Alessandro, Emanuele e l’I-Phone – 574.

la notte del 10 agosto scorso a Napoli due ragazzi di 18 anni, Alessandro ed Emanuele, vengono deliberatamente investiti e uccisi mentre, a detta dell’investitore, stanno cercando di rubargli l’auto dopo avergli già preso un I-Phone.

non sono due santerellini: hanno precedenti per reati contro il patrimonio; comunque la loro morte viene ripresa da una telecamera di sorveglianza e Il Mattino lo diffonde “in esclusiva”.

ma non esiste una legge sulla privacy che ci costringe a firmare tonnellate di carte inutili e che complica ogni minima operazione burocratica?

e può esserci qualcosa di più intimo, privato, esclusivo per qualcuno che le immagini della sua morte?

* * *

non importa: questo tipo di privacy non interessava per nulla a chi ha scritto quella legge, e quindi sappiate che se un talebano impazzito vi sgozzerà per strada sotto gli occhi di una telecamera le vostre immagini succulente e sanguinose saranno vendute al miglior offerente mediatico e tramesse durante le cene dei cyborg teledipendenti che chiamiamo esseri umani.

sotto le immagini di quello strazio sono stati aperti i commenti, che sono arrivati a centinaia, e ve li lascio immaginare: panem et circenses, si potrebbe riaprire un Colosseo virtuale, a partire da You Tube dove orrori del genere pullulano, cliccati da milioni di persone dal sangue freddo come quello dei serpenti.

* * *

la madre di Alessandro va dall’avvocato per sapere se può denunciare il giornale “per il ‘trattamento’ che ha riservato a suo figlio”.

la risposta è no: non c’è niente di illegale in tutto questo.

strano, ma vero, dico io.

magari servirebbe rapidamente una legge, anzi un decreto, che lo renda tale…, ma chi ci pensa?

e allora quella mamma prende carta e penna e scrive al Direttore del giornale: che la lettera gliela pubblica subito, in prima pagina: fa tanto audience anche lei…

titolo dato dal quotidiano alla lettera?

“Mio figlio ucciso senza pietà e voi speculate sul dolore”…

perfetto…

titolo della replica del Direttore?

“Ma la vendetta si condanna solo con la verità”.

e io mi ritiro in punta di piedi, lasciando la parola a questa madre straziata due volte.

* * *

Ho visto che Il Mattino ha prestato molto interesse alla notizia della morte di mio figlio Alessandro, ne avete montato un caso.

Sono state vendute un maggior numero di copie?

Siete riusciti a dare un prezzo al mio dolore? (…)

Grazie a lei ed alla sua redazione, ho potuto assistere,come in un film, alla morte di mio figlio.

Scene che si ripetono nella mia mente incessantemente, che vanno ad acuire lo strazio di una perdita che solo una madre può provare. 

Vedo mio figlio scaraventato all’aria da un ‘criminale’ che riteneva che il suo cellulare valesse più della vita del mio Alessandro e del povero Emanuele.

Ad oggi non ho capito quale fosse lo scopo di quel video.

Anche di questo sono a chiederle spiegazioni.

Se ciò non bastasse la devo ringraziare perché, tramite i commenti pubblicati, senza un minimo di filtro, da parte della sua redazione, ho capito che la morte di quel ragazzo che amavo più di me stessa, è servita per dare inizio alla «salvezza della città di Napoli».

Centinaia di persone hanno esultato per la morte di mio figlio, ed hanno parlato dell’inizio della «ribellione dei buoni contro i cattivi».

Non sono una donna di cultura, sono una donna del popolo, non conosco le parole giuste per poter esprimere quello che ha provocato dentro di me tutto questo.

Ma una cosa voglio dirgliela: tutti dobbiamo sentirci responsabili di ciò che è accaduto e nessuno, dico nessuno, davanti alla morte, al dolore di una madre, può ergersi a giudice.

Il suo giornale, lungi dal filtrare queste notizie, ha provveduto a montare un altro caso mediatico: il web è dalla parte dell’assassino.

Come crede mi debba sentire, come crede si debba sentire una madre?

Sento il dovere di difendere mio figlio, la sua dignità, il suo ricordo, ma sono piccola e impotente.

Spero di essere riuscita, almeno, a darle qualche spunto di riflessione, a farle capire quanto male avete fatto a me, a mio figlio Alessandro.

Salvate la sua dignità, scrivete la verità.

Scrivete che non ci sono prove che mio figlio abbia commesso la rapina.

Scrivete che mio figlio aveva conseguito il diploma di pasticciere e che a settembre avrebbe iniziato a lavorare.

Scrivete che Alessandro era un figlio, un padre, un compagno, un fratello amorevole!

Scrivete che M. ha commesso un delitto efferato.

Fate ciò che è giusto.

