eppure fior di ricerche internazionali hanno dimostrato che l’intelligenza media degli elettori orientati a sinistra è maggiore di quella dei conservatori…
direi che è una buona ipotesi allora parlare di idioti intelligenti, altrimenti non ci si spiegherebbe come, avendo tutte le ragioni dalla propria parte, la parte democratica e progressista della popolazione riesca quasi sempre a farsi dare torto dalla storia.
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nel caso di specie di cui vorrei occuparmi oggi, cioè la valutazione della telefonata del ministro della Giustizia Cancellieri che promette ai genitori che solleciterà attenzione per la legittima istanza di scarcerazione di una detenuta malata, la sinistra da blog – o una sua grande parte – non si indigna perché in Italia è necessaria la telefonata a e da un potente per far applicare la legge, ma si indigna perché QUELLA telefonata doverosa è stata fatta in quel caso specifico.
evidente una assoluta mancanza di logica, a me pare.
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non bastasse già questo si leggono delle idiozie autentiche di questo tipo (che tendono pericolosamente ad estendersi dall’argomento alla persona che lo pronuncia, se ripetute ostinatamente e con tutto il rispetto dell’indubbia intelligenza dimostrata in ogni altra occasione):
gli effetti di una vicenda per molti versi assai simile a quella della nipote di Mubarak e che anzi offre risvolti ancora più inquietanti di familismo clientelare.
il bello che l’argomento è assolutamente identico a quelli che potete trovare sviluppati su Libero (dato che io vinco la ripugnanza e ho l’abitudine di leggerlo, per conoscere bene il nemico…) e mette sullo stesso piano un intervento non solo legittimo, ma doveroso, anche se certamente discutibile nelle modalità con le quali si è svolto, con un reato evidente e conclamato – l’ordine di ignorare le indicazioni diverse del referente legittimo, il Tribunale dei minori – che ha portato a una condanna in primo grado a sette anni di carcere per concussione!
e queste stupidaggini senza perdono vengono ripetute in un tono tanto più esagitato quanto più chi le proclama ritiene di essere di sinistra pura e dura: per di più all’interno di una riflessione sussiegosa sul perdonismo che affligge la sinistra.
ma che dire dell’imperdonabile ottusità?
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altrove capita di leggere considerazioni che forse sono anche giuste in se stesse, ma confondono in maniera irrimediabile i piani del discorso, mettendo in discussione la validità di un certificato medico, come se questa non fosse una questione di cui deve occuparsi il magistrato e non il ministro, e come se il certificato eventualmente inattendibile potesse essere una colpa del ministro.
ma anche le verdure un po’ marce finiscono con l’insaporire il minestrone!
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mah, che dire? ci deve essere una spiegazione razionale di questi fatti.
e io ne vedo una immediatamente culturale e una antropologica.
quella culturale è che vent’anni di berlusconismo hanno proprio distrutto il senso della distinzione fra il legale e l’illegale nelle nuove generazioni.
il fondamento della percezione della legalità dipende dal senso della solidarietà sociale (disperso) e in secondo piano dalla visione equilibrata della separazione dei poteri e delle responsabilità: entrambe sono venute a mancare in questi anni.
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ma purtroppo esiste anche una spiegazione antropologica.
secondo uno studio della UIL di cui ha parlato ieri Il Fatto Quotidiano, in Italia quasi 1 milione e 200.000 persone vivono di politica.
gli eletti e gli incarichi di Parlamento e governo sono solo 1.067, quelli nelle Regioni 1.356, nelle Province 3.853 o nei Comuni 137.660: arriviamo in totale ad un numero di circa 144.000 rappresentanti del popolo.
a parte il fatto che ricorda pericolosamente le profezie dell’Apocalisse, il numero non è in se stesso troppo alto, e però arriva soltanto al 12% del totale dei variamente occupati nella politica a tempo pieno.
da dove esce l’altro 88%?
