5 maggio
Non c’è stato niente da fare ieri alla biglietteria: non era neppure concepibile che un occidentale potesse volere un biglietto del treno per Surabaya normale e non Executiv o quanto meno Bisnis; e così, adesso che mi sono sistemato e il treno è partito nel primo accenno del crepuscolo mattutino, eccomi in mezzo a questa gente odiosa, incapace di sorridere, mentre percorriamo la periferia di Semarang, una città allagata.
Eppure la partenza era stata perfino suggestiva con le prime preghiere nel buio del muezzin, dopo un doppio thé caldissimo alla macchinetta automatica dell’hotel e l’uscita sotto la mezzaluna luminosa in un cielo ancora di nuvolaglia.
Ora non mi resta che trascorrere queste quattro ore: mi sento lucido e riposato anche se ho passato la notte, come sempre in questi casi, svegliandomi regolarmente ogni ora, nel dubbio che qualcosa impedisca alla sveglia del cellulare di funzionare, non pensando che in ogni caso ci avrebbero pensato le preghiere ad Allah.
Peccato soltanto che
210. il post mancante: quel treno per Surabaya. My Indonesia 14.
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tramedipensieri 14 maggio 2013 alle 06:51
… peccato soltanto che…..
Marta non ti preoccupare. Mauro voleva dire che è politeista
…ben tornato Mauro.
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bortocal 14 maggio 2013 alle 15:22
se posso dirlo, la tua è una interpretazione particolarmente azzeccata.
… ben ritrovato.
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bortocal 14 maggio 2013 alle 15:20
tu come te lo spiegheresti?
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tramedipensieri 14 maggio 2013 alle 16:10
Eh…..
Evidentemente l’aria di casa l’ha tranquillizzato e l’energia lo ha caricato bene…
Malocchio… uhmmmm
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bortocal 14 maggio 2013 alle 17:53
disintossicazione forzata dal blog, allora?
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e così, dopo una cena piuttosto lussuosa, che verrà documentata nell’ultima puntata di questa serie di video, tra qualche tempo, e una notte che ho già detto agitata, ecco nel video documentato il suggestivo risveglio tra il canto del muezzin, nel buio; la stazione semivuota, con il treno in attesa: i vagoni sono così alti in Indonesia, che servono delle scalette per salirci…
e poi la partenza, alle prime luminescenze dell’alba, il dipanarsi davanti allo sguardo nella foschia delle immagini della periferia di Semarang allagata, e poi lo svolgersi del viaggio, che dura qualche ora, trasferisce oramai in Giava orientale, pur se ancora lontani dalla sua punta est.
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il percorso si rivela molto meno affascinante paesaggisticamente del precedente in treno da Cirebon a Yogyakarta, dato che in questo si risaliva l’interno, e dunque ci si trovava ad attraversare monti e vallate; questo si svolge invece in piano, tra monotone distese di risaie e la ripetizione delle moschee: qualcosa che appare di routine, anche quando la macchina fotografica ci restituisce certi colori squillanti, che direi di un verde tropico.
l’uomo indonesiano di mezza età, che dorme tutto il tempo (occupando il finestrino ed impedendomi di fare foto decenti e perdendosi anche il passaggio di qualche avvenente fanciulla vestita di batik), ha forse l’atteggiamento più saggio, di fronte a questo trasferimento necessario, ma non entusiasmante.
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solo una sorpresa, nell’arrivare a Surabaya: un lunghissimo muro carico di murales che costeggia le ferrovia, manco fosse quello di Berlino.
ma la mia videocamera è di bassa qualità, ha la funzione video solo come sussidiaria rispetto a quella fotografica, e le riprese sono veramente indecenti: servono come promemoria per chi ha visto con i suoi occhi e poco più.
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nella musica del video ritorna con suo rock mrjohanguidejava, il musicista gestore della Guest House di Borobudur.
commento via mail:
La partenza notturna è molto suggestiva; emoziona.
0.24 Il treno con gli scalini sembra una foto di altri tempi, quasi di una favola,
il finestrino rotto può essere collegato con il trenino per un fumetto.
1.45 Una carrozza molto decorosa con calzini senza buchi e bagagli tutti uguali.
I 6 minuti e 12 secondi di visione panoramica scorrono come un ripasso di tutto ciò che hai già visto in precedenza con piccole aggiunte e variazioni interessanti.
2.01 sono ninfee?
I murales li ho guardati stoppando su ciascuno, sono particolari e andrebbero interpretati sul posto.
sì, è vero quell’esordio notturno del viaggio fu molto emozionante (“la partenza era stata (…) suggestiva con le prime preghiere nel buio del muezzin, dopo (…) l’uscita sotto la mezzaluna luminosa in un cielo ancora di nuvolaglia”).
2.01 sono ninfee
i murales (che neppure io ho avuto l’idea di guardare ad uno ad uno) vanno interpretati, credo, alla luce di alcuni altri visti nella città dopo – alcuni anche nel video successivo: non sono spontanei come si potrebbe pensare, ma una specie di presentazione ufficiale del ruolo patriottico di Surabaya nella guerra di indipendenza: credo che siano commissionati dalle autorità; ma naturalmente al momento non potevo saperlo…
il viaggio in treno riprende altri momenti simili, è vero: ma come scrivevo sopra in tono ancora minore e con meno interesse.