nel collasso generale verso cui si avvia questo paese senza più intelligenza né voglia di fare, colpisce la catastrofe Alitalia.
che farà più danno della caduta di 10 aerei di linea…
ma, come nell’estate 2009, anche oggi passa l’idea che tutto sta rimettendosi lentamente a posto: solo che allora era solo lui col suo partito a dirlo e i Democratici gli davano contro; ora sono anche i Democratici a dirlo.
la battaglia di Berlusconi, e non solo sua, contro l’onesta soluzione trovata da Prodi di una fusione con l’Air France fu uno dei temi della campagna elettorale 2008 che permise al Caimano di tornare al potere per la terza volta con una clamorosa rimonta sulla sconfitta del 2006.
Berlusconi scelse di mantenere un’Alitalia italiana, caricando il bilancio dello stato di un peso enorme: eravamo giusto all’inizio della crisi finanziaria globale che ci sta affossando, ma lui la negava e trascinò il paese in una avventura senza senso.
Tra gennaio e marzo i debiti di Alitalia sono saliti da 1,2 a 1,33 miliardi, a un ritmo di un milione al giorno.
I 95 milioni raccolti a febbraio dalla compagnia tra i soci con un’obbligazione convertibile al 31 marzo erano già stati girati a stretto giro di posta alle banche per ridurre la loro esposizione.
In crescita nel primo trimestre sono stati pure i debiti verso fornitori, balzati da 544 a 565 milioni. (da Repubblica).
insomma, la cronaca di un disastro annunciato.
che però non può essere attribuito al solo Berlusconi.
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per me l’occasione di un riesame di coscienza: sono andato a rileggermi i post che ho scritto nel corso degli anni sul tema: chi ha tempo da perdere potrebbe rileggerseli con me.
del resto l’Alitalia è come la Concordia: una grande metafora della situazione reale del paese, e perfino una grande lezione se ci fosse in giro qualcuno disponibile ad imparare.
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189. musica dal Titanic 19 settembre 2008
dicono che i piloti Alitalia suonano la musica sulla tolda del Titanic che affonda.
quello che non dicono è che quel Titanic si chiama Berlusconi. (…)
chissà se gli italiani almeno si rendono conto che il capitano del loro personale Titanic Italia è un uomo tutt’altro che infallibile.
chissà se capiscono in che guaio si sono messi ad affidare il governo di una nazione, in tempi di questa natura, ad un piazzista di spot televisivi.
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192. mi compero l’Alitalia. 28 settembre 2008
dai piloti e dal personale Alitalia giunge la prima proposta intelligente dopo quella di Prodi.
disponibili a rilevare loro l’Alitalia, mettendoci le liquidazioni e tutti i loro risparmi.
ci aggiungo anche la mia liquidazione: dovrebbero essere circa 100.000 euro, che potrei rendere liquidi anche domattina, dando le dimissioni.
invito i miei lettori che non sono pochissimi a fare altrettanto e se la metà mi ascolta, l’affare è fatto.
e credo sarebbe anche conveniente.
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l’Alitalia non affonda per i privilegi del personale, questo è soltanto il solito ritornello del management incapace e dei politici corrotti che l’hanno caricata sempre di spese improprie.
l’Italia ha oramai i livelli salariali più bassi d’Europa, con cui deve compensare l’ignoranza e l’impreparazione, l’approssimazione e la confusione operativa dei suoi manager strapagati più di ogni altro al mondo.
eppure la sua Confindustria, tanto più arrogante quanto più mediocre, continua a cercare come tagliare ancora i salari, senza neppure sapersi rendere conto che sta segando i rami dell’albero su cui sta seduta.
quindi i lavoratori Alitalia con la loro proposta stanno tracciando la rotta non solo per evitare il fallimento Alitalia, ma per uscire dalla crisi italiana tutta intera (tracciare la rotta, come sarebbe il loro mestiere, del resto).
come in una riedizione dei consigli di fabbrica gramsciani, devono essere i lavoratori a riprendersi il controllo delle loro aziende e a comperarsele trasformandole in aziende miste, parte di proprietà dei lavoratori, parte da affidare a manager esterni, di società europeee moderne e capaci.
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sto predicando da tempo che l’Unione Europea dovrebbe commissariare il nostro paese e per un periodo a termine stabilirvi una specie di protettorato sotto un commissario europeo.
zone come la Campania dovrebbero passare anzi addirittura sotto il controllo dell’Onu, dovrebbero venirci i caschi blu a pattugliare il territorio, come in Afghanistan, e a fare fuori i talebani locali che si chiamano casalesi e camorra.
la proposta dei lavoratori Alitalia è solo il corrispettivo sul piano economico di questa mia proposta politico-amministrativa.
una compagnia aerea di proprietà di chi ci lavora, almeno in parte, avrebbe un paio di vantaggi sulla insensata proposta di Berlusconi: essere fatta da gente esperta e non da una banda di avventurieri del profitto; ed essere fatta da gente che non la farà fallire mai per non perdere il proprio lavoro, e che ci metterá dentro tutta la propria autentica passione.
ma il governo darà il via libera a una operazione di questo tipo, alla quale si unirebbero molto volentieri, di nuovo, quei partner stranieri che Berlusconi ha aborrito fin dal primo momento, dopo averci fatto perdere tanti mesi di tempo per una proposta che non c’era?
oppure il governo vuole il monopolio per riservare l’Alitalia ai suoi amici e agli amici dei suoi amici?
