il gioco elettorale delle tre carte di Renzi e dei demdem – 685.

“Non lo voterei mai  perché è disposto a barattare tutto, punta a vincere e basta. Non è né di sinistra né di destra, ha solo l’ansia di arrivare al potere”.

Giovanni Sartori, di Renzi

* * *

ma analizzare il caso Renzi, in casa Democratica, è come analizzare Berlusconi tra i fascisti: non interessa il caso patologico in se stesso, ma la patologia che ha colpito i milioni di persone che lo hanno votato e che lo sostengono.

alle quali, in entrambi i casi, poteva essere trovata soltanto una attenuante sola, almeno all’inizio: pensare che il loro era più un voto contro i vecchi politici dei quali ci si voleva disfare, che un voto di vero e proprio sostegno attivo.

però poi pare che chi ha scelto la prima volta in questo modo si affezioni alla propria scelta, che dire?

e si tenga volentieri il rimedio rivelatosi peggiore del male…

* * *

tuttavia vorrei usare questo post per provare ad analizzare che cosa è successo alla sinistra italiana in questi ultimi anni di passaggio, dopo lo scioglimento nel 1991  del Partito Comunista Italiano e la nascita del Partito Democratico della Sinistra e di Rifondazione Comunista, e dopo lo scioglimento  del Partito Democratico della Sinistra e la nascita dei Democratici di Sinistra nel 1998, e dopo lo scioglimento  dei Democratici di Sinistra e la nascita del Partito Democratico nel 2007: quattro diversi partiti o movimenti in 24 anni: niente male, soprattutto pensando che la classe dirigente invece è rimasta assolutamente uguale, nonostante tutti questi cambi di casacca e anche se ogni scioglimento corrispondeva ad una sconfitta.

ci si potrebbe aspettare qualche riflessione su questo, che è indubbiamente un segno di crisi, perché in nessun altro paese europeo la sinistra si è rivelata così camaleontica e vergognosa della propria storia lontana e vicina…

ma forse parlare di sinistra è oramai esagerato, perché, se una cosa è visibile in questi giochi di prestigio, è la progressiva sparizione del termine…

fosse però tutto qui il problema…

* * *

il fatto è che in questi anni di berlusconismo la ex-sinistra italiana, che oggi non è neppure più tale, ha lentamente cambiato di natura, forse riscoprendo i lati peggiori della propria tradizione, e senza neppure accorgersene.

per anni si è vissuti di rendita di posizione: bastava essere anti-berlusconiani per raccogliere i voti, e l’anti-berlusconismo copriva la progressiva perdita di identità politica, di veri programmi e di proposte.

oggi questo vuoto, dovuto alla mancanza di una politica, è diventato drammaticamente visibile, e Renzi, per tornare a lui, è la dimostrazione penosa di questo incartamento del Partito Democratico su una identità che non è più neppure politica, a non volere considerare politica i giochini di potere a cui questo ceto di incompetenti dedica il suo tempo lautamente pagato dalla collettività.

* * *

vorrei fare un esempio prendendolo da un post che ho appena letto: ero stato tentato di commentare e avevo già cominciato a digitare: poi mi sono fermato per due ragioni: la prima, una regola di netiquette che mi sono imposto: non polemizzare col blogger a casa sua, se proprio non ti fa capire che lo gradisce; la seconda è che con questo blogger, coetaneo e perfino proveniente dalla mia stessa ex-professione, ci ho già provato, non ho ricevuto risposta, e il messaggio è chiaro.

del resto, un’altra cosa chiara progressivamente è che i Democratici non amano discutere: sono supponenti ed auto-referenziali, convinti di essre il meglio e la salvezza dell’Italia.

provare a dimostrargli che ne sono la rovina potrebbe distruggere tutte le false sicurezze.

quindi col blogger Raimondo Bolletta io discuto solo qui da me; tanto la notifica gli arriva, visto che lo citerò, e se vuole discutere o anche soltanto polemizzare, più o meno duramente, qui le porte sono spalancate.

sono del resto convinto che, se vorrà, potrà farlo in modo intelligente e civile.

* * *

considero il post che citerò emblematico, fin dal titolo, della deriva anti-democratica del Partito che al contrario si definisce Democratico:

Scacco al giullare?

il giullare è Beppe Grillo e sul giudizio possiamo anche ritrovarci, io forse sono ancora più crudo ed ho parlato di una situazione psichica border line, a proposito del personaggio; però ho anche scritto che non basta questo giudizio ad evitare di affrontare i problemi che Grillo pone e che un quarto degli italiani o più condividono.

vengo, come Bolletta, da un tempo nel quale questi problemi si pensava che si dovessero affrontare politicamente; invece vedo che oramai la cultura politica dominante nel Partito Democratico è quella che si debbano risolvere con qualche artificio politicista tipo la legge elettorale, che Renzi si è affrettato a mettere al centro dei suoi banali disegni di trattativa con Berlusconi, ripetendo il solito percorso dalemian-veltroniano…

so che non è gradevole postare commenti critici, però sono piuttosto indignato a leggere delle teorizzazioni di un partito che si dice democratico e che fantastica come neutralizzare un terzo degli elettori.

e sono addirittura sconvolto a vedere il più grande partito italiano che non si sforza di dare risposte convincenti sui diversi problemi che il movimento di Grillo solleva, a ragione o a torto, ma spessisimo a ragione: euro, no TAV, costi della politica, rispetto della Costituzione, prevaricazione di Napolitano rispetto al ruolo costituzionale del Presidente della Repubblica.

il problema per Bolletta e per i dem-dem è soltanto come fregare Grillo con qualche trucco elettorale.

e potrei chiudere qui, perché questa è una stroncatura senza appello.

