difficile – visto che tutti lo fanno – sottovalutare l’importanza della vittoria elettorale del Fronte Nazionale di Marina Le Pen alle elezioni locali di Brignoles (nel sud del Paese), dove ha raccolto al secondo turno il 53,9% dei voti.
aggiungeteci che la sinistra di Hollande era stata esclusa al primo turno e che non è servito a impedire la vittoria della destra l’indicazione agli elettori di sinistra di votare per il candidato gollista.
possiamo dire se vogliamo che il sud della Francia è una roccaforte della destra francese, oppure che ha votato soltanto il 45% degli elettori; ma i sondaggi dicono che negli ultimi tempi il Front National è il primo partito nelle preferenze degli elettori in Francia.
insomma, gli euroscettici in Germania alle elezioni del mese scorso non sono arrivati in parlamento perché sono rimasti al di sotto del 5%.
ma in Francia, col sistema elettorale che c’è, il prossimo governo sarà probabilmente della Le Pen.
con quali conseguenze?
* * *
la Le Pen ha molti punti politici di contatto con Grillo, non quello che strizzava l’occhio alla sinistra e voleva iscriversi al Partito Democratico fino a un paio d’anni fa, ma a quello nuovo, che i militanti del suo partito, molti, non hanno ancora scoperto fino in fondo, e che si pone come uno dei leader della nuova destra europea.
la Le Pen, del resto, con Grillo del resto sta cercando contatti politici precisi:
”Se Grillo vuole incontrarmi può chiedermelo. Dobbiamo prendere coscienza che le forze euroscettiche che vogliono il cambiamento devono incontrarsi”. 2 aprile 2013
contatti che, per ora, Grillo ha rifiutato:
Niente contatti con Marine Le Pen, né ora né in futuro. Parola di BeppeGrillo. 9 aprile 2013.
giusto per verificare, in futuro.
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in alcuni casi gli slogan della Le Pen sembrano ricalcati da quelli di Grillo:
I francesi sono stufi di questa casta Umps (l’acronimo di Ump e Ps – l’equivalente grillino di Pdl e PD meno L).
Abbiamo una classe politica ridicolizzata.
I cittadini sono stufi di essere rappresentati da governanti incapaci, aggrappati ai loro privilegi e pure accusati di corruzione.
Quando saremo rappresentati in massa al parlamento europeo, proporremo un programma in quattro punti: la fine dello spazio di Schengen, l’addio all’euro, il patriottismo economico e la superiorità del diritto nazionale sulle direttive europee.
Se entro un anno non otterremo soddisfazione su questi punti allora promuoveremo in Francia un referendum per chiedere l’uscita dall’Unione europea.
Sono convinta che i cittadini saranno d’accordo con me: la maggioranza dei miei compatrioti non vuole morire in questo magma informe chiamato Europa.
Siamo un partito patriottico, gollista; anche noi difendiamo una Francia sovrana e che sappia difendere nel mondo la sua grandeur.
La nostra sovranità si difende combattendo le derive del neoliberismo, gli abusi dell’economia di mercato, l’ingerenza di Bruxelles.
Il multiculturalismo ha fallito: l’Europa deve scoraggiare i viaggi della disperazione. Dobbiamo dire a questi poveretti che non abbiamo più niente da offrire.
La solidarietà non si esercita quando si hanno già milioni di disoccupati, un sistema di protezione sociale che sta andando in rovina.
Noi pensiamo solo ai francesi.
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no comment: discorsi semplici, chiari, capaci di fare presa.
e completamente cretini.
per questo faranno strada.
alla Francia dobbiamo già il rifiuto della Costituzione Europea: di grandeur in grandeur aspettiamoci che distrugga anche l’Unione Europea.
a meno che la massa del debito non distrugga prima anche lei.
Mi pare sia sparito un intero articolo e i suoi commenti, sogno o son desta? 😉
A volte l’uomo inciampa nella verità, ma nella maggior parte dei casi, si rialza e continua per la sua strada. Winston Churchill
a che articolo ti riferisci, scusa? su 3.547 in questo momento mi è difficile capire di quale parli… 🙂
e anche nella citazione di Churchill, bella in se stessa, mi rimane oscuro il rapporto col post, se o me lo spieghi meglio.
o forse devo capire che la verità in cui inciampiamo sarebbe, secondo te, quella della Le Pen?
nel 1969 vivevo a parigi dove facevo il mozzo in un bar malfamato vicino place pigalle. un anno di riflessione dopo la licenza liceale malgrado l’ostilita’ della famiglia ed il servizio militare incombente.
