Il Presidente della Repubblica è stato denunciato perché avrebbe violato la neutralità politica rispetto ai partiti, alla quale è obbligato come capo dello stato.
A seguito un procedimento intentato davanti alla Corte Costituzionale la Corte ha formalmente comunicato alla più alta carica dello Stato l’accusa; con questo si arriverà ad una trattazione orale.
In questo caso si tratta di una esternazione del Presidente secondo la quale “i cittadini dovrebbero scendere nelle strade e dire alle teste calde di stare al loro posto”.
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stupiti di non avere trovato sui quotidiani di oggi questa notizia che vi do in assoluta anteprima?
tranquilli, il Presidente della Repubblica di cui parliamo si chiama Gauck, e non Napolitano.
si tratta infatti della Germania e la notizia viene data oggi dallo Spiegel.
che cosa credevate? che certe cose potessero succedere anche da noi?
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e pensate che gli autori di questa denuncia sono i dirigente del NPD, il partito di nostalgici nazisti che non è presente neppure nel parlamento federale.
questo non impedisce al giornale di area progressista di esaminare con attenzioni le ragioni della NPD.
anche Alternative für Deutschland, la lista euro-scettica che non è riuscita a superare per poco la soglia di sbarramento del 5% alle elezioni di settembre, ha protestato contro il comportamento del Presidente della Repubblica Gauck.
in questo caso l’accusa è la stessa, anche se non è stata (ancora?) formalizzata in una vera e propria denuncia alla Corte Costituzionale: il Presidente si è dichiarato, in pubblico, “molto grato”agli elettori che non hanno fatto entrare in Parlamento “nessun partito populista”.
dopo le proteste la sua portavoce ha affermato che non si riferiva a AfD, ma alla domanda a chi si riferiva allora, ha risposto: “Noi non prendiamo alcuna posizione su questo”.
tutta la stampa, anche quella progressista è tuttavia concorde ed obiettiva nel dichiarare che il Presidente mente e che questa difesa non è credibile.
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cose di un altro pianeta?
e Napolitano, allora?
sì, cose di un altro pianeta, se ammettiamo che è l’Italia che vive su un altro pianeta, tutto suo.
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