sull’esito delle elezioni tedesche non ho molto da aggiungere a quel che avevo scritto una settimana fa, dopo quelle del Land della Baviera, nel post 420. tutti i problemi per la Merkel dal trionfo in Baviera: previsioni sui risultati tutte confermate, non era lì il difficile; e togliete dal titolo anche le ultime due parole (“in Baviera””) e anche l’analisi mi pare azzeccata nelle sue linee generali e riproponibile anche oggi.
quadro complesso, per la Merkel, dicevo; e invece tutti a parlare in modo acritico del suo trionfo, ma si sapeva da mesi, e in più in Baviera la CSU ha conquistato la maggioranza assoluta, qui l’ha mancata, anche se soltanto per un soffio: 311 seggi su 630: mancano solo 5 seggi.
quindi, i problemi per la Merkel sono ben maggiori di quelli dei cristiano-sociali bavaresi: perché una quasi maggioranza assoluta non è una maggioranza assoluta (scusate se sembra stupido dirlo, ma pare che la precisazione sia necessaria, a fronte degli articoli della grande stampa).
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in un paese dalla politica pragmatica e concreta come la Germania non sembra difficile trovare i 5 deputati che mancano alla Merkel: dopotutto era Grosse Koalition con i socialdemocratici soltanto 4 anni fa, e se la SPD dovesse rifiutarsi, non potrebbero farlo di certo i Verdi.
ed ecco che i grandi commentatori “giornalistici” italiani danno la cosa per fatta: che cosa di meglio per dimostrare l’inevitabilità di Letta e della paralisi italiana che una Grosse Koalition anche in Germania?
il fatto che Steinbrueck in campagna elettorale l’abbia ripetutamente rifiutata non è un gran problema dal punto di vista italiano: per noi è normale passare la festa e gabbare lo santo, cioè l’elettore, ma altrove non è così.
si deve aggiungere che la SPD fu pesantemente penalizzata dal primo governo delle larghe intese con la Merkel del 2005-2009 e perse molti elettori a favore della Linke, il partito di estrema sinistra.
inoltre la Grosse Koalition fu punita dall’elettorato nelle elezioni di 4 anni fa anche a destra: non a caso esse videro il punto elettorale più basso della Merkel e il trionfo del Partito Liberale, visto come alternativa possibile e poi realizzata alla grande coalizione, oggi invece scomparso di colpo dal parlamento perché rimasto al di sotto della soglia del 5%.
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la valanga Merkel, a guardarla bene, quindi, non è poi tanto valanga: il 41,5% dei voti è una bella percentuale, ma non esprime affatto un controllo totale dell’opinione pubblica, ed è leggermente inferiore alla percentuale di Berlusconi alle nostre elezioni del 2008, che non gli impedì di doversi dimettere tre anni dopo.
interessanti sono anche gli spostamenti dell’opinione pubblica rivelati dall’analisi del voto.
la Merkel ha guadagnato addirittura il 7,7% dei voti; ma sono elettori democristiani che sono tornati a casa, parte di astensionisti democristiani tornati a votare, perché la partecipazione alle elezioni è cresciuta dello 0,7%, e parte di voti in fuga dai Liberali, che ne hanno perso il 9,8%.
anzi, l’osservazione sconcertante è che la Merkel non ha neppure recuperato tutti i voti dei Liberali, e dunque il centro-destra classico nell’opinione pubblica si è indebolito, non rafforzato!
