ora che è in svolgimento il processo in India ai nostri marò, con l’interrogatorio in teleconferenza con l’India dei quattro a bordo dell’Enrica Lexie insieme ai due fucilieri accusati di avere sparato, i giornali italiani sono diventati straordinariamente disattenti e non lo seguono sul posto (così sono più liberi di raccontarci quel che gli pare…).
eppure avevano alimentato la campagna di stampa più nazionalista e militarista in Italia dalla fine della seconda guerra mondiale, senza differenza alcuna – tranne forse Il Fatto, ma anche il blog di GrulloBrillo si è guardato bene dall’assumere posizione.
mi si potrà smentire, perché proprio ieri qualche notizia è stata data con qualche rilievo, ed esattamente che Staffan De Mistura, l’inviato del governo sul caso, ha tenuto, dopo questo interrogatorio, una audizione presso le commissioni esteri e difesa della Camera e del Senato.
e così sappiamo quello che ha detto lì.
ma trascrivere a-criticamente le veline del Ministero degli Esteri significa fare informazione?
sono più bravi i lettori dei giornalisti e si apprende di più dai commenti che dagli articoli.
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vediamo come ha dato la notizia Lorenzo Bianchi sull’Huffington Post, inserto nato per strizzare l’occhio a sinistra, dopo che Repubblica è diventato un quotidiano di destra; ma a sinistra guarda con occhio strabico.
comunque, grazie a questo articolo possiamo renderci conto di come il nostro governo sta gestendo la faccenda:
“Incongruenza” è la parola chiave usata da Staffan De Mistura, l’inviato del governo sul caso, nell’audizione presso le commissioni esteri e difesa della Camera e del Senato.
De Mistura ha definito “improbabile” l’inchiesta della polizia del Kerala: fatto piuttosto grave, a mio parere.
l’Huffington e Repubblica si associano al ministro, riportandone le parole senza un fiato di commento, sulla base degli elementi che stiamo per vedere.
per fortuna, quel che non sanno fare i giornalisti pagati per disinformare, lo sanno fare i lettori e uno mette, senza altri commenti il link prezioso ad un precedente articolo dello stesso giornale.
metterò le parti di questo articolo (indicato con B) dopo la sintesi della relazione di De Mistura (indicati con A).
ecco i passaggi fondamentali di A.
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A. La “incongruenza” è fra le pallottole trovate nei corpi dei due deceduti, Valentine Jalastine e Ajish Binki, e quelle dei fucili d’assalto Beretta Ar 70/90 in dotazione a Latorre e Girone. Quelli estratti dalla testa di Jalastine e dal torace di Binki erano calibro 7 e 62, ossia molto più grandi dei proiettili calibro 5 e 56 in dotazione ai due fucilieri del Reggimento San Marco. Le misure furono fatte il 16 febbraio dal professor K. Sasikala di Trivandrum, l’anatomo patologo del Kerala che fu incaricato dell’autopsia sui cadaveri delle vittime.
la cosa era già nota…
B. Dall’11 maggio del 2012 il governo italiano è in possesso di una “Inchiesta sommaria” sull’incidente della Enrica Lexie (…). Il rapporto dettagliato è dell’ammiraglio Alessandro Piroli, allora capo del terzo reparto della Marina, l’ufficiale più alto in grado inviato in India subito dopo l’incidente. Piroli elenca i fatti, le prove, le ipotesi note in quel momento sulla morte dei due pescatori. Un’inchiesta che non accusa, non contesta, ma elenca fatti o perlomeno versioni di fatti. (…)
Secondo i risultati delle perizie balistiche indiane il calibro dei proiettili ritrovati nei corpi dei pescatori uccisi è il 5,56 Nato, e le armi che hanno sparato non sono quelle di Girone e Latorre, ma quelle di altri due marò che erano a bordo della Lexie. (…)
ed ecco uno stralcio letterale della indagine interna della nostra Marina:
B. “Per completezza di informazione si sintetizzano i risultati cui sarebbero giunte le autorità indiane: (…) sono stati analizzati 4 proiettili, 2 rinvenuti sul motopesca e 2 nei corpi delle vittime. E’ risultato che le munizioni sono del calibro Nato 5,56 mm fabbricate in Italia. Il proiettile tracciante estratto dal corpo di Valentine Jelestine è stato esploso dal fucile con matricola assegnata al sottocapo Andronico. Il proiettile estratto dal corpo di Ajiesh Pink è stato esploso dal fucile con matricola assegnata al sottocapo Voglino”.
“Qualora dovessero essere confermati i risultati ottenuti dalle prove indiane o se, a seguito di ulteriore attività forense riconosciuta anche dalla parte italiana, si riscontrasse l’attribuibilità dei colpi ai militari italiani, a quel punto, nelle pertinenti sedi giudiziarie dovrà essere appurato se l’azione di fuoco è stata interamente condotta con la finalità di effettuare tiri di avvertimento in acqua erroneamente o accidentalmente finiti a bordo”, oppure se si sia deciso intenzionalmente di “indirizzare il tiro a bordo del natante”.
