credo che questo videoclip possa essere descritto solamente come la seconda parte di quello che lo precede e che anche questo post sia soltanto la prosecuzione dell’ultimo che ho scritto sul mio viaggio indonesiano.
* * *
appena lasciato il primo gruppo di capanne, il percorso lungo la spiaggia risultava interrotto da un largo specchio d’acqua un poco fangosa che si spingeva profondamente verso l’interno in una zona pianeggiante.
vegetazione strana e quasi surreale, mucche semi-selvatiche al pascolo piuttosto sospettose, qualche cane randagio (non fotografato, per non indispettirlo) alquanto minaccioso, che mi induce ad armarmi di un bastone.
per poter passare, devo risalire fin quasi al muraglione di fondo, che sostiene la litoranea da Senggigi verso il nord dell’isola di Lombok, scavalcare una specie di putrescente fognatura, e poi, mentre ridiscendo, la natura riprende, riprende la musica del mare azzurro e la danza delle sue onde.
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nel nuovo tratto di costa una specie di altro villaggio, però quasi deserto, che ha quasi l’aria di una rustica zona di turismo locale, come indica anche la musica ultra-moderna del luogo.
nuove chiacchiere e foto di compagnia (non tutte comprese ancora nel video-clip), prima di spingermi ancora più avanti, lasciandomi alle spalle la musica globalizzata, su un nuovo promontorio solitario e superbo, più alto degli altri, oltre il quale lo sguardo si perde verso zone oramai del tutto selvagge.
il ritorno è facile e non mi fa ripetere il lungo giro interno: basta mettersi sulla strada e in un paio di rapidi km, eccomi di nuovo alla Guest House, a ripetere,ad un orario più consono, lo stesso pranzo di pesce e nasi (riso) di ieri,e poi a schiacciare un pisolino.
commento via mail:
A guardare i tuoi videoclip mi ritornano in mente tanti ricordi: per esempio il cocco 0:27 di tanti anni fa.
Sai che cosa erano quelle separazioni di piccoli ambienti 1.11..1.20 fatti con le foglie secche delle palme?
A proposito di palme finalmente mi ricordo. Da quando commento i tuoi video puntualmente, appena ne ho inviato uno: perbacco neanche questa volta ho chiesto delle palme.
ed eccomi qua a chiederti se il punteruolo rosso era arrivato anche là.
(2:00) E’ lo stesso albero che hai ripreso in mezzo all’acqua nel video precedente ?
Che formidabile intreccio di radici 3.32 .
Mi è piaciuta la musica, e ai tuoi figli?
ahimé, devo inanellare una serie di non so.
non so a che cosa servissero gli ambienti separati nelle capanne (mi pareva di averlo anche scritto nel post, ma vedo che poi mi sono dimenticato…).
men che meno so se il punteruolo rosso delle palme è arrivato anche in Indonesia, però ne ho viste talmente numerose e in così buona salute, che potrei azzardare di no.
senza andare a rivedere il video e cercando di indovinare il punto al quale ti riferisci, a proposito dell’albero nell’acqua, non può assolutamente essere quello del video precedente, sia perché i due tratti di mare sono differenti (questo è aldilà della laguna, quello era precedente), sia perché qui c’è uno spuntone che tiene l’albero fuori dall’acqua, e infatti ci sta sopra una ragazza.
tu credi che i miei figli guardino i miei videoclip? ma se li fuggono come la peste anche quando cerco soltanto di fargliene vedere uno se mi invitano a cena… 🙂 😉 😉
risposta al commento, via mail:
inutilissima chiarificazione
video n. 130 L’albero che esce dall’acqua sta sulla spiaggia e si vede l’onda successiva che sta per rifrangersi, Si nota anche che il mare sale molto.
video n. 131 Non può essere che l’hai fotografato di nuovo con il mare calmo?
Se lo riguardi, sì, la ragazza sta seduta sulle radici, ma si vede la spiaggia che continua.
Gli alberi si somigliano, forse sono somiglianti, posso pensare che sono simili.
