tramonto a Senggigi, isola di Lombok – videoclip indonesiano n. 129 – 681.

eccomi giunto al punto nel quale il montaggio di questi video, oramai nella sua fase ultima, sta smettendo di essere un piacere e comincia a diventare una pena.

non per il peso dell’opera decisamente debordante che ho alle spalle, ma per lo strazio della nostalgia che per queste tre ultime giornate fra Bali e Lombok si sta facendo acuta.

vi è qualcosa di polinesiano oramai in questi paesaggi, in queste camminate, e questa maledetta Polinesia immaginaria sembra che ce l’abbiamo nel cuore in modo tale che basta incontrarne delle semplici tracce per sentire scattare la dipendenza da quel luogo che ce la ricorda…

* * * 

una volta che ho finito il mio pranzo di pesce molto tardivo nella Sonya Homestay, è molto facile abbandonare lo stradone dove tripudia la Sengiggi turistica e consumistica; ma rimane il tempo di dare un’occhiata a un centro di negozietti di artigianato locale, che presenta alcuni consueti motivi indonesiani in una luce diversa: forse altri colori, forse maggiore uso delle foglie di palma intrecciate, forse qualcosa di più rustico e primitivo nelle lavorazioni, ma anche qui si respira qualcosa di nuovo.

ma subito dopo non resta che infilare un sentierino che scende verso la spiaggia e cominciare a percorrerla verso sud, lungo un mare dalle tinte sempre più pastello, e si scopre di essere in un mondo dove la presenza turistica è tutto sommato secondaria: qualche tavola di surf, ma i surfisti sono locali, e qualche fotografo, credo giapponese.

ma per il resto quella spiaggia è un luogo vivo per le barche coloratissime  con i loro bilanceri ricurvi, che avevamo già visto a Padangbai, dei pescatori locali, che scendono dalle medesime di ritorno da una battuta di pesca in mare aperto e le trascinano a riva.

più avanti ci sono invece dei pescatori individuali, con canna e lenza, che cercano i pesci stando immersi nel mare fino alla cintola, ed hanno un abbigliamento caratteristico con i loro cappelli conici di vimini che però servono anche da deposito di tutto quel che è necessario che resti fuori dall’acqua; ed ecco le sigarette o altri oggetti necessari per pescare che stanno sopra il cappello, infilati nelle corde rosse che lo decorano.

il solito pesce vivacemente colorato, che è caduto vittima questa volta, e che fotografo, sembra un lontano parente di quello fotografato ieri sera a Padangbai.

* * *

il lungomare di Senggigi è articolato in tratti diversi, fra cui una specie di promontorio molto verde e decisamente impostato per le passeggiate di quei perditempo che si dicono viaggiatori.

ma poi altre punte delineano successivi abbozzi di insenatura, ognuno con il suo carattere diverso, con un particolare colore dei sassi o della sabbia, con una particolare densità dei frammenti di corallo che le onde sbattono sulla spiaggia, con diversi tipi di scogliere, parte naturali, parte rielaborate artificialmente.

* * *

le ore passate nel viaggio per mare e per terra da Padangbai e i successivi tempi di recupero di un bortocal oramai decisamente in piena bronchite fanno in modo che il tramonto lo colga mentre ancora si aggira su questo lido senza avere toccato ancora nessuna meta realmente significativa; è ancora relativamente presto, considerando che è partito dalla pensioncina circa un’ora prima; e quindi il suo carico di foto non è esagerato, e quello di struggenti malinconie è quasi intatto: alla terza settimana, per quanto densa di sorprese e di emozioni, ma in fondo povera di incontri, la mancanza del mondo degli affetti si fa sentire abbastanza pesantemente.

e tanto di più, a sorpresa, quanto poi il ricongiungimento con le persone care è oramai imminente: incoerenze della nostra mente e del nostro cuore.

