l’articolo di Ettore Livini su Repubblica di qualche giorno fa, che descrive alcuni aspetti della situazione economica attuale della Spagna e delle soluzioni adottate dal governo per risolverla, presenta per me diversi motivi di interesse, che provo ad evidenziare.
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1. la strada seguita dalla Spagna per salvare dalla crisi il suo sistema bancario, utilizzando i 40 miliardi di aiuti ricevuti dall’Europa (aiuti che l’Italia ha sinora rifiutato) è stata quella di creare una banca pubblica, il Sareb, alla quale è stato trasferito dalle banche private il patrimonio immobiliare che non riusciva più a garantirne la liquidità, per salvarle dalla crisi della bolla immobiliare,
ma i prezzi delle case in Spagna stanno continuando a calare – malgrado abbiano alle spalle già un crollo del 40% dal 2008 – mettendo a rischio gli stessi conti del Sareb.
in sostanza anche in Spagna i costi del salvataggio del sistema bancario privato sono stati trasferiti allo stato.
questo elementare aspetto della situazione attuale, e cioè che le misure di austerità dipendono dal salvataggio dei grandi istituti bancari privati è occultato in maniera abbastanza efficace dai media che sono ampiamente di proprietà che degli istituti bancari stessi.
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2. il Sareb, la banca pubblica spagnola che ora si trova a gestire un grande patrimonio immobiliare invenduto e in parte non finito, che sta mettendo a rischio la sua stessa liquidità ha individuato una strada non del tutto originale per uscire dalla crisi.
la stessa che è stata seguita in Irlanda, dove il governo, a fronte di una pesante crisi del mercato degli immobili che ha lasciato 300mila case vuote, ha già fatto radere al suolo diversi complessi arrivando così a generare in modo artificioso un timido rialzo dei prezzi.
la Spagna si è messa sulla stessa strada: dato che non ci sono i soldi per finire i lavori e per evitare le spese di gestione degli edifici non finiti, si prova a dare un piccolo elettrochoc al mercato distruggendo una parte del patrimonio immobiliare non venduto.
be’, verrebbe da dire, operazioni di questo tipo dovrebbero essere ancora più facili in Italia, considerando che si potrebbe tagliare la domanda intervenendo semplicemente per demolire gli immobili abusivi.
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protestano le associazioni spagnole degli sfrattati, ovviamente: ma il mondo mica è stato fatto per i poveracci!
la distruzione delle case in eccesso a fronte di gente che non sa dove abitare non ha nulla di straordinario ed è identica, salvo le proporzioni del distrutto, alla distruzione della frutta in eccesso, per tenere alta la domanda, a fronte di gente che patisce la fame.
è il capitalismo, ragazzi! il più perfetto modello di organizzazione economico-sociale, dicono…
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considerazioni finali mie, ed ecco il sarcasmo del titolo del post: come già nella crisi economica del capitalismo iniziata nel 1929 non fu in realtà il keynesismo a risolverla, come vuole la vulgata, bensì la guerra mondiale.
la crisi è un momento di distruzione, anche selvaggia, e di ri-aggregazione di nuovi equilibri.
sinora era sempre stata la guerra il passaggio necessario per realizzare degli sconvolgimenti tanto ampi e dolorosi, che sono la premessa della successiva ricostruzione: il fatto che ora basti il Fondo Monetario Internazionale per imporre la distruzione delle case in eccesso senza bombardamenti potrebbe essere persino considerata una buona notizia, da questo punto di vista, dentro la logica capitalistica…
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3. la Spagna sta uscendo davvero dalla crisi economica, l’Italia deve accontentarsi di avere delle istituzioni che continuano a ripeterlo, ma non è vero.
in Spagna il Prodotto interno lordo è cresciuto dell’1% nel terzo trimestre, in Italia: il dato ufficiale non lo trovo, ma si parla genericamente di “ulteriore lieve riduzione”, forse per non impressionare troppo il pubblico; da noi intanto il rapporto del debito pubblico col PIL è arrivato alla cifra record del 133%, peggiore soltanto di quello della Grecia.
