la fede nel cristianesimo come religione positiva l’ho persa definitivamente a 16 anni dopo una lettura integrale della Bibbia.
mi è rimasta per decenni una fede generica nell’essere umano.
questa l’ho persa in questi ultimi anni, studiando le origini del cristianesimo.
se una simile raccolta di leggende inverosimili, di interpretazioni teologiche perverse e la sistematica falsificazione della realtà storica hanno potuto affermarsi come fede di oltre un miliardo di persone, questo significa che nell’essere umano c’è qualcosa di malato.
tutte le altre aberrazioni che compaiono nella storia sono secondarie rispetto a questa, direi persino delle banali imitazioni di gran lunga inferiori all’originale…
Ogni essere umano in quanto umano ha bisogno di un appiglio, che sia la fede, che sia l’amore, che sia la morte, una qualsiasi sicurezza che gli tenga i fili dell’esistenza. E’ solo questo bisogno che lo ha portato a credere a qualsiasi cosa. Poi si sa, mica gli esseri umani sono tutti evoluti allo stesso livello no? Alcuni riescono a scoprire le bugie della storia, le bugie della fede e anche le bugie dell’amore e della morte. Chi ha gli occhi e la mente aperta come te è chiaro che riesce a vedere benissimo dietro le quinte. Ma non tutti sono capaci di appigliarsi solo a se stessi. Abbiamo pietà di costoro 🙂
commento davvero molto interessante.
solo non sono sicuro che essere capaci di appigliarsi solo a se stessi sia una benedizione e non una disgrazia.
potrebbe ricordare il barone di Muenchhausen che si sollevava da terra tirandosi su per i capelli…
la domanda piuttosto potrebbe essere: come mai persone come te o me non sono capaci di vivere la vita modesta e limitata che sembra data in sorte all’essere umano e di restare intruppate nei pregiudizi e nelle convenzioni del gruppo al quale sono stati assegnati dalla sorte?
Io e te….perchè la sorte a qualcuno dona questa bestia dell’esistenza amara che dobbiamo digerire ogni giorno. C’è chi lo chiama “dono”, ed è quello che ci tiene a distanza da tutto questo mercimonio di sostanze mortali che non riescono a vedere al di là del loro naso. Invece noi….noi….
bè, io i capelli me li intreccio piuttosto che appenderli al soffitto 🙂
no, non considero la mancanza radicale di fede la causa diretta dell’esistenza amara.
semmai mi viene più facile pensare il contrario, e cioè che sia l’amarezza del vivere, partciolarmente forte in alcuni, la causa dell’indipendenza di giudizio.
come se fossimo esseri un pochino anomali…
però è proprio la mancanza di fede che in me svolge la funzione della fede (per paradosso) e mi aiuta a vivere.
è soltanto scomodo, ma non negativo in assoluto: comodo perché ti isola dalla massa.
Io trovo che sia realistico, nulla di più. Vedere le cose per come sono, sì, è realistico, pratico anche. In molti casi è amaro perchè alla fine se si vede dietro le quinte si perde poi la voglia di vedere l’intera commedia per come la recitano gli altri. Si inizia a fare i registi e alla fine si fa a pezzi il copione, si litiga cogli attori, si rompono le sedie in platea….insomma….diventiamo scomodi, oltre che anormali 🙂
ma a me non viene spontaneo reagire così: preferisco, almeno in teoria, ritirarmi in punta di piedi e lasciare che ciascuno creda e agisca come preferisce, almeno fino a che non fa un danno sociale evidente…
Il guaio è che il danno sociale alcuni lo fanno eccome e proprio usando la fede. Un esempio è ancora la concezione “contronatura” dell’omosessualità che viene sempre difesa con la citazione della bibbia. E anche quel maledetto passo di san paolo che tutti hanno sempre in bocca quando si parla di donne che devono star zitte e seguire il volere dei mariti….questo solo per fare un banale esempio.