* * *

il fatto poi che Renzi discuta della legge elettorale, tramite i suoi emissari, con Berlusconi e non con Grillo, lo trovo ripugnante, e pensavo almeno che fosse contrario alla volontà di una larga base dei suoi elettori.

ma gli elettori democratici sono gregge?

lo si direbbe, visto che adesso non schifano di trattare con Berlusconi anzichè con Grillo: eppure Grillo è un po’ suonato, ma almeno non è un mafioso.

io ho votato (ahimé) Democratico alle ultime elezioni, e sarà certamente l’ultima volta in vita mia, ma, dopo, mi sono sentito ingannato, perchè  ritenevo che un accordo serio con Grillo andasse tentato, anche se Napolitano non lo voleva, e sono rimasto deluso nel vedere che Bersani non ha saputo forzare la situazione ed aprire una trattativa davvero seria…

* * *

ma invece di discutere che cosa concedere oggi a Grillo per giocare sul tavolo del rinnovamento del paese, ecco che cosa leggo nel post di Bolletta, che purtroppo coincide con un largo sentire, credo, di funzionari ed attivisti del Partito Democratico, a proposito della proposta di legge elettorale di Renzi:

“In sostanza questa, se passasse così, è una legge che dà lo scacco matto al grasso giullare.

Grillo ora non potrà accettare, il suo bluff mediatico è finito, 30.000 click non valgono 3.000.000 di schede e allora la legge voluta da Renzi potrebbe passare con l’appoggio di Berlusconi e Grillo resterà fuori dal Parlamento aggregandosi alla protesta estremista di casa Pound.

Scacco matto?”

che soddisfazione eh? la politica vista e sentita come un modo di metterla in quel posto a chi non la pensa come te…

* * *

e poi si chiamano democratici, ma non appaiono interessati a costruire una maggioranza nell’opinione pubblica, agiscono come una cricca, sono interessati solamente al potere e suscitano oramai un rigetto di massa, al di fuori di loro stessi.

chissà se se ne rendono conto…

chissà se capiscono che per un post come questo mio, di onesta, dura critica, dovrebbero ringraziare, anziché classificarmi fra i nemici del popolo.

ma non mi stupisce: sono oramai già quasi cinquant’anni che li conosco: hanno mantenuto il peggio del comunismo e buttato via il meglio.

sono proprio posizioni come queste che portano l’acqua nel mulino degli altri.

* * *

io però non mi nascondo dietro un dito: non sono un amante della democrazia a tutti i costi, ho tranquillamente affermato varie volte che ci sono situazioni storiche (quelle dell’impazzimento di un popolo intero, come sta succedendo in Italia), che non sono così rare, nelle quali la democrazia va abbandonata.

non mi scandalizza quindi in assoluto la sospensione delle regole della democrazia, all’interno di un discorso spregiudicato sulla eccezionalità di un momento storico.

e allora?

* * *

allora però questa scelta va motivata in questo modo, va definita con chiarezza come sospensione provvisoria, non può in alcun modo essere portata avanti con trucchetti ed espedienti che indicano soltanto un dato drammatico: la mancaza di un programma; e sospendere la democrazia per non fare nulla è un semplice suicidio della nazione.

ma il Partito Democratico è privo di autentiche risposte ai problemi del paese, non ha una sua linea di politica economica né sociale.

in altre parole è inadeguato anche ad una dittatura transitoria della minoranza.

come indica Renzi per primo, questa dittatura è soltanto confusione, improvvisazione e faciloneria.

se in Italia occorre una sospensione provvisoria delle regole democratiche fino a che il popolo rinsavisce (ammesso che possa farlo), non è la dittatura di Renzi quella che può realizzare questo disegno con qualche espediente da gioco delle tre carte.

* * *

ultima nota per i lettori: ho finito di scrivere questo post con qualche pena e non so quanti finiranno di leggere superando questa pena, che temo traspaia…

mi sento sempre più vicino anche io allo stato d’animo dominante degli italiani verso la politica, che è la nausea.

non so se continuerò ad occuparmi di questo tema: mi sta diventando fastidioso.

e questo potrebbe anche segnare la fine di questo blog per come è stato finora, anche se in questo momento non riesco ancora ad identificare su quale piano potrà eventualmente avvenire la sua rinascita…

2 risposte a “il gioco elettorale delle tre carte di Renzi e dei demdem – 685.

  1. una domanda per tutti i politici ,come possono dei deputati e senatori formare un partito e governare senza aver partecipato ad una qualsiasi votazione elettorale dei cittadini e con i voti di un altro partito????

    • forse vuoi dire: come possono i politici formare un governo con un partito che alle elezioni avevano detto di voler combattere, senza chiedere il parwre ai loro elettori?

      è quello che è appena avvenuto in Germania, dove la SPD, essendo necessario fare un governo di grande coalizione con i democristiani tedeschi, ha aperto una consultazione con i suoi iscritti: i quali hanno deciso al 70% di sì (anche se i Giovani Socialisti, invece, si erano espressi per il no), e questa è semplicemente democrazia.

      una democrazia così semplice, che non è venuta in mente né ai Democratici nè a Grillo,c on tutto il suo parlare di democrazia digitale e di decisione della linea politca dal basso e on line, come stava scritto nel non-statuto del Movimento Cinque Stelle.

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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