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dove sono finiti i voti Liberali che mancano all’appello?
in piccola parte, dicono gli esperti locali di flussi elettorali, nella SPD!, ma soprattutto nella destra antieuropeista di Alternative fuer Deutschland, che ha mancato di un soffio il quorum per entrare in Parlamento, col suo 4,7%, ma esulta lo stesso, perché è diventata egualmente un punto fermo dello schieramento politico tedesco, anche se non di quello parlamentare, e ha smentito tutti i sondaggi interessati o meno, che la davano al di sotto del 3% e hanno certamente contribuito a tenerla fuori dal parlamento (spassosa la recente intervista del direttore del Die Zeit, un italiano).
ma allora mancano all’appello ancora circa la metà dei voti di questo partito e un’analisi dei flussi elettorali condotta sulla stampa tedesca porta ad un risultato che potrebbe apparire sorprendente: quasi la metà dei voti della destra antieuropeista viene dalla Linke, dal partito di estrema sinistra, che perde infatti il 3,3% dei voti, e solo in piccola misura a favore della SPD, che cresce del 2,7%, recuperando soprattutto a spese dei Verdi, che perdono il 2,3%!
ecco un altro dato veramente interessante, che non trovo nelle analisi superficiali e interessate della stampa italiana: anche in Germania l’antieuropeismo è il tema sul quale si sta compiendo un travaso di elettori dall’estrema sinistra alla destra.
(ed ecco anche un motivo per me di mettermi definitivamente il cuore in pace nei riguardi di alcuni blogger di questa piattaforma, che sono l’espressione dello stesso fenomeno storico della frana ideologica a destra, del resto tipico dei periodi di forte crisi economica).
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se dunque guardiamo alle macroaeree elettorali, tre sono i dati principali e conclusivi di questa analisi:
1) l’area politica della destra tedesca si è fortemente indebolita rispetto alle elezioni precedenti e frantumata politicamente; non appare quindi in grado di svolgere un ruolo parlamentare: dal 14,6% dei liberali del 2009 al 9,5% di oggi, suddiviso quasi alla pari fra la residua destra europeista liberale, 4,8%, e la destra antieuropeista di Alternative, 4,7%.
insomma, la destra ha perso il 4,9% e soprattutto è diventata per metà antieuropeista, cioè politicamente inutilizzabile al momento.
2) l’area politica di centro si è rafforzata del 7,7% se la consideriamo formata soltanto dalla CDU – CSU; se vi comprendiamo anche i Verdi, il centro si è rafforzato del 4,9%: esattamente quel che ha perso la destra.
3) l’area politica di sinistra (se vi comprendiamo anche i Piraten, che erano assenti alle elezioni precedenti, col loro 2,2%) è cresciuta in realtà dell’1,6%.
insomma, in realtà la Germania nelle correnti politiche reali dell’opinione pubblica si è globalmente spostata a sinistra, pur se di poco.
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conclusioni paradossali: la somma dei voti di Verdi, SPD e Linke è leggermente superiore a quella della Merkel: 41,7% contro 41,5%, ma arriverebbe a 43,9% con i Piraten: comunque sempre minoritaria nell’opinione pubblica.
ma in parlamento oggi l’opposizione alla Merkel è maggioranza, il che non è poco, considerando che anche nell’opinione pubblica il governo Merkel di centro- destra uscente ha avuto soltanto il 46,3% dei voti (la coalizione della Merkel con i liberali aveva il 48,4%), ed ora, in termini di rappresentanza parlamentare è passato da 332 a 311 seggi, se non sbaglio i conteggi.
insomma, anche in Germania avanzano la frammentazione e la instabilità politica, nonostante l’apparenza: e l’elettorato moderato si è tappato il naso e ha votato Merkel, per salvarla.
ma, per soli 5 maledetti seggi in Parlamento, lo sforzo non è riuscito: 311, con la maggioranza a 316.
la Merkel è rimasta in minoranza, in verità.
