.

la chiarezza delle soluzioni è sempre più lontana.

fra poco i leader potrebbero pensare che una guerra è l’unica soluzione.

e, se non lo pensano i leader, lo possono pensare i popoli, anche da soli, anche in proprio.

* * *

papa Francesco intanto ha deciso di andare a Lampedusa a dire una messa per i tanti migranti annegati davanti a quell’isola.

da ateo convinto dico un grazie per quest’altra notizia vera, che mi ricorda in modo irresistibile la visita di papa Giovanni a Regina Coeli nel 1958.

un uomo di una fede che non è la mia guarda oltre le convenienze miserabili della politica del potere che non ha prospettive in nome di una solidarietà cristiana, che è identica alla mia che non ha aggettivi.

* * *

e che facciamo sui blog? parliamo d’altro anche noi?

21 risposte a “278. notizie vere e non-notizie.

  1. Caro Borto,
    io di politica non so parlare, ma quel poco di lucidità che ho, ha fatto storcere il naso anche a me, e i media nazionali è da un po‘ che li tengo in considerazione solo nei titoli.
    Per fortuna nei blog c‘è molta buona informazione, molta buona critica e i blogger attenti riescono a spiccare fra le miriadi di pagine web.
    Tu continua a commentare i fatti, noi continueremo a leggerti, non è poco 🙂

      • E chi non ci pensa, credo sia il pensiero di ogni blogger, però il miglior antidoto è pensare a cause e conseguenze: perché chiuderlo? Cosa cambierebbe se lo chiudessi? Perché l’ho aperto?
        Sono pochi i blog che creano discussione, sarebbe un peccato perdere il tuo. 🙂

        • già, però soggettivamente, il mio mi pare uno dei blog meno capaci di attirare commenti.

          sarà un caso di bulimia, considerando che proprio ieri ho superato i 20.000, raccolti in 1.000 pagine – e la cosa va in qualche modo anche marcata come sto facendo, a pensarci bene è una ricchezza enorme – , ma credo che ci sia un po’ di patologia narcisista nel non considerarli mai sufficienti.

          però di sicuro le discussioni che nascono da te, ad esempio, sono più ricche e più fluide e insomma, lo confesso, spesso sono invidioso, eh eh…

    • vorrei dire che è stato un lapsus di battitura; e invece no, ho proprio letto Lampedusa e memorizzato Pantelleria.

      dislessia latente? 🙂 vado a correggere, sob.

  2. secondo me la “parabola” di Renzi non è ancora terminata…. ma il suo luogo non è il congresso.

    quanto al “datagate”: Obama o non Obama, mi pare riduttivo -e grave- bollarla come una “non notizia”.
    certo, si spiava anche prima.
    ma la cosa deve diventare di pubblico dominio, la gente deve prederne coscienza…

    • la notizia è stata data in modo palesemente distorto e strumentale, almeno a mio giudizio,.

      si vuole far credere che le telefonate o le altre comunicazioni dei normali cittadini fossero spiate, mentre ci si limitava a raccogliere dati statistici complessivi e poi, semmai, a mettere sotto controllo utenze specifiche sospette.

      prassi comune da sempre in tutti gli stati: nel Sessantotto era d’obbligo salutare il brigadiere all’ascolto delle tue telefonate rivoluzionarie, quando uno scricchiolio sospetto o perfino un colpo di tosse ne svelavano la presenza.

      se poi si vede che adesso la campagna, avviata negli Stati Uniti, è usata a pretesto per mettere in discussione il trattato del libero scambio con gli USA si vede bene dove si vuole andare a parare, almeno in Europa: a politiche economiche protezionistiche che non promettono niente di nuovo.

      insomma agli scopi interni dei nemici di Obama (che ho descritto nel post) si aggiunge, in una interessante eterogenesi dei fini, la tentazione dell’Europa di usare lo scandalo per difendere la propria economia malata con gli strumenti classici che in passato sono sempre sfociati in una guerra.

      questo post è stato scritto a ragion veduta, dopo attenta meditazione e prosegue una linea di riflessione coerente che dura da mesi: non ho proprio nulla da ritrattare o di cui pentirmi.