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nei Consigli di amministrazione delle aziende pubbliche siedono altre 24.432 persone; 44.165 nei Collegi dei revisori dei Conti e nei Collegi sindacali delle aziende pubbliche; 38.120 sono quelli che lavorano a “supporto politico” nelle varie assemblee elettive.
sono altre 106.000 persone, comunque ancora una minoranza rispetto al totale e anche ad aggiungerle al numero precedente…
487.949, quasi mezzo milione di persone, invece, lavorano per “Incarichi e consulenze di aziende pubbliche”; altri 390.120, cifra calcolata, sono parte dell’“apparato politico”.
ma chi sono? che cosa fanno costoro? cito il quotidiano:
Esemplare è il caso di Nicola Marcurio “Consigliere per gli affari delegati, del Sottosegretario di stato alla Difesa On. dott. Gioacchino Alfano”: ha iniziato la carriera politica nel Comune di Sant’Antonio Abate, dove organizzava le iniziative religiose per il Giubileo. Diviene consigliere comunale nel 2000 e di nuovo nel 2005. Poi va a lavorare presso il Commissariato per l’emergenza di Pompei, da lì alla Protezione civile per il G8 dell’Aquila. Finisce al ministero come consigliere di Gioacchino Alfano, il quale, guarda caso, è stato sindaco proprio di Sant’Antonio Abate.
L’altro sottosegretario, Roberta Pinotti, Pd, tiene nel proprio staff Pier Fausto Recchia, deputato non rieletto alle ultime elezioni e quindi ricollocato.
Tra i collaboratori del ministro della Giustizia, Cancellieri, troviamo Roberto Rao, già deputato, non rieletto, e già portavoce di Casini, ma anche Luca Spataro, già segretario Pd di Catania.
come si vede benissimo, non rieleggerli non serve a niente: non è che questi tornano a lavorare da qualche parte, anche perché probabilmente non sanno fare nessun lavoro: si riciclano in incarichi altrettanto importanti e ben pagati.
Se un deputato non viene rieletto gli si trova un nuovo incarico. Come a Osvaldo Napoli, pidiellino molto presente in tv, bocciato lo scorso febbraio e oggi vicepresidente dell’Osservatorio Torino-Lione.
Moltiplicando questi casi per l’intero numero delle cariche elettive si può avere un’idea del fenomeno.
Alla Regione Lazio, il presidente Zingaretti dispone di un ufficio stampa con ben dieci addetti mentre in Lombardia, i consulenti della Regione sono passati, con la gestione Maroni, da 57 a 93, tutti riscontrabili sul sito ufficiale. Per questa voce l’ente regionale spende 2,6 milioni di euro l’anno.
L’esercito della politica vive e si autoalimenta così.
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concentriamoni su queste quasi 400.000 persone dell'”apparato politico”: quante di loro, che nella sostanza svolgono l’attività di portaborse, rispetto ai 144.000 eletti in vari ambiti, hanno fatto questa scelta per autentica vocazione? e quanti sono invece finiti in questi apparati perché non avevano le capacità personali di fare altro?
insomma, ritengo questo tipo di occupazione residuale rispetto ad altre: meno interessante per una persona normale, che desidera svolgere la propria attività professionale in un campo chiaramente riconosciuto e con una identità differente da quella del portaborse, detto anche servo sciocco.
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Secondo lo studio della Uil i costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a circa 23,9 miliardi di euro.
si tratta di una somma enorme, che corrisponde a quasi il 12% delle entrate fiscali.
ed è la dimensione di una di quelle manovre che più o meno annualmente ci vengono propinate tagliando i redditi degli altri ora qui ora là.
in media ogni contribuente paga 772 euro medi annui per mantenere questa struttura: sono circa 65 euro al mese a testa: 130 euro al mese in una famiglia dove due persone lavorano e pagano le tasse.
una parte di queste spese è incomprimibile, ma una grossa quota invece potrebbe essere tagliata: certo, mettendo sul lastrico molta di questa gente: che tuttavia dovrebbe essersi messa da parte il necessario per sopravvivere.
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questa divagazione serve a qualcosa? ha qualche riferimento con la discussione di prima?
a mio parere sì.
le grandi correnti di opinione sono costruite, alimentate e dirette, da questi servi sciocchi o portaborse.
un politico di vertice, anche se appartiene a quella che una volta si chiamava sinistra, ma oggi è diventata una espressione senza senso, non si pone oggi problemi di coerenza o di effettiva utilità sociale della propia azione, ma semplicemente di visibilità perché il suo obiettivo primo è la rielezione.
a minor ragione se lo pongono i suoi portaborse, pagati per collaborare allo scopo.
del resto, il pubblico televisivo e webistico degli elettori è in Italia di bocca buona, digerisce tutto: basta che sia agitato in toni possibilmente isterici.
abituato da lungo tempo a trasmissioni televisive dove non si valutano gli argomenti, ma l’istrionicità di chi ha urlato più forte, approva tutto quello che lo colpisce alla pancia.
e portaborse e servi sciocchi hanno il compito preciso di attizzare queste ondate di indignazione effimera, dove tutte le vacche sono grigie nell’oscurità della ragione…
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purtroppo il web in Italia, meno diffuso che in altri paesi, non si va qualificando come il punto di incontro critico delle intelligenze dibattenti che si chiariscono le idee fra loro per provare a svolgere azione di chiarificazione anche ad altri livelli.