* * *

io però, prima di trasferirmi, purtroppo solo per qualche settimana, in Germania, mi chiedo e vi chiedo: come mai queste cose accadono, che io sappia, soltanto in Italia?

come mai in Germania, come  – credo – in ogni altro paese civile (non che la Germania sia speciale, ma io conosco bene solo quest’altro paese) un giornale che facesse queste cose susciterebbe, come è giusto, un movimento di orrore e di indignazione in ogni persona per bene?

quando dico che l’Italia è un paese profondamente ammalato e che la follia si è impadronita della nostra vita civile, esagero ancora?

e tutti coloro che tacciono, che parlano d’altro, che si sono abituati a queste infamie, come sotto il nazismo i tedeschi si erano abituati alle persecuzioni degli ebrei, solo che qui siamo tutti perseguitabili?

* * *

questo post è la prosecuzione ideale del precedente…

18 risposte a “Alessandro, Emanuele e l’I-Phone – 574.

    • quel che non riesco a capire, carissima, è come abbiamo fatto a ridurci così e tanto rapidamente.

      l’Italia era proprio l’opposto solo trenta o quarant’anni fa.

      dobbiamo ritornare alla miseria di una volta per ritrovare noi stessi?

      • penso di si, e non ci vorrà poi molto per i più. il problema è che saremo così tanto disillusi e senza alcuna speranza che sarà difficile ritrovare la voglia di vivere

            • combattere non lo so più neppure io se vorrei.

              finché avevo un lavoro abbastanza impegnativo, mi veniva spontaneo inq uella situazione e in quel campo.

              oggi molto meno.

              però bisognerebbe almeno provare a fare massa: basterebbe.

              massa organizzata e coerente…

              vedi se soltanto mezzo milione di persone rifiutasse di guardare la televisione una volta la settimana chiedendo cose precise, la televisione sarebbe costretta a cambiare.

              se mezzo milione di persone riuscisse a dire al Partito Democratico: ti votiamo soltanto se fai queste cose qui, il Partito Democratico cambierebbe.

              e invece siamo ancora alle prese con Renzi che non dice quello che vuole.

  1. si perché c’è ancora gente che vota “il meno peggio”, quante volte ho sentito dire voto il PD o quello che era il nome di allora, dicendo mi turo il naso e voto e invece era proprio lì l’errore non avere il coraggio di pretendere, di volere il meglio

  2. cronaca insulsa… se solo la stampa e i giornali assumessero un tono responsabile nel linguaggio e nel contenuto, sarebbe già tanto.
    per paradosso sarebbe lecito e pure giusto che la stampa facesse critica esamina di se stessa, direi la cronaca di se stessa…ma non nel tono dimesso e fregatorio di un mea culpa stucchevole…ma critico, “sarebbe già tanto” Dio!

    p.s: mi pare che una volta ci fossero degli organi di controllo che vigilavano sui contenuti…mha!

    • organi di controllo sulla stampa…; mmm, c’era il MINCULPOP, che mi venga in mente.

      no, l’unico organo di controllo della stampa sta nei lettori.

      e basta smettere di comperare e di leggere la stampa immonda, che in realtà sfrutta la sua posizione di monopolio nella diffusione di notizie…

  3. Se almeno la metà delle persone non guardassero la televisione, non leggessero quella mondezza di quotidiani e riviste varie, se tante persone non fossero così “assetate” di notizie raccappriccianti tanto da indurre gli scenaggiatori a farne delle trasmissioni vomitevoli….
    bè forse forse qualcosina cambierebbe.
    Invece pare le vendite vadano bene. ancora paghiamo il canone…
    tutto a posto, no?

    • ho scoperto di recente che uno dei segreti della nostra affinità, cara marta, sta nel fatto che non guardiamo la televisione.

      è un segreto semplice e ben custodito che il mondo si divide (alla Vittorini) in telespettatori e no.

      fra non molto dovremmo abituarci a pensare ai primi come ad una specie di tossico-dipendenti e cercare il metadone che li risani. 🙂

      • Non so…mi sono accorta che non guardarla conserva il mio pensiero.
        Non lo frena anzi…corre anche di più.
        Però:
        Il fegato ringrazia.
        Il cuore, pure.
        E certi convincimenti si sono rivelati come completamente errati e fantasiosi.

        Vedi tu.

        Idem per i quotidiani.

        Per il web ha risolto.
        Leggo la notizia e poi rifletto.
        Tutt’al più preferisco ascoltare la radio.

        E’ fantastica, la radio sai?

        Buona e serena giornata
        .marta

        • io ho smesso di guardarli, 15 anni fa, per motivi emotivi, perché proprio mi rovinava la vita…

          poi, disintossicato, ho scoperto che proprio la libertà dalla televisione migliora di molto la libertà del pensiero, e oggi è un comportamento al quale non saprei rinunciare (lo condivido, fra l’altro con i miei figli che stanno crescendo dei bambini che vivono in zona de-televisionata, e con molti giovani).

          c’è qualche speranza nel futuro se riusciamo a farne a meno: sempre che non sia proprio internet a prendere il suo posto!!!!

          buona giornata

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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