spero che chi mi legge o chi vede il video collegato a questo post non abbia afferrato al volo il significato del titolo o ci sia scorso sopra velocemente, senza badarci troppo, così che al vedere le prime immagini gli sia sorta una domanda: ma come si chiama questo monumento, bortocal? che cosa stai vedendo?
ci sono statue, un vasca con un rospo di pietra verde, decori con teste di divinità, una vista spettacolare da una terrazza che si affaccia su templi e pinnacoli tra le palme, una solennità monumentale che nello stesso tempo ha qualcosa di familiare e quasi di intimo…
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e allora?
se vi dicessi che ho fatto un’eccezione e ho dedicato un intero video, quello del mio primo arrivo a Padangbai, a Bali, semplicemente alla pensioncina familiare dove ho trovato alloggio?
normalmente dedico agli hotel in cui passo una foto o due, se meritano, e le sto raccogliendo in un video a parte, per chiudere questa rassegna; ma qui non posso trattenermi dal dedicare alla Darma Homestay di Padangbai un vero e regolare video intero.
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sono sceso dall’autobus e ho infilato lo stradone sabbioso che porta al piccolo centro storico del paesino, che sta adagiato in fondo ad una baia sul mare azzurro; lungo la strada ero esausto e mi sono fermato ad un bar per bermi un buonissimo succo di papaia; ho ammirato la grazia squisita della ragazza che mi serviva e, per proseguire un poco in questa piacevole contemplazione, ho ordinato un secondo succo di papaia.
poi, dopo la svolta che mette di fronte al mare da un lato e alle piccole case bianche di Padangbai dall’altro, sono entrato a sinistra nel reticolo quasi labirintico di vicoletti bianchi e rettilinei larghi un metro tra case basse di un piano, al massimo due.
e sono arrivato a questa pensioncina modesta ed economica, ma affascinante, consigliata dalla Lonely Planet, in particolare per la stupefacente suite del primo piano: quella con la porta decorata in modo incredibile che si vede quasi all’inizio; la mia camera era immediatamentre al fianco e il piccolo panorama della terrazza del primo piano è quello che si apre anche ai vostri occhi, credo stupiti come i miei.
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quando parlavo della ricchezza artistica di Bali, credo che ora si possa capire ancora meglio che cosa intendevo dire: questa pensione è un poco speciale, d’accordo, ma non è straordinaria: dai cortili che si vedono arrivando apparivano altri scorci simili; più tardi farò una valutazuione approssimativa che a Padangbai c’è all’incirca un tempio ogni dieci case, in una densità incredibile.
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le immagini successive sono dedicate al ristorante nel quale mi sono trasferito per un pranzo tardivo subito dopo avere scaricato il mio trolley e riposato un po’.
il ristorante si trova sul lungomare di Padangbai: degli altoparlanti diffondono una musica molto carezzevole, solo un poco disturbata dal rumore delle onde; dei battelli passano contro cielo e mare azzurri, c’è un’aria che ormai sa più di Polinesia, quasi, che di Indonesia vera e propria.
il vostro bortocal mangia una fetta di pesce-spada rosolato sul fuoco, il solito riso e frutta esotica.
si rilassa e si sente un poco Gauguin.
un Gauguin che usa i pixel, anziché il pennello, ma che si sente ugualmente innamorato di una vita che non è la sua…