e questo spiega perché attualmente lo spread spagnolo è tornato più basso di quello italiano.
naturalmente la Spagna fa parte della stessa Unione Europea dell’Italia, risponde alla stessa troika, segue le stesse linee di politica economica generale indicate dalla stessa direzione politica europea.
però la Spagna sta cominciando a riprendersi, mentre l’Italia continua a precipitare: che l’Europa c’entri poco e l’incompetenza dei politici e i mali nazionali siano più importanti?
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ciononostante continua una fitta e direi persino irresponsabile propaganda anti-euro negli ambienti della intelligentsja di sinistra italiana, ammesso che questa espressione significhi ancora qualcosa.
il caso Cancellieri è stato la cartina di tornasole di questa mescolanza oramai indistinguibile di temi di propaganda di sinistra e di destra nella manipolazione dell’opinione pubblica: la Cancellieri è stata al centro di un campagna livida e forcaiola non per avere intrattenuto rapporti di amicizia personale con un losco affarista, ma per avere messo in evidenza alle autorità competenti le condizioni di salute della figlia in carcere preventivo.
la prima campagna sarebbe stata corretta e ispirata ad un principio democratico di legalità, da difendere; quella realmente svoltasi era indistinguibile dai rigurgiti reazionari della maggioranza silenziosa di una volta, ora istericamente urlante.
Beppe Grillo e, su un altro piano più rispettabile, Il Fatto Quotidiano sono l’espressione di questa notte dove tutte le vacche sono nere, che Pasolini aveva visto formarsi già quarant’anni fa.
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e questa cultura colabrodo è un altro dei sintomi della disgregazione italiana: italiana, e non europea; ma continuiamo a rifiutare il principio di realtà per non prendere coscienza dei nostri limiti.
un paese incapace di delineare una politica autenticamente progressista come via d’uscita dalla crisi, e dunque destinato a stagnare tra mosse dissennate come la presunta abolizione dell’IMU su cui si discute a vanvera da sei mesi.
cito da un blog che continuo a leggere con interesse, sempre stupito che la lucidità delle analisi generali si coniughi con questa grossolanità di giudizi locali:
Da molti punti di vista l’Europa è stata (…) un grande successo per i poteri che l’hanno sfruttata con lo scopo di imporre un arretramento civile, una “riduzione della democrazia”, una strage di diritti sul lavoro e di tutele di cittadinanza (…), grazie anche a quell’arma letale che si chiama euro.
davvero l’Europa, rispetto all’Italia, rappresenta “un arretramento civile” e “una “riduzione della democrazia””, anche tra virgolette? cioè ci state dicendo che la democrazia sarebbe stata tutelata meglio in un’Italia rimasta fuori dal contesto europeo?
no, io non credo che chi scrive queste cose intenda dire questo: dice queste sciocchezze assolute senza rendersene conto, semplicemente perché strizza l’occhio alla demagogia imperante, e questa demagogia è fascistoide.
sentite questo linguaggio che risuona di alalà, dove la perfida Europa ha preso il posto della perfida Albione di mussoliniana memoria:
e ancora adesso il gregge dei Paesi della periferia continentale sono chiusi nell’ovile, tra i recinti di governi vassallatici formati da complici di provata fede e chierici dell’intelligentja con il cero in una mano e il responsorio europeista nell’altra.
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sì, però nell’ovile c’è chi se la cava e chi no.