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mai come nella metafora Alitalia per gli italiani che ragionano è chiara in maniera impressionate la mediocrità furbastra del nostro capo del governo.
che ha usato e usa la bandiera dell’italianità della compagnia per:
1. sconfiggere l’onesto Prodi e la sua gestione mista con Airfrance, promettendo mari e monti ai piloti
2. beffare sei mesi dopo gli stessi piloti e il personale della compagnia cercando di imporgli un contratto capestro, che smantella livelli salariali e dignità professionale, con la minaccia alternativa di buttarli sul lastrico e di lasciarli senza lavoro.
un ricatto che – come apprendo sempre da una mia conoscente che lavora per Air One – si sta concretizzando in questi giorni, attraverso lettere terroristiche che i dipendenti ricevono a firma diretta di Berlusconi, e che la grande stampa italiana sorprendentemente continua a ignorare completamente, come se fosse fuori della realtà o se ci volesse tenere i suoi lettori.
3. scaricare sulla collettività l’osso del peso economico di una operazione insensata (centinaia di milioni) per tenersi la polpa.
4. manifestare una visione dell’Italia, dell’Europa e del mondo così penosamente arcaica e anticulturale da potersela spiegare solo come spregiudicato utilizzo dei pregiudizi degli ignoranti per farsi i propri interessi.
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ma, scusatemi, che cosa altro è, il berlusconismo, se non questo?
quanti altri fallimenti del tipo di Alitalia saranno necessari perché il popolo italiano capisca?
dovrà fallire lo stato tutto intero prima che gli italiani aprano gli occhi?
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ma vi è una sola spiegazione possibile di quel che succede, e dispiacerà a molti sentirsela dire, e fino a che questi molti che credono di fare l’opposizione a Berlusconi non aprono gli occhi per primi, è impossibile che la situazione cambi.
Berlusconi regge, perché si è comperato tutto, anche l’opposzione e i giornali che fingono di fargli opposizione.
Berlusconi regge, perché ha unificato tutta la casta politica dietro di sé.
oggi D’Alema, l’eterno D’Alema che è il secondo cancro della democrazia italiana, non ha perso l’occasione di schierarsi con Berlusconi, a favore dell’offerta del suo amico Colaninno, uno di quei “capitani coraggiosi” con cui ha trescato per anni alle spalle dei consumatori, uno che piace tanto alla parte vincente del ceto politico del Partito Democratico, quella che ha affossato Prodi.
D’Alema, ancora una volta, con Berlusconi, come sempre in ogni momento decisivo, e contro i lavoratori.
ma fino a che D’Alema e Veltroni verranno considerati persone perbene, nonostante ora l’uno ora l’altro abbiano rimesso in piedi Berlusconi ogni volta che stava in crisi, come sarà possibile liberarsi di Berlusconi e del berlusconismo?
come può vincere una battaglia un esercito guidato dalle spie del generale avversario?
come può l’Italia riscattarsi dalla sua generale apatia, sfiducia, voglia di non pensare, se non comincia a criticare un Partito Democratico che oggi lavora in realtà per la prosecuzione del berlusconismo?
queste cose le scrivevo nel 2008.
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195. l’asino di Buridano e il vento solare. 26 settembre 2008
basta con queste storie italiane così provinciali. (…)
ma vi pare possibile che, mentre i politici italiani cercano di farci passare come un successo il rammendo fatto all’Alitalia a spese dei cittadini che pagheranno per anni queste scelte folli, noi stiamo a guardare affascinati i balletti di questa politica insulsa senza renderci conto di che cosa succede là fuori? (…)
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196. le mie lodi al Lodo. 29 settembre 2008
(…) in ogni caso, Alitalia ha dimostrato che l’Italia sopravvive anche senza Berlusconi e che neppure il berlusconismo ha bisogno di lui, dato che tutto è stato fatto mentre lui se ne stava a fare i fanghi chissà dove, ed è accorso Veltroni a prendere il suo posto, ricavandone in cambio dal vecchietto collerico e bizzoso non un grazie, ma uno sputo in faccia. (…)
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32. la crisi tedesca. 1 febbraio 2009
(…) intanto il modello Alitalia fa scuola per la crisi bancaria tedesca: la Merkel ha sì rifiutato la proposta di costituire una sola bad bank, finanziata dallo stato, cui rifilare tutti i “titoli tossici”, ma per sostituirla con quella di tante piccole società cattive da affiancare ad ogni singola banca, per rilevarne i debiti di ognuna e scaricarli sullo stato.
quello che ha fatto Berlusconi da noi: cioè ha ancora una volta messo le perdite a carico dello stato e privatizzato i guadagni futuri, in realtà inseparabili da quelle perdite.
in Germania (o Inghilterra) però lo stato si impadronisce anche della good bank che costituisce in questo modo: di lasciarla nelle mani dei privati (come ha fatto Berlusconi) non si parla proprio.