un giorno essendo febbricitante mi sono fatto visitare da un medico,giovane dalle fattezze chiaramente asiatiche.fu molto gentile e di rimando alla sua, chiesi anche io da dove venisse.
questi con grande stupore mi rispose di essere francese.
la stessa cosa non avvenne con colleghi islamici…tutti indistintamente ed orgogliosamente mi indicavano il paese originario anche se nati in Francia.
il fenomeno le penn va inquadrato anche in quest’ottica infatti nel paese vivono circa 6 milioni di islamici e la maggior parte non si sentono francesi.
il “luogo comune” afferma che NON SONO STATI INTEGRATI..mi sento di ribattere che NON SI VOGLIONO INTEGRARE infatti in francia italiani,portoghesi,polacchi,vietnamiti,cinesi,spagnoli ecc sono perfettamente integrati.
io per esempio sono stato accolto con grande apertura e non ho mai subito discriminazioni ne tanto meno mi hanno mai apostrofato con nomi dispregiativi.
che l’opinione pubblica francese sia sensibile al programma le penn e’ comprensibile perche’ temono una nuova massiccia immigrazione dall’africa islamica e non per idiosincrasia verso l’europa.
non va dimenticato che erano francesi molti nomi di spicco che hanno creato l’unione europea.
bello il riferimento autobiografico.
non so se l’integrazione delle altre etnie in Francia sia davvero così idillica come la fai tu (ho qualche dubbio anche sulla “integrabilità” sostanziale e non formale dei cinesi).
tuttavia è indubbio che per quanto riguarda il mondo islamico siamo di fronte ad una cultura che, per sua stessa natura interna, rifiuta l’integrazione (anche se poi qualcuno si integra lo stesso, ma allora rompendo con le sue radici e la sua comunità, con tutte le conseguenze del caso, anche drammatiche).
credo che questo sia connesso alle basi religiose dell’islam, che sono poi una moderata riattalizzazione in chiave araba dei fondamenti dell’ebraismo, altra cultura non integrabile.
il ruolo degli islamici nel mondo globalizzato di oggi corrisponde in maniera impressionante a quello esercitato dal mondo ebraico nell’impero romano; e non c’è alcun dubbio per lo storico che al-qaida sta svolgendo oggi la stessa azione che duemila anni fa sotto Roma svolgevano i primi gruppi di “messianisti”, quelli che noi oggi chiamiamo cristiani, falsificando la loro natura, che giunsero ad incendiare Roma e a proclamare una guerra totale all’impero romano, che fu l’occasione della sua prima crisi, anche se si concluse con la loro disfatta che fece salire all’impero il generale vittorioso che li aveva sconditti, Vespasiano.
ai romani dopo decenni di logoramento non rimase che risolvere la questione manu militari e col genocidio, secondo la loro tradizionale usanza nel trattare i popoli ribelli: metodi che a noi sono preclusi dalla nostra cultura.
e dunque è difficile prospettare qualunque soluzione: la storia insegna soltanto che nel giro di alcuni secoli l’impero romano pagano dovette arrendersi e lasciare il posto ad una cultura nuova nata dalla fusione di residui ebraici, culti orientali rimasticati e spezzoni della cultura classica: il cristianesimo.
Le similitudini fra i due movimenti politici le vedo indubbiamente anche io.
Ma questo mi pare ancora poco per affermare, come nel titolo, la fine d’Europa.
Intanto non sappiamo che peso potrebbe avere Grillo in Europa, né la Le Pen.
Poi, come anticipato, alle elezioni francesi manca ancora abbastanza tempo, quindi non anticipato risultati del tutto imprevedibili al momento.
eh sì, probabilmente hai anche ragione: del resto non faccio di mestiere la cartomante e non ho seminato previsioni, ma dubbi.
io non scrivo un blog per diffondere camomilla, ma piuttosto per provare a sollecitare qualche riflessione per tempo: ad esempio sui sistemi elettorali.
e il titolo è una sintesi dell’articolo (con tutti i limiti della sintesi), ma va interpretato alla luce di quel che dice l’articolo…
rimane il fatto che una parte importantissima di francesi, potenzialmente maggioritaria oggi in base alla loro legge elettorale, è contraria all’Unione Europea, e questo `un problema non da poco, oggi e mica fra 4 anni alle prossime possibili elezioni.
ma se pensi che questo non conterà nelle prossime scelte dell’Unione…
E fai bene.
