il tempio cinese Tay Kak Sie di Semarang – videoclip indonesiano n. 87 – 555.

la Lonely Planet definisce Semarang “una cittadina schizofrenica”; sorvoliamo su quel “cittadina” per un centro che ha un milione e mezzo di abitanti, come Milano…; per il resto la schizofrenia l’ho riscontrata anche io, quando, semplicemente ad una svolta lungo un canale, mi sono trovato di colpo mentalmente ad un paio di migliaia di km di distanza, in Cina, in una piazzetta che avrebbe tranquillamente potuto essere a Nanchino, e anzi la ricordava un po’.

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quel che incuriosisce da lontano, avvicinandosi, è prima di tutto la presenza nel canale di una grande imbarcazione di legno, tipicamente cinese, talmente imponente, che lo occupa quasi completamente: cinesi sono nelle loro decorazioni gli alberi, pronti a sostenere le tipiche vele quadrate, le decorazioni, le lanterne rosse.

poi si fa attenzione al piazzale con le gabbiette degli uccelli da liberare come atto di culto buddista (come in Myanmar), un grande vaso tipico di quella cultura figurativa, che, se fosse di bronzo, starebbe al Museo Nazionale di Shanghai, le statue, oltre che di un Buddha inghirlandato, di un paio di guerrieri di marmo con grandi baffi, che guardano verso il tetto del tempio sovrastato dalle tipiche decorazioni con i draghi multicolori.

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un vecchio guardiano (vero e vivo) sta seduto all’ingresso di legno decorato del cortile del tempio: mostri mitologici, in coppia, alle porte, per tenere lontano il malocchio, e poi eccoci immersi nella ricchezza quasi delirante dei motivi decorativi dell’arte cinese, con la sua leziosità, che è come un modo di arrotondare le asprezze della vita.

siamo in un tempio buddista, come quelli del Myanmar, dello Sri Lanka o della Thailandia; ma non esiste un vero e proprio buddismo indonesiano più, anche se abbiamo visto che il sottofondo culturale del paese, prima della sottomissione all’islam, era indo-buddista; e questo buddismo di impronta cinese è molto diverso dalle altre forme religiose con lo stesso nome che ho appena citato.

chi segue questi video potrà verificare anche la differenza tra le forme del culto di questo santuario, così caratterizzato in senso nazionale, cioè così legato alla parte cinese di questa città, che è la più “cinese” dell’Indonesia, e il santuario moderno che avevamo visto nei pressi di Borobudur, più vicino a certe caratteristiche oramai internazionali standard del buddismo più diffuso.

nel Myanmar abbiamo a che fare con un buddismo esasperato, mistico, quasi delirante nella tensione verso il soprannaturale; nello Sri Lanka con un buddismo mite ed indulgente a livello popolare, quanto chiuso e intollerante nella casta dei monaci; in Thailandia con un buddismo strettamente connesso al potere; nel Nepal un buddismo orgoglioso e aperto alla contaminazione induista, nel quale si sta insinuando gradualmente la presenza tibetana; il buddismo cinese, che troviamo qui testimoniato a Semarang, mi pare, invece, per così dire, appunto arrotondato: è un buddismo sensuale, che ti avvolge e ti seduce col fascino dei suoni, degli odori, dei grandi ceri rossi e degli incensi, della musica, delle decorazioni, che sembrano quasi volere esplorare in quante forme si può esprimere la gentilezza.

le voci che chiacchierano tranquillamente nel tempio dei fatti della vita confermano la discrezione di questa religione conciliata con se stessa e con i suoi fedeli: in pace con la quotidianità e le sue esigenze.

stupisce infatti, anche nelle foto, la familiarità con cui una scopa, un tavolino con seggiole di plastica o altri oggetti banali e anche brutti vengano mescolati alla ricchezza di questa, che è la principale attrazione turistica del centro di Semarang, e al suo patrimonio che vorrei definire monumentale, visto che il tempio è del 1752, ma non posso farlo, perché questa cultura è aliena qui dalla monumentalità.

però egualmente, pur senza ostentazione di grandezza e in una dimensione proporzionatamente umana, la ricchezza dell’edificio, che si articola in più cortili e in diversi padiglioni, fa sì che esso superi nettamente il tempio molto più modesto, ma vagamente simile, che ho visto a Cirebon e che è stata la mia prima introduzione a questa strana e circoscritta Cina indonesiana o, se preferite, Indonesia cinese.