“ciononostante continua una fitta e direi persino (?) propaganda anti-euro negli ambienti…”
Beppe Grillo e, su un altro piano più rispettabile, (??) sono l’espressione di questa notte…”
qual’è il blog citato?
manca qualcosina, per il resto condivido ampiamente
grazie della segnalazione: mi ero già accorto del lapsus e avevo integrato: la mia disgrafia purtroppo con l’età peggiora… 😦
probabilmente hai commentato dalla notifica mail del testo originale; ora, come puoi vedere, il riferimento è esplicito al “fatto quotidiano”.
sono contento di avere un lettore così attento, davvero; e anche del consenso generale, naturalmente.
grazie a te, a furia di (tentare di) editare i miei scarabocchi è diventata una abitudine -:)
oh, allora passa più spesso, perchè la mia disgrafia da latente sta diventando conclamata… ;(
mi sono dimenticato di rispondere alla tua domanda sul blog citato lì sopra; è il http://ilsimplicissimus2.wordpress.com/
ma non sarebbe stato più intelligente cedere le case ai poveri aumentando così il potere d’acquisto della popolazione per rilanciare almeno i settori primari di un’economia?
certo, dal punto di vista della popolazione senza casa.
ma i governi mica sono lì per fare i loro interessi, ma per salvare le banche.
e mi dici come fanno a salvare le banche se mettono gratis delle case nel mercato, facendo abbassare anche il prezzo delle altre, dal cui valore dipende la solidità delle garanzie delle banche?
le banche si basano sulle ipoteche legate ai mutui, anche; ma se l’ipoteca non è più coperta dal valore della casa, la banca va giù.
ovviamente devono liberarsi di un buona fetta di popolazione allora. Altrimenti in futuro i costi sociali aumenteranno, gli stati falliranno e non è detto che le banche si salveranno. Cosa si inventeranno?
una bella epidemia di aviaria? 😦
altrimenti il vecchio metodo funziona sempre: la guerra, ma prima bisogna affamare il popolo perché la accetti.
interessante la tecnica del pollame… c’assomigliamo pure… ma è ignobile.
con la guerra rischiano di bruciarsi. Non c’è più la vecchia guerra vista come atto eroico, o qualcosa del genere. Il rischio che prima o poi si trovino una folla inferocita dietro al fondoschiena è molto più alto che in passato. Ma perché è ovvio che una eventuale guerra non sarà più tra persone ma tra macchine. Inoltre renderebbero gran parte della terra inabitabile data l’alta diffusione dell’innovativa tecnologia nucleare sia come centrali che come armamenti, sia anche solo per centrare i siluri.
questa sera ho deciso di essere più pessimista di te…
hai ragione: la guerra non è più efficace, ma non per i motivi che dici tu, anche se sono in se stessi giusti; il vero problema è che una guerra tecnologica non serve per uccidere soldati, ma al massimo solo generica popolazione civile.
però pensare che gli elitari possano avere paura della rivoluzione, con le tecnologie che hanno a disposizione….
(devo avere letto troppi libri di fantascienza impegnata da giovane… 😦 )
più di me non ce la fai 😉
certamente non hanno paura. Ovviamente sono rischi che un uomo di potere si prende. Però ogni tanto anche loro trovano il giusto impalatore. Ed una guerra che non permette difesa è un po’ pericolosa per i capi 😀
è una bella gara quella in corso tra noi due su chi è il pessimista più radicale…
è dalla fine della guerra in Vietnam, cioè da quarant’anni, che chi dirige il mondo si è fatto furbo sulle guerre, che oramai vengono fatte, più numerose di prima, ma per così dire, in sordina, e senza che succeda nulla nei popoli che le fanno.
il numero dei morti negli aggressori è infatti radicalmente diminuito: nessuno sopporterebbe più i 50.000 morti americani della guerra del Vietnam.