andiamoci piano, quindi, sia a vedere le larghe intese tedesche dietro l’angolo sia a dare per scontato il successo della Merkel, adesso: in fondo in Parlamento l’opposizione di sinistra alla Merkel ha più voti di lei e, anche se è assolutamente impensabile un governo SPD-Verdi-Linke, teoricamente possibile, questo significa che ogni trattativa per il futuro governo tedesco sarà molto dura e che il risultato che ne dovesse uscire potrebbe essere non troppo stabile…
ma per ora importati esponenti sia dei Verdi sia della SPD rifiutano l’alleanza con la Merkel…
Splendido post. Quello che mi ha colpito è la possibilità di intuire un sottile parallelismo con la situazione italiana. Non nei contenuti, sia chiaro, ché noi il nostro AFD euroscettico (i grillini) lo abbiamo al 25% e quindi la nostra suprema imbecillità rimane inviolata. Ma nella forma generale sì, cioè nell’incapacità da parte dei partiti di interpretare una linea di maggioranza sufficiente a garantire una vera stabilità di governo. La crisi dell’FDP era nell’aria in maniera imbarazzante, eppure, nonostante fosse chiaro come il sole che l’SPD non avesse nessuna speranza di crescere più di così, il CDU ha lavorato solo sulla riconquista dei voti che aveva perso in favore dei liberali lo scorso turno… come il PD in Italia non è stato capace di aprirsi a quelle fasce moderate che avrebbero apprezzato una linea più renziana, così mi sembra che il CDU non abbia saputo lavorare sulle fasce moderate della sinistra… o su quelle attente a temi specifici che potevano essere promossi maggiormente (anche se togliere un elettore ai verdi in Germania è come togliere un dente a un drago incazzato)…
oddio, è anche vero che in termini federali, le meccaniche sono molto differenti… non ho ancora avuto tempo di guardarmi bene i risultati Land per Land…
volevo solo sottolieare che secondo me esiste un problema di scarsa attenzione alle fasce “centrali”, moderate degli schieramenti, che sono quelle su cui di solito i partiti lavoravano per produrre il cambiamento.
Dico cazzate?
grazie degli apprezzamenti, che fanno sempre bene, soprattutto quando si dubita un po’ di se stessi.
il parallelismo sta nel fatto che in qualunque democrazia che non sia rigidamente bipolare è molto difficile che una forza politica da sola conquisti una maggioranza; deve soccorrere qualche sistema elettorale (purché non così sconcio come il nostro che da la maggioranza dei seggi anche a chi ha preso meno del 30% dei voti).
e non basta ancora: e così la democrazia parlamentare non è quasi mai il governo della maggioranza, ma quasi sempre il governo della minoranza relativamente più forte.
i partiti sono macchine per voti, e c’entrano pure poco con i cambiamenti, lenti o veloci, degli orientamenti dell’opinione pubblica; per questo a volte lavorano pure in modo kontraproduktiv, come ha fatto visibilmente la Merkel questa volta, segando il ramo liberale su cui stava appollaiata…
in questo contesto il problema dell’attenzione alla fasce centrali non mi entusiasma (a parte il giudizio specifico su Renzi, personaggio di una inconsistenza peggio che berlusconiana: tra i due, costretto a scegliere con una pistola alla tempia, io voterei il secondo).
il problema delle fasce centrali riguarda la politica come potere, ed appartiene agli scenari per arrivarci.
ma a che cosa serve arrivare al potere se per farlo devi stemperare il tuo programma fino a renderlo identico a quello di chi vuoi scalzare?
ammettendo che non capirò mai questo aspetto del problema, rimane il vantaggio dato dal potersi scegliere un leader anziché un altro; ma anche in questo campo si sceglie alla cieca, dato che la vera personalità dei candidati ci viene tenuta nascosta: Kennedy era un sex addicted, Nixon impotente, Johnson un paranoico che voleva lanciare le atomiche sulla Cina, Obama un pavido; Levy Strauss sarebbe diventato presidente se non lo avessero incastrato, e lo sai allora le scene nei corridoi dell’Eliseo.
tra Hollande e Sarkozy i francesi hanno scelto bene?
solo certi uomini politici ci danno la assoluta garanzia che peggio di così non potrebbe andare e legittimano in maniera del tutto occasionale il voto democratico dato a qualunque altro candidato, però neppure qui si può mai dire.