Il guaio è che secondo me sarebbe stato meglio non avere nessuna religione. Ci sarebbe più pace tra gli uomini, meno guerre e anche più gioia per tutti. Ma l’uomo ha anche un istinto di distruzione, ed è per questo che si è creato un dio che lo ha generato e che lo fustiga ogni giorno per quello che fa 😛
il fatto è che gli uomini reali, a parte le poche eccezioni di cui abbiamo parlato, hanno bisogno di una religione, cioè di una interpretazione condivisa del mondo.
il problema è capire se la mancanza di una religione positiva, un atteggiamento laico e razionale di fronte alla realtà, possano rivestire lo stesso ruolo: in altre parole l’ateismo può diventare la nuova religione sociale del futuro?
molto più tollerante sarebbe o dovrebbe essere, molto più aperto, molto più adeguato ad un mondo globalizzato.
purtroppo pare di no: sembra che gli esseri umani comuni non possano accettare un sistema di credenze che non contenga al proprio interno leggende e assurdità varie: sembra che l’uomo faccia fatica a superare la fase selvaggia della superstizione.
In qualche modo gli uomini rimangono “bambini” da questo punto di vista. Non sempre lo sviluppo fisico è seguito dalla maturità mentale. Si sa, il mondo magico ha sempre la tua attrazione per gli uomini bisognosi di cose irreali per sentirsi forti. Un pò come quegli eroi che per superare le prove hanno bisogno sempre dell’aiuto di un mago, un saggio o un aiuto dall’esterno. In qualche modo ci educano così, a dar fiducia a ciò che sta fuori da noi, che sia reale o no, e non in noi stessi. Se già da piccoli ci educano così poi è difficile distaccarsi da questo “condizionamento” assillante.
non aggiungo niente: mi pare un approfondimento prezioso che individua le modalità con le quali il bambino passa dal pensiero magico tipico della sua età, alla maturità, ma senza abbandonarlo nella sostanza.
@amleta
Di quale condizionamento assillante parli?
Davvero non capisco perchè sia così difficile ammettere che ogni uomo ha bisogno di amore, che solo attraverso l’amore e il pensiero cosciente di sè l’uomo si distingue dall’ animale e con l’amore tutto si può superare.
L’arte in tutte le sue forme, la pittura, la poesia, la danza noi le diamo come scontate, ma se siamo animali da dove ci viene l’amore per il sapere e per il bello, in ciò che ci circonda?
Dio è puro e infinito amore e noi siamo parte di Lui se abbiamo amore in noi, l’amore si manifesta in mille forme ed è infinito, il peccato più grande è non amare. La nostra anima senza amore muore.
Crediamo , sbagliando, che tutto passa attraverso il cervello per controllare le situazioni che ci circondano, non è così, non controlliamo nulla, nemmeno noi stessi.
Quando S. Francesco dice che è il cielo che regge la terra dice che è l’immaterialità che regge la materia; l’amore regge la nostra natura umana decaduta, in sua assenza tutto va verso la distruzione
come dice Dante nell’ultimo verso della Divina commedia: l’amor che move il sole e l’altre stelle.
Dio quindi non è fuori ma in noi e con noi, non farlo crescere per paura che gli altri ci feriscano causandoci dolore oppure non il aver fiducia di essere all’altezza delle situazioni è il metodo che usiamo per ucciderci davvero.
Il condizionamento di cui parlo inizia già a scuola da piccoli. Nella scuola materna si dà per scontato che tutti i bambini siano cattolici, si insegnano ancora le preghiere, si fa fare il segno della croce e non c’è rispetto per le religioni altrui, che oggi sono ben presenti. Poi continua con un condizionamento da parte dei media che parlano sempre e solo della religione cattolica, come se fosse l’unica esistente sulla terra. Anche i film proposti parlano solo della natività di cristo e mai di qualche altro esponente religioso. Mi sembra che ogni cosa sia prettamente mirata alla continuazione di una tradizione secolare, del tutto rispettabile per carità, ma che non è l’unica su questa terra. Inoltre credo che come si debbano rispettare tutte le religioni e le persone religiose, si debba anche avere rispetto per quelle persone che non credono, perchè essere religiosi o credenti non è un obbligo ma una scelta.
Per quanto riguarda l’amore mi sembra che la capacità di amare il prossimo e anche se stessi non sia per niente legata alla presenza o no di un essere divino dentro o fuori di noi, ma semplicemente da una capacità acquisita nell’infanzia grazie a genitori amorevoli e affettuosi che sono riusciti a farci crescere in un certo modo, cioè aperti alle emozioni.