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46. Tremonti, il genio incomprensibile dello sfascio. 13 febbraio 2009
(…) e gli operai disoccupati non esistono e solo qualche infastidito trafiletto informa dei dipendenti Alitalia che da tre mesi non prendono neppure la cassa integrazione. (…)
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65. il nostro Obama: Franceschini? 2 marzo 2009
(…) e Berlusconi, reduce dall’avere buttato 3 miliardi per togliere l’Iva ai ricchi, 5 miliardi per la dissennata operazione Alitalia (…)
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121. sed unum sunt (ma sono una cosa sola). 1 settembre 2009
(…) la vera notizia è che l’Italia sta marciando verso il crollo economico e che Berlusconi sta saccheggiando lo stato senza del resto che nessuno riesca a sapere (dato che il governo si rifiuta di rispondere) dove stanno finendo questi soldi – anche se qualcosa sappiamo lo stesso: 5 miliardi all’Alitalia, 5 miliardi a Gheddafi (ma non sono stati ancora fisicamente spesi), ma gli altri?
facili profezie, che io stesso cerco di dimenticare…
😦 questa è la mia espressione
effettivamente anche il mio stato d’animo è questo 😦
Però un piano industriale e dei trasporti che coinvolga anche FS non sarebbe da buttar via…
certo, perché le ferrovie italiane funzionano, vero?
dai, continuiamo a svenarci per l’Alitalia che dal 2008 scellerato di Berlusconi ad oggi ci è costata un miliardo all’anno.
vogliamo dire le cose come stanno? questo paese è finito, ha una classe dirigente che non è capace di gestire più niente.
si sta ripetendo come farsa la tragedia del Rinascimento: l’Italia può essere governata soltanto dagli stranieri, e i suoi trasporti aerei pure.
sono contrario a continuare a finanziare buchi senza fondo e macchine ingoia soldi dei contribuenti, per l’arricchimento dei furbi con gli intrallazzi che sono l’unica cosa che sanno fare bene.
una compagnia nazionale non ha più senso; per me possiamo volare anche in Italia su qualche compagnia straniera, ammesso che ce ne siano che vogliano impelagarsi qui.
e altrimenti andremo in treno, fino a che non saremo costretti a chiuder e anche quelli e per gli stessi motivi.
Le ferrovie non funzionano, questo lo so bene… però sono in attivo ed hanno un piano industriale.
(In realtà, molti problemi delle FS dipendono dalle regioni…)
Anche io credo che la questione di una “compagnia di bandiera” sia secondaria, ma quella di garantire il trasporto strategico no. E questo avviene, secondo me, all’interno di alleanze forti. Ma in queste alleanze Alitalia non può essere “risucchiata”. Infatti, l’opzione Lufthansa del 2007-2008 era di gran lunga la migliore: peccato avrebbe affossato Malpensa (che sarebbe stato un bene, ma contro l’interesse dei leghisti…)
ti ripeto pari pari il commento che ho appena mandato a edoardo:
“mi pare che una corrente sempre più ampia dell’opinione pubblica ne ha ormai le palle piene di questa faccenda dell’italianità dell’Alitalia. 🙂
visto che italianità è anche sinonimo di inefficienza, corruzione, arroganza”.
a te aggiungo che questo sarebbe un bell’esempio di democrazia telematica applicabile: vogliamo fare una consultazione online dei cittadini politicamente attivi e vedere come la pensano?
uscirebbe un boato telematico immane “fanc..o alitalia”: per fare gli strategici occorre averci le pre-condizioni.
l’Italia è diventata un paese da terzo mondo, si rassegni al suo giusto ruolo insignificante nel mondo.
il personale alitalia e’ salvo rare eccezioni,scortese, arrogante, indisciplinato ed iperpagato.
sono quasi tutti romani e politicamente di destra,e sono ampiamente protetti. (a quale lavoratore si propongono 7 anni di cassa integrazione a stipendio pieno ?? ).
lo dice uno che ha volato tantissimo specie sulla rotta milano-tokyo.
tutte le palle sulla italianita’ della compagnia, ” l’italia non puo’ non avere…bla bla bla.”..sono tutte balle pur di conservare privilegi e scarsa produttivita’ che air france sicuramente annullera’.
che la vendano oppure che fallisca e che quei lazzaroni condividano il destino di tanti ,molto piu onesti,lavoratori
ok, mi pare che una corrente sempre più ampia dell’opinione pubblica ne ha ormai le palle piene di questa faccenda dell’italianità dell’Alitalia. 🙂
visto che italianità è anche sinonimo di inefficienza, corruzione, arroganza.