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sto naturalmente dicendo delle semplici impressioni personali, senza nessuna pretesa scientifica, anche se poi credo che queste variazioni corrispondano alle ripartizione tra le diverse scuole o “veicoli” buddisti, che hanno un rilievo culturale simile a quello che tra noi in Europa hanno le distinzioni fra cattolici, protestanti ed ortodossi, e poi tra i diversi tipi di protestantesimo: eppure ne sappiamo poco o niente, salvo pochi specialisti, che poi ne riferiscono in forme esaperate ed oscure.

* * *

si esce poi nel quartiere cinese di Semarang, tra le insegne e gli oggetti tipici di questa cultura, direi – come a volte succede – più tipica e caratterizzata qui, dove si trova in un esilio non sempre pacifico che in patria, prima di immergersi nei vicoli affascinanti e fuori del tempo che proliferano a pochi passi.

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ho scelto questa volta, in coerenza con la mia analisi, una musica non indonesiana, ma cinese, dopo avere trovato su You Tube un paio di gamelan reinterpretati in chiave fortemente cinesizzante, che erano pure interessanti, ma che probabilmente utilizzerò in qualche prossimo videoclip su Semarang.

 

2 risposte a “il tempio cinese Tay Kak Sie di Semarang – videoclip indonesiano n. 87 – 555.

  1. ed ecco il commento via mail, ridiventato abituale:

    Dopo la tua lunga esposizione dettagliata nei particolari c’è poco da commentare .
    Tuttavia qualcosa m’incuriosisce:
    Peccato che non hai ripreso la struttura intera dell’imbarcazione, s’intravvede un barcone strano e particolare con mega antenna e scaletta per accedere che sembrerebbe più destinata a stare ferma, magari usata come ristoro o altro.
    La ripresa della poppa fa pensare alla, poca, manutenzione, non necessaria stando ferma.
    2.05 statuine di ? budda?, hanno un significato in due?
    2.46 una decorazione diversa dalle solite e non usuale in quegli ambienti; un bassorilievo
    di una donna, o almeno sembra, seduta sul solito animale, che regge un’asta.
    Senza animale potrebbe essere una santa o una madonna.
    4.44 statuine femminili che si sovrappongono e ciascuna ha tante mani, hanno un significato?
    La tua guida non lo descrive?
    3.50 rito dell’incenso che si ripete in altri luoghi ma con sistemi e movimenti diversi.
    5.10 questo locale fa parte del tempio? conoscendo che cos’è quella scatola che s’intravede in alto in primo piano, potrebbe essere un televisore o un proiettore o un altoparlante, si potrebbe capire l’uso della sala.
    Ma tu lo sai.
    5.16 questo carrello folcloristico decorato con uccelli e bocche spalancate invitano a mangiare?
    era utilizzato per vendere qualcosa?
    Le foto delle candele rosse in primo piano sono belle e suggestive. Le stamperò per augurio di fine anno.
    E infine guardando i ceri, nei contenitori nel tempio al centro, ricordo le altre chiese non cattoliche e penso al significato dei ceri . Ti invito a fare una ricerca …… che ti manca:

    Informazioni disordinate..
    Nel tempio massonico i ceri, elemento essenziale e primario del Rituale, rappresentano il Fuoco Sacro che ci mette in contatto con la divinità.
    venivano accese nume-rose candele anche in pieno giorno, in segno di gioia e letizia. Il superstizioso Medio Evo vedeva poi in una candela accesa grandi virtù e poteri apotropaici nei confronti di bufere, tempeste, demoni e spiriti maligni, messi in fuga rapidamente dalla fiammella ardente
    le candele sono qualcosa di più che un semplice strumento di illuminazione; esse costituiscono infatti dei simboli molto importanti, la cui luce fisica è l’emblema di una più vivida luce spirituale
    i ceri, elemento essenziale e primario del Rituale.
    .
    Ti saluto augurandoti una giornata piena di luce …..