be?, se tu avevi il dubbio di avere detto cazzate, io ho la assoluta certezza di averlo fatto e ho voluto toglierti dall’imbarazzo, come vedi… 😉
no dunque, per quello che mi riguarda centri in pieno il problema… io cercavo di fare un’analisi esterna – nella fattispecie disprezzo Renzi quanto te, sono quanto di più lontano ci sia da una fascia moderata e già SEL a cui ho dato il mio voto ha iniziato a deludermi dopo un quarto d’ora, anche se non è che possan far molto, poracci)… il punto è che penso che i partiti cambino e gli elettori anche, e che il mutamento si muova su un percorso di mutua influenza… il fatto poi che spesso di gratti al centro è una cosa che nemmeno io capisco del tutto, e anzi in molti casi penso che sia stato controproducente… ma di fatto è quello che il pd continua a voler fare, e che non ci riesca mai è interessante
mi piace questa discussione, e credo che dovrei risponderti con un post intero, perché il privilegio dell’età sta cominciando a rendermi sospetta e inquietante la percentuale del 42% che vedo oramai troppo ricorrente.
la mia ipotesi è che in ogni elezione – salvo casi eccezionali di inquietudine sociale – c’è un 42% che vota sempre e comunque per il potere come è: sia il governo o il partito del governo, deve esserci una percentuale biologica di esserei umani amanti della stabilità.
se si votasse adesso, io credo che Letta, se riuscisse a non farsi identificare col Partito Democratico, avrebbe il suo doveroso 42%, che è quello che non si nega a nessuno.
questo 42% non è il centro, come si dice, ed è inutile rincorrerlo lì, perché p anche a destra o a sinistra, a seconda di dove pende il potere.
e questo è il motivo per cui non lo si acchiappa mai: per acchiapparlo c’è un modo soltanto: averlo già acchiappato, perché questo 42% non vota in base alle idee, ma vota soltanto per NON cambiare…
Davvero in Germania non si riescono a reperire cinque Scilipoti?
Se è così, allora anche la Merkel ha…. smacchiato un giaguaro! Ahahah!
vedi fino a che punto hanno smacchiato il cervello a noi, miki? fino a farci considerare normale che ci possano essere degli Scilipoti in giro a piede libero nel resto del mondo…
quanto alla Merkel, è lei che è stata smacchiata, secondo me e fino a prova contraria…
le è andata come a Berlusconi da noi a febbraio: solo 160.000 voti (sudtirolesi) di meno, ma sufficiente a far perdere la partita…
Forse intendevi che “maggioranza realtiva non è maggioranza assoluta” (altrimenti apriamo all’interessante “paradosso Prodi”).
Il centrodestra in Germania si è indebolito, ma questo solo per l’effetto distorsivo della soglia di sbarramento: se i liberali avessero ottenuto quello 0,3% che gli manca, avrebbero ottenuto almeno una cinquantina di seggi…
Concordo sul travaso di voti verso l’AfD, anche se non sono convinto che si sia stabilmente affermata nel panorama politico tedesco: quattro anni fuori dal Bundestag sono tanti…
Sono relativamente in dissenso con le tue conclusioni per macro aree: intanto, sono più portato a vedere i Verdi come forza “di sinistra” che “di centro” (seppur atipica, ma molti dei loro temi sono di fatto di sinistra). Inoltre, il rafforzamento della CDU-CSU va, a mio avviso, imputato allo schieramento conservatore: insomma, alla destra, per quanto moderata.