Ma temo manchino i presupposti per una riflessione (di che possiamo riflettere? Pensavamo di poterci “vaccinare” da Berlusconi, ora lo pensiamo di Grillo e lo penseremo della Le Pen. I fatti ci smentiscono)
ops, scusa: ho il vizio di scrivere in diretta e poi completare il commento: è finito solo adesso e probabilmente è un poco più ampio, anche argomentativamente, di quello a cui stai rispondendo tu.
riflettere? ad esempio su come realizzare una politica sociale europea più incisiva che tolga la terra sotto i piedi ai partiti populisti.
oppure, come suggerito nella versione completa del commento, sul sistema elettorale più adatto per evitare che una minoranza forte possa gestire il potere da sola.
se le forze politiche non sono pagate dai contribuentui per riflettere, mi spieghi che cosa ci stanno a fare, del resto?
per gestire il potere e farsi gli affari loro?
1. sull’impatto di questa parte dell’elettorato “antieuropeo”: intanto io non darei per assodato, come categoria “sostanziale” che questi francesi siano semplicemente “antieuropei”. Semmai, sono contro quello che è oggi l’Europa. Ma questa può cambiare: si tratta sempre di non ricacciarli nella logica grillina da “non c’è alternativa” ed attuare sin da subito dei cambiamenti.
Inoltre, per quanto numeroso possa essere il gruppo “antieuropeo” nel futuro Parlamento UE, questo resterà -come sono oggi M5S in Italia- ai margini delle scelte politiche chiave: le loro proposte sono troppo radicali e distruttive per essere integrate in un qualche programma. Basta leggere le dichiarazioni della Le Pen: “supremazia del diritto nazionale su quello comunitario”, significa tornare alla casella zero. Riparti dal via. Nessuno che avrà la maggioranza relativa potrà accettare un compromesso simile.
Semmai, il rischio è costringere ancora l’UE ad una “grande coalizione” continentale nel Parlamento. Ma proprio per questo sarà importante la figura del candidato presidente della Commissione: una chiara linea socialdemocratica potrebbe essere già un ribaltone.
2. ovviamente dobbiamo continuare a riflettere, non dico di no. Semplicemente, vedo poche prospettive.
Sulle soluzioni credo di aver dato qualche risposta sopra.
3. sul sistema elettorale, per ora, glisso. E’ tema che abbiamo già ampiamente discusso.
Qui direi solo che in Europa non è il sistema elettorale che andrei a toccare.
è sconcertante quanta fatica faccio a comunicare i miei argomenti: sarà tutta colpa mia?
il centro del mio argomento sta nel fatto che nella struttura attuale dell’Europa un solo paese, fosse pure il Lussemburgo, ha il diritto di bloccare tutto.
3. non sto parlando del sistema elettorale europeo, quindi, che è proporzionale e va bene, ma di quelli nazionali e soprattutto di quelli di taglio maggioritario che possono dare la maggioranza ad una forte minoranza.
2. le prospettive ci sono se si vuole vederle; se non si vuole vederle, si mette la testa sotto la sabbia e si dice che non ce ne sono; ma a questo punto è meglio smettere di occuparsi di politica e lasciarla fare a chi ne vede qualcuna.
1. si ritorna al punto centrale: il problema non è l’Europa, ma i governi nazionali.
ci ritroviamo sull’idea di recuperare l’elettorato anti-europeo.
ma non mi pare che il modo migliore per farlo sia quello di dire che non c’è soluzione…
Sì, stai parlando del Consiglio.
Ma per arrivare in consiglio, occorre essere al governo nei rispettivi paesi. E questo, mi pare di aver risposto, è ancora aldilà dal venire.
Mi pare di averti già risposto tanto su Le Pen quanto si Grillo, per quello non trovo nulla da aggiungere, a meno di non voler ripetere i medesimi argomenti: ad oggi, il loro momento non è ancora venuto e le elezioni in entrambi i paesi non si preannunciano dietro l’angolo.
ok, prendo atto che per te la politica non è sforzo di prevedere ed anticipare il futuro per costruire delle risposte possibili – soprattutto se questo va in senso contrario a quel che vorresti tu -, ma è soltanto la capacità di tenere ben ferma la testa sotto la sabbia. 🙂
io naturalmente mi dissocio, come credo ogni persona di buon senso.