è vero che questo ha anche tolto alle guerre tutto il loro smalto, salvo che dove vengono combattute davvero.
no, forse la guerra guerreggiata non è più il metodo giusto per sfoltire la popolazione..,
funziona di più la televisione, come contraccettivo…
(pensieri strampalati, eh?)
la televisione non elimina le persone. Le tiene occupate. Ma qui il problema non è tenere occupate le persone ma liberarsene di una parte non più necessaria. Come faranno?
ci sono i risultati di molti studi che stabiliscono una correlazione molto precisa fra la diffusione della televisione e la diminuzione del tasso di natalità…
evidentemente c’è gente che preferisce passare il tempo con Vespa e Santoro che con la propria moglie; comunque ognuno ha i suoi gusti: quelli più diffusi sono questi; intanto che la gente è occupata con la tv, apparentemente trascura di occuparsi col sesso… 🙂
dipende quindi da quanto è urgente il problema della riduzione delle persone in eccedenza: sulla media distanza la televisione funziona. 🙂
per interventi più urgenti le soluzioni non mancano: anche la diffusione di droghe letali ma molto piacevoli potrebbe aiutare… :grr:
il problema non si porrà per il futuro molto lontano. Già domani potrebbe essere un giorno molto buio… non ci vorranno così tanti anni 😦
commento via mail:
Dall’inizio dell’anno le Filippine sono state colpite da 25 Tifoni: l’ultimo, chiamato Jolanda (non c’entra il libro della Littizzetto “La Jolanda furiosa”, e non è il caso di scherzare) ha eliminato un paese di pescatori e si parla di diecimila morti.
Altre notizie parlano di milioni di morti.
Buona giornata.
milioni di morti nelle Filippine per i tifoni attuali mi pare esagerato, anche se il massacro resta tremendo.
certo che lo sconvolgimento del clima del pianeta contribuirà parecchio a sfoltire la popolazione, se non ad eliminarla del tutto.
un importante studioso (ho il nome sulla punta della lingua, ah ecco: Lovelock) ha previsto la sopravvivenza stentata di solo 50 milioni di persone attorno ai poli verso il 2050.
@ afo
tra tante notizie brutte ce ne sono alcune meno: secondo la maggior parte degli studiosi di demografia, in base agli studi più recenti, la popolazione umana mondiale tende naturalmente a stabilizzarsi sui 9 miliardi di esseri umani.
speriamo che sia vero: il pianeta potrebbe anche reggere questo numero, a condizione di imporre alla stragrande maggioranza una dieta vegetariana, e sempre che l’effetto serra non alteri radicalmente la situazione.
pensa che un idiota che si dà le arie di guru ed è peggio di Casaleggio ha scritto recentemente su questa piattaforma un post dal titolo “Riscaldamento è bello, raffreddamento è brutto”: dimenticandosi il Sahara o la Valle della Morte, evidentemente… 😦
ma non è solo una questione demografica. C’è anche il problema che a volte per far andare bene il Pil bisogna distruggere case e cibo. Così si esce dalla crisi… e si crea il disastro sociale.
alla fine delle finite la questione, più che astrattamente economica, potrebbe essere banalmente psicologica.
gli esseri umani hanno bisogno a volte di ricominciare tutto da capo, sentendosi dei sopravvissuti, per stare bene…
“La quiete dopo la tempesta”, di Leopardi:
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand’è, com’or, la vita?
Quando con tanto amore
L’uomo a’ suoi studi intende?
O torna all’opre? o cosa nova imprende?
Quando de’ mali suoi men si ricorda? (…)
Gioia vana, ch’è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria.
a me sembra una descrizione perfetta… 🙂
non è tanto una questione psicologica quanto piuttosto il fatto che dopotutto non siamo più che delle scimmie arroganti. In fondo sono pochissimi quelli che dimostrano creatività e che hanno qualche idea su come sono fatte alcune delle cose moderne che ci circondano. Gli altri sono semplici utilizzatori. Senza quei pochi che ci capiscono qualcosa l’intera civiltà tornerebbe al medioevo.