Ma se sono uguali? te lo dicevo che è lo stesso.
ahhha ahhha, ecco un esempio della tua celebre ostinazione… 🙂
sono tornato a guardare, ops.
i due alberi sono diversissimi: quello del video 130, minuto 2:28, è più piccolo e sta basso, tanto che il mare lo sommerge facilmente; quello del video 131, minuto 1:59, è grande e sta alto su uno spuntone, tanto che una ragazza sta seduta fra le radici scoperte dall’erosione del mare, sicura di non potere essere sommersa dalle onde.
e non può essere questione di alta e bassa marea perché tutta la passeggiata è durata un paio d’ore
anche la forma dei rami è differente.
inoltre, da un punto di vista scientifico :), il primo corrisponde alla foto n. 7.030 scattata alle 3:55, ora italiana, e il secondo alle foto n. 7.044 e 7.045 scattate alle 4:55, un’ora dopo e dall’altra parte della laguna: e non sono certo tornato indietro per fotografare l’albero di nuovo!
ma non bastava la mia prima testimonianza che diceva già più sinteticamente tutte queste cose?
in effetti la cosa più strana è che io mi sia dato tanta pena di verificare, direi…
comunque, se per qualche motivo ti fa bene pensare che i due alberi, ben diversi anche a occhio nudo, siano un albero solo, non ho più niente in contrario… ;).
rispetto ogni forma di fede anche se contraria all’evidenza e alla storia… 🙂
“ahhha ahhha, ecco un esempio della tua celebre ostinazione…”
Ma senti chi parla.
Vorrei ancora divertirmi ma il tempo, oggi, è tiranno.
Potrei consigliarti di andare a controllare di nuovo, e che la foto del secondo albero è stata scattata da una distanza diversa per poter calcolare esattamente la sua grandezza e se guardi i cespugli sotto sono identici, ma non lo farò.
Tornerò sul tema con strumenti adatti in un prossimo futuro.
Serena vigilia.
non negherò l’ostinazione mia, mia madre mi chiamava “il mulo”: non è bello a dirsi e neppure a sentirselo dire da quando sei in grado di capire, però rende l’idea.
mi accontento però di notare che c’é una certa differenza tra l’ostinazione sulle idee giuste e su quelle sbagliate.
non tornerò più sull’argomento: ho il ricordo personale chiaro, la data delle foto che esclude assolutamente la possibilitá che si tratti di un albero solo fotografato due volte e le analogie esistono solo nella tua mente, dato che chiunque può notare la netta differenza tra i due alberi.
buon ostinato Natale a te! 😉
risposta via mail:
Non vuoi riparlarne? ma la nostra non è una ostinazione su un’idea ma su una constatazione errata.
quando si dice “parlare al muro”… 🙂
io mi limito a rivedere in me… per ora.
sogno posti in cui sono stata.
tante vite fa, forse!
non so.
buon Natale a te, Bortocal!
ti sorrido
gb
essere ostinati può essere un grande pregio!
ahhha, certo, hai ragione, non ci avevo pensato: tutti siamo stati ai tropici tante vite fa: per questo proviamo tanta nostalgia a vederli… 😉
sull’ostinazione sono d’accordo con te, e infatti sono anche io molto ostinato: “può” essere un pregio, ma non sempre.
c’è anche l’ostinazione che nega l’evidenza e che si autodefinisce fede, oppure l’ostinazione che non consente di ascoltare gli altri e confina con l’autismo, oppure l’ostinazione che rifiuta di prendere atto della realtà…: queste forme di ostinazione sono un grave limite, invece, e un modo di farsi male.
l’ostinazione “malata” può essere un grave limite e un farsi male!
decisamente sì.
è un’ostinazione “malata” però, secondo il mio modesto parere.
so bene che il confine tra “sano” e “malato” è molto sottile.
pienamente d’accordo.
questo fa sì che la nostra ostinazione sia sempre sana per noi quando la pensiamo, ma che non sempre il giudizio è condiviso da altri…
io sono stata veramente ai tropici.
più di una volta.
ora mi sembra che fossero tante vite fa.
in realtà sono passati solo pochi anni.
e rimpiango, per un verso, quei miei anni, non lontani.
“può” essere un pregio l’ostinazione. “può”.
può essere un grave “malessere”.
concordo con te.
gb
da come ne accenni, sembra che tu sia stati ai tropici non come semplice turista.
se è così, ti invidio…
sono stata come turista particolare, direi come “non turista”.
mi è rimasto molto dentro.
ti sorrido
gb
ahhha, bellissimo questo dire e non dire che moltiplica la curiosità…
sai, sono divenuta maestra nel dire e nel non dire.
so che questo moltiplica la curiostà.
non agisco così per ottenere questo. no.
non parlo di me in termini “chiari” solo sul web.
lo faccio in privato.
ho visto che è meglio.
dico sempre quello che penso nei miei commenti. sempre.
sono me stessa in ogni minimo particolare.
non parlo di “fatti privati” pubblicamente.
in privato sì.
e con te, anzi, pubblicamente, mi sono lasciata andare e ho svelato molto di me sull’onda dell’emozione.
forse, ora sono più chiara, Bort?
ti sorrido
gb
hai perfettamente ragione e ti capisco.
e apprezzo la sincerità dei commenti…
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