Né parlerei di instabilità: con 311 seggi la Merkel è decisamente troppo forte per cadere e non sono particolarmente preoccupato che riuscirà a formare un governo. Anche nel lungo termine, con i liberali fuori dal parlamento, direi che la situazione per la destra/centro non è negativa: anzi, per la sinistra sarà quasi impossibile governare fuori da una Grosse Koalition.
ma no! intendevo proprio dire quel che ho scritto: “una quasi maggioranza assoluta non è una maggioranza assoluta” – e mi sembra importante dirlo perché i commentatori italiani non riescono a parlarne senza concessioni mentali all’effetto Scilipoti, che meglio chiameremmo effetto Berlusconi: pensano cioè che, se mancano pochi deputati per governare, questi si trovano.
la Merkel ha chiaramente puntato l’obiettivo sulla maggioranza assoluta, dando per scontato, pur di averla, di cancellare i liberali dal parlamento, e l’ha mancata: è una mezza sconfitta più che una vittoria, se non si hanno tesi preconcette da difendere (tenendo anche conto che nel Bundesrat, l’altra Camera federale che non dà la fiducia, la Merkel la maggioranza non l’aveva già).
insomma, la Merkel ha perso la sua maggioranza e deve trovarne un’altra: operazione non facile e che ha come scopo rimettere in piedi una colazione con la SPD chiaramente bocciata dagli elettori 4 anni fa.
per la prima volta in queste ore la Linke si è detta disponibile a colloqui con la SPD.
sui Verdi tedeschi, puoi avere tutte le ragioni del mondo (ma non credo: sono diversi dai Verdi italiani, quelli tedeschi), però l’analisi dei flussi elettorali (fatta non da me) dimostra che una quota del loro elettorato è passato alla Merkel, questa volta…
per il resto: non miro a convincere, mi interessa di più far riflettere ed essere fatto riflettere (se si può dir così :))…
(che cos’è l’effetto Prodi?)
Effetto Prodi: avere una maggioranza assoluta tanto risicata che è come non averla.
Ma appunto perché i verdi tedeschi sono diversi da quelli italiani mi senso raffrancato nel definirli “di sinistra”… insomma, basta vedere la loro storia.
La Link avrà anche aperto all’SPD, ma l’SPD non mi pare abbia cambiato idea.
La domanda vera per i socialdemocratici oggi è trovare il male minore…
senza voler fare la mosca cocchiera di nessuno, a me pare che l’interesse della SPD in questo momento è di non andare al governo con la Merkel e di lasciare che se la veda con i Verdi e che fagociti anche loro, come una Chronos al femminile che divora i suoi figli.
e mi pare che se ne rendano bene conto sia loro sia i Verdi, che non ardono dalla voglia di andare al governo a bruciarsi…
sì, su questo sono d’accordo.
ma alla fine un governo lo faranno…
ho dato un’occhiata allo Spiegel di oggi nel frattempo.
due notizie: la SPD della Renania che si esprime contro l’alleanza con la Merkel (e quella è l’Emilia-Romagna del PCI di una volta per la SPD) e Fischer, l’ex ministro degli esteri verde fino al 2009, che attacca il suo partito che si è spostato troppo a sinistra…
vedo semmai più governo di unione nazionale con Verdi e SPD assieme, che grosse Koalition: ma questo comporta un programma di forte compromesso e la fine del merkelismo classico di questi anni.
ahh ahh, dimenticavo.
all’effetto Prodi, tipicamente democratico (avere una piccola o anche una grande maggioranza, ma come non averla) si oppone l’effetto Berlusconi: non avere la maggioranza, per un punto o due, o anche in modo molto più netto, ma andare avanti come ad averla, che tanto gli altri si adeguano…
Bel post. come, ahimè, non ne avevo proprio trovati sulla stampa italiana, irritante come sempre nella sua superficialità nel trattare anche questo evento!
oh, grazie davvero, e a maggior ragione perché tu vivi a Berlino e quindi hai una possibilità di valutazione più precisa.
condivido anche l’irritazione e, senza volermela tirare troppo, mi domando e dico in che mani siamo dal punto di vista dell’informazione in Italia se un osservatore onesto senza preparazione specifica riesce a dire cose un poco più precise dei nostri corrispondenti locali.
e per la Germania posso formarmi un’idea autonoma…, ma dove non posso?