è ri-diventato un luogo di conventicole che fanno propaganda, dove la stroncatura di una idea che appare sciocca non è ammessa, dove è vietato approfondire, dibattere, scontrarsi, per non disturbare il narciso che si nasconde nel fondo cupo di ogni blogger.
il web è dunque come un flusso altrettanto lottizzato di informazioni preconcette, dove ci si scontra a base di indici di gradimento, qui misurati dal numero dei clic dei lettori.
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e dove le tesi, non passate al vaglio soggettivo della critica, ma a quello populistico della popolarità, sono tutte uguali, tutte interscambiabili, come i comportamenti si confondono nella notte della indignazione e nel sonno della ragione.
in sostanza anche i blogger sono a caccia di clic, come i politici, anche se quasi sempre in maniera totalmente gratuita; e ogni tesi vale un’altra purché porti pubblico anche su un blog.
a questa regola generale non si sottrae certamente la sinistra da blog, la cui massima aspirazione sembra quella di fare da portaborse virtuale per qualche schieramento nel quale intrupparsi.
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date pure addosso alla #Cancellieri allora, anche quando ha fatto il suo dovere, criticatela per questo e non perché, semmai, non l’ha fatto in altre circostanze, se risulta; oppure criticatela per i rapporti troppo stretti con una famiglia potente, ma non dite per favore che la sua telefonata è addirittura peggio di quella di Berlusconi, perché questo significa che avete perso del tutto la ragione, per troppa intelligenza.
però, da un altro lato vi capisco: è più popolare attaccare una grassona che difenderla…
questo è un caso inventato di sana pianta da quei giornali e giornalisti che hanno interesse a fomentare un clima di populismo forcaiolo, contrario a qualsiasi ipotesi di amnistia o indulto; mi auguro che prima o poi però sulle forche ci finiscano proprio loro
ovviamente mi fa piacere avere trovato qualcuno che si dissocia dalla canea come me, e concordo.
secondo me però c’è probabilmente anche di peggio e mi cito da un commento che ho appena scritto rispondendo ad una critica nel mio precedente post sulla Cancellieri:
“ora io mi sono stufato di farmi manovrare dai media, e mi piacerebbe sapere (anche se lo so già) a chi la Cancellieri ha pestato i piedi.
mica a caso lei sa parlando di metodo Boffo, e possiamo ben pensare che, essendo ministro della Giustizia, si sia messa di traverso a qualche inciucio sul caso Berlusconi”.
chissà che non abbia indovinato: tanto i media italiani sono tendenzialmente mafiosi e anche se qualche giornalista sa qualcosa del genere si guarda bene dal dirlo per non pestare i piedi al padrone del vapore che ha mandato alla Cancellieri un messaggio trasversale per ridurla a più miti consigli.
e lei infatti leggo stamattina che ha risposto, da par suo, che continuerà a fare il ministro solo se potrà farlo nella pienezza dei suoi poteri, cioè senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno…
Anch’io mi chiedevo come fosse possibile paragonare un reato come quello della telefonata per liberare Ruby-nipote-di Mubarak ad un comportamento-quello della Cancellieri- che al massimo può essere criticabile, ma non è un reato. Chi ci guadagna con questo offuscamento della ragione e del buon senso? Sempre il signor B. Ma cosa dobbiamo fare per recuperare il senno?
non lo so, oramai mi pare che la capacità di manipolazione dell’opinione pubblica è diventata praticamente illimitata.
e la cosa triste è constatare che i blog si sono trasformati, salvo poche eccezioni, nei pappagallini che per smania di protagonismo e narcisismo ripetono le imbeccate.
per fortuna torno da una cena con mio figlio che non ha letto il blog in questi giorni e mi chiede, quasi esitante: ma che ne dici della Cancellieri?
e che bello! abbiamos coperto di pensarla esattamente alla stessa maniera: il che significa che sopravvive ancora un filone nascosto di buon senso e che bisogna soltanto organizzare almeno una forma di resistenza…
lui dice che dietro questa manovra ci stanno ancora D’Alema e i 101, per interposta Repubblica: secondo lui il problema della sostituzione di Napolitano si avvicina e qualcuno ha comicniato a fare fuori lei, per eliminare una candidata scomoda.
chissà? o forse dietro queste dietrologie in realtà non c’è e non deve esserci nulla, solo follia pura…