Siamo animali che la natura riporterà ciclicamente all’ordine. La domanda è come 😀
il fatto è che le scimmie umanoidi utilizzano quel che i creativi hanno inventato senza avere la più pallida idea e perfino la più pallida preoccupazione sulle conseguenze.
purtroppo non c’è nessun modo di separare i destini degli uni da quelli degli altri: alla fine l’umanità è un gruppo in equilibrio instabile dove anche gli stupidi, nonostante i guai che provocano, hanno la loro funzione utile.
preoccuparsi di come tutto ciò avrà necessariamente fine è come avere paura della propria morte individuale: basta sapere che è inevitabile e necessaria, tutto il resto non conta e neppure serve.
dico che l’umanità sparirà certamente, e che non ha molto senso chiedersi né come né quando, dato che non dipende completamente da noi; sarebbe già molto sapere evitare comportamenti collettivi autolesionistici…
sia chiaro. Nemmeno io so come funziona il computer da cui sto scrivendo 😀
mi riferivo a questo principalmente e non a qualche particolare élite di geni. In proporzione rispetto alla maggioranza gli esperti in un particolare settore sono molto pochi. E perché tutto funzioni bene c’è bisogno che in ogni settore ci sia almeno qualcuno che ne capisca qualcosa.
che sparisca non si sa. Dipenderà dalle scelte che farà e dal caso…
certamente ora dovranno risolvere un bel problema sociale.
eh eh, vedo che ti preoccupi, giustamente, delle conseguenze che ho tratto dalle tue parole…
ma sei stato tu a parlare di “pochissimi che dimostrano creatività”.
io preciso soltanto che i creativi non sono necessariamente anche dei geni…
ma forse non intendiamo esattamente la stessa cosa con la parola creatività?
per l’umanità sparire è inevitabile: ciò che è veramente interessante è giocarsi bene, per quel poco che sta in noi, il come e il quando.
creatività per me è capacità di portare miglioramenti. Pensavo di aver chiarito con il secondo commento che non stavo indicando i geni, perché quelli sarebbero ancora meno. Il riferimento era più che altro rivolto agli esperti nei singoli settori.
che l’umanità non riesca a salvarsi non si può sapere. Ovviamente spero di riuscire a salvare almeno il mio di fondoschiena 😀
ok, credo che su creatività e che cosa significa ci siamo intesi.
vale per l’umanità come insieme vivente la stessa regola generale della vita, che prevede la morte per tutti i viventi.
non possiamo sapere se la morte dell’umanità avverrà nei prossimi cento anni o in una scala temporale più ampia, esattamente come non possiamo sapere se moriremo individualmente entro le prossime 24 ore o più in là.
ovviamente sulle nostre bandiere sta sempre scritto “più in là”! 🙂
sinceramente in pochi non si può fare comunque nulla, e non sarebbe nemmeno giusto. Non ci si può opporre alla volontà della maggioranza 😀
@ afo
e chi l’ha mai detto che “non ci si può opporre alla volontà della maggioranza”?
potrei accettare semmai che si dicesse che non ci si può opporre alla volontà della maggioranza con metodi violenti, e in effetti generalmente è stupido e non conviene, però non è neppure questo da escludere del tutto in situazioni eccezionali.
oserei dire al contrario che, se si è ben sicuri che la maggioranza sta sbagliando (cosa che succede di frequente essendo la maggioranza degli uomini generalmente meno capace intellettualmente delle minoranze), opporsi alla maggioranza – fino a che è possibile, pacificamente – è perfino un dovere.
a proposito, senti un po’ che opinioni girano al riguardo ai piani alti… 🙂
Ogni cosa intelligente sta nella minoranza.
Johann Wolfgang Goethe
La minoranza è impotente finché si adatta alla maggioranza, anzi, in tal caso non è nemmeno una minoranza. Invece diventa imbattibile non appena mette in campo tutto il suo peso.
Henry David Thoreau, Disobbedienza civile, 1849
Le grandi cose di un popolo sono fatte di solito dalle minoranze.
Ernest Renan
La minoranza ha sempre ragione.
Henrik Ibsen, Un nemico del popolo, 1882
A volte essere in minoranza è un privilegio.