    • wow, non capita tutti i giorni di avere una spettatrice e commentatrice così attenta…

      secondo me hai visto giusto: il barcone è un ristorante o comunque un locale; non credo che i barconi veri abbiano le lanterne rosse di fuori: il vento le farebbe a pezzi; lo dimostra anche la scaletta di accesso, che non è una scaletta da marinai.

      2:05 no, non mi sembrano statuine di Buddha, non ci ritrovo i modi tradizionali di rappresentazione del Buddha, e sono troppo mondane e realistiche: mi sembrano piuttosto dei dignitari di corte o dei mandarini; in basso a sinistra hanno un servo di colore, e anche il funzionario sopra di lato è di colore; inoltre hanno in mano dei simboli, che adesso non ricordo che cosa fossero e non si visualizzano bene nel video,
      andando alla foto originale ed ingrandendola si vede che sono delle ciotole rituali d’oro a forma di barchetta: entrambi hanno in mano la stessa.
      perché siano in due non lo so, ma mi viene da pensare che quello in alto sia il capo e il secondo sotto il suo vice… 🙂

      2:46: il bassorilievo della divinità femminile è molto strano in un tempio buddista e il motivo giustamente ti ha colpito: il fatto che la donna sia seduta sulla tigre ha certamente un significato simbolico, e indica la serenità buddista capace di superare le tempeste della vita; in questo il simbolo può ricordare la nostra madonna quando schiaccia il serpente: l’animale simbolo del pericolo è ovviamente adattato alle latitudini.

      3:50 il rito dell’incenso è effettivamente centrale nel buddismo cinese, ma non solo, anche se in Cina o in Thailandia si vedono i fedeli muovere i bastoncini probabilmente secondo precisi rituali, cosa che non ricordo di avere visto così bene in altri paesi buddisti (ma forse mi sbaglio); non so di più.

      per un confronto con la Cina: https://www.youtube.com/watch?v=_3dgGYSXtZc

      4:44: quella figurina la trovo straordinaria, hai fatto bene a soffermartici su; volevo infatti parlarne anche nel post, ma poi mi sono dimenticato di farlo, o forse per non essere troppo lungo… :): non ricordo di averne mai viste altre di simili; il che dinostra quanto sono superficiale in certe considerazioni generiche sullo spirito cinese riportato integralmente in Indonesia.

      la statua femminile con le molte mani è un motivo tipico induista e potrebbe ricordare in particolare la dea Kalì, divinità che ha anche un significato terribile (a sentire Salgari, soprattutto): qui è rappresentata in una posa insolita di preghiera a mani giunte, e le molte mani, invece di brandire armi, offorno fiori o frutta o altri oggetti comunque inoffensivi: segno del buddismo sereno che si sostituisce all’induismo minaccioso, penso.

      5.10 hai visto bene, forse avrei dovuto segnalarlo con una scritta interna: questo locale è oramai fuori dal tempio; è un ristorante, o meglio uno spazio per feste, direi: non ricordo bene adesso, ma mi pare di avere mangiato lì.

      5:16: non lo so: forse vendeva le maschere colorate che ci sono sopra? sarebbe stato interessante prenderne una, ma, come si vede, non c’era al momento nessuno.

      le considerazioni sul valore magico e di difesa dai demoni attribuito alle candele sono molto interessanti e da condividere fra molte religioni, compresa la massoneria…

      grazie dell’augurio, c’é il sole effettivamente, almeno fuori…

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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