se il sistema politico illegittimo ed anti-democratico che ci governa scamperà in qualche modo alla sentenza della Corte Costituzionale del 3 dicembre sulla legge elettorale, un altro problema, per lui ancora più grave, lo aspetta più avanti…
nel quadro delle indagini sul tesoriere della Margherita, Lusi, il Procuratore Generale della Corte dei Conti del Lazio “ha sollevato la questione di legittimità costituzionale di tutte le leggi, a partire dal 1997, che hanno reintrodotto il finanziamento pubblico dei partiti, per averlo fatto in difformità con quanto proclamato dai cittadini con il referendum dell’aprile 1993”,
gli elettori, osserva, in occasione del referendum diedero “una risposta decisamente negativa in relazione alla persistenza delle erogazioni di contributi statali a beneficio dei partiti politici e dei movimenti e/o gruppi ad essi collegati”, e così le disposizioni posteriori “sono da ritenersi apertamente elusive e manipolative del risultato referendario, e quindi materialmente ripristinatorie di norme abrogate”.
per la Corte dei Conti, quindi, “tutte le disposizioni impugnate, a partire dal 1997 e, via via riprodotte nel 1999, nel 2002, nel 2006 e per ultimo nel 2012, hanno ripristinato i privilegi abrogati col referendum del 1993, facendo ricorso ad artifici semantici, come il rimborso al posto del contributo; gli sgravi fiscali al posto di autentici donativi; così alimentando la sfiducia del cittadino e l’ondata disgregante dell’antipolitica”.
Inoltre avere esteso i rimborsi deducibili a tutti e cinque gli anni del mandato parlamentare viola il carattere giuridico delle erogazioni pubbliche.
infine il procuratore ci vede anche “la violazione del principio di parità e di eguaglianza tra i partiti e dei cittadini”, dato che i finanziamenti vanno soltanto ai partiti che riescono ad entrare in parlamento.
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questa iniziativa me la sono segnata e ve la segnalo: mi pare uno dei pochi segni dell’emergere di una vera e propria società civile nel nostro paese.
non è possibile considerarsi un paese democratico se le decisioni popolari vengono sistematicamente calpestate da coloro che dovrebbero rappresentare invece il popolo e si comportano come una casta che fa i propri interessi, alimentandosi col clientelismo.
chiamare democrazia un simile sistema politico è un insulto all’intelligenza, oltre che alla democrazia.
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rimando al post 627., scritto poco fa, sulla retroattività delle dichiarazioni di incostituzionalità della Corte, e lasciatemi sognare.
sogno una Corte Costituzionale che si assume i propri compiti storici, che dichiara incostituzionale il finanziamento dei partiti dal 1993 ad oggi, che quindi annulla retroattivamente tutta la legislazione sul tema dal 1993 ad oggi e costringe i partiti alla restituzione di tutti i finanziamenti ricevuti.
conseguendo il risultato più importante: che non è quello di recuperare qualcosa, dato che quello che hanno avuto se lo sono mangiato fuori tutto e sono riusciti ad indebitarsi anche, ma di metterli di fatto fuori legge e di costringerli a sciogliersi come è necessario.
se si vuole che in Italia comincia una vera vita politica democratica, fondata su forze del tutto nuove e in nessun modo compromesse con questo passato.
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