550. reporter a Semarang, il vecchio centro coloniale – videoclip indonesiano n. 85.

se c’è stato un momento del mio viaggio in Indonesia nel quale ho smesso di sentirmi un viaggiatore (turista non mi sono mai sentito) per provare ad improvvisarmi reporter, questo tentativo di trasformazione è avvenuto nelle giornate trascorse fra Semarang e Surabaya.

Semarang ha rappresentato piuttosto una tappa obbligata nel viaggio di trasferimento verso la parte orientale di Giava che un vero e proprio obiettivo in sé: in fondo, già dalla lettura della guida, si capiva che è priva di vere e proprie attrazioni turistiche.

ricopio il passo della Lonely Planet che mi ha portato fino a qui:

Pervasa da un’atmosfera estremamente suggestiva, la Città vecchia rappresenta la principale attrattiva di ogni viaggiatore di passaggio a Semarang.

di passaggio, esatto…

Purtroppo la maggior parte del ricco patrimonio di edifici coloniali di questa zona è in avanzato stato di decadenza e completamente dimenticato dalle autorità cittadine. (…) Spostatevi verso il fiume, dove potrete vedere decine di vecchi magazzini olandesi in rovina, edifici municipali e case con finestre a imposta, i muri sbiaditi e gli intonaci scrostati.

* * *

be’, io volevo davvero esplorare un posto simile, ripercorrere i tempi del dominio coloniale, integrare questo tassello di conoscenza dell’Indonesia che ancora mi mancava.

solo qualche edificio isolato attualmente è stato restaurato ed è splendido; la maggior parte è una dolorosa testimonianza del tempo disgregatore: ma per chi sa guardare aldilà delle apparenze del tempo, la grandezza del luogo emerge potente, anche se sui tetti di alcune case crescono gli alberi, i marciapiedi sono dissestati, la gente che percorre le strade sembra la sopravvivenza di un esercito cencioso volto in fuga dalla durezza della vita e dalla povertà.

sì, io qui sono orgoglioso di presentare questo breve reportage fotografico su un patrimonio che muore, e vorrei che il mio video fosse, nel suo piccolo, una forma di protesta e di richiamo perché questa parte della città venga salvata, assieme ai suoi meravigliosi abitanti.

* * *

a completamento, vorrei presentarvi, come se fossi un vero giornalista e un reporter, questa sintesi delle notizie che sono riuscito a raccogliere sulla situazione della povertà in Indonesia: potrebbe essere utile come introduzione non solo a questo montaggio video, ma anche ad alcuni dei prossimi.

in Indonesia più del 44% della popolazione è ancora dedita all’agricoltura e produce il 14% del Prodotto Interno Lordo: in tutta evidenza raccogliendo una quota di reddito piuttosto bassa: il reddito medio indonesiano si aggira attorno ai 300 dollari al mese; quello dei contadini quindi è molto più basso, in genere.

l’Indonesia è un paese esportatore, ha grandi ricchezze naturali, che vanno dal petrolio greggio, gas naturale, stagno, rame e oro. 

Durante gli anni sessanta l’economia peggiorò drasticamente a causa dell’instabilità politica e di scelte che si rilevarono inadeguate, provocando grave povertà e fame.

Dopo la caduta del Presidente Sukarno nel 1965, la dittatura pose la crescita economica come obiettivo centrale della nazione e realizzò effettivamente alti tassi di crescita economica: dal 1989al 1997 l’economia indonesiana crebbe ad un ritmo medio di oltre il 7% annuo.

L’Indonesia fu però il paese più colpito dalla crisi finanziaria asiatica del 19971998. Nei confronti del dollaro statunitense, la rupia indonesiana si deprezzò fortemente passando da circa 2 000 rupie per un dollaro a 18 000 Rupie per un dollaro. In seguito la rupia indonesiana si stabilizzò a circa 10 000 per dollaro e ci fu una lenta ma significativa ripresa economica.

Questo tasso di crescita non fu sufficiente a limitare significativamente il tasso di disoccupazione, e nemmeno la crescita dei salari ne trasse beneficio, bensì l’aumento del prezzo dei carburanti e dei prodotti alimentari peggiorarono i livelli di povertà.

Nel 2006 si stimava che il 17,8% della popolazione vivesse al di sotto della soglia di povertà, che il 49,0% della popolazione vivesse con meno di 2 dollari al giorno.

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