Vabbè, quando prendi simili conclusioni non vale proprio la pena continuare a discutere.
che ti devo dire, caro red, a proposito di questa discussione?
sono io che non voglio farla oppure tu?
io sto osservando che in diversi paesi europei, e non solo in Italia, sta crescendo una pericolosa ondata di opinione pubblica contraria all’Unione Europea, e tu mi rispondi: chi se ne frega, tanto le elezioni sono più in là.
che cosa devo dirti? bravo, mi associo?
no, in coscienza non posso.
Ma senti, cos’altro possiamo fare?
Dobbiamo dirci -perché ammettiamolo: ce lo ripetiamo fra noi- che la legge elettorale va cambiata?
L’abbiamo detto. Ripetiamolo.
Bene, con questo? Non mi pare abbiamo fatto passi avanti.
O forse credi che le nostre discussioni spostino la coscienza di qualcuno di questi elettori? (soprattutto, le nostre discussioni interne, non con loro).
Mi sembra di averti portato alcune considerazioni concrete ed abbastanza importanti, sia in un senso (nazionale, dove a mio avviso accadrà poco nell’immediato) che nell’altro (europeo, dove si può cominciare a giocare una battaglia importante).
avevo scritto un post di quelli nolto lunghi, non un semplice commento di risposta, veramente importante.
ma è saltato, devo avere fatto una mossa falsa.
fammi riprendere dallo shock e provo a ricostruirlo.
Pole sana!
il tuo commento ha tre aspetti.
il primo non è specifico, non è legato al tema, ma al ruolo del blog (o forse dei cittadini in genere): “credi che le nostre discussioni spostino la coscienza di qualcuno di questi elettori? (soprattutto, le nostre discussioni interne, non con loro)”.
no, non lo credo: colgo l’occasione per dire che in generale non credo neppure troppo alla politica fatta in rete; la rete ha semmai altre funzioni, che sto per dire, ma non può sostituire l’attività diretta e il contatto diretto con le persone.
un blog non sposta niente, anche se neppure le riunioni di partito lo fanno e perfino neppure una manifestazione lo fa.
ciononostante nessuno di noi rinuncia ad usare questi strumenti poco o nulla efficaci, anche se personalmente mi interrogo almeno dieci volte al giorno sul senso di un blog politico e mai trovo un motivo valido per continuare a scriverne uno, se non questo.
che nel blog noi parliamo soltanto a chi ci legge, e non abbiamo altre ambizioni, e siccome chi ci legge generalmente condivide con noi alcuni valori di fondo, allora il blog ha la funzione utile di servire al chiarimento delle idee, delle prospettive e delle strategie per chi lo legge (naturalmente se e fino a che lo riscontra utile): insomma il blog assomiglia piuttosto a una assemblea dove discute chi condivide certe prospettive o alle famose “scuole quadri” degli anni Settanta dove ci si confrontava sulle letture della realtà.
ecco perchè continuo, nonostante tutto e forse in maniera insana.
secondo: non dobbiamo dirci che la legge elettorale va cambiata; a che serve? sopno d’accordo con te.
dobbiamo provare a dirci come.
e siccome sta per passare una riforma costituzionale importante dobbiamo dire come vorremmo che cambiasse la seconda parte della Costituzione.
il blog mi ha aiutato molto a chiarirmi le idee e oggi credo di avere una visione più organica – l’avevo anche esposta nella prima stesura di questo commento che è andata dispersa; ora te la risparmio nel suo insieme e tocco solo un paio di punti.
limitandomi alla legge elettorale, che andrebbe a mio parere costituzionalizzata, per evitare i soprusi di minoranze arroganti, sono per l’uninominale di circoscrizione fondato sul doppio turno, per l’elezione, con elettori fino a 16 anni, dell’unica Camera che dà la fiducia ai governi e che decide le spese; e sono per il diritto di recall, cioè di revoca dell’eletto inadempiente, da parte degli elettori.
sono per una seconda Camera di 50 membri, non elettiva ma designata da altri enti territoriali, in particolare da regioni anche loro organo di coordinamento di entità locali più piccole, non direttamente elettivo: un Senato competente su riforme costituzionali, da sottoporre ampiamente a referendum, con qualunque quorum siano approvate, e su leggi che non comportino spese, salvo ratifica, senza possibilità di modifica, dalla prima Camera.
io qui queste idee provo ad esporle; poi provo a realizzarle e a diffonderle anche in altro modo.
sul terzo punto, che è specifico, quello dell’Europa che sta scomparendo dall’orizzonte politico di troppi europei, credo che ci siamo già detti tutto il necessario per illuminare punti di vista che restano profondamente divergenti.
@ redpoz
???
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