      • secondo me, torniamo alla metafora dello schioppettino e della bomba atomica.

        tanto per dire, che una volta le intercettazioni fossero meno problematiche è evidente anche dalla semplice considerazione che esse dipendevano direttamente dal numero di agenti disponibili….
        oggi, potenzialmente, non vi sono limiti al controllo.
        aggiungiamo il fatto che il controllo “semantico” è una gran cazzata: ha percentuali di sicurezza del 51%!!!! cioè, tirare una monetina +1%.
        e tu vorresti dirmi che questa è una garanzia?

        non dico certo che tu debba “pentirti” (….pentiti, pentiti, pentitiiiiiiiiiii) di questo post.
        dico semplicemente che il problema delle intercettazioni e della tutela delle informazioni personali, identico sotto Obama o sotto chiunque altro, è importantissimo. non solo nel pubblico, ma anche nel privato.
        e di ciò è essenziale che i cittadini ed il grande pubblico prenda COSCIENZA.

        • beh, mi pareva che la tua critica fosse dura (“è grave….”), ma se posso fare a meno di pentirmi, sono contento…. 😉

          non voglio rilanciare la palla più in alto per sfuggire al problema, ma secondo me internet ha cambiato alcuni termini fondamentali della privacy ed agisce anche sui diritti costituzionali individuali.

          a partire dal fatto che il concetto di privacy è cambiato prima di tutto soggettivamente e che oggi ciascuno di noi posta in rete senza imbarazzo documenti che un tempo sarebbero stati considerati privatissimi.

          e, ovviamente, se qualcuno legge i miei blog o la mia pagina twitter o qualunque altra comunicazione che io ho reso pubblica e la analizza con strumenti informatici non ho proprio nulla di cui lamentarmi, dato che ho scelto io la pubblicità.

          però i termini sono cambiati anche riguardo alle comunicazioni private: lasciami fare un esempio astratto e non discutiamo per il momento sulla effettiva realtà dell’esempio: immaginiamo un algoritmo che attraversi le mail di qualcuno per verificare quante volte ricorre il termine “attentato”: possiamo considerare l’uso di questo algoritmo una violazione della nostra privacy?

          io sostengo di no.

          la violazione della privacy avviene secondo me soltanto quando la polizia, eventualmente insospettita, decide di analizzare nel dettaglio la mia corrispondenza; a questo punto e solo qui scattano, per l’Italia, le garanzie costituzionali, che impediscono alla polizia o a chiunque altro di violare la mia corrispondenza privata senza l’autorizzazione specifica di un giudice che ha ravvisato delle necessità investigative a fini preventivi.

          se non facciamo queste distinzioni, a mio parere rischiamo di trovarci nel coro dei berlusconiani che protestano contro le intercettazioni dei giudici, senza neanche accorgercene.

          solo se queste procedure di legge non sono state rispettate abbiamo diritto di protestare: ma sui giornali ho letto solo un confuso poutpourri di proteste senza senso, alimentate da qualche centro di potere a fini strumentali, continuo a credere….

          il diritto alla privacy non è un valore assoluto totalmente incondizionato e non va mantenuto nei riguardi di chi progetta un attentato contro la comunità, ad esempio.

          i diritti della democrazia non si estendono ai nemici della democrazia: principio costituzionale tedesco, che non vedrei male entrasse anche nella nostra Costituzione.

          • scusa, ma sono in disaccordo.
            la privacy in Italia vieta anche solo di “aprire” la corrispondenza, non di “esaminarla nel dettaglio”.
            se io scrivessi una lettera “attentato a Obama, attentato a Obama, attentato a Obama…..boooom!” nessuno potrebbe neache lontanamente aprirla o anche solo sbirciare la prima parola.
            che un software possa fare questo alle e-mail è certo una rivoluzione tecnologico-giuridica, ma sempre una violazione della privacy è.

            e questo non ha nulla a che vedere con Berlusconi.
            perché le intercettazioni sono approvate da un organo giudiziario che valuta previamente il caso e sono focalizzate su singoli.
            qui i giudici approvavano tutto: non una richiesta è stata rigettata. e controllava massivamente la popolazione.
            sul punto, consiglio i video di “the daily show” di Jon Stewart che lo spiegano bene.

            concordo sul resto.
            ma qui le procedure di legge sono state arbitrariamente manipolate e senza concrete esigenze di sicurezza.