* * *

ma in casi come questi, che cosa di meglio che sedersi a respirare la notte, davanti ad un mare stupendo, in fondo al quale si intravvede appena, nella nuvolaglia di oggi, la sagoma della più alta vetta vulcanica di Bali laggiù ad occidente?

tra poco il ritorno più veloce sullo stradone turistico illuminato nella notte; ma per ora, qui, sul bordo del tramonto, le malinconie sono senza nome, respirano meglio quest’aria salmastra che forse mi farà meglio.

se riuscissero a diventare parole direbbero: fermati, bortocal, lascia perdere il ritorno per ora, tanto tutti dobbiamo tornare ad un altrove che non è neppure quello dal quale siamo venuti…

* * *

sei felice qui? no, non è vero?

ma che importa? qui senti che potresti esserlo, no?

e allora lascia perdere quello che sei, che è quello che sei stato.

l’essere stati è infelicità, il non essere più, serenità; e non sarebbe più bello ancora smettere di essere se stessi e diventare puro paesaggio a Senggigi?

9 risposte a “tramonto a Senggigi, isola di Lombok – videoclip indonesiano n. 129 – 681.

  1. commento via mail:

    Se vuoi essere migliore di noi, caro amico, viaggia. Goethe

    Tante persone viaggiano ma ti devo dare atto che certamente non sono molti, o forse nessuno, a invitare tutti in questo modo originale comunicativo e interessante a riviaggiare con te elaborando, con la memoria , tanta buona volontà e testardaggine, con minuzie e particolarità, riprese e racconti…..

    aaahh Secchione Emoticon .

    .l’essere stati è infelicità, il non essere più, serenità; e non sarebbe più bello ancora smettere di essere se stessi e diventare puro paesaggio a Sengiggi?

    Viaggiare è nascere e morire a ogni momento. V. Hugo

    La prima foto è una scogliera di cemento?

    • wow, che citazioni! Goethe e Hugo, una meglio dell’altra…

      e meno male che ho ricopiato il tuo commento qui: non avrei mai capito che quella faccia sorridente con gli occhiali voleva dire secchione, se non me lo avesse spiegato wordpress, che non ha messo la faccina, ma l’ha tradotta…

      io non credo che i secchioni sorridano, e secondo me esiste una sottile differenza fra il concetto di secchione e quello di sgobbone; io mi considero nel secondo tipo.

      quanto alle due espressioni, sono poi tremendamente italiane, di un paese malato che considera una colpa il fare bene il proprio dovere o quello che comunque si decide di fare, che brividi per la schiena.

      sì, mi hai fatto capire ancora una volta di essere un tipo strano in Italia, ma non così strano al di fuori di questo buco oscuro del mondo.

      l’anno scorso quando postavo i miei modesti videoclip sul Myanmar avevo conosciuto via You Tube un olandese che ne aveva postati più di mille, di altissimo livello, quasi professionale, girati con una videocamera di altissima qualità, e mi sentivo un nano, dove in Italia appaio un gigante, almeno per l’impegno che ci metto.

      ma in Italia mai metterci troppo impegno.

      quanto a quella mappa dell’isola di Lombok che ho messo in apertura di questo video, era certamente su un muro, non mi pare su una scogliera, ma è una di quelle cose che non avrei memorizzato altrimenti.

      una immagine simile c’era nel muro che fiancheggiava il vialetto di accesso alla Guest House, ma non mi pare la stessa; se lo fosse, vorrebbe dire che a metà passeggiata sono tornato indietro per qualche motivo, ma questi dettagli non li ricordo proprio; mi pare invece che questa immagine fosse invece su un muro della grande area verde turistica su quella piccola punta che si spinge nel mare quasi in corrispondenza del punto centrale del paese.

      che, a differenza di Padangbai non ha un suo centro antico, ma è nato soprattutto come punto di partenza per le isole Gili ed è povero di identità.

