percorro in macchina una strada statale: ad una curva, un mazzo di fiori e una piccola lapide con la foto di un ragazzo morto per sbaglio, forse una notte troppo buia.
quante volte abbiamo visto, passando veloci, un dettaglio di questo genere?
ci siamo mai chiesti se quel piccolo atto di pietà e commemorazione fatto da genitori e amici fosse pienamente legale?
direi di no: sarebbe davvero triste vivere in un paese dove la pietà umana è da considerare un sentimento illegale.
* * *
e pensate con quale spropositato rilievo dà la notizia il paludato Corriere della Sera:
Genova, 4000 firme per rimuovere la statua in memoria di Carlo Giuliani L’iniziativa del sindacato di polizia Coisp: «Inaccettabile la scelta di posizionare il blocco di granito in piazza Alimonda»
quel sasso è diventato prima un “blocco di granito”, poi addirittura “una statua”.
che cosa non si fa per condizionare i lettori…
* * *
eppure in Italia si sta perdendo il senso della civiltà dei rapporti umani, per una radicalizzazione ottusa dell’odio politico che ha nomi e cognomi in una destra che è la vergogna del nostro paese, non solo da noi, ma nel mondo.
in piazza Alimondi, a Genova è stato posto un simile cippo, in un’aiuola: è il luogo dove 12 anni fa un colpo di pistola, l’indagine ufficiale dice deviato da una casualità, pose termine alla vita di Carlo Giuliani mentre correva a diversi metri di distanza verso una camionetta dei carabinieri con una bomboletta in mano, nel cuore di disordini confusi, che però apparivano premeditati nella gestione ad opera del governo di destra da poco ritornato al potere e nelle indicazioni del nuovo ministro degli Interni, Fini, allora ancora neofascista orgoglioso di esserlo.
ora, non faremo di Carlo un eroe, ma non ne faremo neppure un mostro: è certamente una vittima di una reazione che è apparsa poco proporzionata al pericolo effettivo, anche se è stata valutata sul piano giudiziario come legittima difesa.
non lo considereremo tuttavia meritevole di una damnatio memoriae che non si impone neppure ai delinquenti più incalliti; non gli negheremo la pietà che si deve ad un ragazzo di poco più di vent’anni coinvolto in fatti più grandi di lui.
* * *
la stagione in cui scrivo e il sito su cui queste parole vengono pubblicate le rendono sufficientemente nascoste, semiclandestine come sono, da non suscitare, probabilmente, nessuna delle ondate di odio che si registrano periodicamente al solo sentire citare il nome di uno che dopotutto è stato ammazzato, comunque si voglia valutare il gesto che stava compiendo mentre è stato ucciso.
però stringe al cuore, come il simbolo di un paese che ha smarrito se stesso e la sua identità, che si raccolgano delle firme, 4.000, contro questo piccolo gesto di pietà, che si voglia far passare per monumento un piccolo cippo dedicato al rimpianto di quei genitori che non hanno visto il loro figlio crescere, che queste firme vengano consegnate al sindaco di Genova, perché rimuova quel sasso su cui sta scritto l’unica cosa che si può scrivere dodici anni dopo: “Carlo Giuliani, ragazzo”.
* * *
il promotore di questa raccolta di firme, indegna di un paese civile a mio parere, è il Coisp, il sindacato di polizia che ricordiamo bene a Ferrara mentre manifesta contro la condanna dei colleghi condannati per omicidio colposo, cioè non intenzionale, di Federico Aldrovandi durante il suo arresto, e per sfortunata coincidenza proprio sotto le finestre dell’ufficio del comune dove lavora la madre, che eroicamente, con un blog, ha tenuto aperta la questione per anni e preteso delle indagini contro i tentativi di insabbiamento, fino a questa condanna.
per il bene stesso della polizia, qualcuno dica al COISP di smetterla, se ci riesce e il Corriere della Sera smetta di dare rilievo alle sue iniziative come se si trattasse di cosa seria.
sapere che nella polizia lavorano agenti ispirati a questi valori e perdipiù “sindacalmente ” organizzati è una cosa che mette i brividi ad un cittadino democratico.
intanto “continua lo stillicidio degli ammazzati in concomitanza con l’arresto: l’ultimo è uno spacciatore tunisino di 35 anni, Bohli Kayes, ucciso, cioè soffocato, il 5 giugno scorso”.
L’ha ribloggato su .
grazie.
hanno davvero raccolto le firme per far rimuovere un sasso????
e per cose più importanti, poi è difficile o quasi impossibile “organizzarsi” e far qualcosa…..
W l’Italia….
sì, ma hai visto chi sono?
si, il COISP
COordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle forze di Polizia.
indipendenza da chi? 😦
già…per non parlare della notizia del giorno.
Bohli Kayes…
ne ho parlato nel post precedente, ma devo citarlo anche qui…
VERGOGNA!
(e scusa il maiuscolo)
anzi, QUELLE MAIUSCOLE le sottoscrivo anch’io.
e comunque di questo passo, fra un po’, anziché usare il termine “celerini” diremo “coispini”, cazzo.
spero, mi sforzo di credere, che si tratti solo di una minoranza facinorosa: molto minoranza: personalmente in polizia zho conosciuto diverse persone splendide e completamente diverse.
ma con tutto il rispetto per la libertà di opinione, gente che opera così, a mio parere, non dovrebbe stare in polizia, dove è in condizione di fare gravi danni, oltre che ai cittadini, alla polizia stessa.