            • io parlavo di privacy come problema morale, non come problema giuridico.

              in campo giuridico l’esperto sei tu e io sto a quel che mi dici, anche se preferirei qualche riferimento per verificare le fonti.

              tuttavia la tua interpretazione legale della privacy in Italia non corrisponde alla realtà dei fatti, altrimenti non sarebbe consentito a Google di setacciare con algoritmi le nostre mail, che sono corrispondenza strettamente privata, per mandarci della pubblicità mirata.

              Google lo sa, ad esempio, che sono affezionato a Merano per esserci cresciuto, e periodicamente mi manda delle proposte di soggiorno lì: come può farlo se setacciare in forma personale una mail alla ricerca di parole chiave fosse proibito?

              e non sarebbe l’eterna conferma della crisi dello stato a favore dei signori della finanza e della speculazione se quello che è consentito alle grandi aziende per spingere gli utenti a spendere fosse proibito allo stato per difendere la loro vita?

              non mi hai persuaso del tutto, quindi; e non ho comunque ricevuto una risposta alla mia visione molto tedesca della libertà: che non va riconosciuta, come del resto anche secondo la nostra Costituzione, a chi se ne serve per cercare di toglierla agli altri.

              ma qui torneremmo a discutere dell’Egitto…

              • aspetta, un discorso sono i poteri dello Stato, un altro ciò che fanno i privati.
                io trovo che l’attività di google sia illegale, infatti mi rifiuto di usarlo in ogni ambito.
                ma qui entriamo in un problema diverso: tu accetti che google lo faccia, accettando le condizioni del suo servizio.

                per quanto riguarda lo Stato, invece, sono certo che questo sia lo stato dei fatti.

                che lo Stato soffra di fatto limiti più restrittivi dei privati -possiamo anche aggiungerlo come dato alla sua “crisi”, se vuoi- non significa affatto che debbano essere allentati i limiti allo Stato, ma integrati quelli ai privati!!

                anzi, la situazione è ancor più grave, perché lo Stato USA si avvale di questa disparità “ricattando” le imprese di comunicazione per ottenere quei dati che altrimenti non avrebbe!

                • non hai risposto alla mia domanda principale, quella sulle fonti del diritto, così mi costringi ad agire da autodidatta, col rischio che spari cazzate.

                  vado all’art. 616 del Codice Penale:Art. 616. Violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza.
                  Chiunque prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta, …

                  esaminare la frequenza di parole chiave in una mail può essere qualificato come “presa di cognizione del contenuto” di quella mail? su questo ci sarebbe molto da discutere, anche da un punto di vista legale, credo.

                  Art. 617.
                  Cognizione interruzione o impedimento illeciti di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche.
                  Chiunque fraudolentemente, prende cognizione di una comunicazione…

                  stessa osservazione.

                  Art. 617-bis.
                  Installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche.
                  Chiunque fuori dei casi consentiti dalla legge, installa apparati, strumenti, parti di apparati o di strumenti al fine di intercettare…

                  e ci risiamo.

                  personalmente sono favorevole a queste forme di intervento e di controllo generico trasversale per garantire la sicurezza; non mi scandalizzano affatto.

                  • al netto dell’evoluzione tecnologica e della “pietrificazione normativa”, secodo me: Sì, su tutta la linea.

                    analizzare la frequenza di parole ricorrenti implica in qualche modo il prender coscienza del contenuto.
                    questo è vietato alla radice, non fa eccezioni per algoritmi o simili.
                    il fatto che la tecnologia oggi ci consenta questo, non lo rende legale.
                    teoricamente, con la tecnologia attuale potremmo controllare il contenuto di una busta anche senza aprirla. ma questo resta un reato!

                    vi fu un bel caso deciso da una corte federale USA: la polizia aveva scoperto un coltivatore di droga tramite una telecamera termica, che permetteva di individuare il calore delle lampade usate per coltivare la cannabis. ovviamente, senza entrare in casa.
                    bene, il giudice ritenne questa una violazione della privacy (non era autorizzata da un giudice)