L’amore nasce dentro di noi non perchè ce lo ordina dio ma perchè noi ne siamo più o meno capaci e abbiamo imparato come si fa. Devo dire che per esperienza purtroppo ho incontrato nella mia vita moltissime persone che parlavano di amore divino e amore per il prossimo ma non erano affatto capaci di alcun sentimento nè per l’uno nè per l’altro. Spesso dio è la maschera che molti si mettono davanti per poter sembrare persone rispettabili ma poi di nascosto fanno i diavoli e vanno avanti solo nell’ipocrisia e non nella fede.
Lunedì scorso è morto mio padre, per un tumore ai polmoni,ebbene posso dirti che di tutta la mia famiglia “religiosa” l’unica a credere nell’al di là e ad una continuazione dell’esistenza, in altre forme energetiche, sono stata io! Nel frattempo tutti, e sottolineo tutti, hanno perso la fede già mesi fa. Questo esempio ha rafforzato ancora di più la mia convinzione che se davvero c’è qualcosa dentro di noi non c’è bisogno di evocarlo o pensarlo o renderlo vivo. Se esiste c’è e basta. Ma la maggior parte vogliono solo che sia una presenza quasi umana, e lo limitano in qualche modo.
Io credo nell’energia, nella vita in quanto energia, e nella morte in quanto energia. Se poi tu lo chiami amore, dio, morte, vita….che differenza fa? Perchè dare importanza alle parole umane? cosa è una parola per definire qualcosa di indefinibile?
Sono convinta che senza tutte queste religioni l’uomo sarebbe non solo stato meglio…ma sicuramente si sarebbe dato da fare di più. Impegnandosi oltremodo per aiutarsi e aiutare.
In questi tempi mi sono spesso domandata del come mai in Italia, paese cattolico per eccellenza, dimostri atteggiamenti di chiusura verso gli altri. Come mai questa omofobia, razzismo di tutti i generi e tanto altro.
….me lo chiedo, ma la risposta non la trovo….
Eppure ci sono persone che vanno in chiesa, pregano, sono piene di buoni propositi.
…non sembrano neppure umani tanto il cuore gli si è indurito. 😦
buona domenica
.marta
La domanda semmai è: Come l’hanno acquisita, se lo hanno fatto, la fede?
forse la risposta sta appunto nel fatto che la fede che hanno acquisito non è quella che sembra…
sono convito che, se guardiamo all’essere umano e alla sua vita sociale semplicemente da un punto di vista antropologico, descrivendola per come è, la religione in senso lato, cioè la condivisione di una spiegazione della realtà e di un’etica, sono nel loro insieme necessarie per la nostra vita sociale.
il fatto è che la globalizzazione denuncia l’incapacità delle vecchie religioni tradizionali di trasformarsi nel senso necessario ai nuovi bisogni sociali.
così esse sopravvivono come ostacolo alla creazione di un’etica del futuro, adeguata alla grande e comune famiglia umana: diventano ostacoli alla fratellanza universale e ricettacoli del rifiuto del cambiamento.
anche contraddicendo la loro forma apparente, se necessario, e rivelando che il vero valore che le religioni difendono non è la solidarietà, ma il conformismo di gruppo
@ lucia
scusa se mi intrometto: se tu credessi davvero nell’amore e lo sentissi davvero, non avresti bisogno di chiamrlo Dio, ma gli lasceresti il suo nome.
Di solito quando leggo osservazione come questa cito Chesterton, quando in “Ciò che non va nel mondo” (Lindau, 2011, ma il libro è del 1910) dice: “L’ideale cristiano non è stato messo alla prova e trovato manchevole: è stato giudicato difficile, e non ci si è mai provati ad applicarlo.”
bella citazione, ma Chesterton mi sembra un cristiano molto ottimista oppure pessimista, non so qual è la parola più giusta… 😉
se fosse vero che in 2.000 anni l’ideale cristiano non è mai stato messo alla prova ed applicato, con i primi discepoli di Jeshu o con Francesco (quell’altro), o con le centinaia di diversi ordini religiosi fondati nei secoli, questa sarebbe da sola una catastrofe storico-religiosa senza paragoni…
@ amleta
bravissima, amleta, non si poteva dire meglio.
e un abbraccio per dirti la mia vicinanza nella morte del tuo papà.