  2. sono in assoluto i post che leggo con grande piacere..!

    tra l’altro scrivi : “un paese malato che considera una colpa il fare bene il proprio dovere”….parole sante ma hanno una spiegazione …:

    ormai in italia si e’ diffusa una CULTURA CRIMINALE e ,tanto per non usare un linguaggio politicamente corretto l’origine e’ nella espansione culturale di una mentalita’ mafiosa che le regioni del sud,tramite i loro politici,amministratori e dirigenti che sono ubiquitari,hanno avuto a livello nazionale da Bolzano ad Asti da Bologna a Genova.

    giustamente un grande siciliano LEONARDO SCIASCIA,la classica eccezione che conferma la regola…..disse…….”speravo che la sicilia si italianizzasse ma osservo con orrore la sicilianizzazione dell’italia”.

    • sulla cultura criminale che domina oramai completamente l’Italia e che ha completamente coinvolto anche coloro (il Partito Democratico) che con Berlinguer se ne presentavano come gli oppositori, o meglio i loro eredi, siamo completamente d’accordo.

      e un’analisi lucida della situazione dice che non ‘è assolutamente alcun rimedio, considerando che dovremmo considerare tale il movimento di Beppe Grillo, che è l’unico che parzialmente se ne discosta.

      ora, questo movimento, alla prova dei fatti, non è infarcito di mezzi delinquenti pure lui, come il novimento di quel demagogo corrotto che era Di Pietro, però é fatto dig ente impreparata guidata da due squilibrati.

      il che dimostra che il malaffare ha talmente inquinato il paese diventando senso comune che oramai bisogna esserre dei mezzi squilibrati per starne fuori.

      – viaggiare è un modo di riprendere aria e libertà, anche di pensiero.

      sta decollando il mio giro del mondo dell’anno prossimo, sto comperando il biglietto base, come regalo di natale!…

      però temo che non garantirò i collegamenti: potrei anche diventare molto egoista e tenermi tutto per me, in un viaggio così lungo…

  3. Goethe probabilmente ha ragione ma un uomo piu’ grande di lui,LUCIO ANNEO SENECA in una lettera a lucilio,gli spiegava con argomentazioni afficacissime dell’inutilita’ dei viaggi dato che la mente con il suo carico di pensieri e preoccupazioni ti segue ovunque.
    in ogni caso sono contento che tu faccia il giro del mondo e ti raccomando di non trascurarere il Giappone,mirabile esempio di equilibrio fra tradizione ed accentuato modernismo.
    comunque se vuoi qualche dritta sono a tua disposizione.

    • caro edoardo, sarà un omaggio alla nostra amicizia, ma il giro prevede anche due settimane in Giappone, per un trasbordo da Osaka a Tokio, memore di alcune dritte che mi avevi già dato su un triangolo di cui ora non ricorso il terzo vertice, ma non era lontano o forse era Kyoto, e sperando nelle prossime indicazioni che mi darai: la data dovrebbe essere settembre, insciallah!

      sul Giappone si leggono cose sempre più preoccupanti: pare che il paese sia in una deriva militarista e neo-nazionalista; ma, nonostante certi post che ho scritto sul tema, come vedi, sfido ancora la sorte; e poi, niente di meglio che verificare sul posto le dicerie messe in giro, questa è la mia regola – come sai…

      Seneca pensava al viaggio forse entro gli orizzonti mentali dell’uomo antico, che dirti…, ma ne abbiamo già discusso: quella sua frase resta per me incomprensibile, oppure al massimo la sottoscrivo per il turismo, ma non per il viaggio nelle sue dimensioni di esplorazione conoscitiva e di sfida con se stessi…

      (devo dire che l’impiegata dell’agenzia mi pare molto restia a farmi il biglietto, continua a rinviare e ogni volta che torno mi chiede se sono sicuro: insomma un vecchietto che avrà 66 anni quasi 5 mesi in giro per il mondo da solo…).

  4. Pingback: Lombok: un terremoto oggi, e due giorni della mia vita nel 2013 – 263 – cor-pus 15·

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