                    • bene, il tuo esempio è però riferito alla giurisprudenza americana, che dà un diverso peso ai diritti individuali.

                      però ammettiamo che esso possa essere applicato di peso anche in Italia, con la sua tradizione cattolica dell’Inquisizione e dei servizi segreti.

                      se è così, mi hai convinto.

                      però adesso non è per non ammettere il mio torto (americano), ma dobbiamo pure accorgerci del paradosso giuridico al quale arriviamo.

                      ora Facebook, Twitter, google attraverso gmail, You tube, prendono certamente consapevolezza in questa forma che tu dici legalmente interdetta, dei contenuti delle comunicazioni che passano attraverso di loro: e non solo di quelle pubbliche, che sarebbe perfettamente lecito, ma anche di quelle in tutto o in parte private, come sono le mail o i messaggi privati sui social network.

                      e allora mi chiedo come può avvenire questo.

                      e credo che la risposta sta nel fatto che quando chiedi di usufruire di questi servizi firmi dei contratti chilometrici senza leggerli e da qualche parte ci deve stare un codicillo col quale tu consenti loro di fare questo: altrimenti non entri.

                      dev’essere proprio così, tanto è vero che il governo USA, a quanto ho capito, non entrava direttamente a filtrare la corrispondenza (come sarebbe possibile, con la rigidità normativa americana che hai appena ricordato?), ma si faceva “spontaneamente” fornire questi dati dai grandi fornitori internettiani.

                      in questo modo nessuna normativa costituzionale o di legge sembra sia stata legalmente violata – notare bene questo punto…

                      ho appena letto che dopo una lunga battaglia legale twitter ha acconsentito a passare al governo francese i dati ricavabili sui suoi utenti, e pensavo di farci un post, ma dubito che ne valga la pena…

                      però arriviamo ad un paradosso terribile, se ci pensi: e cioè che una grande azienda informatica ha dei poteri di controllo dei cittadini ben superiori a quelli dello stato.

                      li esercita di solito a favore del vero potere che governa il mondo, ed è il mercato, ma poi può regalarne gli avanzi agli stati nazionali che, perfino quando si tratta del governo degli Stati Uniti, appaiono come dei vassalli al suo servizio.

                      tutto questo mi pare terribile e mi pare renda urgente sfuggire alla pietrificazione normativa (bellissima formula), attraverso una legislazione nuova che rimetta lo stato e il potere dei cittadini al centro.

                      anche attraverso qualche limitazione della privacy, dove questa lega le mani solamente allo stato e conferma invece l’onnipotenza legale e informativa del mercato.

                    • sui privati: sì, nei contratti firmiamo un sacco di “liberatorie” all’uso di tutti queste informazioni.
                      -il che spiega perché mi rifiuto di usare google-

                      sul governo USA: sì, spesso per le compagnie condizione per operare in USA diveniva quella di accettare di concedere tali dati.

                      ripeto: anche qui il problema di fondo è: a) che l’analisi delle informazioni è fatta in modo massivo e non individualizzato; b) che non vi è controllo giudiziario

  3. tu rifiuti google, io rifiuto facebook: ognuno di noi spera se non di salvarsi, di ridurre il danno con qualche strategia, e poi stiamo tutti due su wordpress, che credo farà a sua volta qualcosa di simile.

    questo giro perverso che permette alle compagnie di passare al governo quel che il governo non può raccogliere non ti pare grottesco?

    allora: o la legge vieta queste raccolte anche alle compagnie, oppure si dà questo diritto anche allo stato.

    è assurdo che le compagnie, non controllabili, possano fare di queste informazioni l’uso che vogliono e questo non venga consentito allo stato che è almeno in teoria sotto il controllo dei cittadini.

    ma poi, è veramente realistico cercare di togliere alle compagnie questi poteri, oppure, mentre noi parliamo di diritti formali, si è già formato di fatto uno stato parallelo dove essi non valgono più?

    nella decadenza dello stato-imperatore come misurarsi con i nuovi signori della guerra che hanno già costruito uno stato feudale parallelo più forte?

    però vedo che quest’ultimo aspetto del problema non ti coinvolge più di tanto… 🙂

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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