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ma De Mistura in Parlamento fa finta di non saperlo e i giornali che ne riportano le veline, altrettanto…
A. La differenza non è sfuggita ai detective della Nia, la polizia antiterrorismo di Nuova Delhi. Lo strumento usato per superare “l’incongruenza” dichiarata ora da De Mistura fu la perizia balistica.
e cioè?
A. Con un fermo immagine ingrandito dei filmati trasmessi dal Tg 1 e dal Tg 2 si è visto che i due passaggi del documento che indicano il mese dell’accertamento e associano i proiettili repertati ai nomi delle due vittime, Ajish Pink, 25 anni, colpito al torace, e Valentine Jalastine, 45 anni, fulminato con un colpo alla testa, sono stati redatti con una seconda macchina per scrivere dopo aver cancellato il testo originale.
Nel passaggio che cita Pink si vedono addirittura due residui dello scritto precedente. L’indicazione del mese e il nome sono sulla destra, mentre il resto del documento è ordinatamente allineato a sinistra. La stessa anomalia si ripete quando viene citato il reperto estratto dal cervello di Jalastine. L’ingrandimento documenta le sbavature di una macchina da scrivere diversa e imprecisa. Perfino il modo di indicare il mese si trasforma. Nell’originale è Cr No.02/12, nella manipolazione è Cr. No: 02/12.
e questo è il primo terrificante argomento (integralmente televisivo) con cui gli azzeccagarbugli italiani pensano di superare le prove raccolte dagli indiani.
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però, se questo vi sembra deboluccio, gli italiani hanno in serbo un argomento ben più potente.
A. Non solo. I due maggiori del Ris che hanno assistito allo sparo con i fucili dei marò non hanno potuto partecipare all’autopsia ed erano semplici “osservatori”, non autorizzati quindi a fare richieste di alcun genere.
mmm, gravissimo (anche se assolutamente normale): ve lo immaginate un processo a carico di un indiano in Italia, in cui intervengono degli emissari dell’India?
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poi viene la regina delle prove contrarie che dovrebbero scagionare i nostri due ufficiali (e mi piacerebbe davvero che lo facesse):
A. Infine, il proprietario e comandante del Saint Antony Freddy Bosco ha dichiarato un orario dell’incidente che non c’entra nulla con quello dell’abbordaggio fallito alla Enrica Lexie. La prova è un filmato di “Venad News”, una tv del Kerala, un minuto e 31 secondi di dichiarazioni.
la parola “dichiarato” non è appropriata e veramente una intervista televisiva non è, fuori d’Italia, una prova: in ogni caso la testimonianza potrà essere contrastata in tutte le forme giuridicamente consentite dagli avvocati difensori dei marò in India.
A. Dice Freddy Bosco, datore di lavoro dei due pescatori uccisi: “Erano le 9 e 30 della sera. Ho sentito un grande rumore”.
Peccato che l’assalto abortito alla petroliera italiana sia avvenuto alle 16 e 30 indiane, come risulta da tutti i documenti, ossia 5 ore prima dell’orario rivelato a caldo da Bosco.
La spiegazione possibile è solo una. L’armatore del Saint Antony si riferiva al giorno precedente e il peschereccio colpito veniva da lontano.
davvero? stavano viaggiando dalla sera prima con due cadaveri a bordo aspettando di incrociare una petroliera italiana per dargli la colpa? il capitano che ha visto morire uno dei suoi pescatori sotto i suoi occhi mente?
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A. Latorre e Girone hanno sempre sostenuto che spararono, senza ferire nessuno, colpi di avvertimento in acqua in direzione di un’imbarcazione che si stava avvicinando pericolosamente alla petroliera Enrica Lexie sulla quale prestavano servizio.
certo che lo hanno sempre detto!
ma è possibile dire, prima di tutto sul piano formale, che è un po’ poco per un comportamento piuttosto grave come quello del nostro governo?
che dichiara “improbabile” una inchiesta rigorosa condotta dalle autorità giudiziarie di un altro paese sulla base di
1) qualche ritocco formale a una perizia che non ne inficia la sostanza (altrimenti lo si direbbe);
2) la mancata possibilità di intervenire degli esponenti di un governo straniero in un processo;
3) le dichiarazioni estemporanee di un testimone ad una televisione e non nel corso del processo.
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torniamo alla nostra relazione interna della Marina (B) del maggio 2012:
B. Sono le ore 12 quando “in acque internazionali, a circa 20 miglia dalla costa indiana, secondo quanto riportato dal giornale di bordo di Nave Lexie …. Latorre e il sergente Girone sono stati allertati per la scoperta al radar di una piccola imbarcazione…”. L’avvistamento avviene alle 11,55 (ora indiana 16,25), a sole 2,8 miglia dal mercantile, che fino al momento non si era accorto di nulla. L’equipaggio calcola che il battello sia in rotta di collisione con la petroliera. Quando il peschereccio è ad 800 metri dalla Lexie iniziano le prime segnalazioni luminose. “Latorre ed il sergente Girone si adoperano per effettuare segnalazioni luminose sicuramente visibili dall’esterno – si legge nel rapporto – e mostrano in maniera evidente le armi al di sopra del loro capo”. L’imbarcazione non cambia rotta e procede dritta contro la Enrica Lexie. Raggiungendo i 500 metri di distanza.