Mohandas Gandhi
La storia del mondo è fatta da minoranze, se nelle minoranze numeriche si incorpora la maggioranza della volontà e della forza di decisione.
Adolf Hitler, La mia battaglia, 1925/26
In ogni minoranza intelligente si nasconde una maggioranza di imbecilli.
André Malraux
La minoranza ha qualche volta ragione. La maggioranza ha sempre torto.
George Bernard Shaw
e ho trascurato Lenin, che dovevo far precedere alla citazione di Hitler: il suo movimento dei bolscevichi, tradotto, significa dei “minoritari”.
no, non è un dovere perché a volte può rovinarti la vita. E’ una questione di scelta personale. Non sei obbligato a correggere gli errori altrui.
insomma, tante personalità importanti a favore dell’élite. Ma non sono sempre convinto che abbiano avuto in mente l’élite giusta. Adolfo per esempio potrebbe aver sbagliato…
ma sei andato a cercarti tutte queste citazioni o le sapevi a memoria 😀 ?
no no, è il risultato di una googlata, che ho ripulito un po’ e riorganizzato rapidamente (lasciandoci Hitler, che era scomodissimo citare, giusto per non nascondermi dietro un dito…).
ma torno al tema: rovinarsi la vita da quale punto di vista?
è più rovinata una vita che trascorre opaca nella paura oppure una vita che affronta i problemi con dignità e può andare orgogliosa di se stessa?
io del resto ho fatto di tutto per rovinarmela da questo punto di vista, finendo addirittura in tribunale al tempo in cui in Italia c’era ancora “la repressione”, e alla fine non mi è successo niente…
e poi non la vedo come “correggere gli errori altrui”, dei quali non mi importa nulla, ma invece come provare a migliorare la società in cui vivo, che è una cosa che interessa anche a me…
per un qualche principio democratico è giusto quello che sceglie il popolo. E il popolo deve avere quello che sceglie. Tentare di migliorare la società cambiando la volontà del popolo è meglio solo dal tuo punto di vista. Comunque quello che ho detto anche prima… lo puoi benissimo fare ma questo non è un dovere quindi un obbligo, è semplicemente frutto di una scelta personale. Può andare bene come può andare male, sta di fatto che avrai molti opponenti. Dipende da quanto sei disposto a sacrificati per le tue battaglie 😉
mmm, la mia concezione della democrazia è alquanto diversa.
e poi è difficile parlare di scelta del popolo dove il popolo è in realtà tele-guidato.
insomma, è chiaro che ci si muove nell’ambito di compromessi fra fattori diversi.
al tempo del fascismo il popolo, ben condizionato dalla propaganda, era massicciamente e convintamente fascista.
questo non significa che gli anti-fascisti non facessero bene a combattere il fascismo, e a volte anche tentando attentati a Mussolini, che andarono tutti male.
è ovvio che tutto questo era ed è frutto di scelte personali: per la mia persona opporsi a mali sociali evidenti è un dovere personale altrettanto evidente.
poi ci sono quelli che sopportano tutto per i più vari motivi, a cominciare dal principale che è l’opportunismo, per finire al più diffuso che è l’indifferenza fondata sulla stupidità.
a ciascuno la sua scelta, direi, ma non è che, perché la maggioranza è indifferente o stupida, devo comportarmi da indifferente o stupido anche io: oltretutto questo mi farebbe personalmente stare piuttosto male.
per me del resto condurre delle battaglie per la giustizia è un piacere e non è affatto un sacrificio.
effettivamente chi lo sente come un sacrificio è meglio che non si occupi di queste cose e le lasci fare a chi ne ha voglia… 🙂
è così, come vedi, che le minoranze ben organizzate e ben determinate, se riescono in questo, decidono lo sviluppo della storia anche per conto della massa pecorina… 😉
giusto 😉
be’, complimenti: hai sopportato bene il predicozzo, grazie! 🙂