dopo avere mangiato qualcosa a un baracchino in riva al canale, ed era una raccolta di gustosissimi frutti tropicali, sono rientrato nel vecchio hotel di Semarang.
domani mattina dovrò partire molto presto col treno per Surabaya e non voglio affrontare le incertezze di un trasferimento semi-notturno; decido quindi di spostarmi dal solenne e semi-inondato palazzone del centro in un hotel di fronte alla stazione ferroviaria.
questo è moderno e non troppo costoso (ci passerò la notte svegliandomi ogni mezz’ora, come sempre mi succede in questi casi) e anche la zona ha qualche aspetto interessante.
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prima di tutto il grande bacino d’acqua, circondato da solenni lampioni su pilastrini di marmo, davanti alla Station, e poi passeggiando un po’, ecco l’opportunità di dare un’occhiata ad un quartiere abbastanza moderno e alla sua vita, penso, fuori dai circuiti turistici, e perfino al porto di Semarang, su cui ci si dovrebbe affacciare in pochi minuti, passando davanti ad una grande moschea moderna, dentro cui sta diversa gente inginocchiata a capo chino a pregare.
ma arrivare alla moschea è difficile: mi accorgo che la presenza di pozzanghere immense come quella davanti al mio hotel della notte passata non è un’esclusiva del vecchio centro coloniale di Semarang, ma che anche nella moderna periferia di villette benestanti l’acqua sommerge ampiamente le strade e isola le case, penetrando ogni volta che può fino al loro interno, e quasi sempre almeno nei giardini.
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proseguendo, tra le varie pozzanghere immense, arrivo fino ad una laguna interna che prepara al mare, ma permette anche di intravvedere le prime strutture portuali; in un consunto baracchino stanno tre donne, vigilate da vicino da quello che sembra un magnaccia.
le proposte esplicite, che il signore di mezza età bortocal riceve dalla attempate e un po’ tristi maliarde, rientrano questa volta non nella categoria “libertà e disinvoltura delle donne di Giava”, ma in quella “il mestiere più antico del mondo”.
in ogni caso le donne si fanno fotografare anche volentieri, assumendo la posa più fatale possibile, oppure chiudendo gli occhi di fronte all’obiettivo, forse in questo caso impietoso.
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per rientrare, una piccola deviazione mi immerge in un universo di villette basse, che oramai si è fatto semi-acquatico: solo le scuole sembrano salvarsi da questa specie di statica e perenne alluvione, ma anche per loro rimane a volte precario l’accesso.
sembra che la presenza dell’acqua rallenti ed ostacoli quasi del tutto la vita; il quartiere ha un poco un’aria fantasma; non ci sono quasi persone in giro; ho fotografato le quattro in tutto che ci ho trovate, ciascuna chiusa nel suo mondo: chi dorme, due ragazzi giocano fra loro con un telefonino, un altro sta seduto sul bordo del canale con l’aria di chi aspetta che l’alta marea passi per tornare a casa.
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del resto ogni casa è un’isola, a Semarang, e mi ci perdo: l’esperienza di una città semi- sommersa devo dire che mi incuriosisce e, che lo troviate assurdo oppure no, non è stato un momento meno interessante di altri di questo viaggio.
tanto è vero che neppure le foto sono mancate…
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thank you for the sharing… Prayers for Indonesia.
Thank You for reblogging, milady.
commento ricevuto via mail:
Alla fine del videoclip n° 90 ci sono dei problemi di foto.
ecco la giusta punizione per avere inserito nel videoclip tre foto già presentate prima, ma capovolte o comunque inclinate, come forma di sperimentalismo. 🙂
quasi per suggerire al lettore che una città dove le strade sono normalmente coperte d’acqua è un mondo a rovescio, e comunque per far apprezzare al lettore la bellezza dei riflessi, nonostante tutto.
commento via mail.
Nel corso dei secoli, gli olandesi hanno sempre combattuto contro l’acqua.
I contadini in particolare, controllavano il livello delle acque con i mulini e utilizzavano le dighe per limitare il più possibile le inondazioni.
Se si tratta solo di marea bastava costruire le case solo su una base più alta.
0.39 che bella foto.
2.03
2.22 questi canali ricordano molto l’Olanda .
2.25 proprietario previdente
il rapporto con gli olandesi non mi era proprio venuto in mente, ed è interessante.
però non so se si possa pensare ad un problema simile al loro di subsidenza del terreno; e non credo neppure si tratti di marea (altrimenti forse sarebbero stati in grado di risolverlo, penso): infatti sulla riva del mare non si vedono problemi, a parte le vecchie case immerse nell’acqua per più di un metro: intendo dire che non si vede acqua che risale dal mare; si tratta invece di acqua che non riesce a defluire.
come accenna anche la conclusione del video e come risulta ancora più chiaro dal video successivo, qui l’acqua viene dal cielo in quantità impressionanti.
0:39 ti riferisci alla foto della moschea?
2.03: manca il commento!
2.22 questi canali ricordano molto l’Olanda. – ho um’immagine dell’Olanda quasi solo limitata alle città…, quindi non saprei…
2:25 quella è la scuola materna del quartiere: come dicevo nel commento, le due scuole fotografate risultano costruite con buoni accorgimenti e non sono allagate come le case normali: cosa che suscita molte riflessioni, che non è il caso, forse, di sviluppare…